29 gennaio 2009

Roma Piazza Farnese 28-01-2009

Il giorno 28-01-2009. Difendiamo la democrazia e la legalità costituzionale. Giustizia per i magistrati, NO alla sospensione del procuratore Luigi Apicella. Why not, la repressione dei giudici, l'informazione deviante. La società civile reagisce alla grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura e risponde a quella stampa che confonde le masse inventando la guerra fra procure. L' associazione nazionale Familiari Vittime di Mafia (www.familiarivittimedimafia.com). Intervengono: Sonia Alfano, Carlo Vulpio, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Benny Calasanzio, Serenetta Monti, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Emiliano Morrone. Fonte: www.youtube.com/watch?v=XMFwX_wOxRs

27 gennaio 2009

Dialogo dopo "Canto del popolo ebraico massacrato"

Lo spettacolo ricorda - con la forza della poesia, del canto e della testimonianza diretta - lo sterminio del popolo ebraico e di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte perché ebrei, zingari, omosessuali, handicappati o perché si opponevano al regime e al folle progetto di purificazione della razza ariana. Lartista yiddish riparte da Auschwitz, il luogo simbolo da cui cominciare a ricordare. Qui si sono incrociati due destini: quello dalla tredicenne italiana Liliana Segre deportata dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, e quello del poeta di origine russa Yitzhak Katzenelson, vissuto a Lodz in Polonia e passato attraverso la disperazione del ghetto di Varsavia. Sia Liliana che Yitzhak sono in modo diverso sopravvissuti: la prima salvando la vita e diventando testimone oculare della Shoah; il secondo lasciando ai posteri prima di morire nei forni di Auschwitz questo poema, il Canto del popolo ebraico massacrato. Il testo fu scritto da Katzenelson negli ultimi giorni di prigionia nel lager di Vettel, in Francia, poi fu nascosto in un barattolo e interrato. Solo dopo la fine della guerra fu ritrovato e pubblicato come straordinario documento poetico sullOlocausto. Moni Ovadia con questo testo teatrale adattato appositamente per la televisione tramanda al grande pubblico il tragico ricordo della Shoah affinché niente di simile possa più accadere. Trasmesso da raidue.

16 gennaio 2009

REBUS SEQUEL, il ritorno

Riprendono su Odeon TV le trasmissioni di "Rebus, questioni di conoscenza". Prima della nuova serie vera e propria (13 aprile), ci saranno 4 puntate denominate "Sequel" con le quali faremo il punto sulle cose dette in passato. I macrotemi dei 4 appuntamenti saranno: 1 - ufologia 2 - complottismo, scie chimiche, 11 settembre 2001 e signoraggio; 3 - misteri dell'antico Egitto, Maya e 2012; 4 - i misteri celati nei Vangeli, la figura della Maddalena e S. Giovanni. Appuntamento lunedì 2 febbraio alle 21.30 su Odeon e Odeon SAT (Sky827).

08 gennaio 2009

Dobbiamo aggiustare l’immagine distorta che abbiamo di Hamas

timesonline Gaza è una società laica dove la gente ascolta musica pop, guarda la tv, e molte donne camminano per strada senza il velo.La settimana scorsa ero a Gaza. Mentre ero lì ho incontrato una ventina di poliziotti che partecipavano a un corso in gestione dei conflitti. Erano ansiosi di sapere se gli stranieri si sentivano al sicuro da quando Hamas era al governo. “Sì, certamente!” ho risposto. Senza dubbio gli ultimi 18 mesi hanno visto una relativa calma per le strade di Gaza; nessun uomo armato per le strade, niente più rapimenti. Hanno sorriso pieni di orgoglio e ci hanno salutato con un arrivederci. Meno di una settimana dopo tutti questi uomini erano morti, uccisi da un razzo israeliano durante una cerimonia di passaggio di grado. Erano “uomini armati e pericolosi di Hamas” ? No, erano poliziotti disarmati, impiegati pubblici uccisi non durante un “campo di addestramento militante” ma nella stessa stazione di polizia al centro di Gaza City usata dagli Inglesi, dagli Israeliani e da Fatah durante il periodo in cui questi guidavano il paese. Questa distinzione è cruciale perché mentre le terrificanti scene di Gaza e Israele vengono trasmesse nei nostri schermi televisivi, si sta combattendo anche una guerra fatta di parole che sta oscurando la nostra comprensione della realtà dei fatti. Chi o cosa è Hamas, il movimento che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak vorrebbe annientare come se fosse un virus? Perchè ha vinto le elezioni palestinesi e perché permette che vengano sparati razzi su Israele? La storia degli ultimi tre anni di Hamas rivela come l’incomprensione riguardo a questo movimento da parte dei governi di Israele, degli Stati Uniti e Regno Unito ci abbia condotto alla situazione brutale e disperata in cui siamo. La storia comincia circa tre anni fa quando “Cambiamento e Riforma”, il partito politico di Hamas, ha inaspettatamente vinto le prime elezioni libere e regolari del mondo arabo, in una piattaforma politica che vedeva la fine della corruzione endemica e il miglioramento dei quasi inesistenti servizi pubblici nella Striscia di Gaza. Contro un’opposizione divisa questo partito apparentemente religioso si è impresso nella comunità a prevalenza laica tanto da guadagnare il 42 per cento dei voti. v I palestinesi hanno votato per Hamas perchè hanno pensato che Fatah, il partito del governo che hanno bocciato, li ha delusi. Nonostante la rinuncia alla violenza e il riconoscimento dello Stato d’Israele, Fatah non ha realizzato uno Stato palestinese. v E’ essenziale sapere questo per capire la cosiddetta posizione di rifiuto di Hamas. Che non riconoscerà Israele o rinuncerà al diritto di resistere finchè non sarà sicuro dell’impegno mondiale a raggiungere una soluzione per la questione palestinese. Nei cinque anni in cui ho visitato Gaza e la Cisgiordania ho incontrato centinaia di politici e di sostenitori di Hamas. Nessuno di loro ha professato lo scopo di islamizzare la società palestinese, in stile talebano. Hamas conta troppo sui votanti laici per fare questo. La gente ascolta ancora la musica pop, guarda la televisione e le donne ancora scelgono se indossare il velo o no. La leadership politica di Hamas è probabilmente la più qualificata nel mondo. Può vantare nelle sue file più di 500 laureati col titolo di dottorato, la maggioranza fatta di professionisti della classe media (dottori, dentisti, scienziati, e ingegneri). La maggior parte della leadership di Hamas si è formata nelle nostre università è non ha maturato nessun odio ideologico contro l’Occidente. E’ un movimento basato sul malcontento, dedicato ad affrontare l’ingiustizia compiuta sul suo popolo. Ha coerentemente offerto una tregua di dieci anni per fornire uno spazio di respiro per poter risolvere un conflitto che continua ormai da pià di 60 anni. La reazione di Bush e Blair alla vittoria di Hamas nel 2006 è la chiave dell’orrore di oggi. Invece di accettare il governo democraticamente eletto, hanno finanziato un tentativo di rimuoverlo con la forza; addestrando e armando i gruppi di combattenti di Fatah per rovesciare militarmente Hamas e imporre ai Palestinesi un governo nuovo e non eletto da loro. Come se non bastasse, 45 membri del Parlamento di Hamas sono ancora detenuti nelle prigioni israeliane. v Sei mesi fa il governo israeliano ha accettato una tregua, mediata dall’Egitto, con Hamas. In cambio del cessate il fuoco Israele ha acconsentito all’apertura dei valichi e permesso il libero flusso dei beni essenziali dentro e fuori da Gaza. I lanci di razzi sono terminati ma i valichi non sono stati mai totalmente aperti, e la popolazione di Gaza ha iniziato a morire di fame. Questo devastante embargo non è una vittoria della pace. Quando gli occidentali chiedono che cosa abbiano in mente i leader di Hamas quando ordinano o permettono il lancio di razzi su Israele, non stanno comprendendo la posizione dei palestinesi. Due mesi fa le Forze di Difesa israeliane hanno rotto la tregua entrando a Gaza e cominciando di nuovo il ciclo di uccisioni. Dal punto di vista palestinese ogni giro di razzi lanciati è una risposta agli attacchi israeliani. Dal punto di vista israeliano è il contrario. Ma cosa significa quando Barack parla di distruzione di Hamas? Significa uccidere il 42 per cento dei palestinesi che hanno votato per esso? Significa rioccupare la Striscia di Gaza da cui Israele si è ritirato così dolorosamente tre anni fa? O significa separare in modo permanente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania, politicamente e geograficamente? E per coloro il cui mantra è la sicurezza di Israele, quale sorta di minaccia costituiscono i tre quarti di un milione di giovani che stanno crescendo a Gaza con un odio implacabile contro chi li riduce alla fame e li bombarda? E’ stato detto che questo conflitto è impossibile da risolvere. In realtà, è davvero semplice. Il vertice delle mille persone che governano Israele (politici, generali e lo staff della sicurezza) e il vertice dei palestinesi islamisti non si sono mai incontrati. Una pace che sia tale richiede che questi due gruppi si siedano insieme senza pregiudizi. Ma gli eventi di questi giorni sembra abbiano reso ciò più improbabile che mai. Questa è la sfida per la nuova amministrazione di Washington e per i suoi alleati europei. Fonte: Times on line Traduzione a cura di www.gennarocarotenuto.it