31 marzo 2020

Cosa ci insegna la SARS ai tempi del Coronavirus



Gordon Poole
Pubblichiamo un articolo sulla Sars del politologo statunitense naturalizzato partenopeo Gordon Poole uscito nel  2003 su “Guerre e pace”. Nel pezzo Poole si mostrava sorpreso del fatto che nessuna fonte chiedesse se quel morbo potesse essere causato da un virus  creato in un laboratorio, sfuggito al controllo e accidentalmente diffuso o addirittura artatamente disseminato come un esperimento di guerra biologica. «Non che io avessi colto evidenze o prove di un simile accadimento – commenta oggi Poole –  ma mi sembrava un’ipotesi niente affatto fantascientifica, considerando la lunga e documentata storia di esperimenti e attacchi fatti nel corso degli anni dagli Stati Uniti, e segnatamente contro la Cina, Cuba e Corea, ma anche irrorazioni sperimentali (servendosi di zanzare come vettori) anche contro i propri cittadini, per esempio a New York nell’Holland Tunnel e all’aeroporto di Minneapolis (Minnesota)». Questo e altro veniva ampiamente discusso nell’articolo, citando le fonti.
Ignorato dalla grande stampa (anche da “il manifesto”), il pezzo di Gordon Poole fu invece ripreso e diffuso da numerosi siti in internet, fra i quali RCM (Rete civica di Milano), Il pane e le rose, ArcheoAmbiente, www.reeforumzone.com. Termometrro politico, Nuovi Mondi Media, Archivo Newswire e il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa (Milano). Tutto questo interesse però si spense fra il 2003 e il gennaio 2004.
«Allo stato – dice oggi alla Voce il politologo –  nessuno ha ripreso l’argomento, ma le mie perplessità rimangono, considerando il diffondersi del Coronavirus, che ha colpito di nuovo la Cina per prima, ma forse proveniente da un laboratorio nel Sud Corea. Trovo particolarmente interessante che gli Usa scelgano questo momento per schierare nel Nord-Europa un esercito di circa 37.000 militari, tutti esenti dalle norme preventive sul Coronavirus».
* * *
Gordon Poole Nato nel Massachusetts nel 1934, è vissuto per lo più in Italia dal 1957. Dal 1975 insegna presso l’Istituto Universitario Orientale, Napoli. La sua militanza pacifista ed anti-imperialista risale ai primi anni Sessanta e comprende momenti americani di forte impegno organizzativo come Berkeley nel 1965-67 e Minneaopolis nel 1971-72. E’ membro attivo di organizzazioni politiche e pacifiste. Fa parte della redazione del mensile “Guerre e pace”


La SARS e gli esperimenti Usa 

“In un periodo caratterizzato dagli allarmi antiterrorismo, è curioso come sia poco considerata l’ipotesi che la SARS sia stata diffusa artatamente a fini sperimentali.La storia di mezzo secolo di scandalosi esperimenti chimici, biologici e radioattivi condotti sulle popolazioni da parte degli Stati Uniti”.


La diffusione della Sars nel 2003
A Hong Kong, specificamente nella provincia di Guangdong (sotto autorità della Repubblica cinese) è scoppiata una forma di polmonite, battezzata provvisoriamente SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), refrattaria alle cure conosciute, non si sa se dovuta a cause virali o batteriologiche. I laboratori specializzati incaricati si sono messi subito al lavoro per ricercare le specifiche cause del morbo, che ha già raggiunto dimensioni epidemiche, e per trovare cure efficaci. Intanto il consiglio comunale di Hong Kong ha deciso di cambiare lo slogan pubblicitario usato per richiamare i turisti: “Hong Kong Will Take Your Breath Away!” (“Hong Kong ti mozzerà il fiato”).

IPOTESI BIOTERRORISMO
Secondo “Zkea Report” (2/4/2003), le città della provincia di Guangdong, sporche, affollate e piene di animali da cortile, offrono la situazione perfetta per l’incubazione di microorganismi. Questo dunque è l’ipotesi più probabile – come è successo col virus dell’Aids o con l’epidemia di influenza del 1918, la terribile “spagnola”.
Stranamente invece, si parla poco dell’ipotesi di un attacco terroristico, cioè che l’ignoto virus (o batterio) sia stato diffuso artatamente, se non per compiere un attentato, più verosimilmente per sperimentare le possibilità di diffondere un’epidemia. E ciò malgrado l’allerta antiterroristica, che gli Stati uniti hanno usato anche per giustificare la guerra contro l’Iraq, o che è scattata tempo fa a Napoli, senza alcuna minaccia evidente, portando all’arresto di numerosi pakistani, poi rilasciati; o malgrado l’ordinanza della presidenza del Consiglio su piani d’emergenza contro il bioterrorismo in Italia (“Leggo”, 1/4/2003), in curiosa coincidenza col diffondersi della SARS.
Ancora il 1 aprile, dopo che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’aveva definita “una delle più grandi epidemie degli ultimi anni” e dopo il contagio di 1.622 persone con 58 decessi (il 14 aprile i casi erano 3169 e i morti 144), il premio Nobel Renato Dulbecco si mostrava ottimista (“Presto si troverà un vaccino”) ed escludeva l’ipotesi del bioterrorismo (“Leggo”, 1/4/2003). Le autorità orientali, invece, non escludono tale possibilità, per cominciare a studiare la quale bisognerebbe individuare il primo o i primi malati e ricostruire i loro movimenti, contatti ecc.
Non è certo mio intento suggerire che la SARS sia il risultato di un attacco terroristico. Soltanto non mi spiego la poca attenzione prestata a questa ipotesi.

SPERIMENTAZIONI DA SCANDALO
La possibilità di condurre attacchi chimici e biologici viene studiata da molti anni da più parti, soprattutto nei paesi più ricchi, in possesso dei laboratori meglio attrezzati per fare la necessaria sperimentazione sia in vitro sia su esseri viventi, compresi gli esseri umani.
Qui mi limiterò a considerare gli esperimenti condotti dagli Stati Uniti sulle proprie popolazioni e su quelle di altri paesi tra la Seconda Guerra Mondiale e la fine degli anni Sessanta: esperimenti sui quali esiste un’ampia, anche se presumibilmente parziale, documentazione.
Si tratta di un ventennio di sperimentazione da scandalo, alla fine del quale Donald M. MacArthur, vicedirettore di ricerche e ingegneria presso il dipartimento della Difesa, in una testimonianza davanti a una sottocommissione del Committee on Appropriations della Camera dei Rappresentanti ebbe a riferire il 9 giugno 1969 la seguente previsione:
“Entro i prossimi cinque, dieci anni, si potrà fare probabilmente un nuovo microrganismo infettivo diverso in alcuni importanti aspetti da qualsiasi organismo noto come causa di malattie. Fra questi aspetti, il più importante potrebbe essere che tale organismo sarebbe refrattario ai processi immunologici e terapeutici da cui dipendiamo per conservare una relativa libertà da malattie infettive”. (Aspetto, sia detto incidentalmente, che presenta anche la SARS).
Durante quello stesso ventennio e fino ad anni recenti, secondo un libro di William Blum apparso recentemente anche in Italia (1) , gli Stati Uniti hanno condotti esperimenti ancora più pericolosi ai danni delle popolazioni di altri paesi, per esempio le Isole Bahamas, Canada, Cina, Corea, Vietnam, Laos, Panama, Cuba e altri ancora.


EPIDEMIE INDOTTE…
Cominciamo con gli esperimenti fatti ai danni degli stessi statunitensi. Per sua esplicita ammissione , tra il 1949 e il 1969 l’esercito degli Usa disseminò vaste aree del paese, dall’Atlantico al Pacifico, di vari organismi (2) in un esperimento teso a misurarne gli effetti nell’aria e sul territorio.
Si presume che gli esperimenti fossero interrotti nel 1969, ma non è certo .

Nel 1950 si servì di aerei e di colombe viaggiatrici per lanciare penne di tacchino infette da spore cereali atte a contaminare le coltivazioni di avena al fine di determinare se in questo modo si potesse diffondere un’epidemia come arma biologica (3) . Come si vedrà più avanti, ci sono indicazioni che proprio questo sistema sia stato usato contro la Cina e la Corea nel 1952.
Sempre nel 1950 , tra il 20 e il 27 settembre , una nave della marina militare fece un ” attacco ” biologico sperimentale di una settimana nella baia di San Francisco, diffondendo una nube pestifera di bacillus globigii e di Serratia marcescens. Lo scopo dichiarato fu di studiare “le possibilità offensive di attaccare dal largo una città portuale con una nebulazione da BW [guerra biologica]”.
Dal 29 settembre, presso l’ospedale dell’università di Stanford si ebbero ricoveri di persone affette da Serratia marcescens, un tipo di infezione prima mai verificatasi in quell’ospedale con 11 malati, di cui uno morì (4).

… SOSTANZE TOSSICHE …
Nel 1953 , nella città di Minneapolis (Minnesota) una massiccia quantità di solfato di zinco-cadmio fu diffuso in 61 riprese.
Si tratta di una sostanza che, grazie soprattutto alla presenza del cadmio, è molto tossica e può produrre danni ai polmoni, ai reni e al fegato. Nello stesso anno la sostanza fu diffusa sperimentalmente al centro della città di St. Louis, a Washington (DC), nella Virginia e, nel 1969, a Cambridge, Maryland (5).
Negli anni Sessanta l’esercito Usa disseminò batteri in grande quantità nell’aeroporto nazionale di Washington nonché nel terminale degli autobus Greyhound per verificare se un agente nemico avrebbe potuto diffondere il vaiolo. Si usò il Bacillus subtilis , potenzialmente dannoso per malati e anziani, soprattutto se affetti da malattie cardiache o tumori (6). Anche la CIA fece i suoi sperimenti chimici e biologici: nel 1955 , a Tampa (Florida) diffuse, nell’aria, batteri di tosse convulsiva. Il numero di malati aumentò in Florida da 339, di cui uno morì, nel 1954, a 1080, di cui dodici morirono, nel 1955 (7).

… BACILLI E ZANZARE
Nel 1956-1958 l’esercito sottopose le popolazioni di Savannah (Georgia) e Avon Park (Florida) a un esperimento per verificare se fosse “fattibile impiegare zanzare Aedes aegypti per portare un agente di guerra batteriologica”.
Centinaia di migliaia, se non milioni di zanzare furono disseminate. Secondo l’esercito non erano infette (8). Più avanti si vedrà come, secondo le autorità cubane, la stessa zanzara fosse usata contro Cuba nel 1981.
Un’azione congiunta a New York tra l’esercito e la Cia nell’11-15 febbraio del 1956 consisteva nello spruzzare le strade della città, compresi i tunnel Holland e Lincoln, con una sostanza non ancora identificata (9).
Dieci anni dopo, nel quadro di uno studio sulla Vulnerabilità dei passeggeri della metropolitana della città di New York a un attacco segreto con agenti biologici, l’esercito liberò una quantità enorme di Bacillus subtilis variant niger durante le ore di punta. Le correnti create dal passaggio dei treni diffusero i batteri dalla stazione della 15a strada fino a quella della 58a. L’esperimento fu ripetuto nella metrò di Chicago (10).
Fra il novembre 1964 e il gennaio 1965 l’esercito irrorò recinti per il bestiame in vari stati (Texas, Missouri, Minnesota, South Dakota, Iowa, Nebraska) con “stimolanti non biologici anti animali”. Non si sa perché i recinti furono scelti come bersagli né quali effetti si ebbero sulla carne consumata dal pubblico (11).


MATERIALI RADIOATTIVI
L’elenco di questi interventi è necessariamente parziale. Ma una menzione va riservata alla disseminazione nel 1948-1952 di materiali radioattivi da aerei anche su aree popolate, per studiare le modalità della caduta e il tasso di decadimento delle sostanze radioattive, allo scopo di verificare la opportunità di creare un “mezzo offensivo di guerra radioattiva” (12).
Sempre secondo William Blum, il governo Usa ha sottoposto a esperimenti milioni di persone, civili e militari, per studiare gli effetti di materiali chimici e biologici, compresi materiali che agiscono sul sistema nervoso, radiazioni nucleari (anche col plutonio), e una quantità di droghe di controllo dei processi mentali, compresi l’LSD e altri allucinogeni (13).

I soggetti sono stati prevalentemente persone ritenute senza grande potere politico: militari, donne, obiettori di coscienza, detenuti, neri, poveri, ritardati mentali, vecchi, giovani, pazienti in manicomio… Nel 1999 il pubblico statunitense si era fatto più guardingo: quando il laboratorio governativo a Los Alamos (New Mexico) annunciò di voler diffondere dei batteri nell’atmosfera per collaudare certi nuovi rilevatori da guerra biologica, ci furono vivaci proteste e si dovette cancellare l’esperimento.

1951: PRONTE LE ARMI BIOLOGICHE
Quanto agli esperimenti condotti su popolazioni non degli Stati Uniti, il quadro che emerge dalla documentazione esistente, certamente parziale, è ancora più fosco.
Migliaia di animali morirono nelle Isole Bahamas a causa dei batteri diffusi a spruzzo da una squadra Usa-Uk-Canada a partire dagli ultimi anni Quaranta fino a quando fu posto fine all’esperimento in un non specificato momento degli anni Cinquanta. Poiché i risultati sono coperti dal segreto di stato, non si sa se ci sono state vittime umane (14).
Nel 1953 l’esercito si servì di camion sormontati di spruzzatori per disseminare sperimentalmente solfato di zinco-cadmio nella città di Winnipeg nel Canada (15).
Un comitato scientifico internazionale, composto di scienziati di varie nazioni, concluse che nel 1952 durante la guerra di Corea “i popoli coreani e cinesi furono oggetto dell’impiego di armi biologiche, usate da unità delle forze armate degli Stati uniti d’America che si sono servite di una grande varietà di metodi a tale scopo”.
Secondo i cinesi, penne di tacchino infette, insetti, pezzi di animali in putrefazione ecc. furono scaricati dagli aerei. Le malattie causate comprendevano la peste, l’antrace, l’encefalite. Molte informazioni però erano state ottenute da piloti Usa catturati dai cinesi e presumibilmente costretti con le minacce a testimoniare: tornati in patria hanno ritrattato, anche dietro minaccia da parte del ministro della Giustizia di processarli per tradimento. D’altra parte, nel dicembre 1951 il segretario del dipartimento della Difesa aveva dato ordini che le forze armate “fossero rese effettivamente pronte entro il più breve tempo possibile” per un uso offensivo di armi biologiche. Poche settimane dopo le forze aeree assicuravano il Dipartimento che tali capacità erano vicine alla realizzazione (16).

ECCO LE APPLICAZIONI
È noto l’uso massiccio (270.000 litri al giorno) di napalm in Corea nel 1952, come è noto anche, dal 1980, che nel 1967-1969 un’area vastissima della zona demilitarizzata tra le due Coree fu irrorata della micidiale sostanza defoliante “Agent Orange” (17).
L’uso del gas nervino “sarin” in Laos nel settembre del 1970 venne fuori nel 1998 in un rapporto pubblicato dalla Cnn e dalla settimanale “Time”. In seguito a un’indignata e ben orchestrata protesta del governo e del Pentagono, la Cnn sconfessò l’articolo e gli autori, April Oliver e Jack Smith, furono licenziati, mentre Peter Arnett, che aveva avvallato il servizio, fu costretto al silenzio. In seguito Oliver e Smith scrissero un documento di 77 pagine con ulteriori testimonianze di militari dell’epoca a difesa del proprio lavoro giornalistico, il quale a chi scrive sembra più convincente dei testi di accusa nei loro confronti (18).
Noto è anche l’impiego di erbicidi, come l'”Agent Orange” che inquinò il Vietnam negli anni Sessanta con oltre 200 kg di diossina, fra le sostanze più tossiche esistenti. Si stima che due milioni di vietnamiti, oltre a migliaia di militari statunitensi, siano stati colpiti da questi veleni.
L'”Agent Orange” e altre armi chimiche furono sperimentate in Panama dagli anni Quaranta fino agli anni Novanta (19).
Negli anni Sessanta e Settanta l'”Agent Orange” fu sperimentato non solo nelle giungle panamensi ma anche vicino ad aree ricreative (20).
Anche durante l’invasione di Panama nel dicembre 1989 sembra che siano state lanciate sostanze chimiche da aerei e elicotteri statunitensi sul villaggio di Pacora, vicino a Città del Panama (21).


GUERRA ALL’AGRICOLTURA CUBANA…
In documenti resi pubblici nel 1977 la CIA rivela di aver condotto “un programma di ricerca per la guerra clandestina contro l’agricoltura che prendeva di mira, durante gli anni Sessanta, numerosi paesi nel mondo” (22). Non sorprender quindi che anche Cuba sia stata oggetto di aggressioni e sperimentazioni chimiche e biologiche degli Stati uniti, solo in parte note.
Nell’agosto del 1962 agenti della CIA contaminarono 14.000 sacchi di zucchero cubano diretto all’URSS con una sostanza non velenosa che lo rendeva immangiabile. Nel caso specifico Kennedy intervenne per impedire l’invio, ma la contaminazione di zucchero cubano era per la CIA un’attività comune all’epoca (23).

Sempre nel 1962 un tecnico agricolo canadese intascò 5.000 dollari da un agente segreto Usa per diffondere un virus tra i tacchini cubani. In seguito negò di aver assolto il compito: sta di fatto che vi fu una moria di 8.000 tacchini (24).
La CIA , che talvolta ha escogitato progetti piuttosto bizzarri (come il sigaro-bomba per Castro), ha cercato nel 1969-1970 di provocare piogge torrenziali e conseguenti inondazioni in aree non agricole, lasciando i campi di zucchero senza acqua (25). Nel 1971, usando come terroristi gli esuli cubani, la CIA riuscì a diffondere un’epidemia che costrinse Cuba a sopprimere cinquecentomila maiali (26).

…E AGGRESSIONE BIOLOGICA
Molto più grave fu l’epidemia di Dhf, ossia di febbre emorragica (dengue), il primo nelle Americhe, che produsse 300.000 casi, 158 mortali fra cui 101 bambini sotto i quindici anni (27). Nel 1984 un esule cubano, Eduardo Victor Arocena Perez, testimoniò sotto giuramento di essere a personale conoscenza di una missione eseguita verso la fine del 1980 per introdurre germi a Cuba da usare contro i sovietici e l’economia cubana, dando inizio a “una guerra chimica che però produsse risultati diversi da quelli che ci eravamo aspettati, perché pensavamo che sarebbero stati usati contro le forze sovietiche, mentre furono usati contro la nostra gente, e su ciò non eravamo d’accordo” (28).
Il dengue viene diffuso da insetti, soprattutto da zanzare, come quelle del tipo Aedes Aegypti già sperimentato a questo scopo dall’esercito Usa in Georgia e Florida nel 1956 e nel 1958 (29), mentre nel 1967 il dengue era fra i morbi “oggetto di notevole ricerca e che sembrano fra quelli ritenuti potenziali agenti di guerra biologica” al centro Usa di Fort Derrick nel Maryland (30).
Ancora il 21 ottobre 1996 un pilota cubano, sorvolando la provincia di Matanzas, avvistò un aereo del Dipartimento di Stato Usa autorizzato al trasvolo mentre rilasciava nubi di una qualche sostanza. Due mesi dopo scoppiò una peste dovuta al Thrips palmi, un insetto erbivoro mai prima rilevato a Cuba.
Nell’aprile 1997 Cuba accusò gli Usa davanti all’ONU di “aggressione biologica”, fornendo una descrizione dettagliata dell’incidente (31). La questione fu sottoposta ai firmatari della Convenzione sulle armi biologiche dell’ONU e, dopo una delibera inconcludente, cadde nel dimenticatoio.

CON LA SCUSA DEL TERRORISMO….
Non sorprende, allora, che nell’ottobre 2002 gli Stati Uniti abbiano votato, con il solo Israele, contro una risoluzione dell’ONU che riaffermava la convenzione di Ginevra del 1925 contro le armi biologiche, e contro un’altra che rafforzava il trattato per vietare l’uso dello spazio a fini militari.
Tornando alla SARS da cui eravamo partiti si potrebbero immaginare a questo punto, in via del tutto accademica, scenari fantascientifici: gli Stati Uniti diffondono il virus o il batterio, scoppia l’epidemia e solo a tempo debito, chiusa la campagna in Iraq, si “scopre” che l’untore è il prossimo paese sulla lista di Bush, per esempio la Corea del Nord… Una versione aggiornata delle mai trovate armi di distruzioni di massa irachene, degli inesistenti campi di sterminio di Milosevic, dell’incidente fabbricato del Golfo del Tonchino e di una lunga serie di inventate cause scatenanti, fino allo scoppio della nave Maine all’inizio della guerra ispano-americana nel 1898, sempre usate per giustificare gli interventi militari davanti all’opinione pubblica.

GORDON POOLE
NOTE
(1) William Blum, Rogue State. A Guide to the World’s Only Superpower, Monroe , Maine , Common Courage Press (in it.: Con la scusa della libertà, Il Saggiatore, Milano 2002). Da tale libro è in genere attinta la documentazione cui di seguito ci riferiamo. Le fonti sono quelle secondarie fornite da Blum, non potendo in questa sede verificare, come una ricerca più rigorosa richiederebbe, le fonti primarie.
(2) L. A. Cole, Clouds of Secrecy: The Army’s Germ Warfare Tests over Populated Areas ( Maryland , 1990).
(3) ” San Francisco Chronicle”, 8/10/1979 ; “Washington Post”, 9/10/1979 ; “Scientific American”, giugno 1999.
(4) Cole, op. cit.; ” San Francisco Examiner”, 22/12/1976 ; 23/12/1976 ; 17/9/1979 ; 19/10/1980 .
(5) ” San Francisco Chronicle”, 14/10/1980 .
(6) ” Washington Post”, 5/12/1984 .
(7) ” San Francisco Chronicle”, 17/12/1979 ; 29/10/1980 .
(8) Cole, The Eleventh Plague (New York, 1997), basato sul testo dell’Us Army Chemical Corps Summary of Major Events and Problems, 1959.
(9) ” San Francisco Chronicle”, 4/12/1979 .
(10) Cole, Clouds of Secrecy, cit.; “New York Times”, 19/9/1975 ; ” Washington Post”, 5/12/1984 .
(11) Biological Testing Involving Human Subjects by the Department of Defense, 1977, test. al Subcommittee on Human Resources del Senato Usa , 8/3 e 23/5/1977 .
(12) General Accounting Office, Nuclear Health and Safety: Examples of Post World War II Radiation Releases at US Nuclear Sites, novembre 1993.
(13) Ampi riferimenti bibliografici in Rogue State, cit., pp. 289-290.
(14) Cole, Clouds of Secrecy, cit.
(15) “Baltimore Sun”, 15/8/1980.
(16) S. Endicott e E. Hagerman , The United States and Biological Warfare: Secrets from the Early Cold War and Korea , Indiana Univ. Press, 1998.
(17) ” San Francisco Chronicle”, 24/4/1980 ; ” Washington Post”, 17/11/1999 .
(18) Cole, Clouds of Secrecy, cit.; G. Poole, Nazione guerriera, Colonnese, 2002.
(19) “New York Times”, 19/9/1975 .
(20) “The Dallas Morning News”, 20/8/1999 .
(21) “El Periódico”, Città del Panama, febbraio 1990.
(22) ” Washington Post”, 16/9/1977 .
(23) T. Branch e G. Crile III, The Kennedy Vendetta, “Harper’s”, agosto 1975.
(24) ” Washington Post”, 21/3/1977 .
(25) W. Hinckle e W. Turner, The Fish is Red: The Story of the Secret War against Castro, Harper & Row, 1981.
(26) ” San Francisco Chronicle”, 10/1/1977 .
(27) B. Schaap, The 1981 Cuba Dengue Epidemic, “Covert Action Information Bulletin”, n. 17, estate 1982.
(28) “Covert Action Information Bulletin”, n. 22, Fall 1984.
(29) ” San Francisco Chronicle”, 29/10/1980 .
(30) “Science”, 13/1/1967 .
(31) Doc. A/52/128 Assemblea Generale ONU, 29/4/1997.

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