Sex in a Cold Climate
irlandese del 1998 è un film documentario che descrive in dettaglio il
maltrattamento delle "donne cadute" nelle
lavanderie della Maddalena in Irlanda. È stato prodotto e diretto da Steve Humphries e narrato da Dervla Kirwan. È
stato utilizzato come fonte per il film del 2002,
The Magdalene Sisters.
Questa è la storia di due uomini e una donna che una sera di maggio di 20
anni fa, in un'elegante casa situata dietro le alte mura della Città del
Vaticano, sono finiti in un lago di sangue. Joaquín Navarro Valls, a lungo
direttore della sala stampa vaticana, portavoce di Giovanni Paolo II e
deceduto il 5 luglio 2017 dichiara: "Le autopsie probabilmente non
cambieranno l' ipotesi più fondata che a questo punto direi che è molto di
più di una ipotesi ed è quella di un raptus di follia maturata in una mente
dove covavano dei pensieri laceranti di non essere abbastanza considerato,
valutato, nel corpo". 12 06 2009
E' la sera del 4 maggio 1998. Nel cuore del Vaticano, in un elegante appartamento a pochi passi dalle stanze del Santo Padre,
vengono scoperti tre cadaveri. Sono quelli di Alois Estermann, nominato
quello stesso giorno comandante delle Guardie Svizzere, di sua moglie
Gladys Meza Romero, e del vice-caporale Cedric Tornay. Il
più piccolo Stato del mondo si scopre improvvisamente vulnerabile.
La
versione ufficiale è rapidissima e lapidaria: Cedric Tornay ha ucciso i
coniugi e poi si è tolto la vita.
Ma le cose andarono proprio così?
Quale sarebbe il movente del delitto? Perché il Vaticano chiude tanto
rapidamente l'inchiesta? E chi sono davvero Alois Estermann, Gladys Meza
Romero e Cedric Tornay?
Enigma prova a far luce sui tanti misteri
che a undici anni di distanza avvolgono ancora quei delitti.
In
studio, con Corrado Augias, Muguette Baudat, madre di Cedric Tornay, Luc
Brossollet, avvocato di Parigi, Marco Politi, vaticanista de la Repubblica,
Giuseppe De Carli, direttore Rai Vaticano, Giorgio Faletti, scrittore
giallista, Chiara Casadio, medico anatomopatologo, Manlio Averna, perito
balistico, Roberta Tacconi, perito grafico.
Questa è la storia di due uomini e una donna che una sera di maggio di 20
anni fa, in un'elegante casa situata dietro le alte mura della
Città del Vaticano, sono finiti in un lago di sangue. Joaquín Navarro
Valls, a lungo direttore della sala stampa vaticana, portavoce di Giovanni
Paolo II e deceduto il 5 luglio 2017 dichiara: "Le autopsie probabilmente
non cambieranno l' ipotesi più fondata che a questo punto direi che è molto
di più di una ipotesi ed è quella di un raptus di follia maturata in una
mente dove covavano dei pensieri laceranti di non essere abbastanza
considerato, valutato, nel corpo".
In molti ci chiedono informazioni circa il consueto Sit-in che ogni anno organizziamo per ricordare il giorno della scomparsa di Emanuela. OVVIAMENTE MALGRADO TUTTO ANCHE QUEST'ANNO SI FARA'! I "problemi" sono evidenziati in questo scritto che Pietro Orlandi ha comunicato dai suoi social:
"Volevo precisare, per evitare fraintendimenti, alcune cose rispetto al prossimo sit in di giugno per, purtroppo, i quarant'anni dal rapimento di Emanuela. Il sit in si farà , certamente non al Campidoglio, ma si farà . Le cose purtroppo non sono andate come mi sarebbe piaciuto . Era un po' che pensavo come organizzare questo anniversario. Avevo pensato di ripetere l'esperienza del 2012 quando chiesi al Sindaco di allora, Alemanno, la possibilità di utilizzare la piazza del Campidoglio. Fu data la disponibilità, organizzarono un palchetto per gli interventi . Fu srotolato anche uno striscione per Emanuela dal balcone del Campidoglio dove rimase per diversi giorni. Beh, per questi quarant'anni mi sarebbe piaciuto ripetere la stessa esperienza. Tramite una persona mi fu concesso subito un incontro con il Sindaco Gualtieri al quale ovviamente parlarono della mia proposta, che a quanto mi dissero, fu accolta molto positivamente. L'appuntamento con il Sindaco Gualtieri era per il 26 Aprile però nel frattempo uscirono le polemiche e il fango organizzato che mi fu lanciato addosso dal Vaticano e certi organi di stampa , che cambiarono tutto . Pochi giorni prima dell'appuntamento del 26 aprile infatti mi comunicarono che " l'incontro è rimandato per impegni del Sindaco". Aspettai qualche giorno, non sentii più nessuno e chiesi quando sarebbe stato possibile un nuovo appuntamento per poter organizzare l'evento … " ti faremo sapere" …..ok…..aspettai….poi dalla segreteria del Sindaco comunicarono che " In riferimento al quarantennale della scomparsa di Emanuela Orlandi , il Campidoglio preferisce soprassedere in vista del Giubileo" . Ma come? visto che nel 2025 ci sarà il Giubileo e' meglio che il Campidoglio non ricordi l'ingiustizia fatta ad una ragazzina per non rischiare di incrinare i rapporti col Vaticano? Può sembrare assurdo Invece e' proprio così e mi e' stato confermato che proprio le polemiche, volute in certi ambienti, di questi giorni hanno fatto fare al Sindaco un passo indietro. Sinceramente sono amareggiato da questo atteggiamento remissivo che decisamente non fa fare una bella figura al primo cittadino di Roma. Purtroppo quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, che pensavo non esistesse più , è sempre molto presente . Il sit-in ovviamente lo faremo, sicuramente non al Campidoglio ma probabilmente nel piazzale davanti Castel Sant'Angelo, di domenica per poter andare poi tutti insieme, a fine incontro ,all'angelus del Papa a Piazza San Pietro. Vista questa apertura d'inchiesta e la volontà nel fare chiarezza, Papa Francesco non mancherà certamente di ricordare Emanuela e noi saremo lì ad ascoltarlo. Appena avrò le conferme e le autorizzazioni lo comunicherò immediatamente." Pietro Orlandi.
Lucetta Scaraffia e Anna Foa per
Editoriale Domani – In Italia si parla poco e malvolentieri degli abusi
del clero. Anzi, pare che quanto più emergono i dati allarmanti delle
inchieste in altri paesi europei tanto più si voglia tacere, anche se
ultimamene non si osa più, da parte clericale, vantare l’apparente
minore coinvolgimento italiano.
I motivi di questo silenzio sono molti,
radicati nella storia: una istituzione ecclesiastica sempre molto legata
al potere, cattolici che si sentono più aderenti a una parte
politico-sociale che credenti i quali cercano di realizzare
l’insegnamento evangelico.
In questo articolo: Assassinio di Edoardo Toscano (L'operaietto della Banda della Magliana), Paul Marcinkus e Agostino Casaroli si dimettono e uno scambio epistolare tra Don Vergari e Giulio Andreotti per un favore che l'uno deve fare all'altro a beneficio di Marco De Pedis (fratello di Enrico).
Dal Kgb alla banda della Magliana, passando per le molestie sessuali: la docuserie che indaga su uno dei grandi misteri d'Italia
E’ tuttora irrisolto il caso di Emanuela
Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983 dalla Città del Vaticano, dove
viveva con la famiglia, e mai più ritrovata. ll “cold case” è il tema
della nuova docu-serie di Netlfix, “Vatican Girl – La scomparsa di
Emanuela Orlandi”, realizzata dalla società di produzione inglese RAW
con il contributo di testimoni dell’epoca e giornalisti che hanno
seguito il caso, come Andrea Purgatori.
Vatican Girl – le testimonianze choc di Pietro Orlandi e dei familiari
Un altro volto noto è quello di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela,
che non si è mai arreso e continua a cercare la sorella. O almeno, come
ribadisce in maniera straziante, di un corpo sul quale la famiglia possa
piangere. La docu-serie ripropone tutti i documenti accumulati negli
anni, comprese le misteriose telefonate del misterioso “americano” e dei
nastri agghiaccianti, con le comunicazioni dei rapitori, la voce della
giovane Emanuela e quello che sembra essere l’audio di una tortura.
La squadra mobile di Roma ha messo sotto sequestro il loculo svuotato di una diciassettenne strangolata nel 1983. Un informatore nel 2015 aveva parlato di un collegamento tra questo omicidio e la scomparsa di Emanuela Orlandi.
È di questa mattina (21 luglio 2022) la notizia di una presunta “svolta” nel caso della sparizione di Emanuela Orlandi, la ragazza di cui si sono perse le tracce a Roma nel giugno del 1983. Cittadina vaticana, da ormai quasi quarant’anni su questa vicenda si addensano nubi oscure, tanto fitte da non permettere di scernere la verità dalla finzione, spesso veicolata in modo strumentale da chi – ancora oggi – da questa storia ha molto da perdere.
La “svolta” di cui sopra si riferisce a un aspetto inquietante: il 13 luglio scorso la squadra mobile di Roma è entrata nel cimitero monumentale del Verano con un obiettivo preciso: aprire il fornetto in cui riposano le spoglie di Katty Skerl, la figlia di un regista americano che nel 1982, quando aveva 17 anni, venne ritrovata strangolata in una vigna a Grottaferrata. Un caso mai risolto, uno dei tanti che nel corso degli anni Ottanta, sempre a Roma, vide coinvolte diverse ragazze.
Due uomini assicurano di essere stati maltrattati nel 2002 dal sacerdote César Fretes della scuola Del Salvador, situata nel cuore del centro di Buenos Aires. L'attuale papa era allora la massima autorità di quella congregazione. Il sacerdote (già deceduto) è stato trasferito a Mendoza e la Chiesa è riuscita a impedire che lo scandalo si diffondesse. Ora le vittime lo denunciano pubblicamente. Hanno scritto una lettera al Vaticano, ma Francesco non risponde.
Questo sabato, nella sezione Società del quotidiano Clarín , la giornalista Mariana Iglesias ha pubblicato una grave denuncia che coinvolge papa Francesco e la sua congregazione cattolica per aver coperto gli abusi sessuali commessi dal sacerdote César Fretes contro minori. Gli eventi, secondo la testimonianza dei sopravvissuti, sono avvenuti due decenni fa in una delle scuole più “prestigiose” della Compagnia di Gesù , la congregazione dei Gesuiti che Jorge Bergoglio ha guidato per anni fino a quando si è trasferito a Roma per ricoprire il ruolo di “supremo pontefice”. “.”.
Pablo Vio e Gonzalo Elizondo compiono oggi 31 anni. Nel 2002 avevano undici anni ed erano studenti di prima media al Colegio Del Salvador , che occupa gran parte dell’isolato che comprende Callao Avenue e le strade Lavalle, Tucumán e Riobamba nella città di Buenos Aires. La scuola (le cui rette mensili sono di circa $ 65.000) è una delle istituzioni educative più riconosciute dei Gesuiti in Argentina e lì Bergoglio era professore di Lettere e Psicologia, nonché “direttore spirituale” e “confessore”. Quando si verificarono i fatti, inoltre, l’attuale papa era già cardinale e arcivescovo di Buenos Aires .
Un gigante con i piedi di argilla e un fallimento negato solo dai media nostrani che fanno spalla, ma quanto sta accadendo in Italia, il paese che suo malgrado ospita da sempre e finanzia lo Stato della Città del Vaticano, dove la religione cattolica, il numero dei preti e dei fedeli è il più alto nel mondo.
Sul tavolo della 76esima assemblea generale della Cei, oggi in chiusura, c’è un dossier che scotta, quello degli abusi nella Chiesa. Sarà proprio questo il nodo gordiano che il neopresidente dei vescovi, il cardinale Matteo Maria Zuppi, salutato come l’emblema del cambiamento, sarà chiamato ad affrontare. Infatti, mentre nel mondo cattolico deflagra lo scandalo della violenza sui bambini e sulle religiose, in Italia dai vescovi ancora non arriva una chiara ammissione di responsabilità, né tantomento la determinazione a fare chiarezza, aprendo gli archivi vaticani e dando il via a una radicale operazione di trasparenza che finalmente renda giustizia alle vittime.
Stavolta, però, non basteranno le solite generiche dichiarazioni sulla lotta alla pedofilia nelle parrocchie, come ha fatto lo stesso ex presidente Gualtiero Bassetti nel suo discorso introduttivo ai lavori dell’assemblea, quando ha ripetuto che la Cei conferma il suo impegno per la tutela dei minori e la promozione di «una migliore conoscenza del fenomeno degli abusi per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione».
“Agnus Dei. Gli abusi sessuali del clero in Italia”. Si intitola così un saggio prossimamente in uscita con la casa editrice Solferino a firma di Lucetta Scaraffia, Anna Foa e Franca Giansoldati, mentre la Conferenza episcopale italiana affronta la questione nella sua assemblea plenaria della prossima settimana. “Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l’ampiezza del problema”, si legge in una nota dell’editore. “Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all’interno di una Chiesa in cui l’abuso e’ tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l’effetto e le conseguenze per le vittime”.
Nel mese di febbraio 2022 Pietro Orlandi e l’avvocato Laura Sgrò hanno fatto consegnare in modo riservato, una lettera a Papa Francesco nella quale si sostiene di essere venuti a conoscenza di alcune informazioni che possono aiutare ad arrivare alla verità sulla vicenda di Emanuela Orlandi e che vorrebbero condividerle con lui.
Il mese successivo, in maniera altrettanto riservata e per un certo verso addirittura inaspettata, in una missiva, il vaticano risponde che tali nuove informazioni devono essere condivise con i Promotori di Giustizia Prof. Gian Piero Giuseppe Milano e Prof. Alessandro Diddi ai quali, ma questo è stato partecipato confidenzialmente a Pietro Orlandi, è stata consegnata dal papa, una certa “documentazione su Emanuela”.
Volontà diretta avviata da Papa Francesco per cercare di chiudere la vicenda che ormai tanto imbarazza il vaticano e che, a dispetto dei quasi trentanove anni dalla scomparsa di Emanuela ancora tiene banco?
Sappiamo tutto di ciò che è accaduto nel mondo, nulla sull’Italia. Eppure negli ultimi 15 anni si contano 325 sacerdoti denunciati per pedofilia. Ecco l’inchiesta per la quale chiediamo il sostegno dei lettori: SOSTIENI LA SUA REALIZZAZIONE! Per ogni euro versato, noi ne aggiungiamo un altro fino al raggiungimento dell’obiettivo.
Lo chiamavano don Mercedes. A Crema era un pezzo grosso di Comunione e Liberazione il parroco Mauro Inzoli; gli piacevano il lusso e le belle macchine, lo si vedeva spesso nei ristoranti alla moda, un sigaro cubano all’angolo della bocca.
Aveva amicizie politiche importanti e poco senso del pudore: nel gennaio 2015 applaudiva insieme a Roberto Formigoni al convegno sulla famiglia tradizionale organizzato dalla Regione Lombardia, eppure già da anni molestava i ragazzini, come conferma la condanna definitiva per pedofilia del 2018. Li toccava persino durante la confessione, per rinnovare l’alleanza fra Abramo e Isacco descritta nell’Antico Testamento, diceva. La più piccola delle sue vittime aveva 12 anni.
Ludovica Eugenio – 41069 ROMA-ADISTA. «La nostra partecipazione a questo tavolo per parlare insieme di prevenzione degli abusi è una pagina nuova che si apre nella prospettiva di un cammino consapevole in sinergia, volto a costruire una comunità educante e sicura»: così ha esordito mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), a un incontro dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia minorile, organismo statale istituito presso il Dipartimento per le politiche della famiglia, il 5 maggio; incontro svoltosi alla presenza della ministra per le pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, durante il quale è stato approvato il “nuovo Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale minorile” e che ha svelato, così, con l’ingresso della Cei in un’istituzione dello Stato, la strategia dei vescovi per fare fronte alla questione improcrastinabile degli abusi nella Chiesa.
Tutto bene? No. La netta impressione è che la Cei voglia minimizzare la suddetta questione aderendo a una operazione preventiva che non prevede, come prerequisito, una rigorosa indagine sul pregresso: «Alla Chiesa che è in Italia – afferma il segretario Cei – stanno a cuore la sicurezza e la salvaguardia dei piccoli e dei vulnerabili. Ci adoperiamo a ogni livello per una responsabilizzazione attiva, avviando una serie di misure, di prassi e di attività formative, volte a contrastare possibili abusi in ambito ecclesiastico». “Possibili”, quindi non riconosciuti come reali. La Chiesa italiana, insomma, sembra prendere le distanze dalla piaga sistemica che la abita, e non è certamente un buon segnale.
Bella che anticipata la prossima azione mediatica della conferenza episcopale italiana, certificata anche sulle pagine di EDITORIALE DOMANI dalla diretta fonte giornalistica, firma Lorenzo Prezzi – SETTIMANANEWS.
Un’anticipazione che attende solo l’elezione del nuovo Presidente della CEI per il vero e proprio lancio mediatico.
Un’ipotesi che rigettiamo con forza e che l’Associazione rimanda al mittente in quanto indecente.
Si legge; “Dietro le cifre si sta elaborando la via italiana per affrontare la questione. La bufera che ha messo in seria difficoltà la Chiesa universale (dal Cile alla Germania, dall’Australia all’Irlanda) verrà affrontata dai vescovi del nostro paese che, nel prossimo mese di maggio, dovranno discutere e votare l’ipotesi di lavoro prevista.
L’impegno non sarà solo interno alla Chiesa, né ci si affiderà a commissioni esterne o ad iniziative parlamentari. La scelta si orienta su un doppio binario. La Chiesa fornirà tutti i dati relativi ai casi esaminati ai vari livelli di giudizio. Dal versante del governo, in maniera del tutto autonoma, partirà un’inchiesta nazionale sul problema della violenza ai minori su tutto lo spettro sociale: scuola, sport, Chiesa, famiglia ecc.
Il lavoro ecclesiale si gioverà di tutti gli archivi diocesani, religiosi, vaticani (per quanto riguarda l’Italia) e chiederà aiuto ai tribunali civili per le sentenze che hanno interessato preti, religiosi/e, laici attivi in spazi ecclesiali.
Dal versante governativo ci si attende un impegno corposo e si garantisce una collaborazione piena.”
Livello stimato dell'UE di abusi sessuali su minori da parte del
clero cattolico in base al livello stimato di sacerdoti pedofili nella
Chiesa cattolica negli Stati membri dell'UE
I seguenti dati riflettono i livelli stimati dell’UE di abusi sui minori
cattolici negli stati dell’UE utilizzando fonti pubbliche, come Papa
Francesco ai rapporti di esperti, per qualificare tali cifre.
1. Varie fonti hanno affermato che la percentuale di sacerdoti religiosi che
sono pedofili è approssimativamente:
b. 4% come sostenuto da
Bryan T. Froehle nel 1997, John Jay Report su
https://bit.ly/3oci7F3
pagina 27.
c. Il 6%come rivendicato da Spotlight
https://bit.ly/3p6wiMj
in linea con le referenze di Dr. Richard Sipe fatte nel film in cui 90
sacerdoti sono la stima di una popolazione di 1.500
d. 7% secondo quanto
affermato dalla Australian Royal Commission
http://jrnl.ie/3224627
Rapporto basato su accuse tra il 1950 e il 2010.
e. Variazioni sulla percentuale sono anche note dove NSAC
sostiene che Boston in realtà ha l’8,9%
dei religiosi cattolici pedofili.