14 dicembre 2018
[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 14 dic 2018
Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 14 dic 2018
La Puglia: 4 reazioni avverse gravi ogni 100 vaccini iniettati
L'industria farmaceutica non ha mai provato un forte desiderio di verificare statisticamente gli eventuali danni da vaccino. Di solito preferiscono affidarsi al sistema di segnalazione da parte dei genitori (si chiama "farmacosorveglianza passiva"). Questo sistema ovviamente è il preferito, da parte delle case farmaceutiche, perché sanno già che la stragrande maggioranza dei genitori si dimentica di segnalare le reazioni avverse, mentre molti di loro non sanno nemmeno che esiste un sistema per farlo. Il genitore che vede una reazione avversa nel proprio figlio si preoccupa prima di tutto di correre dal pediatra e di porre rimedio alla condizione di sofferenza del suo bambino. Una scarsissima percentuale si ricorda poi in seguito di segnalare i fatti avvenuti alle autorità sanitarie. Le cose però cambiano radicalmente se qualcuno – più coscienzioso degli altri – prova invece a perseguire una strategia di farmacovigilanza attiva (per farmacovigilanza attiva si intende il monitoraggio sistematico dei bambini vaccinati, con telefonate di controllo fatte ai genitori nell'arco di un lungo periodo di tempo).
E' quello che ha provato a fare l'Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia, con una campagna di farmacovigilanza attiva sui bambini vaccinati durata dal 2013 al 2017 (qui il rapporto completo). I risultati sono eclatanti. Il numero di "eventi avversi gravi" registrati durante le indagini diventa improvvisamente di 300 volte superiore al numero di casi riportati con la sorveglianza passiva. Di fatto, come riportato dalla tabella a pagina 26, risulta che gli eventi avversi gravi sono stati oltre il 40 per mille dei casi monitorati. Come viene spiegato a pagina 17 del rapporto, «un evento avverso a vaccino o farmaco viene classificato come grave ove abbia determinato: decesso; pericolo di vita; invalidità grave o permanente; anomalie congenite/deficit del neonato; ospedalizzazione o prolungamento dell'ospedalizzazione; altra condizione clinicamente rilevante».
Un'altra tabella, a pagina 33, mostra come il "causality assessment" (rapporto di causalità, o correlazione fra vaccino ed evento avverso) sia del 75% dei casi riportati. In altre parole, in seguito alla somministrazione del vaccino negli anni 2013-2017 sono stati registrati 4 eventi avversi gravi ogni 100, con tre quarti di questi casi correlabili direttamente alla somministrazione del vaccino stesso. A questo punto ci si domanda che cosa succederebbe nel mondo se una ricerca di farmacovigilanza attiva, come quella eseguita dalla Regione Puglia, venisse fatta in ogni regione e in ogni nazione del nostro pianeta.
(Massimo Mazzucco, "Regione Puglia: 4 casi di reazioni avverse 'gravi' ogni 100 in seguito ai vaccini", dal blog "Luogo Comune" del 23 novembre 2018).
L'industria farmaceutica non ha mai provato un forte desiderio di verificare statisticamente gli eventuali danni da vaccino. Di solito preferiscono affidarsi al sistema di segnalazione da parte dei genitori (si chiama "farmacosorveglianza passiva"). Questo sistema ovviamente è il preferito, da parte delle case farmaceutiche, perché sanno già che la stragrande maggioranza dei genitori si dimentica di segnalare le reazioni avverse, mentre molti di loro non sanno nemmeno che esiste un sistema per farlo. Il genitore che vede una reazione avversa nel proprio figlio si preoccupa prima di tutto di correre dal pediatra e di porre rimedio alla condizione di sofferenza del suo bambino. Una scarsissima percentuale si ricorda poi in seguito di segnalare i fatti avvenuti alle autorità sanitarie. Le cose però cambiano radicalmente se qualcuno – più coscienzioso degli altri – prova invece a perseguire una strategia di farmacovigilanza attiva (per farmacovigilanza attiva si intende il monitoraggio sistematico dei bambini vaccinati, con telefonate di controllo fatte ai genitori nell'arco di un lungo periodo di tempo).E' quello che ha provato a fare l'Osservatorio Epidemiologico Regionale della Puglia, con una campagna di farmacovigilanza attiva sui bambini vaccinati durata dal 2013 al 2017 (qui il rapporto completo). I risultati sono eclatanti. Il numero di "eventi avversi gravi" registrati durante le indagini diventa improvvisamente di 300 volte superiore al numero di casi riportati con la sorveglianza passiva. Di fatto, come riportato dalla tabella a pagina 26, risulta che gli eventi avversi gravi sono stati oltre il 40 per mille dei casi monitorati. Come viene spiegato a pagina 17 del rapporto, «un evento avverso a vaccino o farmaco viene classificato come grave ove abbia determinato: decesso; pericolo di vita; invalidità grave o permanente; anomalie congenite/deficit del neonato; ospedalizzazione o prolungamento dell'ospedalizzazione; altra condizione clinicamente rilevante».
Un'altra tabella, a pagina 33, mostra come il "causality assessment" (rapporto di causalità, o correlazione fra vaccino ed evento avverso) sia del 75% dei casi riportati. In altre parole, in seguito alla somministrazione del vaccino negli anni 2013-2017 sono stati registrati 4 eventi avversi gravi ogni 100, con tre quarti di questi casi correlabili direttamente alla somministrazione del vaccino stesso. A questo punto ci si domanda che cosa succederebbe nel mondo se una ricerca di farmacovigilanza attiva, come quella eseguita dalla Regione Puglia, venisse fatta in ogni regione e in ogni nazione del nostro pianeta.
(Massimo Mazzucco, "Regione Puglia: 4 casi di reazioni avverse 'gravi' ogni 100 in seguito ai vaccini", dal blog "Luogo Comune" del 23 novembre 2018).
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13 dicembre 2018
Noi ricordiamo la Grande Guerra, mentre i Palestinesi la stanno Vivendo
C’è stato qualcosa di incredibilmente familiare nel modo in cui abbiamo commemorato quella che abbiamo definito la fine della Prima Guerra Mondiale, avvenuta cento anni fa. Non sono state solo le cascate di papaveri o i nomi che ci suonavano familiari – Mons, Somme, Ypres, Verdun – ma essenzialmente il silenzio quasi totale su tutti i Morti della prima guerra mondiale, come se i loro occhi non fossero stati dello stesso colore dei nostri, come se il colore della loro pelle non fosse stato lo stesso della nostra, come se la loro sofferenza continuasse ancora dai giorni della Grande Guerra fino ad oggi.
Persino quei pochi inserti della Domenica che hanno provato ad allontanarsi dal fronte occidentale hanno toccato appena quelli che sono i postumi della guerra nella nuova Polonia, nella nuova Cecoslovacchia, nella nuova Jugoslavia e nella Russia bolscevica, accennando appena alla Turchia. Non si è detta una sola parola sulle grandi carestie – che hanno causato 1,6 milioni di morti – degli arabi del Levante, provocate dai saccheggi dei turchi o dal blocco messo dagli alleati nella prima guerra mondiale. Ancora più sorprendente è che non sono riuscito a trovare nemmeno un riferimento ai grandi crimini contro l’umanità avvenuti durante la prima guerra mondiale – né l’assassinio degli ostaggi belgi compiuti dalle truppe tedesche nel 1914, né il genocidio armeno di un milione e mezzo di cristiani civili nel 1915 compiuto dall’alleato turco-ottomano della Germania.
Chi ha parlato della Dichiarazione di Balfour, quel documento scritto nel 1917 durante la Prima Guerra Mondiale sul Medio Oriente, in cui si prometteva una patria in Palestina per gli ebrei e che contemporaneamente ha condannato gli arabi palestinesi (che all’epoca erano la maggioranza in Palestina) a quello che io chiamo un refugeedom ? E chi ha parlato dell’accordo Sykes-Picot del 1916, quello che spaccò il Medio Oriente e tradì la promessa dell’indipendenza araba? E chi ha parlato dell’avanzata del Generale Allenby su Gerusalemme, colui che – oggi sembra dimenticato da tutti i nostri amati commentatori – per primo fece uso di gas in Medio Oriente? Siamo così toccati dalla ferocia della storia moderna in Siria e in Iraq, che dimentichiamo – o non sappiamo – che gli uomini di Allenby spararono proiettili di gas contro l’esercito turco a Gaza.
Nei cimiteri di guerra alleati della prima guerra mondiale in Medio Oriente e in Europa ci sono decine di migliaia di tombe musulmane – algerini, marocchini, indiani – eppure non ne ho visto una sola foto e nemmeno una dei lavoratori cinesi che morirono sul fronte occidentale mentre trasportavano munizioni per le truppe britanniche, né dei soldati africani che combatterono e morirono per la Francia sulla Somme. Solo in Francia, sembra che il presidente Macron abbia ricordato questo momento saliente del conflitto, nel modo migliore che ha potuto, perché durante la Grande Guerra , oltre 30.000 uomini delle Comore, Senegal, Congo, Somalia, Guinea e Benin sono morti per la Francia.
C’era un monumento che li ricordava a Reims. Ma i tedeschi lanciarono un feroce attacco razzista contro le truppe nere dei francesi che parteciparono all’occupazione della Germania post-prima guerra mondiale per lo stupro delle donne tedesche e per evitare di “mettere in pericolo il futuro della razza tedesca”. Tutto falso, naturalmente, ma nel momento in cui le legioni di Hitler invasero la Francia nel 1940, la propaganda nazista aveva fatto il suo lavoro contro questi stessi uomini. Più di 2.000 soldati francesi neri furono massacrati dalla Wehrmacht nel 1940 e il monumento fu distrutto. È stato appena ricostruito e inaugurato appena in tempo per il centenario dell’Armistizio.
Poi c’è lo scherno sulle tombe dei morti. Dei 4.000 marocchini – tutti musulmani – inviati nel 1914 alla battaglia della Marna sopravvissero solo 800, altri morirono a Verdun. Dei 45.000 soldati marocchini del Generale Hubert Lyautey, ne furono uccisi 12.000 durante quella guerra. Ci volle una piccola rivista francese, Jeune Afrique, per raccontare che le tombe di molti dei morti marocchini ancora oggi sono segnate con la stella e la mezzaluna del califfato turco-ottomano. Ma i marocchini, benché facessero notoriamente parte dell’impero ottomano, stavano combattendo per la Francia contro i turchi, alleati della Germania. La stella e la mezzaluna non sono mai state il simbolo ufficiale dei musulmani. In ogni caso, i Marocchini al tempo della Grande Guerra già avevano una loro bandiera.
Ma naturalmente, il vero simbolo della Prima Guerra Mondiale con tutti i suoi effetti continuativi e sanguinosi si trova in Medio Oriente. I conflitti in quella regione – in Siria, in Iraq, in Israele, a Gaza, in Cisgiordania e nel Golfo – possono far risalire la loro genesi fino alla nostra titanica Grande Guerra. L’accordo Sykes-Picot ha diviso gli arabi. La guerra – solo pochi giorni dopo la disfatta di Gallipoli – permise ai turchi di distruggere la minoranza cristiana che viveva in Armenia. I nazisti, ad ogni modo, amavano Mustafa Kemal Ataturk perché aveva “purificato” le minoranze interne. Quando Ataturk morì, il giornale del partito Volkischer Beobachter listò la sua prima pagina di nero. La divisione del Libano e della Siria e il loro sistema di amministrazione settario furono inventati dai francesi dopo essersi assicurati il mandato postbellico per governare il Levante. La rivolta in Iraq, dopo la prima guerra mondiale contro il dominio britannico fu in parte alimentata dal disgusto per la Dichiarazione di Balmour.
Maliziosamente, sono andato a scavare nella biblioteca dei vecchi libri di storia del mio defunto papà – quelli sulla Grande Guerra, terza battaglia della Somme, 1918 – e ho trovato degli scritti di Winston Churchill che, con rabbia e tristezza, parla degli “olocausti” degli armeni (usò esattamente questa parola) ma non riuscì a vedere nessun futuro per il mondo arabo nemmeno nella sua The Great War, in quattro volumi che scrisse nel 1935. La sua unica disquisizione sull’ex impero ottomano ancora fumante si trova in una appendice di due pagine a pagina 1.647, dal titolo: “Memorandum sulla pacificazione del Medio Oriente”.
Ogni mattina i palestinesi si svegliano, oggi, in mezzo alla polvere e al lerciume dei campi di Nahr el-Bared, di Ein el-Helwe o di Sabra e Chatila in Libano. Per loro non fu nel 1915 che la penna di Balfour mise il suo graffio stridente sotto il documento di espropriazione, ma è stato solo la scorsa notte. Per questi rifugiati, che vivono ancora nei loro tuguri e nelle loro baracche, mentre voi state leggendo queste parole, la prima guerra mondiale non è finita mai.
Nemmeno oggi. Oggi, nel centenario della “fine” della prima guerra mondiale.
Robert Fisk scrive per l’Independent, dove è stato originalmente pubblicato questo articolo
Fonte: www.counterpunch.org
19.11.2018
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
12 dicembre 2018
VACCINI / UNO STUDIO CHOC DALLA PUGLIA, FORTI ALLARMI IN ARRIVO DAGLI STATI UNITI
Dalla Puglia arriva un preciso e documentato allarme sul fronte dei vaccini. Una prassi di "farmacovigilanza attiva", cioè lo studio diretto su un campione di 1.672 bambini, ha consentito di rilevare che la somministrazione del vaccino MPVR (morbillo, parotite, varicella, rosolia) ha prodotto risultati negativi su ben il 4 per cento dei piccoli pazienti, una percentuale da brividi.
La clamorosa notizia – perfettamente ignorata dai grossi media, tutti impegnati in continue campagne pro vax e a favore di Big Pharma – è filtrata dalle audizioni che si stanno tenendo in Senato per discutere il nuovo decreto legge sui vaccini, il numero 770.
Cosa è successo, in sostanza? Fino ad oggi tutte le statistiche venivano elaborate sulla base di segnalazioni provenienti dai genitori. Si otteneva, così, un dato del tutto aleatorio. Attraverso un rilevamento effettuato in modo scientifico, e per un anno, cioè attraverso il metodo della "farmacovigilanza attiva", i dati che emergono sono di ben altro tenore, di gran lunga più preoccupanti degli altri, che finiscono per minimizzare il fenomeno.
DATI UFFICIALI TAROCCATI
"I casi gravi raccolti con questo studio – precisano alcuni ricercatori – superano di 339 volte le segnalazioni giunte spontaneamente".
Ma vediamo alcune dichiarazioni di Antonio Affinita, direttore generale del MOIGE, ossia il Movimento italiano genitori, il quale è stato sentito nel corso delle audizioni a palazzo Madama.
"Mi faccio portavoce non di famiglie ideologicamente ostili alle vaccinazioni, ma di persone che, non comprendendo il senso di queste maniere forti (l'obbligo vaccinale, ndr), ora dubitano della bontà delle vaccinazioni".
"Chi firma un consenso informato accetta tutti i benefici, ma anche i rischi di una terapia. Senza questa decisione non si può procedere a nessun trattamento sanitario. Non si capisce perchè solo in questo caso si debbano ignorare le leggi dello Stato. Oltretutto il ruolo dei genitori nelle scelte di salute dei propri figli come in quelle educative è fondamentale".
"Quanto agli eventi avversi ho richiamato l'attenzione sulla necessità di avviare una farmacovigilanza attiva, come quella che è stata fatta in Puglia. Quanto sono sicure le vaccinazioni plurime? Come facciamo a saperlo senza studi di farmacovigilanza attiva a campione e costanti nel tempo? E' da irresponsabili obbligare ampie fasce di popolazione a 10/12 vaccinazioni senza preoccuparsi di osservarne gli effetti. Ho citato anche lo studio Signum sui militari che invita al principio di precauzione: non più di 5 vaccini per volta".
"Lo studio della Puglia va in questa direzione. Finora ci siamo basati sul report di Aifa, effetto di segnalazioni passive che tuttavia non si possono ignorare. Attenzione però: il 70 per cento delle segnalazioni arriva da una sola regione, il Veneto: è evidente che non possiamo considerare affidabile questo sistema di raccolta dati".
Alla domanda: "cosa ne pensa del fatto che i medici si vaccinano contro l'influenza solo al 15 per cento, come ha detto il ministro Grillo?", così risponde Affinita: "Per un genitore sapere che circa 8 medici su 10 non si vaccinano rafforza perplessità e preoccupazioni".
CONTAMINAZIONI KILLER
E andiamo proprio in Veneto, la regione maggiormente sensibile ad un uso "consapevole" dei vaccini, dove è super attivo da molti anni il Corvelva (Coordinamento regionale del Veneto per la libertà di vaccinazione), protagonista di tante battaglie in difesa della salute dei cittadini.
Di recente il Corvelva ha fornito ampi – e preoccupanti – ragguagli circa una ricerca promossa e condotta sulle impurità biologiche contenute nei vaccini. Ma soprattutto sulla composizione chimica di due lotti del vaccino tetravalente, Priorix Tetra, prodotto da un big di farmaci e vaccini, Glaxo Smithkline.
Scrive Marcello Pamio, che da anni ha puntato i riflettori sui danni prodotti da tanti farmaci e sul ruolo di Big Pharma nell'economia mondiale: "I risultati, anche se preliminari, squarciano uno scenario agghiacciante. In entrambi i lotti sono stati rilevati pepticidi associati a proteine potenzialmente provenienti dai processi di purificazione: 'Sarcoplasmin calcium-binding protein', 'Actina' e 'Vimentina'. La prima è notoriamente allergenica, mentre le altre due sono sostanze di origine animale: pollo la vimentina e bovino l'actina".
Continua Pamio: "il punto nodale è che queste 'contaminazioni' non dovrebbero essere presenti all'interno di un vaccino che verrà inoculato nel corpicino in crescita di un neonato. Se verranno confermate dalle ulteriori analisi in atto, queste sostanze sono associabili ad antibiotici, farmaci, diserbanti, erbicidi, acaricidi, metaboliti della morfina. Qualche nome? Stiamo parlando di robetta chimica come: Morfamquat, un erbicida, Cyflumetofen, un acaricida, Amoxicillina, un antibiotico, 3-Methyleneoxindole, un antivirale, quindi metaboliti batterici, umani e di piante. Ma poi risulterebbero farmaci come Tamsulosin, un alfabloccante, Sildenafil più noto come Viagra, Gabapentin, un antiepilettico, Atovaquone, per la malaria, AMD-070, un farmaco sperimentale per l'HIV, Fluchloralin, un erbicida, Vigabatrin, un antiepilettico. Mi fermo qua, ma penso sia più che sufficiente per comprendere che più ci si addentra tra le molecole e gli atomi di questi farmaci, più il quadro si tinge di colori molto foschi. Ma ormai il vaso di pandora, grazie alle analisi eseguite dal Corvelva, è stato scoperchiato".
QUEI VIRUS TUMORIGENICI CONTENUTI NEI VACCINI
Passiamo alle ultime novità dagli States. Da diversi mesi sono cresciute le preoccupazioni sul fronte della produzione dei vaccini, fino ad oggi considerati intoccabili.
Per questo è da inizio anno al lavoro nientemeno che la Food and Drug Administration (FDA), l'ente governativo americano che ha disposto approfondite analisi sui 'virus tumorigenici' presenti nelle lineee cellulari utilizzate per produrre vaccini ad uso umano. Un tema bollente.
Sostengono alcuni ricercatori a stelle e strisce: "E' noto ormai da tempo che nei substrati cellulari usati nella filiera di produzione vaccinale siano contenuti alcuni virus cancerogeni. Finora però nessun dipartimento per la salute umana aveva mai avviato indagini adeguate per stabilire procedure ufficiali. La speranza è che si faccia chiarezza sulla pericolosità di tali virus, si rivedano le modalità di produzione e regolamentazione di questa categoria di farmaci e vengano fissati controlli rigorosi prima e dopo l'immissione in commercio".
La FDA ha diramato a febbraio 2018 un comunicato che esprime le varie perplessità sugli attuali vaccini e impone regole nuove. Ecco qualche passaggio.
"I vaccini a base di virus sono prodotti su cellule viventi (substrati cellulari). Alcuni produttori stanno studiando l'uso di nuove linee cellulari per produrre vaccini. Talvolta, però, le linee cellulari utilizzate possono essere tumorigeniche, vale a dire che formano tumori quando iniettate nei roditori. Alcune di queste lineee cellulari che formano tumori possono contenere virus cancerogeni che non si riproducono attivamente. Tali virus sono difficili da rilevare con metodi standard. Questi virus latenti o 'dormienti' rappresentano una potenziale minaccia, poiché potrebbero attivarsi in fase di produzione del vaccino".
Continua la nota FDA: "Pertanto, per garantire la sicurezza dei vaccini, il nostro laboratorio sta studiando le modalità di attivazione dei virus latenti nelle linee cellulari e come individuare i virus attivati, nonché altri virus sconosciuti, mediante l'uso di nuove tecnologie. Adatteremo quindi le nuove scoperte per rilevare i virus presenti negli stessi tipi di substrati cellulari adoperati per produrre i vaccini. Stiamo anche cercando di identificare specifici processi biologici che riflettano l'attività del virus".
In sintesi, "questi metodi permetteranno agli scienziati della FDA di aiutare i produttori a determinare se il loro substrato cellulare specifico è sicuro da usare per la produzione di vaccini".
Sorge a questo punto spontanea la domanda: ma fino ad oggi come hanno lavorato i produttori? Quali 'schifezze" super pericolose hanno immesso sul mercato? Quanti milioni di bombe ad orologeria ci sono in giro per il mondo? Ma non erano i farmaci più sicuri, controllati, efficaci e salubri mai realizzati su questa terra, i vaccini?
Torniamo sempre ai maxi interessi di Big Pharma, perchè – come sostiene ad ogni suo intervento il più noto virologo al mondo, Luc Montagnier, "prima di tutto per Big Pharma vengono i soldi e i profitti: la salute dei cittadini è del tutto ignorata".
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PARLA GIULIO TARRO / SOS METALLI TOSSICI, NEL 2050 UN BIMBO AUTISTICO SU DUE3 aprile 2018In "Inchieste"
11 dicembre 2018
Stai attenta Italia, a Brussels non importa nulla di te
Assistere al completo tradimento della Brexit da parte del Primo Ministro Britannico “Signora di Gesso” Teresa May, ha dato la sveglia agli Italiani. I risultati degli ultimi sondaggi fatti in Italia mostrano che, anche se la coalizione populista italiana è impopolare a Brussels, essa è tuttavia molto popolare fra gli Italiani. E questa è una buona cosa, perché, quando si dà uno sguardo un po’ più da vicino ai negoziati sulla Brexit, è chiaro che la cosa che veramente conta è che l’UE mantenga il proprio potere sulla Gran Bretagna e non ciò che sarebbe nell’interesse migliore delle parti in causa, inglesi e non.
I partners della coalizione italiana hanno ancora il sostegno di quasi il 60% di tutti gli Italiani, sono solo cambiate le loro preferenze. La Lega ora supera il Movimento 5 Stelle (33% e 26%), mentre gli altri partiti di centro-destra, in pratica Forza Italia di Silvio “Uomo di Paglia” Berlusconi sono crollati (dal 14% delle elezioni di marzo ad appena il 7% di oggi).
E sono praticamente le stesse percentuali degli elettori che ora vedono l’UE maltrattare l’Italia. Questi numeri sono solo destinati ad aumentare se l’Europa imporrà sanzioni all’Italia, colpevole di aver presentato un bilancio non gradito a Brussels.
Vediamo inoltre che anche i sostenitori dell’Italeave sono in aumento. Un recente sondaggio della rivista Politico, pubblicato da Zerohedge, mostra come la maggioranza o poco più (51%) degli italiani al di sotto dei 45 anni siano pronti a farlo, a staccarsi dall’Unione Europea.
La pletora degli ultraquarantacinquenni è ancora innamorata dell’ideale di una Europa Unita, collante di un bellicoso continente, piuttosto che confrontarsi con ciò che essa è veramente, una remota e tirannica oligarchia, retta da tecnocrati non eletti, con fortissimi legami con la plutocrazia storica e i vecchi centri di potere.
Il motivo di questo sostegno [ai partiti di governo in Italia] deriva, io credo, dal forte contrasto fra l’arrendevolezza della May all’arroganza della leadership europea verso la temerarietà del popolo inglese (colpevole solo di volersi tirare fuori dalla loro disgraziata unione) e gli attacchi del VicePrimo Ministro Matteo Salvini all’ipocrisia di Brussels sul rigore fiscale.
Salvini sta facendo esattamente quello che deve essere fatto per aumentare i consensi e allontanare l’elettorato italiano da Brussels. E’ stato un colpo da maestro quello di presentare un bilancio che fosse gradito ad entrambi gli schieramenti della coalizione (riduzione di tasse e normative e l’introduzione di un reddito di base generalizzato), ostentando, allo stesso tempo, rispetto per le regole di bilancio europee.
Salvini e il suo partner insurrezionale, Luigi Di Maio, hanno fatto ingoiare all’UE una dose del perfetto veleno politico. Nella proposta di bilancio non c’è nulla di veramente criticabile. Non risolverà i problemi italiani, ma neanche li peggiorerà materialmente.
E’ stata presentata per irritare i dirigenti europei, diventati grassi e pigri per essere sempre stati obbediti a bacchetta. E loro hanno reagito in modo esagerato, proprio nella maniera prevista. Pensate a quello che sta facendo l’UE per questo bilancio. Sta minacciando di multe miliardarie un governo, come quello italiano, che è nei debiti fino al collo.
Questo si potrebbe veramente definire una “pessima visione”.
Questo si potrebbe veramente definire una “pessima visione”.
Considerate come hanno gestito la Brexit. Hanno imposto una enorme tassa di uscita alla Gran Bretagna. Questo in più dei suoi contributi annuali al bilancio comunitario. Non dimenticate poi che l’unica ragione per cui la questione del debito sovrano dell’Italia non è sulle prime pagine dei giornali è perché la Banca Centrale Europea è l’unico acquirente marginale del debito italiano. E il Presidente della BCE, Mario Draghi, non lo fa di certo per la bontà che gli deriva dall’aver lavorato per Goldman Sachs. Lo fa perché, se non lo facesse, crollerebbe l’intero sistema bancario europeo.
E così, tutta la faccenda non è niente di più che un teatro Kabuki. E Salvini lo sa.
E così, tutta la faccenda non è niente di più che un teatro Kabuki. E Salvini lo sa.
Capisce che l’euro è una trappola mortale per l’Italia. Sa anche che, viste le dimensioni del debito italiano, dispone di tutte le leve necessarie.
E tuttavia, guardare ora l’UE è esattamente come rivedere la gestione dei negoziati sul debito greco nel 2015. Si erano rifiutati di trattare. Avevano fatto richieste irragionevoli. Nel caso della Grecia si erano trovati di fronte un elettorato senza nerbo, che non aveva appoggiato la Grexit e che non aveva dato all’ugualmente inetto Primo Ministro Alexis Tsipras il sostegno di cui aveva bisogno per portare la Grecia fuori dall’euro.
E così la strategia aveva funzionato.
E così la strategia aveva funzionato.
E la stessa cosa sta accadendo con la Brexit. L’aristocrazia britannica non vuole lasciare l’UE. Teresa May è una Remainer e anche così palesemente a libro paga, che, a questo punto, non è più neanche divertente. Fin dall’inizio aveva avuto tutto il potere necessario [per attuare la Brexit] e, nonostante ciò, agisce come se non ce lo avesse.
E così è riuscita a raggiungere lo stesso identico accordo che Brussels aveva sempre voluto, controllare la politica fiscale e commerciale della Gran Bretagna e, allo stesso tempo, privarla di ogni voce in capitolo nel parlamento europeo. Onestamente, la condizione della Gran Bretagna, una volta che l’accordo sarà stato firmato, sarà un’anticipazione del futuro che aspetta tutta le nazioni che rimarranno [all’interno dell’UE].
Tassazione senza rappresentanza.
Tassazione senza rappresentanza.
A questo punto, non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno il fatto che l’UE stia trattando Salvini e il suo governo con lo stesso disprezzo e la stessa derisione. E questo è proprio ciò che Salvini vuole. Deve fare in modo che Brussels si metta da sola dalla parte del torto.
Perchè, se vuole riuscire a liberare l’Italia da Brussels, questo non potrà avvenire per una sua idea. Dovrà esserci una mobilitazione popolare.
Fortuna per lui, e per gli Italiani in generale, gli idioti che comandano a Brussels sono solo felici di cooperare. Francamente, credo che ci godano a fare gli stronzi odiosi.
Questi pensano veramente di poter risolvere la cosa con i loro regolamenti. Ma la verità è che non possono.
Questi pensano veramente di poter risolvere la cosa con i loro regolamenti. Ma la verità è che non possono.
Ma perchè, secondo voi, il Presidente Francese Emmanuel Macron e quell’anatra zoppa della Cancelliera Tedesca Angela Merkel vogliono così disperatamente una Grande Armata europea? E’ per invadere ed occupare stati membri ribelli, non per proteggersi dalla Russia.
Più l’UE cerca di fare la prepotente e di piegare l’Italia ai suoi voleri, più Italiani, anche anziani, sosterranno la crociata di Salvini contro di essa. Il populismo è popolare in tutta Europa.
Le elezioni per il Parlamento Europeo di maggio si riveleranno probabilmente un punto di svolta importante nel cammino dell’UE. [Attualmente] tutti i partiti euroscettici sono abbondantemente sotto-rappresentati, rispetto ai loro attuali sondaggi. A maggio, centinaia di poltrone cambieranno proprietario. E molti dei nuovi arrivati non saranno a libro paga della cricca di Davos.
Forse allora l’UE capirà quanto fragile sia l’intero progetto.
Tom Luongo
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