04 luglio 2009

Hal Turner ha parlato troppo?

Strana faccenda alla frontiera di Chiasso. Sequestrati 124,5 miliardi di Us dollari. Fonte: AsiaNews 1 2 4 m i l i a r d i di d o l l a r i in titoli di Stato USA nascosti sotto la biancheria di trolley, portato da due signori Giapponesi. E Hal Turner, che per primo fece la rivelazione sull'Amero, viene incarcerato dalla CIA per aver diffuso la notizia che i 124,5 miliardi di dollari in titoli di Stato Usa sono veri. Sembra che i due signori, uno dei quali aventi rapporti col Governatore della Banca del Giappone, fossero stati incaricati di disfarsi della merce nel "mercato parallelo" svizzero, sapendo dell'imminente crollo del dollaro...

03 luglio 2009

Ave Hesperia: Un Oscar per Neda

Tanto per chiarire in anticipo che il mondo non è affollato solo da idioti e da ingenui, menziono una delle non rare, ma solo un pò scarse, eccezioni. Thierry Meyssan è un giornalista e scrittore francese, nonchè politico militante nell'area radicale e gay dichiarato. Per quanto concerne i gusti politici, oltre che sessuali, certamente non posso personalmente avere nulla in comune con il sig. Meyssan, tuttavia a lui non può non andare tutta l'ammirazione di cui sono capace perchè è una delle rare voci realmente libere, informate ed intelligenti. Soprattutto egli conosce molto bene il vero volto della diabolica triade anglosassone-israeliana e delle azioni, condotte a vari livelli e con varie tecniche, messe in atto da costoro in ogni angolo del mondo ove vi sia una situazione politico-economica e strategica contraria ai loro interessi. Con i suoi due libri, L'incredibile menzogna e Il pentagate, Meyssan ha dimostrato, con una massiccia testimonianza documentale, come ciò che è accaduto l'11 settembre 2001 a New York e al Pentagono sia qualcosa di completamente diverso da quanto appositamente confezionato ad arte per il popolo americano ed il mondo intero, chiamando in causa la diretta responsabilità e la regia del governo USA. Il risultato, più che onorevole a ben vedere, è che Meyssan è attualmente considerata persona non gradita dal governo americano. Egli è anche presidente di una associazione chiamata Rèseau Voltaire con la quale si batte per la piena libertà di pensiero e di espressione e dirige il sito www.voltairenet.org/ dove è possibile leggere anche in italiano i suoi preziosi articoli. Ovviamente quanto sta accadendo in Iran non è sfuggito alle analisi argomentate ed alle denunce precise di Meyssan. Basta dare uno sguardo sul sito su menzionato e si può leggere in modo dettagliato delle strategie, le tecniche ed i mezzi con i quali gli angloamericani hanno avviato e diretto la crisi iraniana, montando il crescendo degli avvenimenti, a partire dal falso broglio elettorale e via andando con le varie messe in scena delle manifestazioni divulgate con l'ausilio di video e testimoni fasulli. E da questo punto di vista, purtroppo, la paura che ha scosso il governo di Ahmadinejad e la conseguente opera di censura generale, non ha fatto altro che fare il gioco degli organizzatori occulti. Difficile da credere dite? Il solito complottismo anti-americano? Ammetto che qualche dubbio ha sfiorato anche me, ma non troppo, almeno fino a quando non mi sono imbattuto in quella che secondo me è una prova tangibile che potete verificare tutti. ... Avrete sentito parlare certamente di Neda, la ragazza che sarebbe stata uccisa durante una delle prime manifestazioni e del video che la riprende mentre giace morente sull'asfalto. Questo avvenimento è stato di importanza cruciale per l'escalation di violenza che ne è seguita, con l'intensificarsi delle manifestazioni successive (corredate finalmente di tanto di quadretti con il martire, accessorio necessario per "cortei a regola d'arte") e della conseguente dura repressione della polizia e le inevitabili vittime (magari qualcuna anche vera). E si, perchè quella di Neda ha tutta l'aria di essere una clamorosa "sola" sfuggita a i più, tutti quelli ansiosi di gridare alla resistenza contro la terribile dittatura illiberale e oppressiva di Ahmadinejad. Con lo stesso filmato sono stati confezionati più video, tutti presenti su Youtube, e vanno da quelli della CNN, con il volto di Neda opportunamente ofuscato, alle clip montate dai vari "partigiani" del web. Quello che segue è il video senza aggiunte od omissioni. Si vede inizialmente il corpo della ragazza attorniata da due persone, con la parte inferiore sporca di sangue; le braccia sono piegate e si vede chiaramente la mano sinistra che stringe qualcosa; si nota poi come ella apra gli occhi e cominci a guardare intorno finchè non fissa qualcuno che subito si avvicina e si frappone avanti alla videocamera, un istante dopo si riesce a vedere molto bene come Neda si avvicini la mano sinistra sulla bocca e si versi, da qualcosa simile ad una fiala che stringe in pugno, del liquido rosso che comincia a colare sul viso, dopo di che si nota molto bene come ritragga subito la mano dopo aver fatto roteare il polso nel classico movimento che si fa quando si smette di versare il liquido da un recipiente. Consiglio di visionare la sequenza a schermo intero, anche se la definizione è bassa, e di stare attenti in modo particolare ai fotogrammi che intercorrono da 0:09 a 0:13. Ad avvalorare la netta impressione di trovarsi di fronte ad una clamorosa montatura, si aggiunge anche l'incredibile collezione di foto da modella che ritraggono Neda bella e viva e che ha invaso il web, oltre, addirittura, ad un altro filmato che riprende Neda in compagnia del padre mentre camminano nel corteo e vengono curiosamente seguiti da una videocamera, come se qualcuno già sapesse che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa alla ragazza. Non si capisce infatti, perchè qualcuno si sarebbe preso la briga di seguire i due e filmarli, se non perchè sapeva già di dover diffondere il filmato di una ragazza che sarebbe diventata famosa come martire della libertà degli iraniani. Quanto vi ho descritto non potrà sfuggirvi, anche perchè ho constatato che c'è già tanta gente che si è accorta del trucco, degno del più sfortunato mago Casanova, e della conseguente messa in scena che è stata attuata a tutto consumo degli ingenui idioti che popolano il "grande regno della libertà e della democrazia" in lotta contro il "diavolo" di turno (Ahmadinejad in questo caso). Alla bella Neda un premio Oscar ci vuole tutto, bisogna solo decidere se per la migliore interpretazione o per gli effetti speciali. La consegna dell'omino dorato è giusto che la faccia Barack Obama in persona, non vedo chi altri. E in quanto a noi, in fondo le vere vittime, non può che toccarci un bel "boccalone d'oro", gigante però, per compensare tutto ciò che finora ci siamo bevuti senza fare una piega e per tutto ciò che continueremo a berci. Ah, dimenticavo: "viva Ahmadinejad, il legittimo presidente iraniano democraticamente e regolarmente eletto!".
Fonte: http://hesperia-nobis.blogspot.com/2009/07/un-oscar-per-neda.html

30 giugno 2009

Testimonianza dall'Honduras: non credete ai media officiali,

In considerazione del livello di disinformazione e su precisa richiesta dall’Honduras di chi resiste al golpe di far sentire la loro voce e non lasciarli soli si prega di far circolare il più possibile questa informazione, forse la prima testimonianza in italiano dal paese centroamericano. A questo link [www.gennarocarotenuto.it/8789-ultimora-sequestrato-il-presidente-zelaya-il-golpe-accelera-in-honduras] invece si trovano gli articoli via via pubblicati.

Testimonianza dall’Honduras: non credete ai media officiali, la gente vota e resiste!

[www.gennarocarotenuto.it/8844-testimonianza-dallhonduras-non-credete-ai-media-officiali-la-gente-vota-e-resiste]

DSC038331Dopo ore di tentativi finalmente Giornalismo partecipativo riesce a comunicare con P. T. cooperante di un paese europeo residente da anni in Honduras. “E’ che il primo segnale che stava succedendo qualcosa è che i militari hanno staccato la luce in tutta la città. Solo da poco ci siamo procurati un generatore, ma abbiamo pochissima benzina perché è razionata, non si vende, e quindi posso restare collegata pochissimo tempo”.

di Gennaro Carotenuto

Quando avete saputo del golpe? “in mattinata prestissimo si è saputa la notizia che hanno preso il presidente con la forza. La capitale ha iniziato a reagire, mentre dalle altri parti del paese si è animata la gente a continuare a votare per il referendum. Anzi le ultime notizie sono che anche nella capitale dove può sta votando in massa”.

Si sta votando che tu sappia? “Qui dove mi trovo sono arrivati i militari e hanno sequestrato le urne per impedire il voto. Nella capitale è successo in molti posti ma ho molte testimonianze che in tutto il resto del paese e anche in alcune zone della capitale la gente sta correndo a votare come forma di dire NO al golpe”.

I media funzionano? “Hanno spento tutto. Appena hanno sequestrato il presidente Zelaya hanno chiuso il Canal 8, l’unico favorevole al governo e poi anche tutti gli altri. Adesso credo funzioni solo una radio della destra golpista HRN”.

Che tipo di reazione c’è da parte dei movimenti? “ti dico solo che i popoli indigeni hanno iniziato una marcia a piedi verso la capitale. Inoltre molte persone sono andate al palazzo presidenziale. Ma non ho informazioni verificate”. Riuscite a comunicare? “la mancanza di corrente fa che i cellulari sono quasi tutti scarichi. Qui dove sono li possiamo ricaricare ma le centinaia di persone nascoste non hanno maniera di farlo”.

Ci sono le notizie di violenza? “Gira voce di almeno un morto, ma non posso confermartela. Le uniche violenze sicure che ho io sono quelle contro i medici cubani. Alcuni sono stati aggrediti, gli altri li stiamo nascondendo. Inoltre qui da noi quando hanno sequestrato le urne del referendum hanno detenuto tre persone ma sono stati costretti a rilasciarli quasi subito. Inoltre ho notizie di liste nere di dirigenti popolari che vengono ricercati, soprattutto quelli che hanno lavorato al referendum. Non ho notizie di persone precise arrestate. Ma centinaia se non migliaia di persone si sono dovute nascondere”.

Sei uscita? Com’è la città? Che idea ti sei fatta sui rapporti di forza? “Ho girato per il quartiere ma come straniera non mi sono avvicinata al punto dove si votava. I militari sono estremamente aggressivi, puntano le armi in faccia alla gente. La gente sta chiamando alla calma e cerca di parlare loro e si stanno facendo azioni pacifiche in tutto il paese. Il messaggio è calma, pace e non opporre altre forme di resistenza”.

Che messaggio puoi lasciarmi in conclusione? “Faccio un appello internazionale a non lasciare solo l’Honduras e a fare informazione su quello che sta succedendo in Honduras. Non credete ai media ufficiali”.

Altro dall’Honduras: Honduras resiste al golpe

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L’Unione Europea condanna il golpe e chiede l’immediata liberazione di Manuela Zelaya

Honduras, Uruguay, Argentina, domenica di democrazia in America latina

Honduras: il pericolo del golpe sta scemando, il referendum si farà

“El País”: come ti nascondo il golpe in Honduras

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya, con al fianco i movimenti sociali, resiste

Giornalismo partecipativo

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28 giugno 2009

ULTIMORA Sequestrato il Presidente Zelaya, il golpe accelera

AZIONE URGENTISSIMA RICHIESTA: SONO ORE DECISIVE PER SALVARE LA VITA DI MEL ZELAYA E LA DEMOCRAZIA IN HONDURAS

zelayaCirca un’ora fa un commando di militari incappucciati ha sequestrato il presidente della Repubblica dell’Honduras Manuel Zelaya.

Nel paese è in corso il referendum per decidere se in novembre si eleggerà una nuova costituente.

Anche la televisione Canal 8 è stata presa d’assalto dai militari e in questo momento non trasmette e il ministro degli esteri Patricia Rodas denuncia che sarebbero in azione francotiratori nelle strade della capitale Tegucigalpa.

Il perché il referendum di oggi abbia provocato addirittura un golpe è presto detto: sarà una pietra miliare nella storia del paese. In Honduras infatti ben il 30% del territorio nazionale è stato alienato a imprese straniere, soprattutto dei settori minerari e idrici. Le multinazionali quasi non pagano tasse in un paese dove tre quarti della popolazione vive in povertà. Così l’opposizione, al solo odore di una nuova Costituzione che affermi che per esempio l’acqua è un bene comune e che imponga per lo meno un sistema fiscale che permetta processi redistributivi, è disposta a spezzare il simulacro di democrazia rappresentativa che evidentemente considera utile solo quando sono i poteri di sempre a comandare.

SONO ORE DECISIVE PER SALVARE LA VITA DI MEL ZELAYA E LA DEMOCRAZIA IN HONDURAS

Giornalismo partecipativo

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27 giugno 2009

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya con

Colpo di Stato in Honduras: il Presidente Manuel Zelaya, con al fianco i movimenti sociali, resiste
[www.gennarocarotenuto.it/8736-colpo-di-stato-in-honduras-il-presidente-manuel-zelaya-con-al-fianco-i-movimenti-sociali-resiste/]

MELLe parole drammatiche nella notte del presidente dell’Honduras Manuel Zelaya: “È in corso un colpo di stato nel paese” sono state confermate e supportate dall’ONU. Il presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Manuel D’Escoto, nella notte ha condannato con parole fermissime il tentativo di colpo di stato in corso in Centroamerica: “condanniamo fermamente il colpo di stato in Honduras contro il governo democraticamente eletto di Manuel Zelaya” dove i poteri di fatto di sempre, le élite, l’esercito, le alte gerarchie cattoliche, le casta politica, sono disposti a tutto perché nel paese neanche si parli di Assemblea Costituente. È infatti questo l’oggetto del contendere che ha scatenato la sedizione: un referendum che domenica prossima dovrà decidere se convocare o no l’elezione di un’assemblea Costituente voluta secondo i sondaggi dall’85% della popolazione.

di www.gennarocarotenuto.it

Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.

[www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=249] Su precisa richiesta dai movimenti che in Honduras stanno resistendo al golpe si invita alla particolare diffusione di questo articolo. Nelle prossime ore aggiornamenti.

Contrordine: niente Consiglio dei Ministri oggi per la riforma dell’Università [www.gennarocarotenuto.it/8733-contrordine-niente-consiglio-dei-ministri-oggi-per-la-riforma-delluniversit]

Escort: edulcorando la lingua italiana

[www.gennarocarotenuto.it/8729-escort-edulcorando-la-lingua-italiana]

Giornalismo partecipativo - www.gennarocarotenuto.it

22 giugno 2009

Le carte di Silvio Berlusconi per uscire dalla casa del "Grande fratello"

Le carte di Silvio Berlusconi per uscire dalla casa del “Grande fratello”

economistGiuliano Ferrara, sulle pagine de “Il Foglio”, ha invitato in settimana Silvio Berlusconi a riprendere in mano il proprio destino: “Berlusconi deve liberarsi della molta stupidità e inesperienza politico-istituzionale che lo circonda, e deve decidersi: o accetta di naufragare in un lieto fine fatto di feste e belle ragazze oppure si mette in testa di ridare, senza perdere più un solo colpo, il senso e la dignità di una grande avventura politica all’insieme della sua opera e delle sue funzioni”.

di Gennaro Carotenuto

Il quotidiano della CEI “Avvenire” intanto ha messo sul tappeto un punto ineludibile: Berlusconi deve “sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti, che non vengono solo dagli avversari politici ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier”.

Figurarsi, pensa lo stolto, con l’estate alle porte, l’anziano libertino (“rattuso” in napoletano) starà visionando i book delle nuove Noemi da portarsi a Villa Certosa e i famigli (chissà se lo fanno di persona Gasparri, Cicchitto, Bondi…) staranno già caricando le casse di champagne sui voli di Stato e chiunque non crede, obbedisce, combatte è comunista. Nella chiusura della campagna elettorale, a Cinisello Balsamo, un Berlusconi particolarmente iracondo ha insultato così chi lo contestava prima di inscenare la solita gag compiacente sulle signore presenti: “Siete dei poveri comunisti. Vergogna!” Non è così, ha ricordato il quotidiano della CEI. Esiste un’opinione pubblica che magari ha votato per Berlusconi, che non è certo manipolata da Marco Travaglio e Rupert Murdoch (che, uomo di destra, agirebbe per ripicca, sic!) e considera Vauro blasfemo, ma non è così evoluta da accettare questo simulacro della realtà. Non è pronta, semplicemente, ad accettare un primo ministro e un governo (prima ancora che un paese) che va a puttane e dove alle feste, in mancanza di farina, non resta che affiancare la forca.

No, Silvio non può più stare a pettinare le veline. E Berlusconi non è uomo da arrendersi senza combattere. Per anni, dalla bicamerale in avanti, il centrosinistra si è illuso come Chamberlain a Monaco di poterlo contentare, limitare, addomesticare, sostenendo perfino che l’antiberlusconismo non paghi. Ma adesso Berlusconi, che un paio di mesi fa sembrava avere i colli fatali di Roma ai suoi piedi e che invece oggi teme di vivere un 24 luglio prolungato e si guarda le spalle tra i suoi alla ricerca del Bruto che sferrerà la prima coltellata, sa che non se la caverà con un Minzolini compiacente, con un Ghedini troppo cinico da ragliare quell’agghiacciante utilizzatore finale come sinonimo di “puttaniere” oppure tagliando qualche nastro all’Aquila o magari facendo le corna a Barack Obama al G8. La vicenda Mauro a Strasburgo lo conferma. Qualcuno dotato di senno può sostenere che ci sia un complotto franco-polacco o del PPE contro Berlusconi? Semplicemente il nostro capo del governo non aveva l’autorevolezza per imporre il proprio uomo.

Per resistere Berlusconi deve ricostituire quel consenso con i poteri fattici, la CEI, la BCE, Confindustria, senza il quale né le maggioranze bulgare di cui dispone in parlamento più che nel paese né l’infinita capacità corruttiva che lo caratterizza possono bastare. Altrimenti Mario Draghi, Gianfranco Fini o chi per loro, eletti o meno ma con la stessa maggioranza e blocco sociale, potrebbero davvero fare quel governo del fare che l’uomo del fare non è stato capace di fare mentre naufragava negli ozi di Capua (o Villa Certosa o Palazzo Grazioli o dove vuole, anni fa un magistrale pezzo di Luigi Pintor aveva calcolato che solo nelle ville in Sardegna Berlusconi possedesse 77 cessi), rimuovendolo senza neanche promuoverlo al Quirinale.

Ci siamo baloccati per anni a pensare che purtroppo gli italiani sono così, che amano Berlusconi e che l’invidiano nel senso buono del termine: vorrebbero essere come lui, con Noemi sulle ginocchia, Patrizia che l’aspetta in camera da letto e Apicella che fa finire tutto a tarallucci e vino. E invece mai come in questo momento la distanza tra Silvio e gli italiani è stata così siderale. L’uomo dei 77 cessi o delle 77 chirurgie plastiche è altrove, pensa a sé come neanche al tempo delle leggi ad personam e può solo nascondere le rughe del paese: “la crisi è percepita, spendete” blatera da mesi copiando George Bush del post-11 settembre. Sappiamo come è finita nelle strade d’Iraq e in quelle statunitensi e già oggi non basta più la censura né sulla crisi né sui ginecei. La crisi economica non può essere esorcizzata col silenzio e non un ricco qualsiasi ma il “presidente del fare” non può passare di festa in festa con costumi che non solo la maggioranza cattolica del paese considera disdicevoli.

L’argine è rotto. Da una parte “l’Espresso” fa flop con foto dove nulla di rilevante penalmente si vede e dove neanche si dà soddisfazione al voyerismo dell’antiberlusconismo più irriflessivo. Dall’altra parte in compenso entra in scena un faccendiere come Giampaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese che avrebbe speso 100.000 Euro al mese per la villa accanto a Villa Certosa per ingraziarsi il primo ministro. Sembra un personaggio da fiction per lo squallore che emana. Poi spunta una Patrizia D’Addario, una Barbara Montereale… Nelle foto di questa poveretta senz’arte né parte c’è tutta una visione di mondo: gli abbracci a Flavio Briatore, Fabrizio Corona, Emilio Fede come carta d’identità. Basterà il racconto della poveretta in questione del re taumaturgo che le dona 10.000 Euro per lenire i danni?

berlusconi_imperatoreNon basta più, ma s’illude chi può pensare che le soluzioni alla crisi possono essere cercate al di fuori del regime, magari in un’opposizione che resterà allo sbando a lungo e dove perfino Francesco Rutelli si concede all’antiberlusconismo in assenza totale di altre idee. Al più si stanno accelerando i tempi per quel berlusconismo senza Berlusconi che la biologia comunque avvicina. Ma ad oggi è ancora il padrone di Mediaset quello che dà le carte e che ora deve passare alla controffensiva non con le stesse armi tristi ma efficaci del gruppo “L’Espresso”(foto di Di Pietro a Montenero di Bisaccia? Rivelazioni sulla vita sessuale di Franceschini?), ma governando il paese e ricostituendo il consenso scalfito che le urne due settimane fa ci hanno detto essere limitato a un italiano su tre tra quanti si sono presi il disturbo di andare a votare. Per resistere e rilanciare ci sono almeno tre fronti dove il primo ministro, per dimostrare di essere ancora in arcione, si deve esercitare subito, presto e bene. Uno di questi è coperto, sugli altri due dovrà giocare alla luce del sole e non sarà facile.

Il primo fronte è quello del segreto. Non basta più neanche la legge sulle intercettazioni per rassicurare il primo ministro. Quanta gente è in grado di ricattare il primo ministro? Non parlo di accompagnatrici occasionali come Patrizia D’Addario o dal ruolo ancora incerto come Noemi Letizia. Di quanti avvocati Mills comprati con 600.000 sterline è disseminata la carriera di Berlusconi? Quanti Gianpaolo Tarantini allietano la vita di Berlusconi? All’apice del successo poteva convenire loro star zitti ma al momento della frana potrebbero tornare all’incasso o pensare che convenga loro parlare. Quanti “eroi” come Vittorio Mangano sono stati finora in silenzio ma da domani potrebbero tornare a ricattare il signor B.?

Può fidarsi di servizi segreti che hanno permesso che Villa Certosa e Palazzo Grazioli diventassero un colabrodo? Forse non è a rischio l’incolumità del capo del governo, chi può volergli male? Ma anche un primo ministro che ha fondato la televisione commerciale in Europa quanto può resistere vivendo come fosse nella casa del “Grande fratello”? E soprattutto Silvio Berlusconi è l’uomo più ricco e più potente d’Italia o è solo l’uomo più ricattabile?

Sciolto, non si sa come, questo primo ineludibile nodo, Berlusconi dovrà passare al contrattacco alla luce del sole. Verso la chiesa cattolica e verso quella parte di consenso di massa e per scelta che vanta ma verso i quali ha potuto poco: le piccole e medie imprese, le partite IVA. Sono i punti due e tre del piano di uscita dalla crisi personale in cui si è cacciato. Se riprendere i deliri dell’epoca della povera Eluana Englaro e convertirli in legge sul testamento biologico sarebbe economicamente a costo zero, gli altri punti del prezzo da pagare alla CEI per chiudere un occhio su una vita libertina poco consona a un politico devoto, ha invece un costo altissimo: scuole cattoliche e sostegno alle famiglie.

Sulle scuole ha sguinzagliato Mariastella Gelmini (leggete questo magistrale Geppino Aragno) in rampa di lancio per succedere a Roberto Formigoni come governatore della Lombardia, con in testa una sola idea meravigliosa: togliere alla scuola pubblica per dare alla privata. Non è facile, perché se l’obbiettivo è quello di fare uscire le private da un mercato di nicchia e farle diventare come da programma un’alternativa reale alla pubblica istruzione i costi, economici prima che politici, divengono altissimi, e aprono dossier sindacali inestricabili. Finora i tagli (come se fosse poco) hanno inciso sulla qualità dell’educazione e sul destino dei giovani precari. Difficile ma necessario andare oltre.

Ancora peggio va sul fronte quoziente familiare e simili. Una cosa sono le parole o fare le scampagnate al family day e un’altra sono politiche vere di sostegno alle famiglie e alla natalità (basterebbe guardare alla Francia) che costano punti del PIL. E ancora più difficile è il punto tre, accontentare le piccole e medie imprese, il popolo delle partite IVA che per Berlusconi ha votato in massa e che non può più essere tenuto a freno solo aizzandolo contro gli immigrati o chiudendo gli occhi sull’evasione fiscale. Adesso per non mugugnare si aspettano una politica robusta ed espansiva, detassazioni, aiuti fiscali, una spallata alle banche che avranno pure resistito meglio di quelle straniere alla crisi ma solo perché conservative e incapaci di aiutare il paese quando ne ha bisogno. E’ quello che si è fatto all’estero e che Berlusconi ha creduto di poter solo fingere di fare.

Soldi, soldi, soldi, Berlusconi per venir fuori dalla casa del Grande fratello ha bisogno di montagne di soldi per governare davvero. Dovrebbe avere una visione di futuro come quella di Barack Obama e soprattutto dovrebbe convincere Giulio Tremonti a trovare le risorse senza far esplodere conflitti sociali irrisolvibili. Forse è vero, la stagione di Silvio Berlusconi sta per finire. Ma è difficile che per l’Italia ci sarà un lieto fine di feste e belle ragazze.

Moussavi pronto al martirio?

Da Arcoiris: Frei Betto, la mano invisibile del Mercato

Il giallo dei due giapponesi con bond americani da 134,5 miliardi di dollari di Paolo Roversi

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