Le dichiarazioni tratte dall’articolo sono contenute anche nel libro-inchiesta “The Real Anthony Fauci” scritto dall’avvocato e attivista Robert F. Kennedy Jr. Un bestseller, nonostante la pesantissima censura dei media e delle case editrici americane. A pagina 151, Kennedy racconta che l’immunologo Arye Rubinstein, il maggiore esperto mondiale di Aids, premiato nel 1983 dal Nih (National Institutes for Health) per le sue ricerche sulla trasmissibilità del virus, era “sconcertato” dalla “stupidità” di Fauci perché le sue dichiarazioni non trovavano riscontro nel patrimonio condiviso di conoscenza scientifica della malattia: “Le migliori evidenze scientifiche suggeriscono che l’infettività dell’Hiv, persino nei contatti intimi, è così trascurabile da essere incapace di sostenere un’epidemia generale”.
Fauci, l’Aids e il Covid
Nonostante le proteste di illustri colleghi, l’articolo di Fauci non fu mai ritirato né revisionato e le sue dichiarazioni furono rilanciate nelle successive interviste televisive. Le parole di Fauci ebbero un duplice effetto immediato: amplificare il terrore verso l’infezione e accrescere la sua influenza all’interno del Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), di cui divenne direttore dal 1984. “Fauci era in una posizione di autorevolezza ed era consapevole che qualsiasi cosa avesse detto, in un momento così delicato in cui le persone erano terrorizzate, avrebbe avuto un peso e sarebbe stata ripresa. E così avvenne – ha ricordato il senatore Jonhson – Nei giorni seguenti la stampa internazionale pubblicò un articolo intitolato ‘I contatti casalinghi possono trasmettere l’Aids’ e l’Associated Press un’agenzia in cui chiedeva ‘L’Aids si trasmette dai contatti di routine?’. Lo stesso giorno dell’articolo di Fauci, il New York Times pubblicò un pezzo intitolato ‘I contatti tra i famigliari studiati nella trasmissione dell’Aids’, citando proprio Fauci riguardo la possibilità di contagiarsi in famiglia”.
Fauci ha esagerato la paura dell’Aids, ed è quello che sta facendo ancora oggi per il Covid. Ha stigmatizzato i malati di Hiv con i suoi allarmismi. Alcuni mesi dopo ha fatto marcia indietro, dichiarando: ‘E’ assurdo suggerire che l’Aids possa essere contratto attraverso i normali rapporti sociali, come stare nella stessa stanza o sedersi accanto sul bus’. Ma il danno ormai era fatto: la paura della nuova ‘pestilenza divina’ si era diffusa a livello mondiale. Dovrà arrivare il 1991, in un’Italia altrettanto terrorizzata dalla fobia di contrarre l’Aids anche solo sfiorando un malato, perché l’immunologo Fernando Aiuti, per smontare la falsa narrativa sul contagio diffusa dai media, decidesse di baciare, di comune accordo, una sua paziente sieropositiva durante un congresso sull’Hiv a Cagliari...
Nessun commento:
Posta un commento