di Debora Billi
Enrica Perrucchietti è una delle nostre punte di diamante, quando si tratta di analizzare il sistema dei media globali (l’altra, naturalmente, è Marcello Foa). In questa conferenza ci racconta l’origine della “mala informazione”, e cita alcuni esempi eclatanti di fake news ormai passate alla storia: dai bambini gettati dalle incubatrici in Iraq, a Kim il coreano che fa mangiare lo zio da 120 cani.
Già: perché le fake news di cui si accusa la controinformazione, e contro le quali si propongono da più parti leggi bavaglio e sistemi di verifica, sono in realtà il vero cavallo di battaglia della sceneggiatura dell’informazione mediatica. Una sceneggiatura, sì: perché tutto (o quasi) nel sistema mainstream segue uno script, e viene diffuso, nascosto o mimetizzato a seconda delle esigenze del potere. Un potere che, come sottolinea Enrica, è sempre dietro le quinte e di cui i politici rappresentano solo la facciata momentanea.
La Internet globale, che da una parte rappresenta un’arma del mainstream grazie ai big data e alla capillare schedatura di ciascuno di noi, oggi è paradossalmente diventata anche la quinta colonna che diffonde notizie vere, attraverso cui viene disseminata conoscenza, capace di raggiungere gli individui in modi imprevedibili e incontrollabili (dai gruppi Telegram ai messaggi Whatsapp). Da qui il panico palpabile e la guerra ormai dichiarata contro i mille rivoli di internet che sfuggono al controllo globale.
Enrica conclude invitando tutti, come sempre, a riappropriarsi della coscienza critica e a fare informazione. Ed ha ragione: se ogni giorno c’è una persona in più che prende quella ormai paradigmatica pillola rossa, ogni giorno ci riavviciniamo di un altro passo alla riconquista della nostra libertà. Perché la sceneggiatura è arrivata alla fine, e la prossima vogliamo scriverla noi. Con parole di verità.
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