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18 novembre 2020
[Reseau Voltaire] Un compte Facebook non-officiel de Thierry Meyssan a été piraté 18 nov 2020
I grandi media USA abrogano il 1° emendamento
I grandi media statunitensi, che sin dall’elezione a sorpresa di Donald Trump, e ancor prima che assumesse la presidenza, hanno continuato a deriderlo, persino a insultarlo e a esortarne l’assassinio, ora tentano di soffocarne la voce.
Le principali reti televisive nazionali, ABC, CBS e NBC, hanno interrotto la conferenza stampa post-elettorale di Trump quando ha affrontato il problema della validità dello scrutinio: secondo loro il presidente in carica stava dicendo una sequela di menzogne.
17 novembre 2020
16 novembre 2020
LE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA SULLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI SONO STATE RIAPERTE: SONO ANCORA IN CORSO DI SVOLGIMENTO. LO RIVELA IN UN’INTERVISTA ESCLUSIVA A leccecronaca.it L’AMICO MARCO BAVA
di Giuseppe Puppo______“Le mucche…Sono le mucche che ci danno sicurezza sugli orari…”. Quella mattina, con il vento d’autunno e di passione. E polvere, polvere che striscia sulla terra di quei sentieri più candidi delle ossa di un cadavere.
Anch’egli si è fermato là per sempre.
Marco Bava (nelle foto), 62 anni, di Torino, una laurea in economia e una in legge, analista finanziario, brillante interprete di bilanci e strategie aziendali, protagonista di tante battaglie pubbliche in difesa dei cittadini contro potentati economici e multinazionali, non lascia alternative, a chi lo conosce: subito, o se ne resta affascinati, oppure si decide di non volerlo rivedere mai più.
Io ne restai affascinato, perché mi piacque il suo modo di essere bastian contrari, come dicono in Piemonte, e da allora, da quando lo conobbi, perché lo intervistai per il mio libro “Ottanta metri di mistero”, e son passati oramai dieci anni, sono restato sempre in contatto con lui, in un modo o nell’altro.
Al costo sempre di lunghi contraddittori, a volte di estenuanti discussioni, continuando a darci del “lei” come il primo giorno, ma comunque in contatto.
L’ho chiamato al telefono questa mattina, lui che parlava con Edoardo Agnelli, del quale fu consigliere finanziario, ma soprattutto per lunghi anni vero e sincero amico.
Fu il primo, Bava, nel 2000 ad avanzare dubbi motivati su quello che a caldo fu classificato come suicidio; dopo l’uscita di quel mio primo libro, che in pratica riaprì il caso, fu il più accanito a smontare – alla luce degli elementi che raccolsi – la versione ufficiale.
Non si è mai fermato.
– Pronto? Bava, senta un po’, le devo parlare di una cosa che ho sentito in giro…
– Eccoci…Lo sapevo che mi avrebbe chiamato, ho letto il suo pezzo di ieri…
– Cosa è questa storia che le indagini della magistratura sulla morte di Edoardo Agnelli sarebbero state riaperte? Lo ha detto lei un anno fa…O comunque a lei viene attribuita la novità annunciata. Io, però, non ne ho trovato riscontro da nessuna parte di questo…Lei sa che io verifico sempre prima tutto quello che scrivo…
– Fa benissimo…
– Ma per lei faccio sempre un’eccezione…Non verifico solo una volta, ma almeno due o tre volte…
(ride)
– Se mi dà un minuto, le spiego tutto…
– Grazie, prego, dica pure, segno e faccio sintesi…
– In seguito all’ultimo esposto che ho presentato alla magistratura per chiedere la riapertura delle indagini, sono stato convocato a Cuneo e sentito dalla Procura della Repubblica…
– Quando? Da chi?
– Fui ascoltato da un ufficiale giudiziario, per conto del Procuratore Capo Onelio Dodero. Era il 9 dicembre 2018, ho risposto alle domande che mi sono state rivolte, da, tecnicamente, ‘persona informata sui fatti’.
– Non violiamo nessun segreto istruttorio, se ci dice qualcosa di più…
– In particolare, ho potuto insistere, chiedendo che fosse acquisita agli atti, sulla sopravvenuta testimonianza del pastore Luigi Astegiano, che, come ricordava lei ieri, smonta da sola la versione ufficiale. Adesso so che è stata acquisita agli atti. Ed è fondamentale…
C’è inoltre un ulteriore particolare che mi sembra significativo…Lei ieri ha scritto che il pastore si sveglia per portare a pascolare le mucche. In realtà, sono le mucche che svegliano il pastore…
– Bellissima questa…
– Eh già! Lo svegliano alle 7.30, certo prima delle 8.00, regolarmente, tutti i giorni, con l’orologio biologico che hanno dentro, perché vogliono andare a mangiare…Un ulteriore riscontro della sua attendibilità…Così, egli vede, giù, ai piedi del viadotto, da lontano, il cadavere, mentre sono attestati gli spostamenti della Croma grigia ben dopo le 9.00 e mentre nella versione ufficiale del suicidio si parla delle 10.30…
In realtà, il corpo di Edoardo fu portato giù ben prima, senza lasciare segni, senza far rumore…Per non dire che presentava ferite incompatibili con un presunto volo da ottanta metri, perché…
– Sì, questo lo sappiamo…Mi dica ancora perché a suo avviso le indagini della magistratura sono state riaperte…
– Le indagini della magistratura, in seguito al mio ultimo esposto alla Procura della Repubblica di Cuneo sono state riaperte…E sono tuttora in corso di svolgimento, anche se al momento non sono emerse altre informazioni…
– Come fa a dirlo?
– Chiesi in coda al mio esposto di essere informato su un’eventuale decisione di archiviazione, per poter a mia volta presentare ulteriori elementi in opposizione, sulla base dell’articolo 408 del codice di procedura penale, che obbliga il magistrato a dare informazioni sull’esito dell’esposto a chi lo ha presentato. Io non ho avuto nessuna comunicazione al riguardo. Quindi le nuove indagini sono ancora in corso…
– Un altro elemento su cui ha insistito…?
– Il ruolo della scorta, che non seguì Edoardo quella mattina, contravvenendo ad un preciso obbligo istituzionale cui era vincolato. ‘Ce lo ha chiesto lui, di non seguirlo’, hanno sempre sostenuto gli agenti della scorta, come se fosse una giustificazione. In realtà, non sono mai stati interrogati dal magistrato.
Poi, ci sono le telefonate, le presunte ultime telefonate fatte, per meglio dire: mai fatte, da Edoardo quella mattina…
– Va bene, Bava, mi scusi, la devo fermare, devo fare un’intervista giornalistica, non scrivere un altro libro. Può bastare così: la cosa importante, l’ho capita. Grazie. Vuole solo aggiungere qualcos’altro?
– Sì. Come tutti gli anni, a maggior ragione quest’anno della ricorrenza del ventennale, faccio celebrare una messa in memoria di Edoardo Agnelli. L’appuntamento è per questa sera alle 18.00, a Torino, nella Chiesa di Santa Maria Goretti, in via Pietro Cossa.
– Porti per favore un pensiero e un anelito di verità anche da parte mia…
– Sarà fatto.
www.leccecronaca.itIL LOCKDOWN SERVE? NON CI SONO PROVE SCIENTIFICHE E LA SVEZIA LO DIMOSTRA
Lockdown. Sembra che l’Italia si stia avviando nuovamente verso questa strada. Una chiusura generalizzata su scala nazionale prima di Natale per poter poi riaprire in tranquillità. Così ci viene riferito dalle istituzioni. Il nesso causa effetto tra lockdown e calo dei contagi e dei decessi sembra assodato, dato per scontato e incontestabile.
Quegli Stati che non credono nel lockdown
E allora come mai esistono Paesi nel mondo che hanno agito e continuano ad agire in maniera diversa, senza applicare le durissime restrizioni a cui noi siamo di nuovo costretti? I media mainstream risponderebbero che si tratta di Paesi irresponsabili che alla lunga pagheranno caro il prezzo delle loro scelte. Ma è realmente così? Esiste davvero una correlazione scientifica tra lockdown generalizzato e calo della diffusione del Covid? Andiamo a dare un’occhiata fuori dall’Italia.
La Svezia è in Europa sicuramente il caso più conosciuto tra i Paesi che hanno deciso di non applicare una chiusura generalizzata sia nella scorsa primavera che adesso. E i dati cosa ci dicono? Il 5 novembre in Svezia, senza le mascherine obbligatorie, sono morte 2 persone di Covid, il giorno prima 4. Nelle stesse date in Italia morivano rispettivamente 428 e 352 persone. Nonostante la già evidente differenza, i dati assoluti sono poco rilevanti per effettuare un’analisi comparata.
15 novembre 2020
Morte Edoardo Agnelli, “una cappa impenetrabile”. Il giornalista Parisi racconta le ultime novità
di Giuseppe Puppo______
La mattina del 15 novembre 2000, alle ore 10.30 circa, sul viadotto Stura dell’autostrada Torino- Savona, fra Marene e Fossano, sulla corsia d’emergenza, c’è ferma, col motore acceso, una Fiat Croma grigia. All’interno, non c’è nessuno.
Fuori butta un vento freddo, quella mattina grigia di sole pallido che più va che viene nel cielo.
L’auto è accostata al parapetto, un muro di cemento di un metro e mezzo, sormontato da una grossa grata metallica, difficile da superare per un atleta, figurarsi per un uomo sovrappeso e zoppo d’un piede, in quei giorni, per un infortunio.
La Croma ha il lampeggiante di destra acceso, le portiere chiuse senza sicura.
Sul cruscotto, una patente di guida dispiegata in bella vista.
Dentro troveranno poi anche un bastone da passeggio, e due telefonini. E niente altro: incredibilmente, nessuna impronta, nessuna traccia, niente.
In quel tratto dell’autostrada, passano in media otto auto al minuto. Come risulta dagli atti, in quelli precedenti nessuno ha visto niente di che.
La scorta privata, che seguiva sempre Edoardo per il mandato di sicurezza affidato dall’azienda, non c’era, e non c’è mai stata.
Già.
Poco dopo, la macabra scoperta: ottanta metri più in basso giace senza vita il corpo di un giovane. Si tratta infatti di Edoardo Agnelli, 46 anni, erede dell’impero industriale e finanziario di famiglia, da cui era stato estromesso a causa della sua personalità e delle sue scelte di vita.
Ma non aveva rinunciato alle sue prerogative, proprio nei giorni precedenti lo aveva manifestato apertamente in più occasioni, come ho potuto ricostruire in seguito.
Vicino al torrente Stura, in basso, il cadavere ha addosso una giacca da pigiama, i mocassini sono rimasti attaccati ai piedi, sul volto ferite incompatibili con una caduta di tal genere, che gli avrebbe spappolato il cranio e le ossa.
Un pastore dice di averlo visto, quella mattina, anche se non si è accorto di nulla. Dirà poi, come scoperto in seguito – nessuno glielo aveva mai chiesto, glielo chiedemmo noi giornalisti dieci anni dopo, dopo averlo rintracciato, non senza fatica – che erano le 8.00, massimo ma proprio massimo le 8.30: dice che ne è sicuro, perché è quello l’orario in cui porta a pascolare le mucche, tutti i santi giorni.
Dai tabulati del Telepass emergeranno in seguito gli orari degli ultimi passaggi della Croma in entrata e in uscita dall’autostrada: segnano le 8.59, 9.13, 9.23.
Sul posto, arriva poco dopo il sostituto procuratore della Repubblica di Cuneo Riccardo Bausone, e ai presenti assicura: “Il suicidio è una delle tre possibilità che stiamo vagliando. Le altre due sono: malore e omicidio”.
Invece, in tre ore, il caso venne chiuso. Non fu fatta nemmeno l’ autopsia.
Fu suicidio, fu la rapida conclusione, di indagini che fanno acqua da tutte le parti, basta leggere le carte giudiziarie per capirlo.
“Si è dovuto concludere con l’affermazione di un atto conservativo posto in essere dal predetto per ragioni personali”, scriverà a me Bausone, dieci anni dopo.
No, non fu suicidio.
Ne sono convinto. Per tanti anni, ho indagato, credo con onestà intellettuale, senza pregiudizi, e ho scritto due libri, “Ottanta metri di mistero” (Koinè, 2009) e “Un giallo troppo complicato” (Tabula Fati, 2015): ho trovato una ventina di prove, dico: prove, verificate da me e da altri che si sono occupati della questione del fatto che la versione ufficiale del suicidio non sta in piedi.
Ancora ieri sera Rai 1 ha dedicato al caso un lungo servizio.
Domani, su leccecronaca.it sentirò il collega giornalista Antonio Parisi, e lo storico amico e consulente finanziario di Edoardo, Marco Bava.
Domenica 15 novembre 2020 saranno venti anni da quei fatti.
Il caso non è chiuso, no.
Comunque l’importante è aver restituito ad Edoardo Agnelli la sua dignità, in questo ventennio.
Sì, Edoardo non era quel che dipingono, per screditarlo: era lungimirante, pacifista, contro l’uso degli armamenti, fautore di una produzione industriale ecocompatibile, rispettosa dell’ambiente, contrario alle speculazioni finanziarie nazionali e internazionali, e tante altre cose belle ancora.
Era un animo sensibile, poi, d’una umanità straordinaria:
“extraordinary human and political sensistive”,
lo descrive una sua amica che vive negli Usa.
Questa amica, che stava in America, alla quale Edoardo era molto legato e alla quale telefonava periodicamente, da qualunque parte del mondo si trovasse. aveva sette cani. Ogni volta che Edoardo la chiamava al telefono per salutarla, per prima cosa si faceva passare i suoi cani, a uno a uno, e a uno a uno li salutava, e i cani avevano imparato a conoscerlo, e a uno a uno, ognuno a modo suo, ricambiavano sempre quel saluto.
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