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Focus
L'alba del nuovo mondo
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
Thierry Meyssan rileva l'estrema gravità, non già del ritiro degli Stati Uniti dalla Siria, bensì del crollo dei paradigmi del mondo attuale. Secondo l'autore, stiamo entrando in un breve periodo di transizione durante il quale gli attuali padroni del gioco – i "capitalisti finanziari" che, secondo Meyssan, non sono imparentati né con il capitalismo né con le banche delle origini – saranno messi da parte a tutto vantaggio del primato del diritto, secondo le normeformulate dalla Russia nel 1899.
I libanesi prigionieri della loro Costituzione
di
Thierry Meyssan
Beirut (Libano) |
Da cinque giorni il Libano è teatro di sommosse e manifestazioni gigantesche che paralizzano il Paese. È pressoché impossibile circolare, tutte le strade sono sbarrate. Il movimento si è rapidamente esteso all'intero Paese. Thierry Meyssan ha potuto constatare di persona che non si tratta di un movimento spontaneo. Secondo l'autore, chi ha dato inizio alle sommosse non è disposto ad accettare il cambiamento di paradigma della politica regionale. I libanesi stanno invece tentando di ribellarsi a un sistema costituzionale che li ingabbia.
TUTTO QUEL CHE VI NASCONDONO SULL'OPERAZIONE TURCA "FONTE DI PACE" 3/3
L'invasione turca del Rojava
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
La comunità internazionale pubblicamente teme la brutalità dell'intervento turco nel nord della Siria. Ufficiosamente però se ne rallegra perché l'operazione turca è la sola e unica soluzione per il ripristino della pace nella regione. Un ennesimo crimine mette fine alla guerra contro la Siria. La sorte dei mercenari stranieri di Idlib, jihadisti infuriati dopo otto anni di guerra particolarmente selvaggia e crudele, non è stata ancora decisa.
Tutto quel che vi nascondono sull'operazione turca "Fonte di pace" (2/3)
Il Kurdistan immaginato dal colonialismo francese
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
Contrariamente a un luogo comune, il Rojava non è uno Stato pensato per il popolo kurdo, bensì una fantasticheria del colonialismo francese, nata nel periodo tra le due guerre. Insieme ai kurdi si voleva creare uno Stato fantoccio, analogamente al Grande Israele da fondarsi con gli ebrei. Un obiettivo del colonialismo rispolverato dai presidenti Sarkozy, Hollande e Macron, che l'hanno spinto sino alla pulizia etnica nella regione dove il nuovo Stato doveva sorgere.
Tutto quel che vi nascondono sull'operazione turca "Fonte di pace" (1/3)
La genealogia della questione kurda
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
Unanime, la comunità internazionale moltiplica le condanne dell'offensiva militare nel Rojava e assiste impotente alla fuga di decine di migliaia di kurdi, inseguiti dall'esercito turco. Tuttavia nessuno interviene, forse ritenendo che, a causa dell'inestricabile situazione creata dalla Francia e dei crimini contro l'umanità commessi da combattenti e civili kurdi, un massacro sia l'unica via che consenta di ristabilire la pace.
In breve
La Russia richiama la Turchia al rispetto degli impegni
La stampa australiana contro la censura del governo
François Hollande è il primo a riconoscere la sconfitta
La Francia incendia il cementificio Lafarge in Siria
L'esercito russo occupa basi militari USA
Lievi sanzioni degli USA contro la Turchia
PKK-YPG, terroristi secondo il lato della frontiera
Gli eserciti siriano e turco tentano di conquistare terreno
I 15 campi di prigionieri di Daesh nel "Rojava"
L'accordo di Hmeimim
In trappola i militari francesi in Siria
Gli jihadisti al centro del disaccordo atlantista
Il revisionismo storico del parlamento europeo
Controversie
Erdogan vuole la Bomba
di Manlio Dinucci
Roma (Italia) |
Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha reagito all'inizio dello smantellamento dell'arsenale nucleare USA in Turchia annunciando l'intenzione di dotarsi di proprie armi nucleari. Una scelta legittima di fronte alla minaccia nucleare israeliana, ma anche un passo nella peggiore delle direzioni.
La Nato dietro l'attacco turco in Siria
di Manlio Dinucci
Roma (Italia) |
Diversi membri della NATO versano tutte le loro lacrime sulla sorte dei kurdi, mascherando in questo modo che avevano avallato anticipatamente l'operazione "Fonte di Pace". Per togliere ogni dubbio, il segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg, tre giorni dopo l'inizio dei combattimenti si è recato personalmente ad Ankara per portare alla Turchia il sostegno della NATO.
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