Ci voleva una ricerca dell'Università di Oxford e dell'Istituto Reuters per smontare la fake sulle fake news. Ossia per far capire finalmente a tutti quanto sia grossa la bufala tesa ad inventarsi o almeno ad ingigantire in modo spropositato – tanto per gettar fumo in faccia al popolo bue – il problema delle notizie false che circolano in rete.
Ora la ricerca congiunta fa emergere che il problema, praticamente, non esiste, inventato di sana pianta da chi vuol difendere la Non Informazione, l'informazione drogata, cloroformizzata, omologata: quella che fa tanto comodo ai Palazzi e ai suoi inquilini, ladri & corrotti d'ogni risma.
Chiare le cifre elaborate da Oxford e Reuters. Lo studio prende in esame una ventina di siti ritenuti 'sovversivi', cioè capaci di sfornare fake news come sfogliatelle calde: e da questa analisi salta fuori che ai quei siti si collega non più del 3,1 per cento di tutta l'utenza che viaggia in rete. Una percentuale, dunque, del tutto risibile.
Non basta. Perchè dalla radiografia effettuata risulta anche che i lettori passano ben poco tempo – sul totale di quello trascorso sempre in rete – a consultare quei siti 'galeotti'.
Quindi, tanto rumore per nulla, un fenomeno inventato e fatto lievitare apposta per rincoglionire ancor di più quel popolo bue che i media tradizionali tengono legato ai guinzagli della loro Non informazione.
Ma di tutto questo, dei dati Oxford-Reuters, of course, quei media preferiscono non parlare.
To see the article visit www.lavocedellevoci.it
Ora la ricerca congiunta fa emergere che il problema, praticamente, non esiste, inventato di sana pianta da chi vuol difendere la Non Informazione, l'informazione drogata, cloroformizzata, omologata: quella che fa tanto comodo ai Palazzi e ai suoi inquilini, ladri & corrotti d'ogni risma.
Chiare le cifre elaborate da Oxford e Reuters. Lo studio prende in esame una ventina di siti ritenuti 'sovversivi', cioè capaci di sfornare fake news come sfogliatelle calde: e da questa analisi salta fuori che ai quei siti si collega non più del 3,1 per cento di tutta l'utenza che viaggia in rete. Una percentuale, dunque, del tutto risibile.
Non basta. Perchè dalla radiografia effettuata risulta anche che i lettori passano ben poco tempo – sul totale di quello trascorso sempre in rete – a consultare quei siti 'galeotti'.
Quindi, tanto rumore per nulla, un fenomeno inventato e fatto lievitare apposta per rincoglionire ancor di più quel popolo bue che i media tradizionali tengono legato ai guinzagli della loro Non informazione.
Ma di tutto questo, dei dati Oxford-Reuters, of course, quei media preferiscono non parlare.
To see the article visit www.lavocedellevoci.it