31 maggio 2021

I numeri della Pandemia svelano il piano del Governo


L’Istituto Superiore di Sanità Italiano (ISS), che monitora la situazione del coronavirus, ha pubblicato un rapporto sui decessi per SARS-CoV-2 per l’intero periodo dell’epidemia nel Paese. È emerso che l’età media del defunto è di 81 anni, con circa un terzo del numero totale di decessi che si verificano nella regione settentrionale della Lombardia.

Inondati dalle notizie sull’andamento delle vaccinazioni di massa in Italia e delle consuete statistiche sul numero di contagiati, guariti e decessi, è passato quasi inosservato il rapporto annuale del primario istituto sanitario nazionale sulle conseguenze dell’epidemia. Forse perché le informazioni pubblicate da ISS sono contrarie alle politiche del governo italiano e di altri paesi dell’UE durante la pandemia.

E la percentuale tra i giovani?

Secondo i dati ISS del 30 marzo 2021, la percentuale di morti per coronavirus di età inferiore ai 51 anni è solo dell’1,1% (1.188 persone) del numero totale di decessi. Considerando che il numero totale di residenti italiani sotto i 51 anni si avvicina ai 40 milioni, la percentuale di morti in questa fascia di età è dello 0,002 per cento. In altre parole, i cittadini del Paese sotto i 51 anni (e questo è quasi i due terzi della popolazione) possono essere assolutamente sicuri che il virus non sia in alcun modo fatale per loro. Tenendo conto della chiusura di scuole, università e altre istituzioni educative che danneggiano la vista e il sistema nervoso delle classi online, i requisiti di distanza sociale, i divieti di stretta comunicazione e qualsiasi contatto diretto, tali statistiche riguardanti i giovani e i loro genitori sembrano quasi una beffa.

29 maggio 2021

Un anno intero senza più Giulietto Chiesa: e che anno

Giulietto Chiesa

Un anno intero, senza Giulietto Chiesa: e che anno. Brutalizzati da un potere sbrigativo e di colpo palese, scoperto, sfrontato. Tutti rinchiusi in casa, trattati come bestie. Interi settori dell’economia distrutti, la socialità azzerata grazie al terrorismo mediatico-sanitario. Popolazioni destabilizzate e portate sull’orlo della follia, disinformate in modo aggressivo e violento. I portavoce della catastrofe impegnati a terrorizzare il pubblico in televisione, a reti unificate, e gli eretici reietti completamente silenziati, isolati, ostracizzati, insultati e diffamati, demonizzati come criminali anche se medici, avvocati, magistrati, scienziati Premi Nobel. Il mondo capovolto: la bugia al potere, e la verità sfrattata come mai prima, nella storia. Il tutto, in un silenzio spaventoso dove a pesare è l’omertà di chiunque abbia un po’ di visibilità, e ha scelto di tacere. Tacere su cosa? Sull’evidenza: si incarcerano intere nazioni sulla base di una patologia virale perfettamente curabile da casa, ma presentata come inaffrontabile per gonfiare all’infinito i numeri dell’emergenza, onde imporre – anche col ricatto – la vaccinazione universale perpetua, oltre naturalmente ai diktat grotteschi di un regime che cancella diritti e libertà, mentre blatera di Green Deal e di riconversione ecologica per sudditi obbedienti.

«Ce l’hanno con noi: ci hanno dichiarato guerra». Giulietto Chiesa non ha fatto in tempo a vederne l’esplosione definitiva, ci ha lasciati quando ancora i medici non avevano finito di capire con che cosa avessero davvero a che fare. Però la guerra – quella dei pochissimi contro tutti gli altri – Giulietto l’aveva vista arrivare, eccome: sotto forma di conflitti imperialistici, di terrorismo fatto in casa, di manipolazione finanziaria a scopo predatorio, a danno di intere comunità nazionali. Da giornalista (già comunista, e vicino alla Russia) l’ex corrispondente de “L’Unità”, della “Stampa” e del “Tg5″ aveva sempre fiutato, con largo anticipo, le direttrici delle faglie sotterranee che avrebbero terremotato il mondo, sotto la sferza di un’élite a vocazione totalitaria e ormai incontenibile, dopo il crollo geopolitico dell’Urss. Fu il primo, in Italia – nel saggio “La guerra infinita”, immediato bestseller eppure mai recensito sui giornali – a denunciare come interamente falsa, la versione ufficiale sugli attentati dell’11 Settembre. Avvertimento esplicito: se esistono poteri capaci di tanto, prepariamoci pure al peggio. Gli costò caro, quel libro: Giulietto Chiesa fu letteralmente espulso dai salotti del mainstream, trattato come un pericoloso pazzo visionario.

28 maggio 2021

Gli alleati dovranno morire per Kiev? di Thierry Meyssan


La popolazione ucraina è divisa: una parte appartiene alla cultura europea, l’altra a quella russa. Una specificità che offre a Washington un campo su cui scontrarsi con Mosca. Da qualche settimana risuonano i tamburi di guerra. Ma gli alleati non desiderano morire per Kiev, né sacrificarsi contro la Russia.

Le forze armate USA

I nemici degli anglosassoni:

1 - Il nemico storico: i russi. Li considerano persone spregevoli, destinate, dopo Ottone I (X secolo), alla schiavitù, come il nome stesso dell’etnia dice (la cui denominazione deriva dall’inglese slave, che significa anche schiavo). Nel XX secolo gli anglosassoni si opponevano all’URSS, prendendo a pretesto il comunismo, ora sono contro la Russia, senza conoscerne la ragione.

2 - Secondo avversario, da loro stessi creato con la “guerra senza fine”, scatenata dopo l’11 settembre 2001: le popolazioni del Medio Oriente Allargato, di cui distruggono sistematicamente le strutture statali – che siano alleati o avversari non fa differenza – per «rispedirle all’età della pietra» e sfruttare le ricchezze dei loro territori (strategia Rumsfeld/Cebrowski).

3 - Terzo avversario: la Cina, il cui sviluppo economico minaccia di relegarli in seconda posizione. Per loro non c’è che un’opzione: la guerra. Perlomeno è quanto pensano i politologi, che parlano persino di “trappola di Tucidide”, in riferimento alla guerra che Sparta mosse ad Atene, spaventata dalla sua espansione [1].

4 - Seguono, benché a lunga distanza, le questioni dell’Iran e della Corea del Nord.

Questo quanto ribadiscono ripetutamente, da angolazioni diverse, la Strategia interinale della Sicurezza Nazionale di Joe Biden [2] e la Valutazione annuale dei rischi [3] della Intelligence Community.

27 maggio 2021

STRAGE DI STATO / PARLA IL GIUDICE ANGELO GIORGIANNI


Sta facendo non poco discutere il fresco di stampa “Strage di Stato – Le verità nascoste della Covid-19”, scritto dal magistrato Angelo Giorgianni e dal medico Pasquale Bacco, animatori dell’associazione ‘L’Eretico’.

A far discutere è soprattutto il nome dell’autore della prefazione, nientemeno che il procuratore capo a Catanzaro, Nicola Gratteri, sempre in prima linea nell’azione di contrasto alla ‘ndrangheta e per accendere riflettori sulle connection mafia-politica-imprese.

Il libro di Giorgianni e Bacco, che vediamo in apertura (fotomontaggio di Byoblu)

Gli attacchi a Gratteri sono stati scatenati in particolare dai fondi al vetriolo di Giuliano Ferrara su ‘il Foglio’, che lo accusa di ‘negazionismo’ e praticamente di militanza ‘no vax’.

Ecco cosa risponde Giorgianni, 66 anni, giudice presso la Corte d’Appello di Messina, un’altra vita da magistrato di trincea, ora impegnato anche sul fronte di vaccini & pandemia.

“Siamo stati bollati come due dei peggiori negazionisti del Covid, antivaccinisti e diffusori di pericolose fake news. E il mio collega Gratteri è stato attaccato: solo per aver accettato di firmare la prefazione del libro gli è stato appioppato l’epiteto di negazionista. Basta, ora querelo”.

“Non mi sono vaccinato e non mi vaccinerò, ma non voglio essere definito un no vax”.

“Questi vaccini allo stato attuale non hanno subìto una sperimentazione adeguata, hanno necessità di approfondimenti. Non ritengo che ci sia la fretta di adottare un vaccino che ancora ha la necessità di approfondimenti. Tanto è vero che l’EMA ha detto di aggiornare il bugiardino, il che vuol dire che le persone devono capire quali sono le controindicazioni a cui si può andare incontro, poi ognuno fa le sue scelte. Io mi rifiuto di pensare che uno possa essere bollato come ‘no vax’ solo perché proclama prudenza”.


26 maggio 2021

LA SVEZIA VERSO L’ADDIO AI TEST PCR COME DIAGNOSI COVID19 [feedly]


Guida sui criteri per la valutazione dell’assenza di infezioni in covid-19

L’Agenzia svedese per la sanità pubblica ha sviluppato criteri nazionali per valutare l’assenza di infezioni nel covid-19.

La tecnologia PCR utilizzata nei test per rilevare i virus non è in grado di distinguere tra virus in grado di infettare cellule e virus che sono stati neutralizzati dal sistema immunitario e pertanto questi test non possono essere utilizzati per determinare se qualcuno è contagioso o meno. L’RNA dei virus può spesso essere rilevato per settimane (a volte mesi) dopo la malattia, ma non significa che sei ancora contagioso. Esistono anche diversi studi scientifici che suggeriscono che l’infettività di covid-19 è massima all’inizio del periodo della malattia.

25 maggio 2021

Pietro Orlandi: “Ho lo scambio di messaggi tra due persone vicine al Papa, ma il Vaticano non mi convoca”.

Nuovo duro intervento da parte di Pietro che continua a sostenere che all’interno del Vaticano non ci sia l’intenzione di andare a fondo sulla scomparsa della sorella. “Ci sono due persone molto vicine a Papa Francesco che usano telefoni riservati della Santa Sede e io ho un loro scambio di messaggi: parlano di documenti su Emanuela. Quando noi chiedevamo i documenti ci dicevano che non c’è nulla: non è vero” e nessuno ha convocato Pietro Orlandi per capire di cosa si tratta.

La trasmissione di approfondimento di La7, Atlantide, condotta da Andrea Purgatori nella puntata del 12 maggio 2021 si è occupata dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II e del caso OrlandiOspite in studio Pietro Orlandi e in collegamento l’avvocatessa Laura Sgrò.

...segue: emanuelaorlandi.altervista.org

24 maggio 2021

Kazari ashkenaziti, l’ebraismo asiatico su cui Israele tace

Lupo

C’è una storia dimenticata e volutamente occultata. Io sono massone, e appartengo anch’io a una minoranza, quella eleusina: e comprendo il peso che persecuzioni possano avere avuto, nella storia. La cultura tradizionale ebraica è tuttora sconosciuta, ai più: curioso, perché è tra quelle che più hanno permeato la cultura europea, negli ultimi secoli. E’ una cultura che è sempre stata un po’ chiusa. E anche per via delle fortissime tensioni storiche – con la cacciata degli ebrei dalla Spagna a opera di Isabella di Castiglia dopo la Reconquista, poi per opera dell’Inquisizione e dell’azione stessa della Chiesa cattolica, senza contare le tante conversioni forzate al cattolicesimo – non c’è mai stato un dialogo aperto fra la cultura ebraica e quella cristiana, predominanti nell’Europa moderna. E questo ha fatto sì che ci sia sempre stata una grave e lacunosa mancanza di conoscenza reciproca. Ad esempio: si parla pochissimo dell’origine degli ebrei ashkenaziti, che oggi rappresentano la maggioranza, nella popolazione ebrea.

Le fonti collocano l’origine della tradizione ebraica in Medio Oriente, in Palestina, in parte anche in Egitto. Ci sono connessioni dirette tra il popolo ebraico e figure come il faraone Akhenaton e personaggi come Mosè. E’ stata invece volutamente occultata l’origine storica di quella grande parte dell’ebraismo che appartiene alla cultura ashkenazita. Le origini non risalgono all’area siro-palestinese (il Regno di Giudea), ma ad un’area geografica diversa e distante, identificabile con il territorio di quello che è storicamente conosciuto come l’Impero Kazaro. Numerose le fonti: cronache arabe, persiane, bizantine e russe (Principato di Kiev). E’ un argomento raramente studiato, cui si tende a non dare risalto, anche per una serie di ragioni politiche. L’Impero Kazaro si sviluppò in un’aera che va dal Caucaso all’odierna Ucraina, la Crimea, le steppe del Kazakhstan e l’Uzbekistan settentrionale: un territorio vastissimo. Trae origini dalle migrazioni di una serie di popoli che, nei primi secoli della nostra era, abitavano l’area della cosiddetta Asia Centrale.

21 maggio 2021

Le sconvolgenti dichiarazioni di una infermiera del reparto di terapia intensiva Covid


Ho avuto la possibilità di conoscere e intervistare Maria Maddalena, un'infermiera che lavora nel reparto di Terapia intensiva Covid. Il nome ovviamente è inventato per mantenere la privacy, ma le cose che afferma sono importanti e decisamente inquietanti.

D) Grazie Maria per aver accettato l'intervista, soprattutto perché sta rischiando molto. In che reparto sta lavorando?
R) Attualmente sto lavorando in Terapia intensiva Covid. Ciò significa prendersi cura di persone con gravi insufficienze respiratorie, in pratica con polmoniti da Covid, spesso anche con la complicanza dell’embolia polmonare. Le persone non riescono a respirare da sole in modo efficace sfruttando l’ossigeno normalmente presente nell’aria: i loro polmoni sono talmente infiammati che hanno bisogno di alte percentuali di ossigeno che venga “sparato” a viva forza nei loro polmoni tramite l’ausilio di occhialini ad alto flusso, maschere e caschi ad alta pressione. Tutti questi presidi funzionano grazie all’utilizzo di un ventilatore che invia la miscela di aria e ossigeno in modo personalizzato e continuo. In caso di progressione della malattia, queste ventilazioni non invasive possono non essere più sufficienti perchè il polmone non riesce più a scambiare correttamente O2 e CO2 affaticando e scompensando il paziente. Si rende allora necessaria l’intubazione orotracheale. Il paziente viene sedato ed intubato con un tubo che dalla bocca arriva in trachea, collegato al ventilatore, che provvede ad effettuare per suo conto i movimenti respiratori e a scambiare aria e O2 necessari alla saturazione ottimale. Da quel momento il paziente viene monitorato ed assistito in tutte le sue necessità fisiche ed emodinamiche attraverso un controllo continuo intensivo e variazioni di farmaci e ventilazione vengono effettuate in tempo reale in base ai parametri vitali.

D) Cosa vuol dire personalmente e professionalmente lavorare in un reparto covid?

20 maggio 2021

Magaldi: strage di Stato, indagate Speranza e complici

Strage di Stato

«Ha tentato in modo arrogante e mafioso di occultare una verità che un funzionario onesto aveva evidenziato». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, attacca il ministro Roberto Speranza: così come lo stesso Conte, non poteva essere all’oscuro delle inaudite manovre messe in atto per insabbiare il dossier di un valente funzionario dell’Oms, Francesco Zambon, che all’inizio della primavera 2020 aveva inutilmente segnalato l’assenza di un piano pandemico aggiornato. «Mi complimento con Massimo Giletti, che l’11 aprile nel suo programma su La7, “Non è l’arena”, ha riassunto la vicenda: Ranieri Guerra, già direttore generale del ministero della salute e dunque responsabile dei piani pandemici, prima non ha aggiornato il piano per l’Italia, e poi – divenuto direttore vicario dell’Oms – si è vantato con Silvio Brusaferro, neo-portavoce del Cts, di aver intimato a Zambon di cambiare le carte in tavola, arrivando infine a far ritirare il rapporto». Per Magaldi, «anche Brusaferro dovrebbe essere costretto a dimettersi subito, per rimozione della verità e per truffa», nell’ambito di una manovra che l’ha visto agire come «compagno di merende di Ranieri Guerra e dello stesso Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro Speranza».

Insiste Magaldi: non è immaginabile che Speranza non fosse al corrente dei fatti, impegnato com’era a «promuovere la logica del terrore e delle morti, molte delle quali evitabili con un piano pandemico aggiornato e prontamente applicato, quindi con una ben diversa capacità di gestione dell’emergenza». Conclusione: l’esponente di Leu «non può più essere ministro, dopo questa storia: Draghi non può permettersi di continuare ad avere un “ministro della malasanità” come Speranza, che mi auguro venga anche processato, specie dopo le verminose comunicazioni tra Guerra e Brusaferro, mostrate in primis da Giletti: sono parte di un comportamento non scusabile e non accettabile, che probabilmente presenta anche profili penali». Esponente della massoneria sovranazionale progressista, Magaldi preme su Draghi: «Ho informazioni ancora più esplosive su quanto è accaduto e sta ancora accadendo», premette. «Credo che Draghi sia sempre più incline a meditare: non solo sulla gente da cui è circondato e di cui deve liberarsi al più presto, ma anche sul paradigma finora adottato». Sottolinea il leader “rooseveltiano”: «Ancora prima della salute viene la libertà: se tuteli la libertà e persegui la verità, allora tutelerai anche la salute. Invece, quelli come Speranza – che hanno messo al primo posto la salute biologica e calpestato le libertà costituzionali – alla fine non si sono curati nemmeno della salute, come viene fuori dagli scandali che stanno emergendo».

19 maggio 2021

VACCINI – L’EX NUMERO 2 PFIZER VUOTA IL SACCO


Il dottor Michael Yeadon, ex vicepresidente e scienziato capo della Pfizer per Allergy & Respiratory che ha trascorso 32 anni nel settore alla guida della ricerca sui nuovi farmaci e si è ritirato dal gigante farmaceutico con «la posizione di ricerca più avanzata» nel suo campo, ha concesso un’intervista esclusiva alla benemerita  testata prolife nordamericana LifeSiteNews.

 

«Nell’ultimo anno mi sono reso conto che il mio governo e i suoi consiglieri mentono in faccia al popolo britannico su tutto ciò che ha a che fare con questo coronavirus. Assolutamente tutto»

Del dottor Yeadon Renovatio 21 ha scritto in passato, in particolar modo riguardo alla sua idea che il vaccino mRNA possa avere effetti catastrofici sulla fertilità delle donne.

 

I pensieri e le rivelazioni di Yeadon riguardo a vaccini e pandemia risultano semplicemente sconvolgenti.

 

In partenza, nell’intervista a LifeSiteNews, il dottor Yeadon affronta la propaganda «dimostrabilmente falsa» da parte dei governi in risposta al COVID-19, inclusa la «menzogna» di varianti pericolose, il potenziale totalitario riguardo ai «passaporti vaccinali» e la forte possibilità che abbiamo a che fare con una «cospirazione» che potrebbe portare a qualcosa di ben oltre la carneficina sperimentata nelle guerre e massacri del 20° secolo.

18 maggio 2021

Uno scienziato spiega perché era ingannevole l’indagine dell’OMS sulle origini del Covid


In un’intervista con Independent Science News, Richard H. Ebright, Ph.D., uno dei 26 scienziati che hanno firmato una lettera aperta chiedendo un’indagine sulle origini del COVID-19, delinea i molti modi in cui l’indagine dell’OMS è stata inadeguata.

Di Jorge Casesmeiro Roger

 

Il biologo molecolare Dr. Richard H. Ebright, Ph.D. è uno dei 26 scienziati mondiali che hanno firmato la lettera aperta: “Call for a Full and Unrestricted International Forensic Investigation into the Origins of COVID-19 ” – un documento pubblicato il 4 marzo dal Wall Street Journal e Le Monde che ha riacceso il dibattito sull’origine della pandemia dopo il Missione convocata dall’OMS a Wuhan.

Consiglio d’amministrazione, Professore Richard H. Ebright, professore di chimica e biologia chimica alla Rutgers University, è anche direttore di laboratorio al Waksman Institute of Microbiology e funge è anche capo progetto per due sovvenzioni di ricerca del National Institutes of Health.

Richard H. Ebright

Il dottor Richard Ebright ha conseguito la laurea in biologia e il dottorato in microbiologia e genetica molecolare all’Università di Harvard. Ha più di 160 pubblicazioni e più di 40 brevetti rilasciati e in sospeso. È membro dell’Accademia Americana delle Arti e delle Scienze e membro dell’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza, dell’Accademia Americana di Microbiologia e della Società Americana di Malattie Infettive.

Il dottor Ebright è membro del Comitato istituzionale di biosicurezza della Rutgers University e del Comitato per la resistenza antimicrobica della Infectious Diseases Society of America. È stato anche membro del gruppo di lavoro sulla sicurezza degli agenti patogeni dello stato del New Jersey e del progetto Controlling Dangerous Pathogens del Center for International Security Studies. È stato un membro fondatore del Cambridge Working Group, che ha sostenuto la biosicurezza, la biosicurezza e le revisioni del rischio-beneficio per la ricerca sui potenziali patogeni pandemici.

17 maggio 2021

Medici: resistenza contro il vaccino imposto da Draghi

Mariano Amici

«Con la risoluzione numero 2361 del febbraio scorso, il Consiglio D’Europa si è espresso in modo piuttosto netto contro l’introduzione negli Stati membri di un obbligo vaccinale». Lo sottolinea Sonia Fascendini, su “Trend Online”. Nella risoluzione si legge tra l’altro che gli Stati membri «devono assicurarsi che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria», e che nessuno (politicamente, socialmente o altrimenti) è «sottoposto a pressioni per farsi vaccinare», se non desidera farlo. Inoltre, secondo questo primo pronunciamento di un organo dell’Unione Europea, si deve «garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato», per qualsiasi motivo (possibili rischi per la salute, di fronte a vaccini Covid ancora sperimentali, o contrarietà personale verso il vaccino come profilassi sanitaria preventiva). Al tempo stesso, aggiunge “Trend Online“, si invitano i paesi Ue ad «adottare misure tempestive ed efficaci per contrastare la disinformazione e l’esitazione riguardo al vaccino Covid-19». Una posizione, quindi, che «sembra orientata verso un’attività di persuasione e di tolleranza verso chi è scettico verso i vaccini».

Sembra inoltre esclusa, senza eccezioni, «l’ipotesi invece di imporre un vaccino», o anche solo di «applicare sanzioni o penalizzare chi non voglia farsi inoculare il vaccino», annota la stessa Sonia Fascendini. Peccato però che l’Italia lo abbia appena introdotto, un primo obbligo vaccinale, per ora riservato al personale sanitario. «Già qualcuno inizia a ipotizzare che questo sia il primo passo, verso la diffusione dell’obbligo di sottoporsi al vaccino, poco alla volta, se non per tutti, per una platea molto più ampia». “Merito” del decreto legge del 31 marzo 2021, varato dal governo Draghi. «Trattandosi di un decreto legge e non di un Dpcm, non è possibile ricorrere al Tar», chiarisce il dottor Mariano Amici, che a Roma nell’ultimo anno ha curato e guarito, da casa, ben 2.000 pazienti, senza mai doverli fare ricoverare. Il dottor Amici – violentemente attaccato e diffamato dai grandi media – smonta alla radice il ricorso al vaccino-Covid: non garantisce ai medici vaccinati di non essere contagiosi. Per quale motivo, dunque, costringerli a subire questo singolare Tso, completamente inutile dal punto di vista epidemiologico, sotto pena di gravi sanzioni?

14 maggio 2021

OMS – Nuovo passo verso il governo mondiale


L’OMS sta promuovendo un nuovo trattato internazionale sulla pandemia da redigere e firmare dalle nazioni del mondo. Nel loro annuncio del 30 marzo 2021 intitolato COVID-19 mostra perché un’azione unitaria è necessaria per un’architettura sanitaria internazionale più solida , l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) fa prevedibilmente appello a vaghi principi generali e valori nobili nel tentativo di invogliare l’umanità a sostenere la sua ricerca del globalismo e di una maggiore centralizzazione del potere.

Anche se questa volta non usa la parola d’ordine sostenibile , usa un’altra delle sue parole d’ordine preferite equa . L’OMS afferma che tutti devono avere un “accesso universale ed equo” a “vaccini, medicinali e strumenti diagnostici sicuri, efficaci e convenienti” per le pandemie attuali e future, tuttavia ha già sbagliato, poiché come i fatti hanno dimostrato, COVID non lo è una pandemia ma piuttosto un’operazione, un’agenda, una casedemia di PCR e una truffa. Gli scettici nei confronti delle autorità che chiedono più collaborazione come stratagemma per ottenere più potere dovrebbero notare che l’attuale struttura dell’UE è nata prima tramite i trattati. Quindi diamo uno sguardo più da vicino alle parole usate per spingere questo nuovo trattato internazionale sulla pandemia .

Al momento giusto, 23 leader mondiali e il capo dell’OMS hanno letto i loro script per promuovere il trattato internazionale di pandemia

13 maggio 2021

Bill Gates e i suoi imperi


Attualmente stiamo affrontando tecnocrati enormemente potenti che sono decisi a inaugurare il Great Reset , che completerà il trasferimento in corso di ricchezza e proprietà delle risorse dai poveri e dalle classi medie agli ultra-ricchi. Forse il più noto degli individui che spingono per questo è Bill Gates che, come John Rockefeller un secolo prima di lui, ha riabilitato la sua immagine dolorosamente offuscata rivolgendosi alla filantropia.

Tuttavia, il marchio di filantropia di Gates, finora, ha aiutato pochi e danneggiato molti. Mentre la sua macchina di pubbliche relazioni è riuscita a trasformare l’opinione pubblica su di lui in modo tale che molti ora lo vedono come un salvatore globale che dona la sua ricchezza per il bene del pianeta, niente potrebbe essere più lontano dalla verità.

 

Stranglehold di Gates sulla salute globale

Di recente mi è venuta in mente l’entità del ruolo di Gates sulla salute globale. Credo che la catastrofe del COVID-19 non sarebbe stata possibile se non fosse stato per l’Organizzazione mondiale della sanità, su cui Gates sembra esercitare un controllo ombra. Ricordate, è stata principalmente l’OMS a facilitare questa chiusura globale e l’adozione di misure che privano la libertà e distruggono l’economia praticamente da tutti i governi del pianeta.

Quando l’allora presidente Trump ha interrotto i finanziamenti statunitensi all’OMS nel 2020, Gates è diventato il più grande finanziatore dell’OMS. Come spiegato in ” WHO Insider Blows Whistle on Gates and GAVI “, l’OMS ha trasformato la sicurezza sanitaria globale in una dittatura, in cui il direttore generale ha assunto il potere esclusivo di prendere decisioni a cui gli stati membri devono attenersi, ma secondo un lungo termine Insider dell’OMS, l’alleanza vaccinale di Gates GAVI sembra effettivamente essere il potere direttivo dietro l’OMS.

I due – Gates e l’OMS – hanno lavorato mano nella mano spingendo per una campagna di vaccinazione globale, e Gates ha investito una grande quantità di denaro in questi vaccini. Abbiamo anche assistito a sforzi straordinari per censurare alternative naturali e farmaci poco costosi, prontamente disponibili e chiaramente efficaci, come l’ idrossiclorochina e l’ ivermectina , e sembra che la ragione di ciò sia probabilmente perché sono concorrenti del vaccino.

L’autorizzazione all’uso di emergenza per i vaccini pandemici viene concessa solo quando non ci sono altri trattamenti, quindi le alternative diffamatorie sono state una strategia chiave per proteggere i profitti dei vaccini.

12 maggio 2021

RIFIUTA IL TAMPONE, DOCENTE DI SCIENZE INFERMIERISTICHE SOSPESA DAL LAVORO – Giovanna Finocchi



Giovanna Finocchi è direttrice del corso di laurea in scienze infermieristiche e docente di etica e bioetica. Lo scorso marzo, ai sensi della legge 81/08, è stata convocata dalla propria direzione sanitaria per eseguire il test antigenico.

“Già dall’aprile del 2020 ho iniziato a studiare i numeri dell’ISS, dell’Istat, di Epicentro, insomma i dati di tutti quegli istituti che da anni monitorano l’andamento delle epidemie in Italia, in particolare dell’influenza stagionale. Mi sono resa conto che questi numeri non si discostavano molto rispetto a quelli degli anni precedenti, così ho iniziato a informarmi su altre fonti oltre a quelle dei telegiornali. Inoltre, a seguito dei provvedimenti adottati per contenere l’epidemia, che risultati sono stati ottenuti?”

11 maggio 2021

Lockdown dannoso secondo 43.000 medici e ricercatori


43.000 (quarantatremila, si avete capito bene) medici e scienziati di medicina hanno oramai firmato la Grande Dichiarazione di Barrington, che contesta – sulla base di fatti oggettivi verificabili da chiunque – la narrazione Covid. Non contestano l’esistenza del virus, bensì i lockdown (non hanno alcun senso, anzi) e le decisioni dei governi. I giornalisti, tutti corrotti o pavidi, non ve lo raccontano.

Jay Bhattacharya è professore di medicina presso la Stanford University, dove ha conseguito sia un M.D. che un Ph.D. in economia. È anche ricercatore associato presso il National Bureau of Economics Research, senior fellow presso lo Stanford Institute for Economic Policy Research e presso il Freeman Institute for International Studies e direttore dello Stanford Center on the Demography and Economics of Health della Dichiarazione di Great Barrington, la sua ricerca è stata pubblicata su riviste di economia, statistica, legge, medicina, salute pubblica e politica sanitaria.

10 maggio 2021

Bill Gates, la Clinton e lo stranissimo incidente di Suez

Il cargo Ever Given incagliatosi nel Canale di Suez

Ci sono anche Bill Gates e Hillary Clinton, nel puzzle azionario che fa capo all’armatore della gigantesca portacontainer Ever Given, incagliatasi il 23 marzo nel Canale di Suez, ostruendo per giorni l’idrovia mercantile più importante del mondo. Lo segnala “Come Don Chisciotte“, che si interroga sull’incidente più strano della storia: un mastodonte da 200.000 tonnellate, mandato a sbattere contro le rive da una semplice tempesta di vento? Strano: l’enorme nave faceva parte di un convoglio: tra tanti cargo incolonnati, la tempesta avrebbe colpito solo lei? Altra stranezza: prima di imboccare il canale, la Ever Given aveva seguito una rotta “folle”, disegnando sui tracciati Gps – letteralmente – un gigantesco pene: la “firma” di una clamorosa beffa? «La nave non solo si è messa di traverso, ma con la prua si è addirittura conficcata in un argine-sponda del canale, manovra che a questo punto è difficile ritenere accidentale: con l’apparato motore, infatti, sarebbe stato possibile contrastare la manovra sbagliata ed evitare l’impatto».

Lo afferma su “Africa ExPress” l’ingegner Bruno Brugnoni, consulente marittimo e già direttore di macchina sui grandi mercantili. Un uomo esperto, che ha passato decine di volte il Canale di Suez. «Certamente – conclude – la verità non si saprà mai. Non essendoci stati morti o feriti, tutte le questioni saranno risolte dalle assicurazioni: e queste non hanno interesse a divulgare i particolari». Il mistero del “fallo” sui tracciati tiene banco anche sui giornali: goliardata, gesto involontario o strana coincidenza? Il disegno, sottolinea il “Fatto Quotidiano“, lo si vede chiaramente dal filmato pubblicato su Twitter dal sito “Vessel Finder”, specializzato nel tracciare e registrare le tracce Gps delle navi. Le stesse autorità egiziane – vere vittime del blocco dell’idrovia – non escludono l’errore umano. Sull’inserto “InsideOver” del “Giornale”, Lorenzo Vita suggerisce un’altra possibilità: l’hackeraggio a distanza dei comandi della nave. Esistono infatti «hacker in grado di penetrare nei sistemi informatici dell’imbarcazione e impartire gli ordini».

07 maggio 2021

La Bibbia Nuda: dietro la nostra storia, una regia occulta

Mauro Biglino

E’ perfettamente lecito domandarsi a chi mai possa importare, oggi, della eventuale veridicità del libro più famoso e più diffuso al mondo, la Bibbia. Un testo sacro, per i religiosi. Un insieme di codici simbolici, per gli esoteristi. Una collezione di fiabe, per gli atei. E se invece – al di là di come la si possa pensare, e nel pieno rispetto delle convinzioni di chiunque – quell’insieme di rotoli antichi contenesse indizi sull’origine della nostra possibile, vera storia? Per cercare una risposta, risulta utilissimo il metodo (pratico, lineare) adottato da Mauro Biglino, singolare figura del panorama culturale italiano. Prima, traduttore dell’Antico Testamento per le Edizioni San Paolo, e poi autore di 14 saggi che indagano tra le pieghe del testo biblico, riletto testualmente e senza filtri, teologici o sapienziali. Dopo oltre dieci anni di studi, la domanda resta invariata: e se la Bibbia riflettesse l’eco dell’origine della nostra specie, letteralmente “fabbricata” da individui non umani? E’ proprio questa, l’angolazione che – volendo – consente di passare, in modo verticale, dalla Genesi alla difficilissima attualità del momento presente, in cui l’umanità sembra in balia di forze ostili e smisuratamente potenti.

Forse è utile fare un bel passo indietro, di almeno vent’anni. Per esempio: fino al 10 settembre 2001, era diffusa la sensazione di vivere nel migliore dei mondi possibili. Non esattamente un pianeta-capolavoro, politicamente parlando, ma distante anni luce da quello che sarebbe venuto dopo, a cominciare dall’alba del giorno seguente: due Boeing contro le Torri Gemelle di New York, senza che un solo jet militare – dopo il primo impatto – si fosse levato a presidiare quelli che erano considerati i cieli più sorvegliati del globo, così da scongiurare almeno la seconda, devastante collisione. Un’avvisaglia poco rassicurante la si era avuta due mesi prima, a Genova, in mezzo a strade e piazze improvvisamente preda della follia di una violenza insensata. Wayne Madsen, già dirigente della Nsa, disse che oltre duemila agenti avevano lavorato, per mesi, a “organizzare” la carneficina del G8 genovese, puntando sul caos scatenato dai misteriosi black bloc, in apparenza venuti dal nulla. Risultato: un temporale anomalo e capace di tramortire l’opinione pubblica, spingendo i giornali a parlare di “sospensione della democrazia”, prima ancora che la vicenda vivesse i suoi pesanti strascichi giudiziari.

06 maggio 2021

22 anni fa l’invasione criminale della NATO in Jugoslavia


Nelle prime ore del 24 marzo 1999, la NATO iniziò i bombardamenti di quella che allora era la Repubblica Federale di Jugoslavia. Per qualche ragione, molti nella nazione presa di mira pensavano che il nome dell’operazione fosse “ Angelo misericordioso “. In effetti, l’attacco aveva il nome in codice “ Allied Force ” – un moniker freddo, banale e perfettamente descrittivo. Perché, per quanto molti portavoce della NATO e la stampa cheerleading girassero, mentissero e inventassero il contrario (sfortunatamente, con troppo successo), non c’era nulla di nobile negli obiettivi della NATO. Attaccò la Jugoslavia per la stessa ragione per cui l’allora imperatore Bill Clinton si divertì una sveltina nello Studio Ovale: perché poteva.

La maggior parte delle critiche alla guerra del 1999 si è concentrata sulla sua condotta (prendendo di mira le pratiche, gli effetti, i “danni collaterali”) e le conseguenze. Ma sebbene la condotta della guerra da parte della NATO sia stata atroce e le conseguenze siano state disastrose e criminali , nulla di tutto ciò cambia il fatto che per sua stessa natura e fin dall’inizio, l’attacco della NATO è stata una guerra di aggressione: illegale, immorale e ingiusto; non “infruttuoso” o “mal gestito”, ma semplicemente sbagliato .

Illegale

Non c’è assolutamente dubbio che l’attacco della NATO nel marzo 1999 fosse illegale . L’articolo 2, sezione 4 della Carta delle Nazioni Unite dice chiaramente:

“Tutti i membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o dall’indipendenza politica di qualsiasi stato, o in qualsiasi altro modo incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite.”

05 maggio 2021

Non furono i partigiani a decidere la fine di Mussolini

Mussolini

Giustiziato dai partigiani, il 28 aprile 1945? A correggere la “vulgata” sulla fine del Duce provvedono ormai in tanti. Tra questi, un giornalista come Luciano Garibaldi, autore di veri e propri “scoop”, negli anni Novanta. La sua ricostruzione: Mussolini (già condannato a morte due anni prima da Roosevelt e Churchill, secondo Enrico Montermini, come conferma un’intercettazione telefonica della Gestapo) fu “venduto” ai partigiani dal generale Wolff delle SS, ormai accerchiato dagli alleati. A loro volta, i partigiani – che catturarono il dittatore a Dongo, senza che la scorta militare tedesca opponesse resistenza – fu assassinato poco dopo su ordine di 007 inglesi, accorsi sul Lago di Como per far tacere per sempre il Duce e far sparire i documenti che aveva con sé: provavano il complotto ordito con Churchill, fino all’ultimo, per convincere Hitler a deporre le armi in Europa, per poi fare fronte comune contro l’Urss. Doveva morire anche Claretta Petacci – dice Garibaldi – perché era al corrente di tutto. Bisognava impedire che Mussolini e la donna parlassero, con gli americani o anche solo coi giornalisti che stavano affluendo da mezzo mondo per tentare di intervistarlo, dopo la notizia della sua cattura. La celebre fucilazione partigiana a Giulino di Mezzegra? Sarebbe stata soltanto una macabra messinscena: Mussolini era già morto, da ore.

In un documentario televisivo trasmesso una decina di anni fa, il partigiano Roberto Remund ricorda: nel sollevare il cadavere di Mussolini si accorse che era assolutamente rigido. Sarebbe stato impossibile, se fosse stato davvero fucilato appena un’ora prima, alle ore 17, davanti al cancello di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra. Significa che era stato fucilato almeno 10 ore prima, ovvero in mattinata. Altra contraddizione clamorosa nel racconto di Lia De Maria, la contadina a casa della quale, dal “capitano Neri” (il partigiano Luigi Canali), erano stati condotti Benito Mussolini e Claretta Petacci. La donna dichiarò che i due prigionieri, a pranzo, avevano mangiato polenta, latte, pane, salame e frutta. L’autopsia sul cadavere di Mussolini, condotta da Caio Mario Cattabeni, stabilì che Mussolini aveva lo stomaco vuoto. Questo sarebbe verosimile se Mussolini fosse stato ucciso, appunto, in mattinata (non nel pomeriggio). Ancora più clamorose le contraddizioni in cui sono caduti i tre protagonisti della presunta fucilazione: Walter Audisio (il famoso “colonnello Valerio”, che avrebbe sparato la raffica di mitra contro Mussolini), Michele Moretti (il partigiano “Pietro”) e Aldo Lampredi (”Guido”, uno dei massimi esponenti del Cln).

04 maggio 2021

ROBERT KENNEDY A BYOBLU: “NON ABBIATE PAURA, QUESTA GUERRA SI PUÒ VINCERE”


Claudio Messora ha realizzato un’esclusiva intervista a Robert Kennedy Junior, nipote del presidente americano John Fitzgerald Kennedy assassinato nel 1963, sulla sua lotta al totalitarismo moderno.

Robert Kennedy è un avvocato ambientalista che ha vinto anche un’importante causa contro la multinazionale Monsanto e il suo prodotto Roundup accusato di essere cangerogeno.

È fondatore dell’organizzazione Children’s Health Defense che si occupa di sensibilizzare le persone sul tema della vaccinazione, soprattutto infantile. 

ECCO LA TRASCRIZIONE DELLA LUNGA INTERVISTA A KENNEDY

Claudio MessoraLei Robert Kennedy è un avvocato ambientalista con alle spalle numerosi successi che se poi avremo tempo andremo a raccontare. Ed è anche un attivista anti-vaccinista con un sito internet molto frequentato, e andremo a spiegare molte delle cose che quotidianamente pubblicate e le battaglie che fate.

Lei però porta un cognome così importante che per trenta secondi inizialmente mi deve consentire di fare un piccolo riferimento perché lei è il nipote di John Kennedy, il famoso presidente degli Stati Uniti d’America, ucciso nel giugno 1963. Cosa dire, è davvero emozionante parlare con lei, se ci può raccontare quanti anni aveva all’epoca e quali furono le sue emozioni?

Robert Kennedy: Avevo 10 anni quando mio zio è stato assassinato e 14 quando è stato ucciso mio padre.

MessoraPer noi quell’episodio fu il simbolo di una battaglia contro un potere superiore che si può fare e anche il simbolo di cosa può accadere a coloro che combattono questa guerra. Per cui la ringraziamo di essere qui e di combattere la sua guerra. 

Kennedy: Grazie, Grazie, sono felice di essere qui.

03 maggio 2021

PANDEMIA – LA HIT DI CHI STA FACENDO MILIARDI


Ricchezza miliardaria: chi sono i 10 maggiori profittatori di pandemia?

Un anno dopo l’inizio della pandemia di Covid-19, i miliardari statunitensi si sono comportati come dei gangster a spese dei lavoratori.

 

Un anno fa, l’Institute for Policy Studies ha pubblicato “Billionaire Bonanza 2020: Wealth Windfalls, Tumbling Taxes and Pandemic Profiteers”   e ha iniziato a monitorare i guadagni di ricchezza dei miliardari con l’aumento della disoccupazione. Abbiamo collaborato con Americans for Tax Fairness (ATF) per monitorare la crescita della ricchezza dei miliardari americani nell’ultimo anno. Questo rapporto riassume la straordinaria crescita della ricchezza di quegli ora 657 miliardari sulla base dei dati in tempo reale di Forbes il 18 marzo 2021.