La rete è complessa e variegata. Coinvolge i social network, le tv, i giornali e ha come obiettivo principale il condizionamento dell'opinione pubblica. Si attiva nei momenti chiave dell'azione governativa, attaccando chiunque dubiti o dissenta dalla narrazione dominante in merito a qualunque argomento scottante, dalla Pandemia alla guerra in Ucraina, e sostenendo coloro che portano avanti le tesi promosse dall'esecutivo. La rete filo-governo è ormai una realtà ben radicata in Italia, si tratta però di una realtà che non allarma minimamente gli apparati di sicurezza malgrado tenti ossessivamente di orientare, o peggio boicottare, il dibattito pubblico, facendo largo uso della calunnia, della diffamazione e della menzogna, e potendo contare su parlamentari e influencer, lobbisti e giornalisti. L'indagine silenziosa avviata dai liberi cittadini di questo paese sopra il comportamento dei media mainstream negli ultimi due anni è entrata nella fase cruciale. Il materiale raccolto individua i canali usati per la propaganda di Stato, ricostruisce i contatti tra gruppi e singoli personaggi e soprattutto la scelta dei momenti in cui la rete, usando tutti i mezzi di informazione insieme – dalle emittenti televisive e radiofoniche più ricche e importanti come la Rai, Mediaset, La7 e le frequenze radio riconducibili agli stessi gruppi editoriali — alle pagine dei maggiori quotidiani nazionali come LaRepubblica, il Corriere della Sera e La Stampa – fino alle piattaforme sociali più conosciute come Telegram, Twitter, Facebook, Tik Tok e Instagram, — fa partire la disinformazione... segue
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