Spariti, volatilizzati dal sito della “Voce” gli ultimi articoli e inchieste dedicati alle imprese del gruppo Marcucci, quei “Signori del sangue” che dagli anni ’70 hanno l’oligopolio della lavorazione e distribuzione di emoderivati, un autentico pozzo di San Patrizio. E oggi vogliono dettar legge nel super mercato del post Covid a botte di “sangue iperimmune”, come hanno di recente proposto in Senato.
Un autentico “mistero”, un vero giallo che abbiamo provveduto a denunciare, il 6 luglio, alle forze di Polizia, con un dettagliato esposto.
Ecco cosa è successo.
HACKERAGGIO O CHE?
Nei giorni scorsi abbiamo potuto leggere il testo di una fresca querela presentata dai tre rampolli di casa Marcucci, ossia Paolo, socio e amministratore della corazzata di famiglia Kedrion, Marilina e Andrea Marcucci, entrambi soci di Kedrion e quest’ultimo pezzo da novanta del PD, in qualità di capogruppo al Senato.
I tre contestano il contenuto di quattro articoli scritti dalla Voce negli ultimi 4 mesi, da febbraio a maggio.
Il primo, del 29 febbraio 2020, si intitola “Teflon e emoderivati / Usa e Italia uniti nelle stragi” e prende spunto dal film americano “Acque sporche” (“Dirty Waters”) uscito nelle sale prima della chiusura per Covid.
Il secondo, del 29 febbraio, è titolato “Strage del sangue infetto / Un attacco frontale di Andrea Marcucci & C. alla Voce”, quando abbiamo pubblicato la lettera stizzita dei Marcucci contro l’inchiesta della Voce della settimana precedente e la nostra replica, punto per punto.
Il terzo articolo è comparso esattamente un mese dopo, il 29 marzo 2020, titolato “Gruppo Marcucci / Vola la corazzata Kedrion”, e si riferisce semplicemente al forte rialzo in Borsa del titolo Kedrion. Tutto qui.
Il quarto articolo, poi, è uscito il 5 aprile 2020, titolo “Andrea Marcucci / Primo firmatario dell’emendamento killer”. Riguarda la vicenda del plasma iperimmune, l’argomento del giorno, soprattutto perché oggetto di una contestatissima audizione in Senato, dove si sono presentati il capogruppo del PD, Andrea Marcucci e – pur non convocato – suo fratello Paolo, che illustra il progetto di “famiglia” per poter controllare il business del plasma iperimmune.
Al tema bollente dedicano un’accesa puntata “Le Iene”.
I legali di casa Marcucci, Carlo Cacciapuoti e Carla Manduchi, querelano il 7 maggio la Voce. Che ne viene a conoscenza il 15 giugno, e può leggere il testo della stessa querela il primo luglio.
Ci mettiamo in moto, per rispondere, anche questa volta, punto per punto, alle contestazioni, redigendo una corposa memoria che il 7 luglio viene inviata per pec al pubblico ministero della procura di Napoli incaricato del caso, Maria De Mauro.
Nella giornata del 5 luglio stiamo completando la memoria e raccogliendo tutti gli allegati, utili come documentazione per suffragare quanto da noi scritto.
Ma ecco la sorpresa. Quando cerchiamo gli ultimi quattro articoli contestati, non li troviamo sul nostro stesso sito!
Spariti, volatilizzati, scomparsi!
Facciamo un salto sulla sedia. Cosa può essere mai successo? Come mai non riusciamo a reperire articoli molto recenti, quei quattro usciti appunto tra febbraio e maggio, non vecchi di 10 o 20 anni?
A questo punto prepariamo un “esposto-denuncia” che presentiamo al commissariato di pubblica sicurezza di Pianura-Napoli, il 6 mattina. Scrivendo, tra l’altro, che “tali articoli risultano scomparsi dal sito senza che il sottoscritto (Andrea Cinquegrani, direttore della Voce, ndr), unico legittimato ad operare sul portale, li abbia mai rimossi”. “Si ipotizza che una operazione di hackeraggio abbia potuto cancellare arbitrariamente tali articoli”.
IL GIALLO NEL GIALLO, “WUHAN”
Nella stessa denuncia facciamo riferimento al fatto che eravamo in procinto di allegare gli articoli nella nostra memoria difensiva dopo la querela dei Marcucci, i quali, nella stessa querela, avevano avanzato una richiesta di “urgente sequestro preventivo” degli articoli in oggetto, dei quali si richiedeva l’immediato “oscuramento o deindicizzazione”.
A questo punto, i Marcucci in qualche modo hanno “ottenuto” il loro scopo: “oscurare” quegli articoli, farli sparire dal nostro sito, far sì che ora i lettori non possano più leggere dalla Voce notizie sull’emendamento killer circa il plasma iperimmune oppure del giallo di Wuhan.
Sì perché c’è una quinta inchiesta che abbiamo pubblicato e per la quale abbiamo ricevuto una lettera dell’avvocato Manduchi, il legale che ha co-firmato la querela. La quinta inchiesta riguarda i rapporti tra Kedrion e un importante centro di ricerca di Wuhan, del quale forniamo i dettagli.
La Voce viene accusata di aver osato accostare il nome dei Marcucci, della prestigiosa Kedrion, al cuore della pandemia! Peccato sia stato Paolo Marcucci in persona a dettagliare tutti i particolari dell’intesa tra Kedrion e il centro di Wuhan nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, non al settimanale di Canicattì!
Strano, però, che la vicenda di Wuhan, pur contestata per lettera, non abbia trovato spazio nella querela presentata dai Marucci contro la Voce. Un passo indietro su quel fronte, o che?
Comunque, abbiamo provveduto a pubblicare sulla Voce anche quella lettera sul caso Wuhan, con una nostra risposta: come di consueto, punto per punto.
QUANDO SUA SANITA’ DE LORENZO “RUBAVA LE BOZZE”
Torniamo a bomba. Ossia all’hackeraggio subito dalla Voce, all’oscuramento dei 4 articolo querelati. Anzi dei 5, visto che il “giallo di Wuhan” risulta anch’esso sparito dal nostro sito, pur essendo stato contestato ma non querelato.
E torniamo indietro nel tempo di quasi trent’anni. Per la precisione ad inizio del 1992, quando stava per uscire nelle librerie italiane il volume “Sua Sanità”, coedito dalla Voce e dalla Publiprint di Trento, e dedicato alle allora molto fortunate imprese del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo.
Un volume che ha avuto un decollo molto inusuale.
Prima ancora infatti che le copie potessero entrare nel complesso circuito della distribuzione e quindi, dopo giorni, nelle librerie, gli avvocati di “Sua Sanità” era già in possesso delle bozze del libro.
Tanto da poterne chiedere pubblicamente il sequestro, sventolando il relativo atto giudiziario in occasione della presentazione in anteprima del libro, durante la kermess editoriale “Galassia Gutemberg” a febbraio 1992. Alla presentazione, tra gli altri, aveva preso parte anche il “futuro” sindaco di Napoli, Antonio Bassolino.
Seduta stante – e concretamente il giorno seguente – annunciamo di voler presentare una denuncia di ricettazione a carico di De Lorenzo, il quale non poteva essere entrato in possesso delle bozze, con largo anticipo rispetto alla stampa del libro, se non per via illegale e fraudolenta.
Ne scaturisce un putiferio. La notizia rimbalza per tutta la stampa nazionale, tanto che – per fare un solo esempio – il Resto del Carlino titolò: “Adesso De Lorenzo ruba anche le bozze di un libro”.
Anni duri per Sua Sanità. Che verrà processato e condannato per la “Farmatruffa” con il suo amico e sodale Diulio Poggiolini, il Re Mida della sanità e direttore generale al ministero. I due, infatti, vengono condannati sia sotto il profilo penale che amministrativo, dovendo risarcire 5 miliardi di lire a testa per aver infangato, con il loro comportamento, l’immagine dell’Italia.
LE DUE DINASTY PARALLELE
Nel libro “Sua Sanità” – per diverse settimane in testa alla hit della saggistica – un capitolo viene dedicato alla dinasty dei Marcucci. Con la quale un’altra dinasty, quella dei De Lorenzo, ha stretto un vero e proprio patto politico e d’affari.
Proprio nel 1991, infatti, per via degli ottimi rapporti tra Sua Sanità e il patriarca della famiglia Marcucci, Guelfo, viene candidato con successo alla Camera il rampollo Andrea, che risulterà il più giovane parlamentare mai eletto nel nostro paese. Collegio prescelto, of course, quello della natia Toscana.
Guarda caso, negli stessi mesi fa il suo ingresso nel consiglio d’amministrazione di “Scalvo” – una delle perle di casa Marucci – Renato De Lorenzo, fratello di Sua Sanità.
Come dire, un affare tira l’altro, dalla politica alle imprese.
Ma cosa fanno i Marcucci nella loro querela contro la Voce? Negano ogni rapporto con Sua Sanità De Lorenzo, si sentono oltraggiati – ovviamente in primis il capo Pd al Senato Andrea Marcucci – e lesi nelle loro maestà. Negano tutto. Così come i rapporti con il Re Mida Poggiolini.
Facce di bronzo.
Lo documentiamo domani con un’altra inchiesta.
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