13 giugno 2022
L'istanza per la riapertura delle indagini sulla morte di Rita Atria
10 giugno 2022
I programmi militari segreti ucraini, di Thierry Meyssan
08 giugno 2022
Con il fallimento annunciato della CEI in Italia, la chiesa perde la lotta agli abusi sessuali nel mondo e il Governo italiano in Europa
Un gigante con i piedi di argilla e un fallimento negato solo dai media nostrani che fanno spalla, ma quanto sta accadendo in Italia, il paese che suo malgrado ospita da sempre e finanzia lo Stato della Città del Vaticano, dove la religione cattolica, il numero dei preti e dei fedeli è il più alto nel mondo.
Come verosimilmente il numero di bambini stuprati nelle parrocchie italiane. Un dato di cui lo Stato non si interessa ma che terrorizza la CEI che per questo oggi più che mai invoca ai media “amici” la censura delle vittime.
06 giugno 2022
Esclusivo: Klaus Schwab contro la Russia
Il presidente del Forum Economico Mondiale, Klaus Schwab, ha organizzato l’edizione 2022 in funzione del sostegno all’Ucraina contro la Russia. Non solo ha consentito che l’oligarca Pinchuk installasse una Casa dei crimini di guerra russi, ma ha pianificato interventi ad hoc in seduta plenaria, di cui uno del presidente Volodymyr Zelensky.
Questo sostegno incondizionato ai banderisti si spiega con le origini di Klaus Schwab. Al contrario di quanto racconta la leggenda familiare, è figlio di un generale della Wehrmacht (foto), decorato non solo per fatti d’armi durante le due guerre mondiali, ma anche per gli atti compiuti nell’impero turco ottomano, durante il genocidio dei cristiani, in particolare degli armeni.
03 giugno 2022
Presto l'Ucraina smembrata dagli Alleati
Washington intente approfittare della vittoria russa in Ucraina per annettere Leopoli alla Polonia, come già accadde dopo la prima guerra mondiale. All’epoca, in seguito a una breve guerra fra ucraini e polacchi per il controllo della Galizia nel contesto del disfacimento dell’impero austroungarico, la Conferenza di Pace di Versailles e la Società delle Nazioni decisero di annettere amministrativamente per 25 anni la Galizia alla Polonia e d’indire in seguito un referendum di autodeterminazione.
Lo scopo era rafforzare la Polonia per irrobustire lo sbarramento all’ideologia sovietica.
01 giugno 2022
ANDREA ROCCHELLI ANCORA SENZA GIUSTIZIA. FU UCCISO IN UCRAINA 8 ANNI FA
Era in Donbass. Documentava le sevizie ai civili durante gli scontri fra esercito e indipendentisti filorussi- Un dossier e un video di Ossigeno
Otto anni fa, il 24 maggio del 2014, il fotoreporter Andrea Rocchelli (Andy, per i suoi amici) fu ucciso nel Donbass, nei pressi di Sloviansk, colpito dai mortai in dotazione all’esercito ucraino che difendevano una collina contesa dagli indipendentisti filorussi.
Andrea aveva trentuno anni. All’inizio del 2014 era andato in Ucraina per documentare gli scontri nelle piazze (“Euromaidan” saranno poi chiamati), scontri che avevano scosso l’Ucraina. Una volta lì, aveva scoperto che oltre alle proteste nelle piazze riferite dalle principali testate giornalistiche internazionali, vi erano altre storie importanti che non venivano raccontate: gli scontri armati fra esercito ucraino regolare e indipendentisti filorussi. Questi combattimenti mettevano la popolazione civile in terribili condizioni di pericolo.
L’ATTACCO – Anche quel 24 maggio 2014 era andato con un taxi, a verificare le condizioni dei civili presi fra due fuochi nei pressi di Sloviansk. Era insieme a due suoi colleghi e amici: il fotoreporter francese William Roguelon e l’attivista e giornalista russo Andrej Mironov. Arrivarono ai piedi della collina Karachun. Erano appena scesi dal taxi quando furono raggiunti da ripetuti colpi di mortaio che li colpirono. Andrea Rocchelli e Andrej Mironov persero la vita.
30 maggio 2022
Le vittime di pedofilia chiedono al nuovo capo dei vescovi di cambiare linea
Sul tavolo della 76esima assemblea generale della Cei, oggi in chiusura, c’è un dossier che scotta, quello degli abusi nella Chiesa. Sarà proprio questo il nodo gordiano che il neopresidente dei vescovi, il cardinale Matteo Maria Zuppi, salutato come l’emblema del cambiamento, sarà chiamato ad affrontare. Infatti, mentre nel mondo cattolico deflagra lo scandalo della violenza sui bambini e sulle religiose, in Italia dai vescovi ancora non arriva una chiara ammissione di responsabilità, né tantomento la determinazione a fare chiarezza, aprendo gli archivi vaticani e dando il via a una radicale operazione di trasparenza che finalmente renda giustizia alle vittime.
Stavolta, però, non basteranno le solite generiche dichiarazioni sulla lotta alla pedofilia nelle parrocchie, come ha fatto lo stesso ex presidente Gualtiero Bassetti nel suo discorso introduttivo ai lavori dell’assemblea, quando ha ripetuto che la Cei conferma il suo impegno per la tutela dei minori e la promozione di «una migliore conoscenza del fenomeno degli abusi per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione».