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sulla Resistenza al golpe in Centroamerica!
Adesso sappiamo che
Hillary Clinton avrebbe dato del “temerario” anche al Mahatma Gandhi, al tempo della
marcia del sale. La stessa cosa avrebbe fatto con Rosa Parks e con Martin Luther
King. Adesso sappiamo che anche Salvador Allende, non piegandosi al colpo di
Stato di Augusto Pinochet e non tradendo il suo mandato “non aiutò a
trovare una soluzione”.
di Gennaro Carotenuto
Eppure è
stato questo, “il ritorno di Mel Zelaya in Honduras è temerario e non
aiuta a ristabilire l’ordine costituzionale in Honduras”, il
raggelante commento del segretario di stato statunitense al tentativo del
presidente legittimo dell’Honduras, riconosciuto come tale da tutti i
governi del mondo e da tutte le organizzazioni internazionali, che ieri è
entrato pacificamente per pochi minuti in territorio honduregno.
Zelaya,
che si sta dimostrando un uomo degno, lo ha fatto per lanciare un messaggio al
paese e al mondo intero: “nessuno
può accettare un golpe nel secolo XXI, noi siamo venuti per dare un esempio di
pace”.
Il
segretario di Stato statunitense, lo ha commentato il suo omologo honduregno,
un’altra donna, la coraggiosa Patricia Rodas (nella foto), “deve
fare una seria riflessione tra violenza e non violenza, tra un uomo pacifico
che, nel proprio pieno diritto entra da presidente nel suo paese disarmato, e
chi affronta tutto un popolo puntando fucili contro i manifestanti
inermi”.
Mel Zelaya
ha passato la frontiera, ha lanciato il suo messaggio di pace e in difesa delle
istituzioni democratiche ed è quindi stato respinto di nuovo oltre frontiera
dalla forza bruta dei golpisti di Roberto Micheletti. E’ stato accolto da
migliaia e migliaia di persone, represse duramente e più volte
dall’esercito golpista, tra lacrimogeni, imponenti posti di blocco e più
volte colpi di arma da fuoco, vari feriti e molti arrestati, con uno stadio
d’assedio che oggi, sabato, nella zona di frontiera si prolungherà per
tutto il giorno ma non impedirà ad altre migliaia di persone che continuano a sfidare
la repressione di arrivare da Tegucigalpa percorrendo per vie di fortuna i 110
km che separano la capitale dalla frontiera con il Nicaragua.
Hillary
Clinton considerando tutto ciò temerario e inutile ha rivelato non una trama o
una connivenza tra il proprio governo, che pure considera Zelaya presidente
legittimo, e i golpisti, ma qualcosa di molto peggiore. Ha rivelato una visione
di mondo nella quale i popoli possono difendere le istituzioni solo quando e
nelle forme scelte dal “grande fratello” statunitense. E’ una
visione nella quale la democrazia non è una conquista ma un dono concesso
dall’alto.
Si mettano
tranquilli gli honduregni, vuol dire il segretario di stato nordamericano, si
metta tranquillo Mel Zelaya, che in questo schema è atteso da un destino come
quello toccato a Jean Bertrand Aristide che passò anni elemosinando udienze al
tempo di Clinton marito, siamo noi del Nord che sappiamo quel che è bene per
loro.
Se invece
i popoli vogliono prendere il proprio destino nelle mani e modificarlo in maniera
pacifica e non violenta (nonostante il diritto internazionale darebbe ragione
al popolo honduregno anche se resistesse in armi al dittatore di Bergamo alta)
allora i popoli divengono “temerari”.
Al
contrario Hillary Clinton (e mi piacerebbe che Marco Pannella ed Emma Bonino lo
riconoscessero)! Temerario sarebbe fidarsi di voi come tutta la storia
dell’America latina dimostra.
In
Honduras siamo oramai di fronte a una straordinaria maturazione di un popolo
che non è già più inginocchiato e disposto a piegare la testa di fronte alla
violenza golpista e ad attendere supino una giustizia che non è di questo
mondo. E’ un popolo, quello honduregno, che da un mese sta resistendo in
maniera non violenta al colpo di stato. E’ un popolo che dimostra così,
nelle ore più difficili e con i gorilla al potere, che il seme del lavoro
sotterraneo di vent’anni da parte dei movimenti sociali in favore di una
democrazia partecipativa sta oggi, nel momento più difficile, germogliando
frutti meravigliosi in termini di coscienza civile e sta cambiando la storia.
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