10 dicembre 2019

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Eleanor Roosevelt and Human Rights DeclarationIl Movimento Roosevelt è l'unico movimento politico ad usare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani come principale ispirazione per la propria attività politica.

Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Dopo questa solenne deliberazione, l'Assemblea delle Nazioni Unite diede istruzioni al Segretario Generale di provvedere a diffondere ampiamente questa Dichiarazione e, a tal fine, di pubblicarne e distribuirne il testo non soltanto nelle cinque lingue ufficiali dell'Organizzazione internazionale, ma anche in quante altre lingue fosse possibile usando ogni mezzo a sua disposizione.





DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Preambolo

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

Considerato che è indispensabile che i diritti dell'uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo dei rapporti amichevoli tra le Nazioni;

Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'eguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un migliore tenore di vita in una maggiore libertà;

Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di queste libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;

L'Assemblea Generale
proclama


la presente Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo come ideale da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo e ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

Articolo 1

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Articolo 2

1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
2. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.

Articolo 3

Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Articolo 4

Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

Articolo 5

Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.

Articolo 6

Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

Articolo 7

Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8

Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibiltà di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

Articolo 9

Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

Articolo 10

Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonchè della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.

Articolo 11

1. Ogni individuo accusato di reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie per la sua difesa.
2. Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

Articolo 12

Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, nè a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

Articolo 14

1. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni.
2. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Articolo 15

1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, nè del diritto di mutare cittadinanza.

Articolo 16

1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Articolo 17

1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà privata sua personale o in comune con gli altri.
2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

Articolo 18

Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Articolo 19

Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

Articolo 20

1. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
2. Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

Articolo 21

1. Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
2. Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio Paese.
3. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

Articolo 22

Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonchè alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

Articolo 23

1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha il diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 24

Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

Articolo 25

1. Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2. La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

Articolo 26

1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
2. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.

Articolo 27

1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

Articolo 28

Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e la libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

Articolo 29

1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
2. Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
3. Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

Articolo 30

Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati.

09 dicembre 2019

Theodor Hlebaroff: bulgaro chiede asilo in Vaticano

Theodor Hlebaroff un profugo bulgaro chiede asilo politico in Vaticano con una lettera inviata alla Segreteria di Stato
La prima telefonata ricevuta dal Vaticano da parte dei rapitori di Emanuela Orlandi non sarebbe stata quella del 5 luglio 1983, cioè dopo che Giovanni Paolo II aveva già lanciato un appello, ma una arrivata tra le 20 e le 21 della stessa sera della scomparsa della ragazza, avvenuta alle 19.15 di 36 anni fa.
La stessa sera della scomparsa di Emanuela, il 22 giugno 1983 intorno alle 20,30 (nemmeno due ore dopo che è stata vista uscire dalla scuola di musica a Sant’Apollinare, dietro Piazza Navona), uno sconosciuto chiama il Vaticano e chiede di parlare urgentemente con il segretario di Stato, Cardinale Agostino Casaroli. Ha qualcosa di importante da comunicare, dice. Ma Casaroli è in Polonia con Giovanni Paolo II, per una visita ufficiale e le suore di turno al centralino non danno gran peso alla telefonata: ogni giorno c’è qualcuno che vuole parlare con il Papa o qualche alto prelato, insomma è pieno di spostati. Il centralino quella sera avrebbe passato la telefonata a Romeo Panciroli, il Direttore della sala stampa Vaticana che ne avrebbe riferito il contenuto a Mons. Carlo Maria Viganò. In cambio della liberazione di Emanuela, i rapitori avrebbero fatto una richiesta il cui soddisfacimento non dipendeva dalla volontà della Santa Sede. Il contenuto di quella telefonata sarebbe stato trascritto poi da Panciroli in un documento inviato via fax a Viganò. Che fine ha fatto questo fax? perché non è mai stato reso pubblico?
Nell’intervista all’ex vaticanista RAI Aldo Maria Valli, Mons. Viganò ricorda di aver collegato la telefonata alla vicenda di un sedicente rifugiato dell’est Europa che mesi prima aveva chiesto, con una lettera indirizzata proprio alla Segreteria di Stato all’attenzione di Rev. P. GianBattista Ré, asilo politico in Vaticano.  
La lettera, datata 20 maggio 1983, viene scritta da Bolzano con l’intestazione Reverendissimo Padre e continua:  “sono un riconosciuto rifugiato politico bulgaro con la qualificazione dell’O.N.U., 43 anni pedagogo, scientista. Chiedo la possibilità di prendere ASILO POLITICO”. Viene firmata col nome di Theodor Hlebaroff che dichiara di essere un professore di musica, lingua e letteratura tedesca, e che tra i vari girovagare per l’Italia fu ospite del Centro di assistenza profughi stranieri Rossi Longhi di Latina. Ma c’è un dettaglio che sembra fatto apposta per catturare l’attenzione. Theodor Hlebaroff che  chiede protezione alla Santa Sede, dice di aver frequentato il Pontificio Istituto di Musica Sacra come alunno straordinario per l’anno accademico 1982-1983, istituto che dista poche centinaia di metri da piazza Sant’Apollinare, dalla scuola dove Emanuela frequentava canto e flauto traverso. Oggi i due palazzi hanno entrate diverse ma all’epoca le due scuole sarebbero state addirittura collegate ed è certo che il Pontificio Istituto di Musica Sacra aveva una sede anche nel palazzo della scuola di musica di Emanuela. 
Non sembra neanche fosse la prima lettera quella del 20 maggio perché sessantaquattro giorni prima, un articolo de La Stampa, fa un resoconto degli sforzi di Hlebaroff  per contattare la Segreteria di Stato, chiedendo prima, la cittadinanza vaticana e poi asilo politico. Si legge che lo stesso, disdegna la qualifica di profugo riconosciuta dalla Commissione paritetica fra il governo italiano e l’alto commissariato dell’ONU per i rifugiati e fa istanza in Segreteria perché in Vaticano non c’è criminalità nonché assenza di: “comunisti, sindacati, industrie inquinanti e problemi con le donne e la loro ossessione del sesso” inoltre fa presente che il Vaticano costituisce una comunità in cui regnano ordine, disciplina.
Il 17 luglio del 1983 viene fatta trovare un’audiocassetta in via della Dataria, a due passi dal Quirinale e dalla sede dell’Ansa. In una facciata si sentono lamenti di una ragazza e dall’altro un comunicato letto da una voce maschile dall’accento straniero che detta le condizioni per la liberazione di Emanuela. Questa voce nel 1983 viene fatta sentire dagli inquirenti ad una donna di Bolzano, Anna, che dice di conoscere quest’uomo e a verbale dichiarerà che “l’accento e la cadenza della registrazione è uguale alla voce di Theodor Hlebaroff, anche se il tono del messaggio registrato è più freddo e monotono, come se stesse leggendo un messaggio”.
Perché viene messo in relazione il bulgaro con la voce registrata sull’audiocassetta? E come può essere stato ammesso alla frequenza del prestigioso Pontificio Istituto di Musica Sacra?

08 dicembre 2019

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine ven 6 dic 2019

Réseau Voltaire
Focus
« Sous nos yeux » (9/25)
La France manipulée
par Thierry Meyssan




En bref

 
Le Parlement européen et la propagande anti-cubaine
 

 
La milice turkmène syrienne reçoit des chars allemands
 

 
La Banque centrale libanaise est-elle un système de Ponzi ?
 

 
Le rapport de l'OIAC était falsifié
 

 
Le Royaume-Uni défie l'AG de l'Onu et son tribunal
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Débat à l'Assemblée nationale d'une proposition de loi visant à lutter contre l'antisémitisme
 

 
Un appel d'universitaires juifs aux députés français
 

 
Entretien de Bachar el-Assad avec Paris Match
 

 

« Horizons et débats », n°25, 25 novembre 2019
Les milices helvètes
Partenaires, 26 novembre 2019
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07 dicembre 2019

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana sab 7 dic 2019

Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Il parlamento europeo e la propaganda anti-cubana
 

 
La milizia turcomanna siriana riceve carrarmati tedeschi
 

 
La Banca Centrale libanese è uno schema Ponzi?
 

 
Il rapporto dell'OPAC è stato falsificato
 

 
Il Regno Unito sfida l'Assemblea Generale dell'ONU e il suo tribunale
 
Controversie

 
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06 dicembre 2019

EMANUELA ORLANDI / APPELLO AL PAPA, BASTA SEGRETI


Ennesimo appello della famiglia di Emanuela Orlandi al Vaticano. Lo rivolge direttamente a papa Francesco il legale della famiglia, Laura Sgrò.
Ecco alcune sue frasi.
“Santità, Lei certamente segue con sguardo misericordioso la tragedia di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983, e di cui nulla è dato sapere alla madre e ai suoi fratelli, caricandoli di un dolore che non trova pace”.
“La famiglia mi ha incaricata di sostenere legalmente la loro ricerca della verità e per questo Le chiedo un atto di carità e di giustizia sovrana, non avendo trovato nei livelli ordinari la necessaria e aperta collaborazione che si auspicava”.

Laura Sgrò
“Testimonianze recenti e investigazioni difensive hanno fornito la certezza dell’esistenza di un fascicolo segreto sul sequestro di Emanuela, e riferiscono di attività precise e strutturate volte a ricostruire quanto è accaduto. Vi è documentazione su Emanuela, custodita nell’archivio segreto della Segreteria di Stato e mai condivisa”.
“L’accesso della famiglia a questi documenti mi viene ripetutamente negato da anni. Il silenzio ha prima avvolto la mia richiesta e poi l’ha inghiottita”.
“Santità, Lei di recente, non temendo la storia, con animo sereno e fiducioso, ha autorizzato l’apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII che, come Lei stesso ha detto, ‘si trovò a condurre la Barca di Pietro in un momento tra i più tristi e bui del secolo ventesimo’”.
“Anche la scomparsa di Emanuela rappresenta un momento triste e buio del secolo scorso. Adesso, però, sono le sue mani ferme e misericordiose a condurre la Barca di Pietro. La conduca verso quella Verità che, come ci ha insegnato Nostro Signore, rende liberi”.
Un anno e mezzo fa proprio la Voce (e poi l’Espresso) raccontarono la storia di documenti segreti custoditi nell’archivio altrettanto super segreto della Segreteria di Stato vaticana. In quelle carte, tra l’altro, erano contenuti prove relative ad un soggiorno di Emanuela per svariati mesi in un appartamento gestito da alcune suore a Londra. A quanto pare tra la documentazione c’erano messaggi, rendiconti e altri elementi importanti.
Come mai – ci siamo più volte domandati e abbiamo domandato – la Segreteria di Stato vaticana non fornisce spiegazioni in merito (o lo fa in modo del tutto rabberciato negando tout court l’esistenza di qualsivoglia documento)? Perché è calato, su quella vicenda fondamentale, un silenzio complice e omertoso?
Sarebbe il caso, una buona volta, di rompere il muro di gomma e tirar fuori le verità come implora la famiglia da anni e ora con particolare veemenza.
Ma sorge spontaneo un altro interrogativo. Un paio di mesi fa, alla notizia dell’insediamento dell’ex procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone al vertice del tribunale vaticano, lo stesso avvocato Laura Sgrò ha manifestato la sua soddisfazione.
Forse non sono giunti segnali positivi dal tribunale vaticano? O può essere questo un cortese modo per mettere qualche pressione allo stesso ex procuratore numero uno della capitale?

04 dicembre 2019

Beppe Scienza: TFR al sicuro all'INPS

Allarmismo interessato sul TFR all'INPS

Si sono intensificati gli interventi che adombrano o addirittura denunciano rischi per i lavoratori col TFR nel Fondo di Tesoreria dell'INPS, infarciti di frottole su una sua inventata scarsa redditività. In realtà non è un fondo pensione, contrariamente alle frottole dei venditori disonesti di c.d. previdenza integrativa. Si veda «Propaganda dei media contro l'INPS, ma non c'è nessun rischio per il TFR» sul Fatto Quotidiano dell'11-11-2019.

Saluti

Beppe Scienza
Docente di Metodi per le Scelte Finanziarie e Previdenziali

Dipartimento di Matematica
Università di Torino
via Carlo Alberto 10
10123 Torino

www.beppescienza.it
www.ilrisparmiotradito.it

02 dicembre 2019

Moncalvo: silenzio assordante sulla fuga della Fiat in Francia

Gigi Moncalvo «Tutti parlano giustamente del problema dell’Ilva e dei posti di lavoro a rischio a Taranto, ma nessuno – sottolineo, nessuno – parla dei posti che salteranno per la vicenda Fca-Psa». Perché nessuno ne parla? Molto semplice, risponde Gigi Moncalvo: «Nessuno osa rispondere al seguente interrogativo: quando ci sarà da decidere la sorte, la chiusura degli stabilimenti in Italia (Pomigliano d’Arco, Termini Imerese, Melfi e chi più ne ha, più ne metta), secondo voi prevarrà la volontà e la decisione dei 6 consiglieri (su 11) della corporation francese, oppure prevarrà la tesi di una società che ormai è olandese, londinese e americana?». Ormai l’ex Fiat – per decenni sorretta finanziariamente dallo Stato italiano – è infatti una società di diritto olandese con domiciliazione fiscale nel Regno Unito (e domiciliazione borsistica negli Usa). Insiste Moncalvo, dai microfoni della trasmissione web-radio “Forme d’Onda“, ripreso anche su YouTube: «Che cosa gliene importerà, all’ex Fiat, ormai olandese, londinese e americana, della sorte di Pomigliano d’Arco, Melfi, Termini Imerese e tutto il resto?». L’accusa di Moncalvo è esplicita: «I media tacciono, sull’accordo franco-italiano, perché la Fiat continua a riversare fior di soldi, in termini pubblicitari, su giornali e televisioni». Un modo per avere “buona stampa”, cioè in questo caso stimolare il silenzio dei giornalisti?
Categoria alla quale peraltro appartiene lo stesso Moncalvo, cronista di rango, già attivo su alcune tra le maggiori testate italiane (collaboratore di Maurizio Costanzo, Piero Ottone e Guglielmo Zucconi) nonché giornalista sulle reti Mediaset e infine dirigente Rai. Negli ultimi anni, con esplosivi libri-inchiesta (”I lupi e gli Agnelli“, “Agnelli segreti“, spariti dalle librerie ma disponibili attraverso il sito dell’autore), Moncalvo si è concentrato nello scavare tra “ombre e misteri della famiglia più potente d’Italia”. Fino a scoprire cosa? Questo: che un potere-ombra, finanziario e anglosassone, si sarebbe impossessato del controllo politico della Fiat già dal dopoguerra, fino poi a “imporre” che l’eredità di Gianni Agnelli finisse a John Elkann, il quale – giovanissimo – alla scomparsa dell’Avvocato mise l’impero Fiat nelle mani del manager finanziario Sergio Marchionne, campione del neoliberismo americano. Moncalvo evoca anche «rabbini francesi e grembiulini» nell’orbita di John Elkann, alludendo al ruolo del padre, il giornalista e scrittore Alain Elkann, membro del potentissimo Jewish Institute e figlio del banchiere, industriale e rabbino francese Jean-Paul Elkann. Dietro alla “real casa” torinese, attraverso il ramo Elkann oggi al comando, aleggia il potere del B’nai B’rith, elusiva massoneria sionista?
Ne parlò il saggista e massone Gianfranco Carpeoro, a proposito della strana fine di Edoardo Agnelli nel 2000: il figlio “ribelle” dell’Avvocato, che in un’intervista al “Manifesto” aveva annunciato l’intenzione di volersi occupare del destino della Fiat, si sarebbe convertito all’Islam, e addirittura alla confraternita mistica dei Sufi. Una foto lo ritrae a Teheran in una sessione di preghiera guidata dall’ayatollah Alì Khamenei, guida suprema della ierocrazia sciita. Fu proprio l’Iran ad accusare il Mossad, il servizio segreto israeliano, della morte di Edoardo Agnelli, precipitato da un viadotto autostradale in circostanze mai del tutto chiarite. Forse per motivi di pura propaganda politica anti-sionista, Teheran accusò la “lobby ebraica” di aver sostanzialmente Alain Elkannpropiziato l’eliminazione di Edoardo Agnelli (caso archiviato come suicidio) per poter poi mettere completamente le mani sull’impero Fiat dopo la morte di Gianni Agnelli. Dietrologie, semplici illazioni, addirittura insinuazioni senza fondamento? Dal lavoro di Moncalvo, incentrato per lo più sulla imbarazzante “guerra” familiare per l’eredità dell’Avvocato (seguita dall’ancora più imbarazzante silenzio dei media), emerge in sostanza l’impenetrabilità della governance Fiat, retta da logiche che ricordano quelle delle antiche monarchie.
Carte giudiziarie alla mano, Moncalvo ha scoperto che il grosso del “tesoro” degli Agnelli è depositato all’estero, lontano dall’Agenzia delle Entrate (a Panama e in un caveau dell’aeroporto di Ginevra), e che i due uomini-ombra dell’Avvocato, Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, manovrarono – insieme ai notai, e d’intesa con la vedova Agnelli, Marella Caracciolo – per favorire in modo esclusivo l’allora giovanissimo John Elkann, entrato nel board Fiat a soli 21 anni. Oggi, ragiona Moncalvo, la Exxor (finanziaria di famiglia) è stata stra-premiata con un “bonus” di oltre 5 miliardi dai futuri partner francesi, che in cambio però prenotano il controllo del colosso Fca-Psa, che verrebbe affidato a Carlos Tavares, l’uomo-Peugeot. Una maxi-buonuscita agli Elkann per lasciare il timone alla Francia, il cui governo oltretutto controlla il 13% del gruppo che include Peugeot, Citroen e Opel? Secondo “Money.it“, Fca porta in dote 102 stabilimenti e un fatturato da oltre 110 miliardi, con marchi come Fiat e Jeep, Conte e LandiniLancia, Abarth, Alfa Romeo, Maserati, Chrysler, Dodge, Fiat Professional e Ram. Da canto suo, Psa (che possiede anche Ds Automobiles e Vauxhall) mette sul piatto appena 45 stabilimenti e un giro d’affari da 74 miliardi, inferiore quindi a quello dell’ex Fiat.
In sostanza: i francesi offrirebbero di meno ma otterrebbero di più, dopo aver “premiato” a suon di miliardi i torinesi, forse ansiosi – da tempo – di disimpegnarsi dal settore auto? Se è presto per trarre conclusioni, visto che ogni giorno emergono precisazioni sullo sviluppo dell’accordo, ancora in corso nella sua definizione e motivato dalla necessità di reggere il mercato mondiale dell’auto, è sconcertante – rileva Moncalvo – il silenzio assordante del sistema-Italia, di fronte a una notizia di questa portata. Gli stessi sindacati si limitato a mormorare: forse, auspica Landini, la fusione rafforzerà il comparto industriale. Certezze, nessuna: quand’era a capo della Fiom, Landini si vide beffare dall’inesistente Fabbrica Italia, il piano di rilancio solo vagheggiato da Marchionne. Ma ancora più clamoroso è il silenzio dei media nazionali e della stessa politica, evidenziato dall’assenza totale – nella vicenda – del governo Conte. E se chiuderanno gli stabilimenti del centro-sud? Visto che a decidere saranno i francesi, come possono dormire sonni tranquilli gli operai di Melfi, Pomigliano e Termini Imerese? Nessuno sembra domandarselo: silenzio di tomba. Muti i giornali, zitti i partiti, non pervenuto Palazzo Chigi. Purtroppo, la cosa non stupisce: solo in Italia, ricorda Moncalvo con amarezza, nel 1991 – per timore di dispiacere ai signori della Fiat – fu tradotto col titolo “Il silenzio degli innocenti” il film-kolossal di Jonathan Demme, con Jodie Foster e Anthony Hopkins. Nel resto del mondo, il titolo originale (”The silence of the lambs”) fu tradotto correttamente: il silenzio degli agnelli.