di C. Gambescia
Ecco il riassunto del libro a firma di Giuseppe Puppo: Ottanta Metri di Mistero: La Morte di Edoardo Agnelli. Il testo gode della prefazione di Ferdinando Imposimato, magistrato presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, giudice istruttore di drammatici processi ai terroristi, dallo omicidio di Moro allo attentato a Giovanni Paolo II.
Imposimato registra, non si schiera ma lascia aperta la porta alla ipotesi che qualcosa di diverso da quello registrato ufficialmente agli atti possa essere accaduto.
Il libro di Puppo riaccende la luce nelle zone buie, che sono molte, direi troppe e sulle quali nessuno ha mai voluto veramente fare chiarezza, confermando il sospetto o la teoria che qualunque vicenda riguardi o sfiori la famiglia più importante d'Italia sia destinata a smarrirsi nel silenzio.
Così non vorrebbero alcuni personaggi avvicinati dall'autore, così non vuole Marco Bava, analista finanziario, amico di Edoardo, convinto che il suicidio sia una copertura e l'omicidio la verità, così il medico legale di turno, il dottor Carlo Boscardini che si chiama fuori da quel pomeriggio tragico con il titolo «Io non c'ero», scaricando ogni responsabilità del certificato di morte sul dottor Marco Ellena, suo superiore gerarchico, che compilò il referto con alcune imprecisioni dovute alla fretta, forse, le tracce di terriccio tra le mani del giovane Agnelli, difficili da spiegare per chi era piombato da un'altezza di 90 metri, così come i mocassini ancora ai piedi.
Sceglie il silenzio il medico del 118 accorso per primo sul posto, e non risponde alle domande di Puppo.
E ancora, la strana e ingiustificata assenza degli «angeli custodi», guardie del corpo di Edoardo Agnelli, nelle due ore trascorse da quando uscì di casa alle 7 e un quarto per arrivare, dopo sessanta chilometri, sul viadotto di Fossano;
Le telecamere a circuito chiuso di casa Agnelli, le cui immagini non sono state mai riviste;
Il traffico telefonico sui due cellulari lasciati a bordo della Croma prima dello epilogo;
La totale assenza di testimoni alle 9 del mattino lungo un tratto stradale che registra il passaggio, a quell'ora, di almeno otto vetture al minuto;
L'abbigliamento di Edoardo Agnelli, con il pigiama sotto la camicia;
L'assenza di impronte digitali sulle portiere ed a bordo della Croma;
La sepoltura affrettata;
L'esame autoptico mancante;
E come una nuvola grigia, fastidiosa sopra questo scenario già angosciante, la tesi di un complotto sionista che troverebbe la giustificazione nella adesione nel 1974 di Edoardo all'Islam e sulle conseguenze che questa sua scelta avrebbe avuto sul futuro dell'azienda e del patrimonio Fiat, di cui, lui, sarebbe stato erede.
Tesi lanciata in Iran subito dopo la morte di Edoardo (al quale nel novembre del 2005 è stata intitolata una piazza di Khomein città natale dell'ayatollah e l'aula magna dell'università Al Zahra di Teheran), tesi costruita sul dissidio «religioso» e non soltanto con l'altro ramo di famiglia, gli Elkann legati al mondo ebraico, tesi smentita tuttavia dal profondo rapporto che legava Edoardo a Margherita (? - n.d.A.), ribadito dalle lettere numerose, accorate nelle quali il fratello confessava il proprio disagio: «...Margi sono felice ma un poco in tensione. Papà mi ha parlato di alcuni lavori e di certi progetti dei quali, lo confesso, nel particolare ho capito ben poco. Oppure ho capito troppo bene e ora ho paura di avere inteso una canzone stonata. Lo sai bene che la mia mente vola alta sopra le megalopoli industriali e, osservando con attenzione sotto, vedo poco di buono e tantissimo da trasformare... Vorrei che papà mi stesse vicino per accompagnarmi lungo i primi passi del percorso che, immagino, sarà lungo e assai impegnativo. Mi auguro proprio che questo accada, anche se pensandoci provo un disagio simile alla paura».
E in un altro scritto Edoardo parla del proprio impegno in Fiat, della idea di affidare le competenze a una persona, sembra Marco Bava appunto che ne curava il profilo economico: «Se il potere della nostra famiglia cadesse nelle mani sbagliate sarebbe una cosa estremamente pericolosa per questa nazione... Mio padre si è comportato benissimo fino ad oggi. Ma se non imposta la propria successione in maniera corretta anche lui dovrà rispondere delle proprie azioni e dare le sue spiegazioni davanti a Dio. Questo se lo deve mettere in testa».
E infine il rifiuto di firmare una sorta di rinuncia ai diritti di «Dicembre» la società finanziaria della famiglia (che controllava l'intero mondo Agnelli), in cambio di benefici economici.
Ma chi può dimenticare i problemi esistenziali di Edoardo? La droga, i viaggi in India, le improbabili lettere scritte ai capi di Stato di ogni dove? Il suo carattere ora solare ora buio. Resta il mistero, il libro di Puppo riapre interrogativi. Come in questi otto anni, ricadranno nel silenzio.
Ma chi può dimenticare i problemi esistenziali di Edoardo? La droga, i viaggi in India, le improbabili lettere scritte ai capi di Stato di ogni dove? Il suo carattere ora solare ora buio. Resta il mistero, il libro di Puppo riapre interrogativi. Come in questi otto anni, ricadranno nel silenzio.
Articolo pubblicato sul sito Arianna Editrice
Link diretto:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=24935
UN GIORNALE IRANIANO SOSTIENE CHE EDOARDO AGNELLI POTREBBE ESSERE STATO UCCISO DAI SIONISTI
Parigi, 20 novembre 2000 (IPS)
Il corpo mutilato di Edoardo è stato scoperto mercoledì in un profondo burrone lungo l'autostrada Torino-Savona. La sua automobile, una Fiat Croma, è stata trovata ferma a margine della strada, senza alcuna traccia di furto o violenza.
La polizia italiana ha concluso per un possibile suicidio, ma il giornale di lingua inglese Iran Daily ha sostenuto, citando una e-mail ricevuta da un anonimo amico di Edoardo, che "essendo un buon musulmano e avendo una forte fede, è difficile credere al suo suicidio, piuttosto potrebbe essere stato assassinato".
Secondo la stessa fonte Edoardo si era convertito segretamente all'Islam parecchi anni fa mentre studiava il Corano, il libro sacro ai musulmani e aveva adottato il nome di Mehdi. "A causa di questa conversione, che non era accettata dalla famiglia, era stato respinto e ricoverato in un ospedale psichiatrico curato da dottori sionisti", ha scritto Iran Daily.
Benché fosse l'unico figlio del [più] anziano Agnelli, anche conosciuto come l'"Avvocato", Edoardo non aveva mai mostrato molto interesse nel condurre il gruppo familiare Fiat, il più grosso costruttore di automobili italiano e uno dei maggiori in Europa, e preferiva recarsi in India per studiare l'induismo e altre filosofie e religioni orientali. "Mehdi aveva spesso espresso preoccupazione sui pericoli rappresentati dai sionisti, ripeteva che aveva paura delle loro minacce e pensava che la sua vita fosse in pericolo", ha aggiunto il giornale [Iran Daily], citando la stessa fonte.
Fonti della famiglia hanno confermato che Edoardo, nato a New York, fosse debole e distante e mostrasse più interesse nella filosofia che nei grossi affari.
NOTA DI ANTICORPI: Di una persona che nella posizione di E. Agnelli ascolti la propria coscienza, rifiuti di contribuire alla attività della propria inquinante, bilderberghiana famiglia per darsi alla filosofia e alla spiritualità, tutto può dirsi, eccetto che sia debole. Bisognerebbe aprire un dibattito su cosa sia la debolezza, e quanto facilmente possa essere confusa con la diversità e la avulsità da questo sistema malato. Ad ogni modo, sembra che altri componenti della sua famiglia fossero - e continuino ad essere - molto più forti di lui. A giudicare dai risultati conseguiti dalla Fiat negli ultimi 10 anni, forse sarebbe stato il caso che a prendere le redini del gruppo fosse qualcuno un pò meno forte, e magari un pò più capace.
(New York, 9 Giugno 1954 - Fossano, 15 Novembre 2000)
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