Giovanna Finocchi è direttrice del corso di laurea in scienze infermieristiche e docente di etica e bioetica. Lo scorso marzo, ai sensi della legge 81/08, è stata convocata dalla propria direzione sanitaria per eseguire il test antigenico.
“Già dall’aprile del 2020 ho iniziato a studiare i numeri dell’ISS, dell’Istat, di Epicentro, insomma i dati di tutti quegli istituti che da anni monitorano l’andamento delle epidemie in Italia, in particolare dell’influenza stagionale. Mi sono resa conto che questi numeri non si discostavano molto rispetto a quelli degli anni precedenti, così ho iniziato a informarmi su altre fonti oltre a quelle dei telegiornali. Inoltre, a seguito dei provvedimenti adottati per contenere l’epidemia, che risultati sono stati ottenuti?”
Scettica sulle reali dimensioni dell’emergenza sanitaria e sulle misure messe in campo dal governo, Giovanna Finocchi prende dunque una decisione drastica: decide di non sottoporsi al tampone. Per questa ragione viene sospesa dal proprio impiego. Una decisione, quella di Giovanna, dettata dalla propria coscienza etica: dalla necessità di dissociarsi dalla narrazione dominante e dalle misure adottate dalle autorità sanitarie.
“Se tutti continuiamo a fare quello che ci viene detto, senza metterne in discussione l’utilità, ci potranno far fare quello che vogliono. Che senso ha eseguire milioni di tamponi, con costi altissimi per far rimanere a casa le persone sane?”
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