Un autentico ginepraio di affari stramilionari, di conflitti di interesse, di turbinose compravendite azionarie, di misteriose partecipazioni societarie. Di personaggi equivoci.
Di tutto e di più nel gigantesco calderone della sigla oggi al top dell’attenzione internazionale, la statunitense Moderna Inc., che ha appena annunciato al mondo il lancio del suo super vaccino, in grado di superare le performance di quello prodotto da Pzifer, perché è efficace – secondo i suoi autori – al 94,5 per cento (contro il 92 per cento) e può essere conservato comodamente per 30 giorni anche nel frigorifero di casa (invece delle temperature polari per il gioiello di Pfizer).
IL SOCIO ARMENO-LIBANESE
E un grande alone di mistero circonda il suo fondatore, animatore e socio di maggioranza, un libanese (è nato a Beirut) di origini armene, il cinquantottenne Noubar Afeyan. Il quale di tutta evidenza è in ottimi rapporti con Bill Gates, il fondatore di Microsoft e vero padrone dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità: la Bill and Melinda Foundation, infatti, quattro anni fa ha fatto un bel cadeau a Moderna, per un valore da 20 milioni di dollari.
Scorriamo, in rapida carrellata, il nutrito elenco degli azionisti di Moderna, una piccola start up nata dieci anni fa che nei seguenti dieci ha fatto registrare uno dei più colossali boom nella storia dell’industria farmaceutica a stelle e strisce.
Al primo posto assoluto l’uomo d’affari libanese, che detiene azioni sia a livello personale, quasi il 20 per cento dell’intero pacchetto, sia a bordo della sua Flashing Pioneering Inc., con un altro bel 18 per cento.
Un miliardario-filantropo proprio come l’amico Bill Gates. Tra le creature tanto umanitarie di Afeyan, infatti, spiccano IDeA Foundation, 100 Lives, UNC DILIJAN School. Inoltre, il magnate mezzo armeno finanzia concerti e scuole di musica. Un bel concerto.
La sua presenza, comunque, fa capolino in una sfilza di sigle dell’arcipelago farmaceutico Usa: come Rubius Therapeutics, Cellority, Omega Therapeutics, Tessera Therapeutics.
Ha poi lanciato e venduto altre star: ad esempio Chemgenics Pharmaceutical (acquistata da Millenium Pharmaceutical), Color Kinetics (venduta a Philips), Adnexus Therapeuticals (comprata da Bristol-Meyer Squibb) e Affinonova (passata a AC Nielsen).
Un ottimo mercato in pillole.
In soldoni, la costola principale di Moderna, ovvero Flagship Pioneering, a sua volta specializzata nel lancio di start up (ne ha lanciate una cinquantina), si è occupata negli ultimi anni di oltre 50 prodotti per un valore di circa 30 miliardi di dollari. Numeri da record.
ECCOCI AL MAROCCHINO A STELLE E STRISCE
Braccio destro del finanziere armeno-libanese, fino a pochi mesi fa, uno scienziato d’affari, Moncef Slaoui, marocchino di nascita, belga di adozione e poi americanizzato. E’ stato per anni ai vertici del colosso GSK, ossia Glaxo SmithKline, quindi ha profuso tutte le sue energie in Moderna, sul fronte dello studio e della creazione di vaccini. Fino allo scorso maggio, quando l’amministrazione Trump lo ha chiamato a dirigere la “Operation Warp Speed”, in grado di imprimere una sensibile accelerazione nella corsa al vaccino.
Ma torniamo al fitto elenco degli azionisti.
In terza postazione c’è l’attuale CEO di Moderna, l’uomo d’affari francese Stephane Bancel, 47 anni, in passato direttore alle vendite per un’altra star del settore farmaceutico, Eli Lilly and Company. Bancel arriva a Moderna nove anni fa: un numero che gli porta fortuna, il 9, visto che attualmente detiene il 9 per cento del pacchetto azionario di Moderna, un bel tesoretto.
E un 9 per cento è anche nelle mani di FMR, acronimo di Fidelity Management & Research. Si tratta del quarto più grande gestore di fondi comuni e di fondi pensione al mondo: la bellezza di 2.700 miliardi di dollari fatti segnare all’inizio del 2019! Fondata nel 1946 da Edward Johnson e con sede a Boston, è oggi presieduta dalla nipote, Abigal Johnson e guidata da un’altra manager, Anne Richards, una scozzese con un quarto di secolo d’esperienza nel proficuo settore del risparmio gestito.
ECCOCI AI COLOSSI DEI FONDI
Passiamo a due quote – rispettivamente del 6,5 e del 5,1 per cento – possedute da altrettanti colossi internazionali nei fondi d’investimento. Parliamo di uno dei primi al mondo, Vanguard Group, che gestisce una massa di addirittura 5.100 miliardi di dollari a tutto il 2018. E del primo in assoluto, BlackRock: nell’inchiesta di qualche giorno fa su Pfizer, ne abbiamo sottolineato la presenza anche in quella compagine societaria, altrettanto sontuosa.
I due fondi, soprattutto Vanguard, detengono altre azioni di Moderna attraverso società collegate e/o controllate, come nei più perfetti giochi di infinite scatole cinesi. Tanto per la trasparenza…
In rapida carrellata, infine, una sfilza di altre sigle che detengono pacchetti azionari di minori dimensioni, ma si tratta sempre di star nel mondo della finanza Usa: Morgan Stanley, State Street Corporation (anch’essa in Pfizer), Baillie Gifford and Company, Bellevue Group AG, Fidelity Growth Company Fund, Geode Capital Management LLC e via di questo passo.
Eccoci adesso alle ultime performance e ai non pochi “incidenti” di percorso, che possono rendere meglio l’idea: con quali soggetti – impegnati nella ricerca dei vaccini e quindi a tutela della salute di tutti – abbiamo a che fare?
SEC E FBI STANNO A GUARDARE ?
Gennaio 2020. Dettaglia Wikipedia. “A gennaio 2020 Moderna ha annunciato lo sviluppo di un vaccino (chiamato m-RNA-1273) per indurre immunità a SARS-CoV-2”.
Sorge subito spontaneo un interrogativo. Se a livello internazionale la notizia bomba sui primi casi di coronavirus esplode il 30 gennaio, come fa Moderna, sempre “a gennaio”, ad annunciare lo sviluppo del vaccino?
Le date, di tutta evidenza, non tornano.
Marzo 2020. Moderna entra in partnership con lo strategico US National Institute of Allergy and Infectuos Desease per avviare la fase 1 di ricerca per il vaccino.
Ad aprile riceve un finanziamento non da poco, pari a quasi mezzo miliardo di dollari, dal sempre rigoroso ma stavolta generoso BARDA, ossia US Biomedical Advanced Research and Develompent Autorithy.
Sarà per questo che si spargono sul web le notizie secondo cui uno dei soci occulti di Moderna può essere addirittura il plenipotenziario americano sul fronte dei vaccini, Anthony Fauci?
I rumors si spengono ben presto, così come quelli che, nella stessa veste di socio occulto, hanno visto far capolino la sagoma dell’altro filantropo-miliardario, George Soros.
Maggio 2020. Il 18 di quel mese si infittiscono le voci (adeguatamente diffuse da Moderna agli amici dei media) di uno stadio più che avanzato nella ricerca del vaccino anti Covid-19. E per questo il titolo ha un boom a Wall Street, triplicando addirittura il suo valore.
L’ennesima performance da primati nella breve ma straordinaria story di questa start up americana!
Prendi i soldi e scappa, titolava uno dei suoi mitici film Woody Allen.
Ed è così che lo stesso giorno, il 18 maggio, senza perdere un minuto di tempo, uno dei vertici di Moderna, il coreano americanizzato Lorence Kim, acquista azioni per 3 milioni di dollari e le rivende immediatamente a 19,8 milioni di dollari, vedendo il suo business aumentare del 650 per cento.
La stessa cosa fa il capo dell’equipe scientifica di Moderna, l’ufficiale medico Tal Zaks, israeliano, precedenti alla Sanofi Aventis: compra per 1 milione e mezzo di dollari e vende a 9,7. Un gran fiuto finanziario!
Niente altro che “insider trading”, una delle pratiche più scorrette, illegali e immorali che negli Usa costano anni di galera.
Si muoverà adesso la solitamente inflessibile SEC?
Starà con le mani in nano l’FBI?
Non è certo finita. Perché in quei giorni miracolosi fa affari con la pala proprio il socio Flagship, vendendo azioni Moderna e raggranellando un bel gruzzolo da 70 milioni di euro.
Proprio come in questi giorni ha fatto il CEO di Pfizer, il veterinario greco, dopo l’annuncio del vaccino. Brevetto, annuncio, incasso e scappo: per un prossimo copione di Woody!
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