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Manovra: chi ha visione del futuro e chi no
La Germania ha
varato una manovra lacrime e sangue per far fronte alla crisi. Saranno
80 miliardi in 4 anni quello che i tedeschi vedranno tagliare
soprattutto le spese militari, un duro taglio al welfare e una serie di
grandi opere.
Se non per le spese militari, nulla di nuovo: penalizzati i dipendenti pubblici, i disoccupati, perfino le madri sole. Ciò che però fa la differenza tra le misure italiane e quelle tedesche è che la Germania non solo non ha tagliato un marco per istruzione e ricerca ma ha anzi destinato a questo comparto dodici miliardi in più.
Angela Merkel (alla guida di una coalizione di centro-destra CDU-CSU, FDP) sa bene che l’innovazione è l’unica speranza per la Germania e per l’Europa: “Questo programma vuole al tempo stesso risanare le finanze pubbliche e preparare la nostra economia al futuro. Ecco perché – ha precisato Merkel – abbiamo deciso di riservare entro il 2013 fino a 12 miliardi di euro in nuovi investimenti nella ricerca, nello sviluppo e nell’istruzione”.
Ovvero, mentre in Italia il Ministro Mariastella Gelmini progetta di accorciare l’anno scolastico per risparmiare e Giulio Tremonti dimezza i fondi per le missioni di ricerca all’estero oltre agli stipendi, la Germania riesce a tagliare oltre 90 miliardi in quattro anni per potersi permettere di aumentare gli investimenti in istruzione e ricerca di altri 12 miliardi di Euro. E’ tutta la differenza tra chi, pur da destra, ha una visione di futuro e chi invece non ha la cultura per governare un grande paese come l’Italia.
“La Germania, quale principale economia d’Europa, ha il dovere di dare il buon esempio” ha concluso il cancelliere. Un buon esempio che in Italia Silvio Berlusconi non seguirà penalizzando università e ricerca più di qualsiasi altro settore e non tagliando di un Euro né l’acquisto di aerei da guerra né la costruzione di opere discusse come il ponte sullo Stretto di Messina.
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