04 novembre 2020

ROBERT FISK / SCOMPARE IL PIU’ GRANDE REPORTER DI GUERRA


E’ scomparso uno dei più grandi reporter dell’ultima generazione, Robert Fisk, corrispondente sui più bollenti fronti di guerra, una firma che ha segnato un’epoca.

Aveva 74 anni ed è stato per anni corrispondente di The Independent dal Medio Oriente, a partire dal 1989, arrivando da una testata altrettanto autorevole, The Times.

Nato nel Kent, in Inghilterra, è morto a Dublino: aveva infatti preso la cittadinanza irlandese.

Studi alla Lancaster University, ha iniziato la sua carriera al Sunday Express.

Ha vinto numerosi premi per i suoi imperdibili reportage, tra cui l’Amnesty International e il British Press Awards.

Autore di numerosi libri tra i quali “Pity the Nation Lebanon at War”, e “The Great War for Civilization: The Conquest of the Middle East”.

Di seguito potete leggere una tra le più indimenticabili inchieste, quella sul massacro di Sabra e Chatila, dove migliaia di palestinesi vennero massacrati dalle truppe israeliane di Ariel Sharon.

Ecco il testo firmato da Robert Fisk.

 

Il massacro di Shabra e Shatila. In apertura Robert Fisk

 

“Ce lo dissero le mosche”

 

di Robert Fisk

 

“Furono le mosche a farcelo capire. Erano milioni e il loro ronzio era eloquente quasi quanto l’odore. Grosse come mosconi, all’inizio ci coprirono completamente, ignare della differenza tra vivi e morti. Se stavamo fermi a scrivere, si insediavano come un esercito – a legioni – sulla superficie bianca dei nostri taccuini, sulle mani, le braccia, le facce, sempre concentrandosi intorno agli occhi e alla bocca, spostandosi da un corpo all’altro, dai molti morti ai pochi vivi, da cadavere a giornalista, con i corpicini verdi, palpitanti di eccitazione quando trovavano carne fresca sulla quale fermarsi a banchettare.

 

Se non ci muovevamo abbastanza velocemente, ci pungevano. Perlopiù giravano intorno alle nostre teste in una nuvola grigia, in attesa che assumessimo la generosa immobilità dei morti. Erano servizievoli quelle mosche, costituivano il nostro unico legame fisico con le vittime che ci erano intorno, ricordandoci che c’è vita anche nella morte. Qualcuno ne trae profitto. Le mosche sono imparziali. Per loro non aveva nessuna importanza che quei corpi fossero stati vittime di uno sterminio di massa. Le mosche si sarebbero comportate nello stesso modo con un qualsiasi cadavere non sepolto. Senza dubbio, doveva essere stato così anche nei caldi pomeriggi durante la Peste nera.

Gates, Kissinger e il Nostro Futuro Distopico


“Più una società si allontana dalla verità, più odierà coloro che la raccontano”. George Orwell

Possiamo concordare sul fatto che ci sono due tipi di Covid-19?

Il primo tipo, è il Covid-19 , “Il Virus”, che è un’infezione abbastanza lieve che la maggior parte delle persone non si rende nemmeno conto di aver contratto. Rimangono asintomatici o hanno leggeri sintomi simil-influenzali che spariscono dopo una settimana o giù di lì. Una minuscola fetta della popolazione – che sono principalmente persone più anziane e vulnerabili con condizioni di salute sottostanti – può sviluppare complicazioni, ammalarsi gravemente e morire. Ma, secondo la maggior parte delle analisi, le probabilità di morire di Covid sono all’incirca tra 1 su 200 e 1 ogni 1.000 persone. (CDC-IFR- 0,26%) In altre parole, Covid non è l’influenza spagnola, non è la peste nera e il virus planetario killer genocida che è stato spaccato per esserlo. Uccide più persone dell’influenza annuale, ma non in modo significativo.

Il secondo tipo di Covid-19, è Covid “Il contributo politico” o, meglio, Codename: Operation Virus Identification 20 19. Questa iterazione del fenomeno Covid si riferisce al modo in cui un agente patogeno respiratorio moderatamente letale è stato gonfiato in una perenne crisi di salute pubblica per attuare cambiamenti economici e sociali altrimenti impossibili. Questo è il lato politico di Covid, che è molto più difficile da definire poiché si riferisce all’ambigua agenda di potenti élite che usano l’infezione per nascondere le loro reali intenzioni. Molti critici ritengono che Covid sia un veicolo che la folla di Davos sta usando per lanciare il loro autoritario Nuovo Ordine Mondiale. Altri pensano che abbia più a che fare con il Cambiamento Climatico, cioè, piuttosto che costruire un consenso tra i leader mondiali per la riduzione obbligatoria del carbonio, i mandarini globali hanno semplicemente imposto dei blocchi che riducono drasticamente l’attività economica in modo generalizzato. Questo, infatti, ha abbassato le emissioni in modo significativo, ma a un costo elevato per la maggior parte dell’umanità. Le restrizioni di Covid hanno innescato un netto aumento dei suicidi, della depressione clinica, dell’abuso di minori, della violenza domestica, dell’alcolismo e dell’abuso di droghe. La lista va avanti all’infinito. Inoltre, ha lasciato le economie di tutto il mondo in un caos, aumentando in modo esponenziale la disoccupazione e la mancanza di una casa, mentre ha creato il terreno per le carestie di massa nei paesi sottosviluppati di tutto il mondo. Ciononostante, i protagonisti della crisi di Covid – come il genio Bill Gates – continuano a meravigliarsi dell’impatto che queste onerose restrizioni hanno avuto sulle emissioni.

03 novembre 2020

Consiglio d’Europa: Con la quarantena e lo stato di emergenza, l'Italia viola i Diritti Umani

In seguito alla denuncia presentata alla Segretaria Generale del Consiglio d'Europa, da parte dell'Osservatorio per la Legalità Costituzionale, istituito presso il Comitato Popolare per la difesa dei beni pubblici e comuni Stefano Rodotà - composto da giuristi, avvocati, e professori universitari in discipline giuridiche, tra cui il Professor Ugo Mattei dell'Università di Torino - è giunta nelle scorse settimana la decisione in merito alle gravi violazioni dei diritti e delle libertà individuali garantite dalla Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali (Cedu), commesse dallo Stato Italiano durante la crisi sanitaria da Covid-19. Tutto nasce dall'esposto alla Segretaria Generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejcinovic Buric, relativo alle violazioni non previamente notificate dal Governo italiano durante il lockdown, come invece previsto ai sensi della Cedu.

Il mancato rispetto dell'articolo 15 della Convenzione, infatti, imponeva la previa notifica della sospensione dei diritti fondamentali da parte del Governo italiano al Consiglio Europeo. Di qui, la decisione che ha condotto il Consiglio di Strasburgo ad imporre al nostro Paese il rispetto della stessa Convenzione. Da oggi, pertanto, gli italiani finalmente hanno un'arma giuridica internazionale per difendersi dalle violazioni delle proprie libertà e dei propri diritti fondamentali, in conseguenza delle misure di prevenzione che impattano sulla libertà dei singoli imposte dal Governo Conte, attraverso i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.).

KENNEDY / LA LOTTA MORTALE CONTRO IL “DEEP STATE”


I veri motivi alla base dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Su quella tragedia mai fino in fondo spiegata con l’individuazione dei veri mandanti dell’omicidio di Dallas, ora esce un nuovo volume, in grado di piazzare dei significativi tasselli nel puzzle di un giallo che ha appassionato gli Stati Uniti e il mondo intero per anni.

Ecco il titolo che parla da solo: “JFK’s War with National Security Establishment – Why Kennedy was assassinated”.

Ne è autore Douglas P. Horne, laureato all’Università dell’Ohio, storico, per anni in servizio alla Marina americana e adesso consulente del Dipartimento di Stato.

Douglas P. Horne e, in basso, il suo libro. In apertura John Kennedy

Con le carte in regola per ricostruire i meccanismi e la dinamica di quell’omicidio che più di Stato non si può, visto il pieno coinvolgimento dei servizi segreti e delle forze di (presunta) investigazione, dalla CIA all’FBI, quelli che Horne etichetta come “National Security Establishment”.

02 novembre 2020

5 Grafici che Mostrano che la Strategia Svedese ha Funzionato. E il Lockdown è Fallito


I funzionari del governo in Svezia hanno annunciato questa settimana che il governo prevede di mantenere le sue leggere restrizioni sui raduni “per almeno un altro anno” per mitigare la diffusione di COVID-19.

A differenza della maggior parte degli altri Paesi europei e delle nazioni del mondo, la Svezia ha rifiutato di avviare un blocco nazionale o di mascherare i mandati, optando invece per una politica che limitava i grandi raduni e si affidava alla responsabilità sociale per rallentare la trasmissione del virus.

Per mesi, la Svezia è stata criticata per la sua decisione di rinunciare a un blocco economico.

“La Svezia diventa un esempio di come non gestire COVID-19”, ha dichiarato la CBS nel suo titolo in un articolo di luglio.

La Svezia era diventata una “storia d’avvertimento”, ha dichiarato il New York Times nello stesso mese.

“Ci stanno portando alla catastrofe”, ha avvertito il Guardian a marzo.

Si possono trovare dozzine di esempi simili. Ogni settimana che passa, però, diventa sempre più chiaro che la Svezia ha capito bene il virus. Tanto per cominciare, i funzionari svedesi sottolineano che anche se le misure di lockdown hanno salvato delle vite, non possono essere sopportate a lungo.

“Le misure che si stanno adottando in Europa non sono sostenibili, stiamo cercando di trovare un livello che sia continuo e che mantenga bassa la diffusione. Non possiamo liberarcene, ma possiamo mantenerla ad un livello ragionevole”, ha detto Johan Carlson, il direttore generale dell’agenzia svedese per la salute pubblica, in un’intervista rilasciata domenica all’emittente pubblica SVT.

Vale anche la pena sottolineare che la Svezia ha evitato una parte della carneficina economica dei suoi vicini europei con l’attuazione di duri provvedimenti di blocco. In agosto, la BBC ha sottolineato che l’economia svedese ha subito molti meno danni durante la pandemia.

Svizzera: All’asilo e alle elementari anche con tosse e raffreddore


DSS e DECS aggiornano le indicazioni sulle assenze precauzionali causa coronavirus.





BELLINZONA - Nelle scuole dell'obbligo ticinesi cambiano le indicazioni sui sintomi da nuovo coronavirus per decidere in merito a un'assenza. Le nuove misure entreranno in vigore a partire da lunedì prossimo, 5 ottobre, e varranno per gli allievi della scuola dell’infanzia, elementare e media. Rimangono invece inalterati i sintomi che determinano l’esclusione da scuola per gli allievi delle scuole postobbligatorie e gli adulti di ogni ordine scolastico.

L'Ufficio del medico cantonale e il DECS hanno adottato le indicazioni in seguito alla pubblicazione, da parte dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), delle nuove raccomandazioni per i bambini con sintomi di malattia. 

I cambiamenti principali riguardano gli allievi delle scuole dell’infanzia e delle scuole elementari. Potranno infatti frequentare normalmente la scuola anche se hanno raffreddore e/o mal di gola e/o tosse leggera purché non abbiano febbre e non abbiano avuto contatti a rischio con una persona con sintomi da Covid-19 maggiore di 11 anni per la quale non c’è ancora un test negativo o con una persona risultata positiva al test di qualsiasi età, specialmente all’interno della famiglia. Per contatto a rischio si intende la presenza con una caso sospetto a meno di 1,5 metri per più di 15 minuti senza protezione. 

A restare a casa saranno insomma gli allievi della scuola dell’infanzia e delle scuole elementari che presentano uno o più di questi sintomi:
- febbre >38.5 °C;
- forte tosse acuta, anche senza febbre;
- raffreddore e/o mal di gola e/o tosse leggera, anche senza febbre, se c’è stato un contatto a rischio con una persona sintomatica di più di 11 anni per la quale non c’è ancora un test negativo o con una persona di qualsiasi età risultata positiva al test, specialmente all’interno della famiglia.

In caso di dubbio sulla valutazione dei sintomi fare riferimento al proprio medico.

Per quanto riguarda invece gli allievi delle scuole medie e postobbligatorie, così come i docenti e il personale di ogni ordine scolastico, resta a casa chi presenta uno o più di questi sintomi:
- tosse;
- mal di gola;
- respiro corto;
- dolore toracico;
- febbre;
- perdita improvvisa del senso dell’olfatto e/o del gusto;
- affaticamento generale severo.

Il DECS comunica inoltre che, a un mese dall'inizio dell'anno scolastico 2020/2021, nelle scuole pubbliche del Canton Ticino, su un totale complessivo di circa 48'500 allievi e 5'800 docenti, le persone in isolamento o in quarantena sono complessivamente una decina. Altri allievi e docenti che sull’arco delle scorse settimane, in alternanza, sono stati assenti per isolamento o quarantena, hanno potuto nel frattempo rientrare regolarmente a scuola.

«Le poche assenze di allievi o docenti per isolamento o quarantena registrate finora, riconducibili soprattutto a contatti non avvenuti nel contesto scolastico, indicano che i piani di protezione in vigore nelle scuole stanno funzionando», scrivono i due dipartimenti. «DECS e DSS continuano a vigilare sulla situazione e sono pronti ad adattare le misure qualora ciò si rendesse necessario. Allievi e docenti sono invitati a mantenere il rispetto delle indicazioni contenute nei piani di protezione che finora hanno dato buoni risultati», concludono.

01 novembre 2020

Rimuovere Trump. Svelato il tentativo di Colpo di Stato negli USA. In Italia il silenzio assordante dei Media


Il presidente Trump ha annunciato di aver autorizzato la declassificazione di tutti i documenti relativi sia all’indagine Trump-Russia, sia alle email appartenenti al candidato presidenziale sconfitto ed ex segretario di Stato Hillary Clinton. Ciò include tutti i documenti relativi allo scandalo Russia Collusion..

Questa notizia insieme a quello che sto per raccontarvi dovrebbe essere, per un paese normale, una notizia straordinaria. I TG nazionali e i giornali Italiani dovrebbero interrompere i programmi del palinsesto per darla, invece a parte qualche raro caso, non se ne trova traccia. Eppure stiamo parlando di un tentativo di Colpo di Stato avvenuto in una nazione, gli Stati Uniti, dalla quale direttamente o indirettamente dipende molto del nostro futuro, oltre che del nostro presente. Stiamo parlando di una Nazione che ci ha coinvolto in guerre, che influenza la nostra economia oltre che la geopolitica mondiale.