28 dicembre 2019

GIALLO BERGAMINI / TRASFERITO IL PM A UN PASSO DALLA VERITA’


30 anni dal giallo Bergamini, il calciatore del Cosenza assassinato il 18 novembre del 1989 senza che ancora sia stata fatta verità e giustizia.
Eugenio Facciolla, il pm che stava lavorando da 4 anni sulle nuove, concrete piste investigative, è stato incredibilmente e improvvisamente trasferito dal Csm alla Procura di Potenza.
Ora l’ennesimo appello dei familiari della (allora) giovane vittima.
Sottolinea la sorella di DenisDonata Bergamini. “Devo accettare che il nostro sistema giudiziario prevede tre gradi di giudizio e che anche per i peggiori reati esistono gli sconti di pena. Però chi ha ucciso mio fratello e chi ha mentito, ha beneficiato di trent’anni di impunità mentre la mia famiglia è stata punita nel modo più atroce e disumano. Sono veramente stanca di aspettare, ma nutro fiducia nel procuratore Facciolla”.
L’appello, ripreso dall’Avvenire lo scorso 18 novembre, ha subito ricevuto una risposta dalla giustizia di casa nostra: il Csm, infatti, ha trasferito in un baleno il procuratore scomodo, colui il quale stava tirando le fila della sua strategia investigativa.
Ecco come descrive la vicenda un sito calabrese. “Dopo tre decenni di insabbiamenti, assurdi depistaggi e falsità profuse in serie industriale, la giustizia stava facendo bene il suo corso, grazie al lavoro certosino intrapreso quattro anni fa dal procuratore di Castrovillari Facciolla, il quale aveva accolto la richiesta di riapertura delle indagini sulla morte di Bergamini avanzata dal legale della famiglia del calciatore, l’avvocato Fabio Anselmo”.
Lo stesso, combattivo legale che ha difeso la famiglia Cucchi per l’uccisione di Stefano.
Le indagini di Facciolla, viene precisato, “avevano accertato, una volta per tutte, che il ventisettenne centrocampista del Cosenza non si era affatto suicidato, alla vigilia della gara con il Messina (che mai avrebbe saltato per nulla al mondo), gettandosi sotto un camion che transitava sulla statale 106 in località Roseto Capo Spulico, ma vi era stato gettato dopo che mani ignote l’avevano ucciso”.
E ancora. “Assassini che lo avevano prelevato a forza dal cinema di Cosenza dove era andato a vedere un film assieme ai compagni di squadra (era sabato e quindi in ritiro)”.
Poi: “Questo e molto altro era ormai chiaro al procuratore Facciolla e ai suoi collaboratori che avevano proceduto ad indagare tre persone: due per concorso in omicidio, Raffaele Pisano (il camionista), Isabella Interno, ex fidanzata di Denis, e il poliziotto Luciano Conte (marito della Interno) accusato di favoreggiamento.
Sulla vicenda è stato appena pubblicato un libro, “Oltre l’indizio” scritto dalla giornalista Rita Cavaliere.

Nella foto Denis Bergamini

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