03 luglio 2021
Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 3 lug 2021
02 luglio 2021
Perché ho scritto “La Bibbia Nuda”, con Mauro Biglino
La grande sala congressi ammutolì quando Benazir Bhutto osò denunciare il generale Pervez Musharraf, allora presidente-dittatore del Pakistan. L’accusa: gli uomini dell’Isi, il servizio segreto di Islamabad (agli ordini della Cia), avevano “allevato” i Talebani e protetto Bin Laden, come richiesto dal “terrorista” Bush. Lei, Benazir, di lì a poco si sarebbe candidata per liberare il Pakistan dalla menzogna. Saltò in aria qualche anno dopo, nelle ultime tappe di una campagna elettorale che l’avrebbe incoronata trionfalmente alla guida del suo paese. Ricordo bene quel fugace incontro, a Torino, a margine dell’assise promossa da Gorbaciov insieme ad altri ex leader mondiali, che avevano messo fine alla guerra fredda. In un palazzo del centro, l’indomani, Benazir Bhutto ripeté a beneficio delle telecamere le sue accuse pericolosamente terribili, ma sempre con quel suo sorriso disarmante: quello di chi sa di avere ragione, e ha deciso che bisogna pur metterla in gioco, la vita, se il nemico è così insidioso da saper pervertire integralmente la verità. Pensieri che oggi, tra coprifuochi e pass vaccinali, suonano stranamente familiari.
Al World Political Forum ero arrivato tramite Giulietto Chiesa, che avevo conosciuto pochi anni prima conducendo una video-intervista sul suo esplosivo bestseller uscito nel 2002 e occultato dai grandi media, “La guerra infinita” (Feltrinelli), il primo libro in Italia a mettere in discussione la verità ufficiale sull’11 Settembre. Poco dopo, al Salone del Libro di Torino, vidi Giulietto Chiesa spiazzare il pubblico sventolando un foglietto: era il tabulato della telefonata con cui l’allora potente oligarca Boris Berezovskij, braccio destro di Eltsin, aveva ordinato all’uomo dei servizi segreti di Mosca di mettere in piedi una milizia per attaccare a freddo, in Cecenia, l’esercito russo. L’uomo era il colonnello Shamil Basaev, in forza al Kgb e poi all’Fsb. Scopo dell’operazione: inventare la rivolta in Cecenia per permettere al Cremlino di domarla facilmente: l’ipotetica guerra-lampo avrebbe dato modo a Eltsin di risollevare i suoi sondaggi (deprimenti) in vista delle elezioni. A Torino, interpellato sul conflitto ceceno, lo stesso Gorbaciov si espresse in modo tagliente: ho scoperto – ci disse – che i famosi comandanti della guerriglia cecena erano i miei vicini di ombrellone, in Costa Azzurra.
01 luglio 2021
DIDIER RAOULT / IL POTENTE J’ACCUSE CONTRO BIG PHARMA, CORRUZIONI & FAKE NEWS
Efficacia dei vaccini e corruzione dilagante fra le star di Big Pharma, le grandi aziende farmaceutiche oggi impegnate nella corsa miliardaria ai profitti.
Sono i due temi affrontati di petto da un grande scienziato fuori dal coro, Didier Raoult, direttore del prestigioso IHU Mediterranée Infection di Marsiglia.
QUELL’IDROSSICLOROCHINA DELLA DISCORDIA
Il nome di Raoult è salito alla ribalta delle cronache esattamente un anno, quando sostenne che era necessario fronteggiare la pandemia con cure efficaci ed immediate. E propose subito l’utilizzo dell’idrossiclorochina.
Ne nacque subito un pandemonio – è il caso di dirlo – con gli scienziati (sic) di regime subito pronti a sbraitare contro l’eretico Raoult.
Ed ebbero ragione loro, i Saltimbanchi delle Provette, scodinzolanti davanti al Padrone Big Pharma. Tanto che l’idrossiclorochina è stata bandita dai protocolli farmaceutici, messa all’indice dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e ovviamente dalla nostra AIFA, sempre genuflessa davanti ai voleri delle potenti case.
E da noi c’è voluta addirittura una sentenza pronunciata il 12 dicembre 2020 dal Consiglio di Stato per sancire che quella messa al bando era del tutto illegale e consentire ai medici di famiglia di prescrivere l’idrossiclorochina come farmaco utile ed efficace per contrastare il Covid al suo primo insorgere.
30 giugno 2021
Lo scopo principale della vaccinazione non è di ordine sanitario
Ciò permetterà anche l'introduzione di una moneta elettronica, già predisposta, con la soppressione progressiva del denaro contante.
29 giugno 2021
Perché la FDA è finanziata in parte dalle società che regola?
La Food and Drug Administration è passata da un’entità interamente finanziata dai contribuenti ad un’entità sempre più finanziata dalle tariffe degli utenti pagate dai produttori che vengono regolamentati. Oggi, quasi il 45% del suo budget proviene da queste tariffe per gli utenti che le aziende pagano quando l’approvazione di un dispositivo medico o di un farmaco.
In qualità di farmacista e ricercatore sulla sicurezza di farmaci e integratori alimentari , comprendo il ruolo vitale che la FDA svolge nel garantire la sicurezza dei farmaci e dei dispositivi medici.
Ma io, insieme a molti altri, ora mi chiedo: questa mossa è stata un’intelligente vittoria per i produttori e il pubblico, o ha posto la sicurezza dei pazienti al secondo posto rispetto alla redditività aziendale? È fondamentale che il pubblico statunitense comprenda le ramificazioni positive e negative in modo che la nazione possa trovare il giusto equilibrio.
La FDA blocca la talidomide
Gli americani all’inizio del XX secolo furono indignati quando scoprirono che i produttori usavano metodi di scarsa qualità per la produzione di cibo e farmaci e utilizzavano ingredienti che creano dipendenza non sicura, inefficaci e non divulgati nei farmaci. Il conseguente Food, Drug and Cosmetic Act del 1938 diede alla Food and Drug Administration finanziata dai contributi una nuova autorità per la protezione del consumatore statunitense.
Uno dei più brillanti successi della FDA si è verificato alla fine degli anni ’50, quando l’agenzia ha rifiutato di approvare la talidomide. Nel 1960, 46 paesi consentivano alle donne incinte di usare la talidomide per curare la nausea mattutina, ma la FDA rifiutò perché gli studi erano insufficienti per dimostrare la sicurezza. Difetti congeniti debilitanti derivanti dal talidomide sono emersi in Europe and otherve nel 1961. Il presidente John F. Kennedy ha annunciato la FDA nel 1962 per la sua posizione. Una FDA guidata dai dati – e non dalla pressione aziendale – ha impedito una grave tragedia.
28 giugno 2021
Byoblu Newsletter: PRONTI A VINCERE LA BATTAGLIA DELL'INFORMAZIONE, IN 3 MOSSE (importante da leggere condividere).
|
Norimberga-Covid, commessi crimini da pena di morte
«E’ prevista la pena di morte, per chiunque cerchi semplicemente di infrangere i Codici di Norimberga». Nel silenzio più assordante, sono partiti i procedimenti legali per crimini contro l’umanità nei confronti di Cdc, Oms e del Forum di Davos. Il celebre avvocato tedesco Reiner Fuellmich – scrive “Truth11.com” – guida un team composto da 1.000 avvocati e addirittura 10.000 medici di tutto il mondo». L’accusa: la campagna-Covid condotta a livello planetario costituisce un attacco ai diritti umani, un crimine contro l’umanità e una grave violazione del Codice di Norimberga, nato dalle carte dei processi che si svolsero al termine della Seconda Guerra Mondiale nella Germania nazista e in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori”, contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio, tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau.
Il 19 agosto del 1947, ricorda “Linkiesta“, ben 23 medici nazisti furono condannati dal tribunale militare americano per aver condotto esperimenti pseudoscientifici nei lager: i prigionieri furono sottoposti a esperimenti disumani con farmaci, gas e veleni. Il documento, annota Gilberto Corbellini su “Treccani.it”, ha finora ispirato diverse leggi nazionali e documenti internazionali «volti a prevenire abusi della sperimentazione umana e a promuovere la dottrina del consenso informato». Il Codice di Norimberga del 1947 fu quindi il primo documento riconosciuto per dare un limite alle sperimentazioni umane. I principî contenuti al suo interno furono elaborati da due medici consulenti del tribunale statunitense, Andrew Ivy e Leo Alexander, sviluppati in dieci punti. «Il primo e più importante, su cui si fonda tuttora la ricerca clinica, è il consenso informato, ovvero la volontà e il consenso della persona coinvolta, di partecipare a un determinato studio clinico».