12 novembre 2021

Bomba dall’Iss: appena 3.783 i morti “solo” per Covid

«Non è una notizia, è una bomba: se ne dovrebbe parlare in ogni talk televisivo». Carlo Freccero commenta così la novità della settimana: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, sono appena 3.783 le persone uccise in Italia “solo” dal Covid, cioè prive di gravi malattie preesistenti. Numeri pazzeschi, che demoliscono qualsiasi delirio securitario, dal coprifuoco di Conte al Green Pass di Draghi. «Rendetevi conto: meno di 4.000 vittime, contro le 130.000 esibite, in un paese in cui ogni anno, mediamente, i decessi sono 650.000», fa notare lo storico Nicola Bizzi. «La semplice influenza stagionale può uccidere anche 15.000 persone», osserva il professor Alessandro Meluzzi, nel frattempo sospeso dall’Ordine dei Medici per aver rifiutato il Tso governativo. Notizia nella notizia: a “sparare” il report dell’Iss è stato un solo quotidiano, “Il Tempo”, diretto da Franco Bechis (a sua volta ripreso soltanto da un’altra testata, “La Verità”, di Maurizio Belpietro). Da tutti gli altri, silenzio. Anzi: si parla solo di “casi” e contagi in rialzo, per spingere disperatamente sul tasto dell’inoculo genico sperimentale, ancora chiamato “vaccino”: misura coercitiva che Draghi impone sul lavoro ricorrendo col ricatto, pena la perdita dello stipendio.

E tutto questo, per un virus che avrebbe ucciso – da solo – molto meno dell’influenza stagionale? Siamo di fronte a qualcosa che scredita l’intera narrazione dell’emergenza pandemica, avverte Freccero, già direttore di Rai2, ospite su YouTube il 22 ottobre della trasmissione Brusaferro, IssL’Orizzonte degli Eventi”, condotta da Tom Bosco con Matt Martini e lo stesso Bizzi, co-autori del saggio “Operazione Corona” (Aurora Boreale) citato da Freccero come esempio di ricerca della verità per smantellare la montatura mondiale ancora in corso. «Sapevamo fin dall’inizio che i dati allarmistici erano truccati, e infatti l’abbiamo scritto», ricorda Martini, chimico farmaceutico. «E’ vero, ma è sconcertante che oggi sia proprio l’Istituto Superiore di Sanità – dice Freccero – a scodellare dati che, di fatto, smentiscono di colpo tutta la narrazione della paura allestita dai grandi media, interamente controllati – a livello di vertice – da editori ben collegati al potere, tramite comuni interessi finanziari».

A rompere il muro di silenzio è stato Bechis, già in prima linea – qualche anno fa – nel denunciare (insieme al presidente dell’Ordine dei Biologi) la presenza di vaccini “sporchi”, tra quelli resi obbligatori, per i bambini, dalla legge Lorenzin. Stavolta, è l’Iss diretta da Silvio Brusaferro a fornire le cifre (vere) del profilo sanitario del problema, maneggiato in modo sleale per rinchiudere la gente in casa e demolire le piccole aziende, e ora condizionare – con il ricatto “vaccinale” – la ripresa della vita sociale. «Il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza», sintetizza il direttore del “Tempo”. «Secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall’istituto – scrive – solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 Bechissarebbe dovuto al Covid-19». Tradotto: «Dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto, solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé».

Tutti gli altri italiani che hanno perso la vita «avevano da una a cinque malattie che, secondo l’Iss, lasciavano loro poca speranza». Addirittura il 67,7% soffriva di più di tre malattie compresenti, e il 18% di almeno due. Sempre secondo l’Iss – continua Bechis – il 65,8% degli italiani che non ci sono più dopo essere stati infettati dal Covid era malato di ipertensione arteriosa (pressione alta), il 23,5% era anche demente, il 29,3% aggiungeva ai malanni un po’ di diabete, il 24,8% pure la fibrillazione atriale. Non basta: il 17,4% aveva già i polmoni ammalati e il 16,3% aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni. Ancora: il 15,7% soffriva di scompenso cardiaco e il 28% aveva una cardiopatia ischemica. In più, uno ogni dieci era anche obeso; un altro (su dieci, sempre) aveva avuto un ictus; e altri ancora – sia pure in percentuale più ridotta – avevano problemi gravi al fegato, erano in dialisi o colpiti da malattie auto-immuni. «Se non è il virus a uccidere gli italiani – si domanda Bechis – allora mi spiegate perché la scienza ha imposto tutto quello che abbiamo visto in questo anno e mezzo abbondante? Dalle mascherine, al distanziamento, al lockdown e così via?».

«E come facevamo ad avere quasi 126.000 italiani ridotti in quelle condizioni con 3, 4 o 5 malattie gravi, destinati comunque ad andarsene se anche non fosse mai esistito il coronavirus in poco tempo? Quei numeri – sottolinea sempre il direttore del “Tempo” – sarebbero un atto di Frecceroaccusa clamoroso, nei confronti del sistema sanitario italiano, da cui pure provengono». All’inizio di questa storia, ricorda il giornalista, «l’Italia mostrava di essere il paese del mondo più impreparato e pure incapace di affrontare la pandemia». Dagli scienziati, rapporti interlocutori: «Bisognava dire che questo virus non uccideva in sé», visto che per riuscire letale doveva essere «accompagnato ad altri malanni, in persone fragili». Poi, una volta comparsi i “vaccini genici”, l’esigenza governativa è diventata quella diametralmente opposta, scrive Bechis. E cioè: «Drammatizzare e spingere chiunque verso la salvezza delle fiale messe a disposizione».

Problema: «Si sono dimenticati di aggiornare le istruzioni sul rapporto mortalità, che ha seguito – nella sua pubblicazione, sempre più diradata nel tempo e mai tambureggiata – l’impostazione data all’inizio». Risultato: «Una gran confusione», che oggi «alimenta anche paure» e irrigidisce le resistenze dei milioni di italiani che alla campagna “vaccinale” hanno scelto di sottrarsi, anche a costo di subire le drastiche conseguenze introdotte dal governo Draghi. Imposizioni contro le quali si sono coraggiosamente schierati i portuali di Trieste, e prima ancora Nunzia Alessandra Schilirò (subito sospesa dal suo ruolo di vicequestore di Roma). E a proposito di Trieste, dice Matt Martini, la notizia è che il porto è tuttora Puzzerparalizzato: all’agitazione dei portuali, violentemente sgomberati, ha infatti aderito anche il personale che pilota i rimorchiatori. «Quindi le navi sono tutte ferme, alla fonda: non le sta scaricando nessuno. E non scordiamoci che da Trieste passa il 40% del petrolio che poi raggiunge la Germania».

Carlo Freccero ringrazia, offrendo il suo endorsement: «Se vi interessa sapere cosa succede davvero – dice, al pubblico – non perdetevi “L’Orizzonte degli Eventi”, con i preziosi aggiornamenti settimanali forniti da Matt Martini e commentati da Bizzi». Lo stesso Martini, in chiusura, propone una riflessione su un dettaglio forse rivelatore: il berretto blu indossato da Stefano Puzzer negli ultimi giorni è identico a quello della squadra di baseball dei Marines. Ipotesi: c’è la manina dei “trumpiani” (che negli Usa contrastano la “democratura-Covid” di Biden) dietro la tenacia dei ragazzi triestini? «Il blu è anche il colore della nostra polizia», sottolinea Freccero. Come dire: non stupirebbe più di tanto, se si scoprisse che sia stato qualche agente, magari della Digos, a convincere i portuali a rinunciare al corteo previsto, dato il rischio di infiltrazioni violente da parte dei soliti noti. «L’altro giorno – racconta Freccero – in una stazione mi ha fermato un poliziotto, dopo la mia partecipazione alla trasmissione di Barbara Palombelli, in cui ho esposto le mie preoccupazioni sull’operazione Covid. Ebbene, quel poliziotto mi ha detto: tenga duro, Freccero, vada avanti così».

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