16 settembre 2017

Imposimato: La Mia Risposta a Renzi

Ferdinando Imposimato
Che dire a Renzi, poveretto! Se c'è un gioco sporco, questo riguarda lui e le leggi da lui volute, tutte a favore di potenti gruppi di potere, amici e lobbies. Per me è stato un grande onore avere avuto, come candidato alla Presidenza della Repubblica, il voto del M5S, la formazione politica più vicina ai cittadini, ai lavoratori, ai pensionati, agli insegnanti, ai risparmiatori e ai giovani. Senza il Movimento la democrazia sarebbe morta prima con la modifica dell'articolo 138 e poi con l'infame legge liberticida voluta da Matteo Renzi, che si è servito di ogni mezzo per vincere, perfino dell'aiuto di Obama, Merkel e Hollande. E di una marea di opportunisti , tra cui Benigni e Eugenio Scalfari. Una delusione è stato il Presidente Sergio Mattarella che, avendo il dovere di imparzialità, si è schierato per la riforma.
Il Movimento resta la mia speranza di riscatto, di cambiamento e alternanza. Le mie critiche sono solo ad adiuvandum, come credo sia giusto fare, e non mirano a distruggere il Movimento.
Quanto al resto, il Governo Renzi e quello Gentiloni avevano il dovere di agire nella legge sui vaccini con imparzialità secondo l'articolo 97 della Costituzione. Questo dovere si estende al direttore generale del Ministero della Sanità. Sennonché un membro del Consiglio di Amministrazione di Glaxo Smith Kline, produttrice dei 10 vaccini, è anche direttore generale del ministero della "salute". Egli ha preparato il decreto sui vaccini e i provvedimenti attuativi. Un clamoroso conflitto d'interesse e abuso d'ufficio: è stato presentato esposto del Codacons all'autorità anticorruzione. Ma a parte ciò esistono nella legge sui vaccini gravi violazioni della Costituzione. In primo luogo le legge è stata approvata da un Parlamento illegittimo, secondo la sentenza n.1-2014 della Corte Costituzionale. La legge viola la libertà individuale, come emerge dai lavori preparatori dell'articolo 32 della Costituzione: "si tratta di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione" (A. Moro, Commissione Costituzione, 28 gennaio 1947). Moro impose "un limite al legislatore, impedendo pratiche sanitarie lesive della dignità umana".
La legge è in contrasto con l'articolo 34 che prevede "la scuola dell'obbligo per almeno otto anni": sicché i ragazzi fino a 5 anni, se non vaccinati, sono esclusi dalla scuola, mentre quelli da sei anni in su, soggetti alla scuola dell'obbligo, hanno il diritto e il dovere di accedere alla scuola, anche se non vaccinati. Assurdo! L'esclusione del bambino tra i 6 e i 14 anni dalla scuola dell'obbligo per violazione della legge sui vaccini ridurrebbe in modo immotivato uno dei diritti cardine della nostra Carta fondamentale, il diritto allo studio , con un'illegittima discriminazione a totale discapito dei singoli individui.
La legge sui vaccini obbligatori viola anche l'articolo 3 sulla eguaglianza di fronte alla legge: vi è disparità di trattamento tra i bambini fino a 5 anni e quelli che hanno superato questa età. C'è disparità di trattamento tra italiani e stranieri: questi, a differenza degli italiani, devono vaccinarsi senza distinzione di età.
Un gran pasticcio dovuto all'analfabetismo dei governanti italiani che ignorano la Costituzione. La Corte Costituzionale (n. 307 14 giugno 1990 ) afferma che la legge che impone un trattamento sanitario "deve essere accompagnata dalle cautele o condotte secondo le modalità che lo stato delle conoscenze scientifiche e l'arte prescrivono". Fra queste "la comunicazione alla persona interessata di adeguate notizie circa i rischi di lesione o di contagio, nonché delle particolari precauzioni che, allo stato delle conoscenze scientifiche, siano verificabili ed adottabili". Tali informazioni sono mancate. Sono stati imposti medicinali e sieri sperimentali che possono incidere sui bambini dal punto di vista organico, come è accaduto spesso.

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