11 novembre 2021

CARABINIERI / CONTRO IL GREEN PASS AMMAZZA DIRITTI


Forti fibrillazioni nelle forze dell’ordine sul fronte dei vaccini.

A quanto pare circa il 25 per cento di poliziotti e carabinieri, fino ad oggi, non è vaccinato.

La ‘diserzione’ è però ben motivata. In perfetta punta di diritto, come si dice in gergo legale.

Lo testimonia un fresco documento sottoscritto dagli aderenti di ‘Unarma’, la prima, combattiva – è il caso di dire – sigla sindacale della Benemerita. A fondarla, quasi trent’anni fa, nel 1993, il brigadiere Ernesto Pallotta, autore all’epoca di ‘La democrazia nelle Forze Armate, ovvero il diritto negato’, un saggio politico in cui denunciò l’assenza di democrazia nel mondo militare.

Ma veniamo alla forte presa di distanza da parte di Unarma nei confronti della attuale politica del governo Draghi, tutta a base di Green Pass e di progressivo azzeramento della democrazia e dei diritti di TUTTI i cittadini.

Ecco i passaggi più significativi del documento.

“Il nostro ordinamento con l’ultimo Decreto-legge sembrerebbe esprimere un modello divergente e dicotomico da quanto rappresentato nel quadro ordinamentale europeo; pertanto sulla base degli articoli 11 e 17, comma 1, della Costituzione e della giurisprudenza della Corte Costituzionale, tale decreto legge andrebbe disapplicato dal Giudice, ovvero in subordine attivato il meccanismo del rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia (europea, ndr). Infatti, non si tratterebbe di una divergenza minore e superabile nel libero esercizio di discrezionalità politico-legislativa, ma saremmo in presenza della configurazione di un altro modello di governance della pandemia, fondato su forme discriminatorie, piuttosto che estensive dell’esercizio dei diritti”.

Prosegue il documento: “In sostanza, la certificazione verde finirebbe per costituire l’imposizione, surrettizia e indiretta, di un obbligo vaccinale per quanti intendono circolare liberamente e/o usufruire di spazi e serviziNe conseguirebbe la violazione della libertà personale, intesa quale legittimo rifiuto di un trattamento sanitario non obbligatorio per legge, o comunque di continue e quotidiane pratiche invasive e costose quali il tampone”. 

“Occorre interrogarsi se il Green pass, per essere ragionevole e proporzionato in termini costi/benefici, sia effettivamente l’unico strumento in grado di garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini e dunque tale da imporre limiti legittimi alla libertà di circolazione, così come consente la Costituzione. Da un’attenta lettura dell’articolo 3 del Decreto-legge numero 105/2021, sembrerebbe che s’intenda attribuire al Green pass la valenza di ‘lasciapassare’ per l’accesso ai servizi (attività ricreative e/o sportive e/o culturali) riferendosi, dunque, più alla sfera della libertà personale, intesa quale diritto di svolgere attività che sviluppino la propria dimensione psico-fisica, piuttosto che alla sfera della libertà di circolazione. Infatti, quest’ultima non subirebbe limitazioni dall’introduzione del Green pass, ben potendo i non vaccinati circolare liberamente sul territorio nazionale. Ma anche a voler ritenere il Green pass uno strumento limitativo della libertà di circolazione, la questione si infrange sulla carenza del presupposto giustificativo della natura prescrittiva dello stesso, che non potrebbe collegarsi esclusivamente alla ‘sua’ fonte di produzione (il decreto-legge), ma che andrebbe identificato   nella preventiva imposizione dell’obbligo vaccinale; per cui soltanto una legge che imponga la vaccinazione obbligatoria – ove sussistano i presupposti legali e scientifici – potrebbe costituire valido fondamento  giuridico al Green pass di tipo prescrittivo”.

E ancora: “Si passa dunque da un modello europeo che propone di agevolare la libertà di circolazione in sicurezza, impostato su un concetto di responsabilità individuale e collettiva, ben riconducibile, nei suoi aspetti strutturali e funzionali, ai modelli liberal-democratici, ad un modello prescrittivo e discriminatorio, nel quale la dimensione della doverosità, pur presente in Costituzione, si troverebbe priva di un fondamento giuridico costituzionale, ed in ogni caso apparirebbe sproporzionata rispetto alle esigenze tese a garantire l’esercizio responsabile di libertà individuali”.

Sorge spontanea la domanda: per Draghi & C., a questo punto, anche i carabinieri sono dei pericolosi sovversivi?


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