23 giugno 2018

Che cosa ci fa un alto prelato del Vaticano al gruppo Bilderberg?

Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, parteciperà alla conferenza di quest’anno del gruppo Bilderberg, che si terrà a Torino, in Italia, da oggi a domenica (si è conclusa domenica 10 giugno, ndt), secondo quanto riporta la lista degli ospiti ufficiali, 131 partecipanti.

La presenza di Parolin segna la prima volta che un funzionario Vaticano di alto rango prende parte alla conferenza e potrebbe avere qualcosa a che fare con la “cultura dell’incontro” incoraggiata da Papa Francesco.
Il Papa ha sottolineato il 6 maggio, quando ha ricevuto il Premio Carlo Magno, che “è urgente per noi oggi coinvolgere tutti gli attori sociali nel promuovere «una cultura che privilegi il dialogo come forma di incontro», portando avanti «la ricerca di consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni»“.
Parolin ha preso parte al World Economic Forum di Davos l’anno scorso, dove ha tenuto un discorso sulla diplomazia pontificia. La sua partecipazione alla conferenza del gruppo Bilderberg segue le dimissioni a maggio di 34 vescovi cileni in relazione a uno scandalo riguardante alcuni sacerdoti pedofili.
Come abbiamo riferito mercoledì scorso, mentre l‘evento dello scorso anno a Chantilly si è concentrato sull’amministrazione Trump e su “Perché il populismo sta crescendo?”, i temi di quest’anno – molti dei quali possono essere archiviati alla voce “gestire la plebe” – includono:
1. Populismo in Europa
2. La sfida della diseguaglianza
3. Il futuro del lavoro
4. L’intelligenza artificiale
5. Gli Stati Uniti prima delle elezioni di metà mandato
6. Il libero commercio
7. La leadership mondiale degli Usa
8. Russia
9. Calcolo quantistico
10. Arabia saudita e Iran
11. Il mondo della “post-verità”
12. Eventi attuali
In altre parole – perché gli europei si preoccupano così tanto dei loro “confini, lingua e cultura”,come continuare a dare la colpa alla Russia del cosiddetto populismo, che cosa fare una volta che l’intelligenza artificiale e l’automazione avranno sostituito la maggior parte dei posti di lavoro e come creare nuove narrazioni in un mondo di “post- verità “, in cui nessuno crede più ai media mainstream.

E, come abbiamo visto, l’Italia ha appena fatto un passo importante nella direzione del populismo, dopo che il partito anti-migranti del Paese, la Lega, ha formato una coalizione populista con il Cinque Stelle, mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, ha preso l’incarico di vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno venerdì scorso – impegnandosi a rimpatriare 500.000 immigrati clandestini, evitare la globalizzazione, monitorare le moschee e rinvigorire l’eredità cristiana del Paese.
L’intera discussione sulla “post-verità” ruoterà probabilmente intorno alle “fake news” – etichetta applicata a qualsiasi argomento di larga diffusione che non corrisponda alla narrazione desiderata – facilitate attraverso siti di notizie alternative e i social media.
Paul Joseph Watson  di Infowars, come al solito, offre una grande interpretazione del summit:
“Sebbene i media tradizionali liquidino abitualmente il Bilderberg come un semplice ‘salotto’ senza poteri reali, ci sono innumerevoli esempi di come il gruppo eserciti la sua influenza sugli affari mondiali.
Nel 2010, Willy Claes, ex segretario generale della NATO e membro del Bilderberg, ha  ammesso  che i partecipanti al Bilderberg hanno l’incarico di attuare le decisioni che vengono formulate durante la conferenza annuale dei gestori del potere. Se questo è vero, costituirebbe una violazione della legge di numerosi paesi, che vieta ai politici di essere segretamente influenzati da agenti stranieri.
Nel 2009, il presidente del Bilderberg, Étienne Davignon, si è persino fatto vanto di come la moneta unica dell’euro sia nata da un’idea del gruppo Bilderberg.” InfoWars
Fondato nel 1954, l’incontro segreto si è svolto ogni anno “per favorire il dialogo tra Europa e Nord America”, secondo i suoi organizzatori.
Circa due terzi dei partecipanti provengono dall’Europa, mentre il resto proviene dal Nord America. Circa il 25% proviene dalla politica e dal governo, mentre il resto proviene da altri settori. È tutto molto segreto, ovviamente.
“La conferenza è un forum per discussioni informali sui principali problemi che affliggono il mondo. Le riunioni si svolgono secondo la Chatham House Rule, che stabilisce che i partecipanti sono liberi di utilizzare le informazioni ricevute, ma non devono rivelare né l’identità né l’ente di appartenenza degli oratori né di alcun altro partecipante.”
“[I] partecipanti non sono vincolati dalle convenzioni del loro ruolo né da posizioni prestabilite”, affermano gli organizzatori. “In questo modo, possono prendersi il tempo per ascoltare, riflettere e raccogliere approfondimenti. Non c’è alcun obiettivo prestabilito, non viene redatto alcun verbale e non si pubblica alcun rapporto scritto. Inoltre, non vengono approvate risoluzioni, non ci sono votazioni e non sono rilasciate dichiarazioni politiche “.
In altre parole: un’orgia di accordi sottobanco e piani generali…
E se qualcuno ancora pensa che questi siano vaneggiamenti da complottista e che invece queste élite si incontrino per discutere su ciò che è nel nostro miglior interesse, basta che ascolti semplicemente che cosa ha detto uno che è stato per 39 anni membro del comitato direttivo su uno dei loro principali obiettivi.
“Sebbene i membri di regola non discutano di ciò che accade nella conferenza, il deputato laburista e vicesegretario del partito Denis Healey, membro del comitato direttivo per più di 30 anni, interrogato dal giornalista Jon Ronson per il suo libro Them (trad. italiana: Loro. I padroni segreti del mondo. Fazi Editore, 2005, ndt), ha offerto una chiara dichiarazione delle sue intenzioni.
“Dire che aspiravamo ad ottenere un governo mondiale è esagerato, ma non del tutto sbagliato”, ha dichiarato.
“Quelli di noi che partecipavano al Bilderberg pensavano che non potessimo continuare a combattere tra di noi per niente, uccidendo e privando milioni di persone della casa. Quindi avevamo la sensazione che una comunità unica sparsa in tutto il mondo sarebbe stata una buona cosa.”
– Fonte
E ora è coinvolto anche il Vaticano…



Per concessione di Voci Dall'Estero
Fonte: https://www.zerohedge.com/news/2018-06-07/why-top-vatican-official-hanging-out-bilderberg
Data dell'articolo originale: 07/06/2018
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=23565 


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