Il presidente Joe Biden ha organizzato il 22 settembre 2021 un Summit Globale virtuale contro il Covid-19, a margine della 76^ Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Biden aveva annunciato la partecipazione di almeno un centinaio di Stati, nonché un centinaio di organizzazioni. Vi hanno invece partecipato solo qualche Paese sviluppato, alleato degli Stati Uniti, e varie organizzazioni.
Il presidente Biden ha promesso di distribuire ulteriori 500 milioni di dosi di vaccino per raggiungere l’obiettivo della vaccinazione del 70% della popolazione di ogni Stato del mondo.
L’annuncio lascia perplessi: Washington non ha mantenuto le precedenti promesse di distribuire per tempo 160 milioni di dosi; nel frattempo il prezzo dei vaccini è notevolmente aumentato. Non si capisce quindi come gli Stati Uniti potranno finanziare uno sforzo che non sono riusciti a finanziare quando era molto meno oneroso. Soltanto l’1% delle popolazioni dei Paesi che non sono in grado di acquistare i vaccini è vaccinato. Sarà perciò particolarmente difficile in questi Stati lottare contro il Covid con la strategia vaccinale.
La massiccia assenza al summit degli Stati che dovrebbero beneficiare del programma di aiuti fa percepire la loro diffidenza sia rispetto agli impegni degli Stati Uniti sia rispetto alla strategia vaccinale. Molti si sono già rivolti a Russia e Cina per trovare altre soluzioni, tanto più che gli Stati Uniti − campioni della strategia che punta soltanto sul vaccino − hanno ottenuto un risultato catastrofico: i loro morti per milione di abitanti sono 25 volte multipli di quelli della Cina.
È la prima volta che un incontro organizzato dagli Stati Uniti per distribuire donazioni è boicottato dai potenziali beneficiari.
Rachele Marmetti
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