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03 novembre 2025

Nikola Tesla: I File Top Secret Rubati dall’FBI – La Verità che Doveva Restare Nascosta



Nikola Tesla e i File Top Secret dell'FBI: Cosa Nasconde il Governo USA? 23 lug 2025.

Cosa accadde davvero dopo la morte di Nikola Tesla? Perché l'FBI sequestrò tutti i suoi documenti poche ore dopo il ritrovamento del corpo? E soprattutto… quali progetti segreti contenevano quei famosi bauli?

In questo video esplosivo, analizziamo i documenti ufficiali desecretati dell'FBI e scopriamo una verità sconcertante: l'inventore che avrebbe potuto cambiare il mondo è stato silenziato, sorvegliato e forse derubato delle sue scoperte più pericolose.

Parliamo di:

Raggio della Morte (Teleforce)
Armi a energia diretta
Trasmissione di energia wireless
Progetti scomparsi
Il ruolo dell'intelligence americana
John G. Trump e il sequestro dei documenti

⚠️ Documenti reali, pubblicati nei file FOIA dell'FBI, mostrano che Tesla era monitorato e i suoi scritti considerati "di interesse strategico".
🎯 Se ti interessano tecnologie scomode, scienza di confine, verità censurate e poteri occulti, questo video fa per te.
🚨 Scarica tutti i file originali FBI su Tesla nella sezione documenti della mia piattaforma indipendente (link https://omegaclickinsights.com).
💥 LIKE, COMMENTO e CONDIVIDI per supportare la seconda parte! Ogni azione fa la differenza.
👇 FAMMI SAPERE NEI COMMENTI:

Secondo te, dove sono finiti i progetti scomparsi di Tesla?
È possibile che siano stati utilizzati per sviluppare armi moderne come HAARP o THOR?

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https://www.youtube.com/watch?v=p4WLziY9wZI

10 giugno 2024

Pennetta, il commissario irpino che scoprì la verità su Matteotti



L'arresto dei colpevoli e la pista del petrolio

C'è un superpoliziotto da romanzo nella tragica storia del delitto Matteotti, di cui avrebbe scoperto anche il mandante politico se non fosse stato fermato a un passo dalla verità dagli "ordini superiori" impartiti proprio da quest'ultimo, il Capo del Governo, e dittatore in pectore, Benito Mussolini.

"Epifanio Pennetta, colui che dopo l'assassinio di Matteotti aveva fatto catturare pressochè tutta la banda in 48 ore", lo definisce in uno dei suoi libri sul Fascismo lo storico francese Luc Nemeth. Dopo due mesi di misteri, polemiche e depistaggi, che avevano portato finanche alle clamorose dimissioni da Capo della Polizia di uno dei gerarchi più in vista del regime, il quadrumviro della Marcia su Roma Emilio De Bono, l'inchiesta condotta dal commissario Pennetta aveva portato al ritrovamento del cadavere del deputato socialista, il 16 agosto 1924, nel bosco della Quartarella, e prima ancora all'arresto degli esecutori materiali del rapimento, avvenuto il 10 giugno a Roma sul Lungotevere Arnaldo da Brescia: Amerigo Dumini, il capo della banda dei sequestratori, fermato dalla Polizia la sera del 12 giugno alla Stazione Termini, gli altri tre picchiatori fascisti e i complici "eccellenti" Filippo Naldi e Filippo Filippelli, quest'ultimo direttore del "Corriere italiano", che aveva fornito la sua automobile, la Lancia Kappa, per il rapimento del deputato socialista.

27 gennaio 2024

Night Will Fall (Perché non scenda la notte)




"Alla fine della guerra ho fatto un film che doveva mostrare la realtà dei fatti avvenuti nei campi di concentramento nazisti. Atroce. Era ancora più atroce del peggior film d'orrore. Nessuno lo ha voluto vedere. Ma quel film non mi ha più abbandonato".
Alfred Hitchcock

Night Will Fall, prodotto dal regista Stephen Frears e diretto da André Singer, documentarista, docente universitario, nonché presidente del Royal Anthropological Institute, è un'operazione unica nel suo genere. Il film è basato su materiale interamente inedito. Raccoglie le prime testimonianze visive degli orrori filmati dai cineoperatori all'interno dei campi di concentramento (in particolare, dal campo tedesco di Bergen-Belsen) all'indomani della loro liberazione. Si tratta di immagini girate dalle forze inglesi, russe e americane, che l'allora Ministro delle Comunicazioni britannico e successivamente fondatore della Granada Television, Sydney Bernstein, incaricò di riunire, assieme a numerose interviste ai sopravvissuti allo sterminio, in un documentario che testimoniasse, in modo inequivoco e una volta per tutte, l'indicibile vastità dei crimini perpetrati dal regime nazista ai danni delle comunità ebraiche e di tutta l'umanità. Furono allora chiamati a partecipare grossi nomi dell'Intellighenzia britannica, quali i cineasti Alfred Hitchcock e Stewart McAllister ed il futuro Capo di Gabinetto Richard Crossman. Dopo aver visionato le immagini riprese dai soldati britannici e russi nel '45 a Bergen-Belsen, Hitchcock rimase lontano dai Pinewood Studios per una settimana, traumatizzato e sotto shock. Nelle intenzioni degli Alleati, il film avrebbe dovuto essere proiettato al popolo tedesco per mostrare di cosa fosse stato corresponsabile, ma si ritenne poi che fosse meglio non colpevolizzare e scioccare troppo i Tedeschi per avviare una fruttuosa collaborazione con la Germania post-nazista.

Il film, che contiene immagini particolarmente crude - rimase così dimenticato negli archivi di stato britannici per decenni, fino a quando, nel 1985, fu riscoperto da un ricercatore nell'Imperial War Museum e poi trasmesso dal canale tv britannico PBS Frontline. Adesso è stato restaurato integralmente in digitale ed arricchito di ulteriore materiale inedito e di interviste ai sopravvissuti del campo e ai cinegiornalisti che girarono quell'orrore.

Regia di André Singer

https://www.bitchute.com/embed/HHe4MmYQPskO/

21 dicembre 2023

Delitto in Vaticano




E' la sera del 4 maggio 1998. Nel cuore del Vaticano, in un elegante appartamento a pochi passi dalle stanze del Santo Padre, vengono scoperti tre cadaveri. Sono quelli di Alois Estermann, nominato quello stesso giorno comandante delle Guardie Svizzere, di sua moglie Gladys Meza Romero, e del vice-caporale Cedric Tornay.
Il più piccolo Stato del mondo si scopre improvvisamente vulnerabile.

La versione ufficiale è rapidissima e lapidaria: Cedric Tornay ha ucciso i coniugi e poi si è tolto la vita.

Ma le cose andarono proprio così? Quale sarebbe il movente del delitto? Perché il Vaticano chiude tanto rapidamente l'inchiesta? E chi sono davvero Alois Estermann, Gladys Meza Romero e Cedric Tornay?

Enigma prova a far luce sui tanti misteri che a undici anni di distanza avvolgono ancora quei delitti.

In studio, con Corrado Augias, Muguette Baudat, madre di Cedric Tornay, Luc Brossollet, avvocato di Parigi, Marco Politi, vaticanista de la Repubblica, Giuseppe De Carli, direttore Rai Vaticano, Giorgio Faletti, scrittore giallista, Chiara Casadio, medico anatomopatologo, Manlio Averna, perito balistico, Roberta Tacconi, perito grafico.

web.archive.org/web/20090615073224/http://www.enigma.rai.it/category/0,1067207,1067002-1085691,00.html

27 novembre 2023

Caso Kennedy: 60 anni di bugie



Nonostante siano emerse dozzine di prove a favore del complotto, e nonostante alcuni degli assassini abbiano confessato la loro partecipazione all'attentato di Dallas, le nostre televisioni continuano a raccontarci che fu Lee Harvey Oswald ad uccidere il presidente Kennedy.

www.youtube.com/watch?v=mLd96M-X71c

24 novembre 2023

L'INTERVISTA SENZA FILTRI A OLIVER STONE ▷ DAL MISTERO JFK AI SIERI: "SPINTI DALLA SETE DI SOLDI"




Regista poliedrico e spirito libero, #OliverStone è diventato negli anni un simbolo del libero pensiero. L'autore, tra gli altri film, della pellicola "#JFK" (1991) che racconta - tra le altre cose - una realtà ora nota a tutti ma ancora tabù, sta contribuendo anche negli ultimi anni a farci capire le crepe dell'impero USA.
Un impero nel quale perfino il presidente è soggetto a poteri più invasivi. Nel film di Stone, per esempio, si mise in discussione la tesi dell'unico assassino di JFK: troppe cose non tornano, molte delle quali si era preso l'impegno Donald #Trump di rendere alla luce. Cosa che, alla fine, non viene fatta.

"Ovviamente gli ho chiesto anche questo", riferisce la giornalista Martina Pastorelli, che lo ha intervistato. Il resoconto è che dopo aver annunciato in pompa magna la pubblicazione di quei file, Trump fa improvvisamente marcia indietro "per aver subìto pressioni".
Oggi Biden continua a pubblicare documenti minori, mantenendo le altre carte secretate.

Ma Stone non si è occupato solo di JFK: "Ukraine on Fire è un film uscito nel 2016, ben prima dello scoppio della guerra tra Ucraina e #Russia. Lui lì mostra come è stato costruito il nemico, come si sono mistificati i fatti prima che l'#Ucraina diventasse un campo di battaglia funzionale agli interessi americani".

E Stone è fuori dal coro anche sull'ultimo triennio: "Sono vaccinato tre volte", dice a Pastorelli, "chiunque valuti la questione dei vaccini è del covid deve ammettere che è confusa. I rimedi casalinghi non funzionali al governo sono stati rinnegati, ma con me l'ivermectina ad esempio ha funzionato. E' questo il problema è diventato illegale dubitare".

Ascoltate le sue parole ai microfoni di #MartinaPastorelli.

www.youtube.com/watch?v=gxOJUFgfZ1U

24 ottobre 2022

“Vatican Girl”: Netflix riapre il caso Emanuela Orlandi con la serie-choc

Dal Kgb alla banda della Magliana, passando per le molestie sessuali: la docuserie che indaga su uno dei grandi misteri d'Italia

E’ tuttora irrisolto il caso di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno del 1983 dalla Città del Vaticano, dove viveva con la famiglia, e mai più ritrovata. ll “cold case” è il tema della nuova docu-serie di Netlfix, “Vatican Girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi”, realizzata dalla società di produzione inglese RAW con il contributo di testimoni dell’epoca e giornalisti che hanno seguito il caso, come Andrea Purgatori.

Vatican Girl – le testimonianze choc di Pietro Orlandi e dei familiari

Un altro volto noto è quello di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che non si è mai arreso e continua a cercare la sorella. O almeno, come ribadisce in maniera straziante, di un corpo sul quale la famiglia possa piangere. La docu-serie ripropone tutti i documenti accumulati negli anni, comprese le misteriose telefonate del misterioso “americano” e dei nastri agghiaccianti, con le comunicazioni dei rapitori, la voce della giovane Emanuela e quello che sembra essere l’audio di una tortura.

12 agosto 2022

Kursk Trappola mortale



Il mondo intero assiste impotente alla tragedia dei 118 membri dell'equipaggio, intrappolati nel relitto, in attesa di soccorsi che non arriveranno mai. Ma come è affondato il Kursk? È stato davvero un incidente? E perché non è stato possibile salvare nessuno? Giovanni Minoli ripercorre la storia del sommergibile diventato una trappola mortale.

18 luglio 2022

USTICA 42 ANNI DOPO / IN ARRIVO I DOCUMENTI “DESECRETATI” DA USA E FRANCIA. E’ LA SVOLTA?


A 42 anni dalla strage di Ustica siamo arrivati al paradosso.

Da un lato la verità, finalmente, può essere più vicina, perché a quanto pare sono stati una buona volta ‘desecretati’ tutti i documenti francesi e americani ottenuti dopo estenuanti rogatorie internazionali. Documenti – se integrali e autentici, ma soprattutto non taroccati – che provano quanto è successo nei  cieli e nei mari di Ustica: cosa cioè ha causato l’esplosione del DC 9 Itaviaprovocando la morte di 81 passeggeri.

Ma c’è un secondo, clamoroso fronte che si sta aprendo.

Una fantomatica ‘Associazione per la Verità sul Disastro di Ustica’, promossa dall’ex Dc Carlo Giovanardi e dall’ex generale Leonardo Tricarico, ha appena presentato un esposto alla Procura di Bologna chiedendo che venga aperta una nuova inchiesta. E hanno presentato un dossier che riprende la vecchia (e depistante) pista della ‘bomba’ a bordo dell’Itavia e di due misteriose piste che portano al ‘terrorismo’.

Come mai salta fuori proprio adesso questo ‘esposto’ che rischia di gettar molto fumo in un contesto in cui finalmente pare si possa arrivare a delle conclusioni, cioè alla procura di Roma dove    si trova il fascicolo processuale aperto da quasi 15 anni, cioè dal 2008?


ABBIAMO LE CARTE! ESULTA DARIA BONFIETTI

Non ha dubbi Daria Bonfietti, la storica presidente della altrettanto storica ‘Associazione dei familiari delle vittime di Ustica’, che adesso vede spuntare questa fantomatica neo sigla per la Verità su Ustica: “L’iniziativa di presentare un nuovo esposto a Bologna – spara forte Bonfietti – è una autentica provocazione, una chiara manovra di depistaggio, e contiene una serie di menzogne, a cominciare dalla bomba a bordo, una storia trita e ritrita che ha fatto perdere anni ed è servita solo a sviare le indagini”.

21 marzo 2022

UCCISI DUE VOLTE / 42 ANNI FA L’OMICIDIO DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN


Ventidue anni dal tragico assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, massacrati a Mogadiscio il 20 marzo 1994.

Uccisi due volte, non solo da quei killer e soprattutto dai mandanti ‘eccellenti’ rimasti regolarmente a volto coperto: ma anche da una giustizia che ha solo depistato in modo clamoroso e, soprattutto, vergognoso.

La Voce ha dedicato decine di inchieste al caso. Potete rileggerne alcune cliccando sui link in basso.

 

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

Trascorrono anni e anni di indagini ‘scientificamente’ a vuoto, con decine di inquirenti che si rimbalzano, in modo macabro, i fascicoli bollenti.

Solo il primo magistrato incaricato delle indagini, Giuseppe Pititto, aveva visto giusto e cominciato a percorrere le piste ad hoc: molto pericolose, perché arrivavano a toccare ambienti istituzionali. Quella toga, perciò, andava subito rimossa: ed è così che, per incanto, Pititto diventa ‘ambientalmente incompatibile’ e viene trasferito in un altro distretto giudiziario.

05 novembre 2021

BIDEN OCCULTA SEGRETI SULL’ASSASSINIO DI JFK! Rinviata Desecretazione Atti. RFK jr: “Oltraggio alla Democrazia Americana”


Ancora una volta una Democrazia occidentale che dovrebbe risplendere per trasparenza e completezza dell’informazione sui grandi delitti della storia diventa complice dei cospiratori.

Proprio come nel caso di Dag Hammarskjold, il segretario generale dell’ONU morto in Africa nel 1961 in un incidente aereo che molte fonti investigative ritengono fosse un attentato, anche per il famoso JFK la verità rimane occultata da alcuni burattinai del Deep State.

Se nel caso del diplomatico svedese fu l’Intelligence britannica ad opporsi alla desecretazione totale dei documenti dell controspionaggio MI6, nel caso dell’ex presidente americano è l’attuale inquilino della Casa Bianca, Joseph Biden, a rimandare la pubblicazione di alcuni atti.

30 luglio 2021

Il nuovo documentario sull’assassinio di JFK di Oliver Stone


I media dell’establishment stanno celebrando strani film sessualmente carichi al Festival di Cannes, ma non riconosceranno nemmeno l’incursione di Oliver Stone nel caso dell’omicidio del presidente John F. Kennedy. Mi chiedo perché?

La scorsa settimana, Oliver Stone ha presentato in anteprima il suo nuovo documentario sull’assassinio di Kennedy dal titolo ‘ JFK Revisited: Attraverso il looking glass’ , al festival di Cannes.  

Penseresti che Stone , il polarizzante due volte vincitore del premio Oscar per la miglior regia, il cui film JFK ha creato un tale furore da portare il governo degli Stati Uniti ad approvare il JFK Assassination Records Collection Act del 1992, la presentazione in anteprima di un controverso documentario sull’assassinio di JFK a Cannes sarebbe stata una grande notizia. Ti sbaglieresti. 

29 luglio 2021

Rumor: restiamo uomini, non subiamo questa dittatura

Negli ultimi decenni, l’Europa è stata effettivamente unita, anche se non sul piano politico. Cos’è avvenuto, dagli anni ‘70 in poi? Il piano europeista iniziale, sia quello dei fondatori nascosti (occulti), sia quello dei realizzatori ufficiali, è stato considerevolmente modificato. Lo stesso politologo Giorgio Galli, che ha scritto insieme a me e a Loris Bagnara il libro “L’altra Europa”, ha offerto una serie di opinioni per interpretare le variazioni di percorso, svolte da quella “struttura interna” dell’Unione, negli ultimi tratti del secolo scorso e nei primi di quello attuale. Io stesso non ho mai smesso di pormi domande, ben sapendo che ci troviamo a che fare con qualcosa di molto elusivo, e a mio parere anche pericoloso, per la civiltà odierna. Sintetizzo: il piano politico di riorganizzazione dell’Occidente, che è la parte centrale della Struttura descritta da Maurice Schumann, sembra aver subito uno spostamento. Vi sono molti motivi per ritenere che quel piano sia stato revisionato, dopo che ha prevalso, nella Struttura, quel cosiddetto Contingente Americano. Il riferimento non è alla nazione statunitense, ma ai fautori dei liberismo.

Il liberismo proviene da una certa mentalità anglosassone: è piuttosto aggressivo, pervasivo. Questo ha ampliato e anche trasformato il progetto originario, realizzandone uno più vasto, che chiamerei “l’occidentalizzazione del mondo”. Un obiettivo raggiunto utilizzando il Paolo Rumorfattore dell’accentramento economico. Il progetto unionista autentico, che mirava solo all’area del Mediterraneo e voleva riprodurre una situazione arcaica, ha fatto un salto di livello: ha abbandonato l’Unione a se stessa. Attualmente non si rivolge più alle nazioni o alla politica: le scavalca, facendo leva espressamente sugli organismi finanziari globali. Il traguardo finale sembra essere una sorta di dittatura planetaria, condotta anche mediante computer “intelligenti”. In questa visione, gli Stati perdono influenza, e ne acquistano invece i super-Stati trasversali, ossia le alleanze capitalistiche mondiali. E’ quel processo che è stato chiamato Quarta Rivoluzione Industriale: consiste nel ridimensionamento della vita politica e sociale, nella centralizzazione del controllo del potere, nello svuotamento della mediazione politica e dei partiti.

08 giugno 2021

“SUICIDIO” DETTORI / IL GIALLO DELL’“AGENTE” FRANCESE SPARITO


Il giallo del “suicidio” di Mario Alberto Dettori, il maresciallo dell’Aeronautica trovato impiccato ad un albero sette anni dopo la tragedia di Ustica.

Giorni fa il gip del tribunale di Grosseto, Marco Mezzaluna, ha archiviato il caso, nato cinque anni fa, nel 2016, in seguito alla denuncia “contro ignoti” dei familiari della vittima, che hanno sempre parlato di omicidio, escludendo con forza e con convinzione che il maresciallo abbia mai potuto pensare di togliersi la vita.

Giancarlo Dettori. Sopra, il gip Marco Mezzaluna

Taglia corto adesso il gip toscano: “Ritiene questo giudicante che il decesso del Dettori sia da attribuire ad un gesto suicidiario, senza responsabilità alcuna di terze persone, non esistendo agli atti alcun elemento che possa anche solo lontanamente portare a ritenere che la morte sia stata dovuta ad un omicidio o comunque ad un intervento di terze persone, così come già escluso dal Giudice Istruttore che ebbe ad indagare sul disastro di Ustica”.

Niente di nuovo, nessun passo avanti, nessun elemento interessante venuto a galla in tutti questi anni, vale a dire dalle prime indagini del giudice istruttore Rosario Priore degli anni ’80 fino ad oggi. E’ questa la realtà giudiziaria (non) emersa.

Ma la famiglia non si arrende, e replica a muro duro, come abbiamo riportato nell’inchiesta di pochi giorni fa. Non vuole più la Verità, perché ormai acclarata, e tale da non esser vista solo da chi non vuol vedere; ma la Giustizia, mai affiorata, e soprattutto per onorare la memoria di un eroe, fino ad oggi poco celebrato, perché la sua storia non ha mai avuto la ribalta delle cronache, quasi dimenticata dai media.

05 maggio 2021

Non furono i partigiani a decidere la fine di Mussolini

Mussolini

Giustiziato dai partigiani, il 28 aprile 1945? A correggere la “vulgata” sulla fine del Duce provvedono ormai in tanti. Tra questi, un giornalista come Luciano Garibaldi, autore di veri e propri “scoop”, negli anni Novanta. La sua ricostruzione: Mussolini (già condannato a morte due anni prima da Roosevelt e Churchill, secondo Enrico Montermini, come conferma un’intercettazione telefonica della Gestapo) fu “venduto” ai partigiani dal generale Wolff delle SS, ormai accerchiato dagli alleati. A loro volta, i partigiani – che catturarono il dittatore a Dongo, senza che la scorta militare tedesca opponesse resistenza – fu assassinato poco dopo su ordine di 007 inglesi, accorsi sul Lago di Como per far tacere per sempre il Duce e far sparire i documenti che aveva con sé: provavano il complotto ordito con Churchill, fino all’ultimo, per convincere Hitler a deporre le armi in Europa, per poi fare fronte comune contro l’Urss. Doveva morire anche Claretta Petacci – dice Garibaldi – perché era al corrente di tutto. Bisognava impedire che Mussolini e la donna parlassero, con gli americani o anche solo coi giornalisti che stavano affluendo da mezzo mondo per tentare di intervistarlo, dopo la notizia della sua cattura. La celebre fucilazione partigiana a Giulino di Mezzegra? Sarebbe stata soltanto una macabra messinscena: Mussolini era già morto, da ore.

In un documentario televisivo trasmesso una decina di anni fa, il partigiano Roberto Remund ricorda: nel sollevare il cadavere di Mussolini si accorse che era assolutamente rigido. Sarebbe stato impossibile, se fosse stato davvero fucilato appena un’ora prima, alle ore 17, davanti al cancello di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra. Significa che era stato fucilato almeno 10 ore prima, ovvero in mattinata. Altra contraddizione clamorosa nel racconto di Lia De Maria, la contadina a casa della quale, dal “capitano Neri” (il partigiano Luigi Canali), erano stati condotti Benito Mussolini e Claretta Petacci. La donna dichiarò che i due prigionieri, a pranzo, avevano mangiato polenta, latte, pane, salame e frutta. L’autopsia sul cadavere di Mussolini, condotta da Caio Mario Cattabeni, stabilì che Mussolini aveva lo stomaco vuoto. Questo sarebbe verosimile se Mussolini fosse stato ucciso, appunto, in mattinata (non nel pomeriggio). Ancora più clamorose le contraddizioni in cui sono caduti i tre protagonisti della presunta fucilazione: Walter Audisio (il famoso “colonnello Valerio”, che avrebbe sparato la raffica di mitra contro Mussolini), Michele Moretti (il partigiano “Pietro”) e Aldo Lampredi (”Guido”, uno dei massimi esponenti del Cln).

04 settembre 2020

GIALLO ALPI / SEMPRE SEGRETO IL NOME DELL’AGENTE SISDE CHE SA TUTTO. PERCHE’?



Giancarlo Marocchino. In apertura Ilaria Alpi
Spuntano documenti inediti della CIA sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Li rivela l’Espresso con un’inchiesta firmata da Andrea Palladino. In un dossier dell’agosto 1993, in particolare, i servizi segreti a stelle e strisce segnalano un aumento dei flussi di armi diretti alle fazioni islamiste. E dettagliano il ruolo svolto dagli italiani in quei traffici illegali. Dalle carte emerge anche il nome dell’imprenditore Giancarlo Marocchino.
La Federazione Nazionale della Stampa chiede “alla Procura di Roma di acquisire ed esaminare i documenti della CIA”. Quella Procura di Roma che ha cercato di archiviare l’inchiesta, per volontà del pubblico ministero Elisabetta Ceniccola e del procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Il gip capitolino Andrea Fanelli, però, si è opposto all’archiviazione e ha chiesto ulteriori indagini per far luce su 12 punti ancora oscuri. Un punto riguarda proprio la figura di Marocchino.
La prima richiesta di Fanelli è datata ottobre 2019. Se ne doveva sapere qualcosa dopo sei mesi di proroga delle indagini. Ma ad aprile nessuna novità. Il silenzio più totale, grazie forse anche al Covid.
Fanelli ha chiesto altri sei mesi? O cosa?

25 maggio 2020

Alpi, Borsellino & Misteri / Giustizia Morta, Memoria Calpestata


Processi sul binario morto, inchieste stoppate, giustizia ormai agonizzante.
Tutto “normale” in tempi di coronavirus?
Possibile mai che ogni straccio di ricerca della verità vada a finire in discarica e chi ne ha diritto debba essere calpestato?
E’ naturale che la Costituzione sia stata abrogata a nostra insaputa?
Che la democrazia sia finita a marcire in cantina?
La Voce da anni segue, con la sua rubrica “misteri” e con frequenti inchieste, alcune storie che contrassegnano la drammatica vita del nostro Paese, i tanti buchi neri che la popolano, le non-verità che angosciano il nostro cammino nel corso dei decenni.
E da mesi è black out continuo. Tutto fermo anche prima dell’epidemia, ora il buio è totale.

Niente processi, ma anche stop alle inchieste: possibile mai? Mentre si discute se sia possibile effettuare videoconferenze per riprendere il filone penale.
Passiamo in rapida carrellata alcuni “misteri” che non fanno registrare più alcuna notizia: un encefalogramma piatto che crea angoscia e dovrebbe suscitare scandalo.
Ma nessuno muove un dito, nessuno s’incazza, neanche un’anima protesta.


La Procura di Roma
ALPI E BORSELLINO, DEPISTAGGI PERFETTI
Partiamo dal porto delle nebbie, la procura di Roma.
Proprio ieri abbiamo rammentato l’unica foglia che s’è mossa, con l’affossamento in Vaticano dell’inchiesta sui frammenti delle ossa nel cimitero teutonico. Un’inchiesta partita un anno e mezzo fa ed effettuata – incredibile ma vero – in appena 48 ore. Tutto finito in una bolla di sapone. Con la benedizione papale e anche quella del numero uno dei tribunali vaticani, quel Giuseppe Pignatone al timone della procura delle nebbie fino ad un anno fa.

Una procura, quella capitolina, che sta cercando in tutti i modi di affossare, una volta per sempre, ogni possibile processo per l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Il 4 aprile è scaduto il termine per la proroga delle indagini ordinate dal gip Andrea Fanelli, dopo la duplice richiesta di archiviazione avanzata dal pm Elisabetta Ceniccola e controfirmata – vale a dire pienamente avallata – da Pignatone.
Ma quel termine è passato senza che si sia mosso nulla.
Possibile mai? Rinviata anche la semplice udienza davanti al gip che doveva stabilire se proseguire nell’inchiesta oppure archiviare il tutto. Ha un senso?
Nessuno, a Roma, se ne fotte dell’inchiesta di Perugia, che tre anni fa scagionò il giovane somalo condannato da innocente a 16 anni di galera, e mise nero su bianco del clamoroso “depistaggio di Stato”. Una sentenza che apriva la strada al processo romano, invece rimasta – tanto per cambiare – ad ammuffire. Mentre mandanti e killer di Ilaria e Miran sono liberi come fringuelli.
Un’altra inchiesta – ancor più “vecchia” – resta a marcire negli scantinati del porto delle nebbie. Riguarda l’omicidio di Pier Paolo Pasolini e venne riaperta tre anni fa per la scoperta di un terzo Dna sulla scena del crimine: oltre a quello del regista e a quello di Pino Pelosi, c’è anche la traccia di una terza presenza. Prove scientifiche, inoppugnabili, presentate da un perito degli eredi Pasolini.
Immaginate che qualcosa si sia mai mosso in questi tre anni? Niente. Neanche il becco di una risposta giudiziaria. Figuriamoci adesso con l’ottima e abbondante scusa della pandemia.

Anna Maria Palma
Facciamo un salto in Sicilia e ci troviamo alle prese con il processo Borsellino 5. Che si articola in due filoni relativi – anche stavolta – ad un clamoroso depistaggio di Stato. Nel processo in corso (sic) a Caltanissetta sono alla sbarra quattro poliziotti del team guidato all’epoca dall’ex questore di Palermo Arnaldo La Barbera, accusati di aver taroccato il pentito Salvatore Scarantino, sulla scorta delle cui denunce sono finiti in galera, per altrettanti 16 anni, sette persone che non c’entravano niente con la strage di via D’Amelio.
Mentre a Messina mesi fa è stato aperto un fascicolo per accertare le responsabilità dei magistrati che per primi hanno indagato su quella strage, Anna Maria Palma e Carmine Petralia, dai quali – di tutta evidenza – non potevano non partire gli ordini diretti al gruppo di La Barbera.
Un processo e un’inchiesta che in pratica s’incrociano, perché entrambe hanno a che fare con quel clamoroso depistaggio di Stato che non ha mai permesso di scovare, anche in questo caso, mandanti e killer.

I “SUICIDATI” PANTANI E ROSSI
A Napoli, invece, restano le spoglie dell’inchiesta sull’omicidio di Marco Pantani, il campione che fu fermato a Madonna di Campiglio per doping e poi finito in un gorgo senza fine.
Due le inchiesta partite dopo la sua tragica fine nel residence Le Rose di Rimini il 14 febbraio 2004. Una per quella morte, appunto: nonostante l’immensa mole di prove per documentare un omicidio in piena regola, la procura di Forlì ha archiviato il tutto, e la sentenza è stata confermata dalla Cassazione.

Resta in piedi il filone approdato a Napoli, su quel Giro d’Italia del 1999 taroccato e comprato dalla camorra, che aveva scommesso sulla sconfitta del Pirata. Anche stavolta una mole di prove che riguardano le “pressioni” sull’equipe medica per alterare le provette e l’ematocrito; e il coinvolgimento dei clan che aveva puntato grosse cifre sull’esito del Giro. Forlì archivia, mentre un esposto del legale della famiglia Pantani fa riaprire due anni e mezzo fa il caso alla Procura Antimafia di Napoli. Da allora non si è mossa una foglia. Silenzio tombale.
Da un “suicidio” all’altro il passo non è lungo. Basta fare un salto a Siena, dove nessuno ha mai trovato il bandolo della matassa per il giallo sulla fine di David Rossi, il responsabile delle comunicazioni del Monte dei Paschi di Siena. Un chiaro omicidio, soprattutto per la dinamica dei fatti che documentano i segni di un trascinamento del corpo e il volo dal quinto piano di Palazzo Salimbeni, quartier generale di MPS. “Doveva morire” – David Rossi, così come Marco Pantani – perché aveva deciso di vuotare il sacco su intrighi & affari nel mondo della finanza.
Un’inchiesta subito archiviata dagli inquirenti senesi, poi riaperta solo per la tenacia della famiglia di David. E’ quindi partito un altro filone d’inchiesta, stavolta a Genova, teso a smascherare depistaggi & affossamenti – tanto per cambiare – nell’inchiesta toscana.
Ma siamo alle solite. Da un anno circa è calato il silenzio più assoluto, figurarsi negli ultimi mesi.
E le stragi di Stato? Figurarsi, peggio che andar di notte.

LE FIAMME DI STATO
Piccoli movimenti, mesi fa, per il rogo del Moby Prince, con i lavori della commissione parlamentare d’inchiesta che hanno messo nero su bianco quanto le inchieste giudiziarie siano state del tutto carenti, fuorvianti e anche stavolta depistanti. Un pesantissimo j’accuse.

il relitto del DC9 di Ustica
Ma sapete che fine ha fatto? Neanche uno starnuto. Anzi sì, perché lo “Stato” tre mesi fa ha riconsegnato ai parenti delle vittime alcuni scatoloni con degli effetti personali rimasti anche loro a marcire per anni negli scantinati. Ma di aprire, finalmente, una vera inchiesta nemmeno a pensarci. Meglio, stavolta, “affondare” tutto e per sempre. Annegata, quindi, la pista che portava ai traffici di armi sotto l’ombrello protettivo degli americani all’indomani del conflitto in Iraq, epicentro la base a stelle e strisce di Camp Derby.
E su Ustica? L’ultima notizia riguarda un piccolo risarcimento deciso dallo Stato a favore della compagnia aerea Itavia, proprietaria del velivolo che ospitava gli 81 innocenti. La compagnia fallì pochi mesi dopo: quale senso ha ora quel risarcimento? Un altro schiaffo alla memoria dei morti, le cui famiglie sono state private di uno straccio di giustizia, essendo rimasti anche stavolta liberi di volare come fringuelli gli assassini.

E chissenefrega se la pista da seguire è chiara come un cielo limpido: il missile lanciato da una portaerei francese – con ogni probabilità la Clemanceau – per attribuire poi la responsabilità alla Libia dell’allora colonnello Gheddafi. Ma la giustizia di casa nostra ha stracciato giustizia & verità per la Ragion di Stato, e non infastidire alleati americani e francesi.
Arriviamo a tempi più recenti. Che ne sarà dei cascami del processo per la strage – e il rogo – di Viareggio? Condannati e prescritti i condannati eccellenti, come i vertici di FS RFI, liberi di passare da una poltrona del parastato all’altra, con valanghe di emolumenti al seguito.
E l’inchiesta per l’eccidio del ponte Morandi: al palo anche i lavori della magistratura genovese?

www.lavocedellevoci.it

27 gennaio 2020

Benzina sintetica e terzo reich



Il terzo reich non aveva una indipendenza energetica, ma era in grado di produrre la benzina sintetica! È stato questo il reale motivo della persecuzione degli ebrei? Per usarli come manodopera a costo zero e senza tutele per la salute in modo da ridurre i costi di produzione della benzina?