E’ spuntato per via naturale o è stato prodotto in laboratorio, il famigerato virus del Covid 19?
Il dilemma si pone ormai da quasi un anno e mezzo, il pomo della discordia è il laboratorio di Wuhan. Ma non solo. Come la ‘Voce’ ha documentato in una lunga inchiesta di pochi giorni fa, inquietanti segnali arrivano dagli Stati Uniti, sotto i riflettori il super centro di Fort Detrick, dove sono stati condotti spericolati esperimenti fino a luglio 2019, mese in cui le stesse autorità americane hanno posto fine a quei test e chiuso il centro. Ma cosa era successo per provocare quella improvvisa chiusura? Non si è mai saputo, sulla vicenda è calato il silenzio più totale né i media hanno mai cercato di far luce su quel più che inquietante (per i destini dell’umanità) mistero.
Del resto gli americani sono presenti ovunque, sul palcoscenico delle nuove ‘biologic wars’. Non solo via Fort Detrick e i circa 200 centri e laboratori sparsi in mezzo mondo, tutti impegnati fino al collo in ricerche che più ‘border line’ non si può; ma anche proprio attraverso il laboratorio di Wuhan, le cui ricerche sono state generosamente finanziate dal ‘NIAD’, l’istituto in cui regna da sempre il super virologo a stelle e strisce Anthony Fauci.
Per l’occasione il NIAD si è servito della copertura di un’altra sigla scientifica, ECOHEALTH ALLIANCE, guidata da un ricercatore molto controverso: quel Peter Daszak che ha guidato, come rappresentante americano, la taroccata missione promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per visitare a gennaio 2020 i famigerati laboratori di Wuhan.
Of course, quella missione ha partorito il classico topolino. Evidente, infatti, che il capo-missione Daszak volesse far di tutto per nascondere al mondo quel che aveva finanziato per fantomatiche ricerche condotte, quindi, in perfetta partnership con i cinesi. La missione, quindi, ha fatto flop: tutto ok, niente di pericoloso.
Solo mesi dopo gli americani si sono ‘svegliati’, o meglio hanno fatto finta di svegliarsi. E accorgersi di quello che a Wuhan era successo. Da qui l’accelerazione per altre indagini sulle attività del laboratorio cinese, e la richiesta di una nuova missione, preferibilmente più seria, ma sempre sotto l’egida dell’OMS.
Il tutto, nel bel mezzo della sempre più chiassosa bagarre USA-Cina, pronte a lanciarsi reciprocamente pesanti accuse sul fronte delle ‘biologic wars’, usate sempre più come un’arma di ricatto.
E cosa hanno fatto i media internazionali per far luce sulla vera origine del coronavirus? Nato dove, il virus? Prodotto o no in laboratorio? ‘Naturale’ o ‘artificiale’?
Il caos più totale, media in piena crisi e facile preda – per molti mesi – dei tentativi di depistaggio orchestrati proprio dall’onnipresente Peter Daszak: il cui nome porta direttamente ad Anthony Fauci.