24 aprile 2020

Esclusivo / Ecco Il Maxi “Italian Village” Nel Cuore Di Wuhan


Pochi lo sanno, ma da pochi mesi è finita la realizzazione di un mega “Italian Village” nel cuore della Cina
Sapete dove? A Wuhan.
Ad animarlo centinaia di piccole imprese del made in Italy, impegnate nel progetto “Itaway” lanciato nel 2014 dal colosso giallo Greenland Group.
La notizia è sconvolgente, perché non è mai salita alla ribalta delle cronache di casa nostra, ben oscurata nei cassetti delle redazioni, mai trapelata. Pur se di iniziative, nel ricco cuore della Lombardia da cui proviene la gran parte delle aziende coinvolte nel maxi progetto, ne sono fiorite parecchi (e pubbliche) nei tanti mesi di preparazione.
Solo sporadiche news hanno fatto capolino.
Ultima, in ordine di tempo, quella pubblicata da Class Editori per inneggiare allo spirito ardimentoso delle imprese del Nord di casa nostra.
Leggiamo alcuni passaggi firmati da Sofia Ferigoli e datati 20 novembre 2019.

ROSE & FIORI, GERMOGLIA L’ITALIAN VILLAGE

La presentazione del progetto Italway, di cui vediamo in apertura il plastico
“Sarà un vero e proprio portale culturale e commerciale tra Cina e Italia. ‘Il primo di una lunga serie’, spiega Lui Song, presidente di Itaway, fondatore del progetto Italian Village di Wuhan, realizzato in collaborazione con il gruppo Greenland Holding. L’Italian Village sorgerà al centro di Greeland City, un mega progetto che prevede l’edificazione di un’intera società satellite per un’area complessiva di 5,6 chilometri quadrati, ispirata a modelli architettonici europei. Realizzata per una clientela appartenente ai ceti medio-alti, Greeland City avrà una propria economia che ruota attorno alla sinergia tra gli aspetti residenziale, turistico e commerciale. Itaway rappresenta la punta di diamante di questo investimento da 40 miliardi di yuan, oltre 5 miliardi di euro”.
Prosegue la narrazione di Sofia Ferigoli: “La scelta di rivolgersi per la ricerca commerciale ad aziende 100 per cento italiane con prodotti Made in Italy, unita alle architetture e alle atmosfere italiane, crea una sinergia per cui agli occhi del visitatore cinese la garanzia di ‘italianità’ del centro è data proprio dalle aziende e dai prodotti presenti”.
Ea ancora, scrive la reporter a novembre dello scorso anno, un mese e mezzo prima che scoppiasse la bomba del Covid 19.
“La scelta di aprire a Wuhan, piuttosto che alle (in Italia) più famose Shangai, Pechino, Shenzen non è dipesa dal caso: capoluogo della provincia dello Hubei, Wuhan conta più di 10 milioni di abitanti e rappresenta un hub fondamentale dove si concentrano economia, finanza, commercio, tecnologia, storia e cultura dell’intera Cina Centrale. Quando negli anni Trenta Shangai era chiamata la Parigi d’Oriente, Wuhan rivaleggiava in attrattiva ed era conosciuta come le Chicago della Cina, con importanti presenze straniere (tra cui anche una discreta presenza italiana)”.
Non è finita: “Ora Wuhan – descrive Ferigoli – nei piani del Governo cinese deve tornare ad essere la perla sul fiume Yangtze che la attraversa, e dovrà guidare lo sviluppo dell’economia di tutta le Cina Centrale. ‘Wuhan rappresenta per noi e per l’offerta che le piccole e medie imprese italiane possono proporre la città di partenza ideale’, spiega Liu. ‘Le condizioni locali tra la popolazione, pil pro-capite e infrastrutture hanno fatto di Wuhan il punto di partenza obbligato per questo progetto, che prevede anche l’apertura di altri due Italian Village entro 5 anni dalla nascita del primo. Se saranno sempre a Wuhan? Vedremo’”.
Sì, staremo a vedere. A meno che le autorità cinesi non temano – via italiani – il Coronavirus di ritorno…


Un quartiere di Wuhan
FLUSSI CONTINUI LUNGO L’ASSE CON WUHAN
Dunque, un maxi progetto che ha visto per anni mobilitarsi lungo l’asse con Wuhan un altrettanto maxi flusso di addetti ai lavori, piccoli imprenditori, tecnici, progettisti e via di questo passo. Persone, come detto, provenienti in gran parte dal cuore produttivo della Lombardia, province di Bergamo e Brescia in pole position.
Un flusso che si è svolto indisturbato fino allo scoppio dell’epidemia, quindi con ogni probabilità fino all’inizio di gennaio, quando le autorità cinesi hanno lanciato – con evidente ritardo – i primi allarmi.
Come mai – incredibile ma vero – nessuno ha mai parlato del mega progetto e dei suoi possibili riflessi?
Era stata del resto Itaway ad illustrare via internet il suo stesso progetto a metà 2018, per la precisione il 26 giugno, quando fa capolino in rete un articolo titolato “Wuhan chiama Italia: con ITAWAY Cina più vicina per imprenditori italiani”. Ne riportiamo qualche passaggio dedicato, in particolare, ad una ricostruzione storica del maxi progetto.
“Qui a Wuhan nasce il primo Italian Village, all’interno del progetto Itaway scaturito da una collaborazione con Tongling Dingling Business Co Ltd Greenland Holding Corp. (società con capitale di 20.000.000 di dollari a partecipazione statale, annoverata tre le più grandi società immobiliari cinesi) che mira a ristrutturare tre aree cittadine, tra cui la costruzione del grattacielo ‘636’ nella parte direzionale della città”.

NEL CUORE DELLA CORAZZATA GIALLA GREENLAND
E poi: “Nata nel 1992 per sviluppare il verde pubblico a Shangai, Greenland dal 2010 si occupa di sviluppo urbanistico e opera in vari paesi mentre su Wuhan sta sviluppando tre aree tra cui quella nel cuore economico della città con il grattacielo ‘637’ a 120 piani (secondo al mondo per altezza e dove Itaway disporrà di uffici direzionali), il parco tecnologico con il grattacielo ‘406’ e poi l’area di Hannan dove sorgerà nel 2019 il complesso commerciale Itaway, su una superficie lorda di 100.000 metri quadrati”.
Per la precisione, “il progetto Itaway è nato nel 2014 con lo scopo di cambiare totalmente l’approccio di molte aziende italiane nei confronti del mercato cinese. Il Centro Itaway costruito da Greenland parla italiano sin dalla progettazione. L’architetto Leonello Zago frequenta la Cina da circa 15 anni. In Cina coordina un gruppo di studio che lavora alla renderizzazione a ai controlli normativi, circa 50-60 persone”.
Pochissimi, quindi, a parlare dell’iniziativa. Da segnalare una mosca bianca, ossia la Confartigianato di Biella, che nella primavera 2019 segnalava l’inaugurazione. “Manca poco al completamento del primo Italian Village nato dalla collaborazione tra Itaway e il Gruppo cinese Greenland. Il 29 maggio, nella cornice dell’Hotel Primus a Wuhan si è tenuta la Cerimonia della Firma (le maiuscole sono contenute nel testo diramato da Confartigianato l’anno scorso, ndr) tra Itaway e la Confartigianato Impresa di Biella. L’evento si è svolto all’interno del complesso residenziale-commerciale ‘Greeland City’, realizzato dalla Greenland Holding Corp., una tra le prime 500 imprese più grandi al Mondo. Il progetto di Greenland City, al cui interno sorgerà l’Italian Village di Itaway, è uno dei fulcri attorno ai quali ruota lo sviluppo e la riqualificazione del distretto di Han-nan a Wuhan. Greenland City è pensata per ospitare 200-250 mila persone, per una città in fortissima crescita che si candida a diventare la Shangai della Cina Centrale”.
Qualche dato ancora su Greenland Holdings Corp. Ltd. Si tratta di uno “sviluppatore” immobiliare cinese quotato in borsa. A partire dal 2014, possiede beni e proprietà per circa 58 miliardi di dollari, non poco. Secondo alcune stime elaborate dalla super holding, nello stesso anno è diventato il più grande sviluppatore immobiliare al mondo per superficie coperta in costruzioni e ricavi di vendita.
Un anno cruciale, il 2014, visto che il suo raggio d’azione si è andato man mano sviluppando in mezzo mondo, con colossali investimenti negli Stati Uniti (in particolare a Los Angeles), in Europa (soprattutto a Londra), in Australia (Sidney), in Canada (Toronto).

23 aprile 2020

Andrea Marcucci / Primo Firmatario Dell’Emendamento Killer


Un vero golpe bianco.
Il governo sta cercando in tutti i modi di far fuori il gravissimo reato di epidemia colposa, per mantenere solo quello di epidemia dolosa. Una autentica picconata ai principi costituzionali e alla tutela della salute pubblica.
Tutto ciò profittando degli emendamenti al “Cura Italia”, facendo passare tra le omertà e i silenzi mediatici una normativa che stravolge gli elementari canoni del diritto e della legge, anche la più elementare.

Il senatore Andrea Marcucci
Ci pare opportuno pubblicare, su questo delicatissimo tema, un articolo scritto da Francesca Nava per TPI
In basso trovate un link nel quale si parla della strage per il sangue infetto.

Un processo nato a Trento e abortito a Napoli dopo vent’anni. Passando, tra l’altro, dalle prime piste giudiziarie di strage, poi a quelle di epidemia dolosa, quindi colposa ed infine di omicidio colposo plurimo.
Tutto finito in gloria, con l’assoluzione finale per tutti gli imputati, perché – ha sentenziato il presidente della sesta sezione penale del tribunale di Napoli, Antonio Palumbo – “il fatto non sussiste”. Tra gli imputati oggi santi e beati c’erano il re mida della sanità ministeriale Duilio Poggiolini ed alcuni funzionari delle aziende del gruppo Marcucci.
Guarda caso, il primo firmatario dell’emendamento killer, oggi, è il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, figlio del padre-padrone-patriarca del gruppo Marcucci Guelfo, fratello di Paolo, al timone della corazzata di famiglia Kedrion, e di Marilina, in sella al Carnevale di Viareggio.



L’ingresso dell’ospedale di Alzano

Uno scudo penale per il Coronavirus: nel decreto Cura Italia spunta l’emendamento PD per sanare le responsabilità politiche


DI FRANCESCA NAVA
Mentre in Italia – e soprattutto in Lombardia – si continua  a morire di Coronavirus, mentre emergono i numeri reali di questa catastrofe sanitaria, che solo a Bergamo e provincia ha fatto 4.500 morti (concentrati tutti nel mese di marzo), mentre continua incessante il flusso di testimonianze di persone che hanno perso i propri famigliari in modo traumatico e impietoso – chi dentro casa e chi in ospedali come quello di Alzano Lombardo in Val Seriana, dove tutto è iniziato il 23 febbraio – a Roma c’è già chi si sta mobilitando per mettere in campo uno scudo penale, non solo a difesa dei medici, ma anche dei responsabili gestionali di questa crisi. Si sta cercando, in pratica, di eliminare il reato di epidemia colposa per mantenere solo quello di epidemia dolosa.
I partiti di maggioranza e opposizione hanno infatti depositato emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ per ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore. Si va da richieste di esonero totale, che cancellerebbero la responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti i protagonisti di questa vicenda, a richieste di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi, fino alle richieste di chiedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi sarà accusato di presunti errori. Il decreto ‘Cura Italia’ è da ieri all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti prima della discussione in Aula, prevista per la settimana prossima.

L’avvocato Roberto Trussardi
L’emendamento a prima firma Marcucci (Partito Democratico) – che ha ricevuto il parere favorevole del Governo – chiede ad esempio di limitare la punibilità penale per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario” alle sole violazioni “macroscopiche” di “colpa grave”. Secondo il testo, tuttavia, la protezione riguarda non solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.
“Lo trovo inaccettabile – sottolinea a TPI l’avvocato bergamasco Roberto Trussardi, che segue da vicino il caso di Alzano Lombardo – approvare un emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire mai”

Questo significa, dunque, che la vera novità di questa modifica che potrebbe essere inserita nel decreto “Cura Italia” è la protezione fornita ai burocrati e ai dirigenti amministrativi, il che potrebbe far sorgere il ragionevole dubbio che il vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e gestionale dell’emergenza Covid19, anche perché – come primo effetto immediato – faciliterebbe la difesa dei futuri imputati. E proprio sulla vicenda dell’Ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, nei cui confronti l’ipotesi di reato potrebbe essere quella di epidemia colposa, l’avvocato Trussardi ci spiega che se passasse questo emendamento “ci sarà da discutere se si tratta di un caso macroscopico, eclatante oppure solo di colpa grave e in questo caso il reato non sarebbe perseguibile”.
Raggiunto telefonicamente da TPI per commentare questi emendamenti al decreto “Cura Italia”, il senatore Gregorio De Falco (del gruppo misto) ha così commentato: “Qui si sta cercando di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”

Il senatore De Falco è un fiume in piena: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.


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TEFLON & EMODERIVATI / USA-ITALIA UNITI NELLE STRAGI. E DA NOI NEANCHE UNO STRACCIO DI GIUSTIZIA

www.lavocedellevoci.it

22 aprile 2020

FIRMA IL MANIFESTO DEL PATTO PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

Blog Emanuela Orlandi: Eventi di Giugno 1983





Pubblicato un nuovo articolo nel Blog di Emanuela Orlandi 

Continua il diario degli eventi che hanno caratterizzato il 1983 relativamente alla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori:

GIUGNO 1983




Buona lettura

21 aprile 2020

Torre di controllo a Planet Lockdown: questo è solo un test


Accertato che il Covid-19 è un bastone fra le ruote dell’economia, una bomba ad orologeria ed una vera e propria arma di distruzione di massa (WMD), in tutto il mondo infuria un feroce dibattito sulla correttezza di una quarantena generalizzata imposta ad intere città, stati e nazioni.
Chi è contrario sostiene che il Planet Lockdown non solo non sta impedendo la diffusione del Covid-19, ma sta portando l’economia globale in uno stato criogenico, con esiti imprevisti e terribili. Di conseguenza, la quarantena dovrebbe applicarsi essenzialmente alla popolazione con il più alto rischio di mortalità: gli anziani.
Con il Planet Lockdown folgorato da rapporti strazianti provenienti dalla linea del fronte del Covid-19, non c’è dubbio che questa sia un’affermazione incendiaria.
Parallelamente, un’informazione totalmente controllata dai media mainstream fa capire che, se le percentuali di contagio non diminuiranno in modo significativo, il Planet Lockdown, un eufemismo per gli arresti domiciliari, rimarrà a tempo indefinito.
Michael Levitt, premio Nobel 2013 per la chimica e biofisico a Stanford, aveva colto nel segno quando aveva previsto che la Cina avrebbe superato il peggio del Covid-19 molto prima di quanto credesse la moltitudine degli esperti e che “quello di cui abbiamo bisogno è controllare il panico.”
Aggiungiamo a tutto questo alcuni fatti ed opinioni dissidenti, giusto per amore di discussione.
Il rapporto Covid-19 – Navigating the Uncharted [Covid-19 – Navigare in acque sconosciute] è stato scritto dal Dr. Anthony Fauci, il rappresentante della Casa Bianca per la lotta [al coronavirus], da H. Clifford Lane e dal direttore del CDC, Robert R. Redfield. Viene quindi dal cuore stesso della struttura sanitaria statunitense.
L’articolo afferma esplicitamente che “le conseguenze cliniche generali del Covid-19 potrebbero, in definitiva, essere più simili a quelle di una influenza stagionale grave (che ha un tasso di mortalità di circa lo 0,1%) o di un’influenza pandemica (simile a quelle del 1957 e del 1968) piuttosto che a quelle di una patologia simile alla SARS o alla MERS, che avevano avuto, rispettivamente, tassi di mortalità tra il 9 e il 10% e del 36%.
Il 19 marzo, quattro giorni prima che Downing Street ordinasse il blocco britannico, il Covid-19 era stato declassato dallo stato di “malattia infettiva ad alta mortalità.”
John Lee, professore di patologia da poco in pensione ed ex patologo consulente del sistema sanitario nazionale [statunitense], ha recentemente sostenuto che “i 18.944 morti di coronavirus in tutto il mondo rappresentano lo 0,14% del totale [degli infetti]. Queste cifre potrebbero aumentare, ma, in questo momento, sono inferiori rispetto ad altre malattie infettive con cui conviviamo (come l’influenza).”
Raccomanda che “un certo grado di distanziamento sociale dovrebbe essere mantenuto per un po’, specialmente per gli anziani e gli immunodepressi. Ma quando si introducono misure drastiche, queste dovrebbero essere basate su prove chiare. Nel caso del Covid-19, le prove non sono chiare.
Questo è essenzialmente lo stesso punto di vista sviluppato da un analista di informazioni militari russo.
Più di 22 scienziati, qui e qui, spiegano i loro dubbi sulla strategia occidentale.
Il dott. Sucharit Bhakdi, professore emerito di microbiologia medica presso l’Università Johannes Gutenberg di Magonza, ha scatenato numerose controversie con la sua lettera aperta alla cancelliera Merkel, sottolineando le “conseguenze assolutamente imprevedibili delle drastiche misure di contenimento che sono attualmente applicate soprattutto dall’Europa.
Persino il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha ammesso pubblicamente l’errore di mettere in quarantena le persone anziane e malate insieme ai giovani in buona salute.
La questione fondamentale è come mai l’Occidente sia stato colto completamente impreparato dalla diffusione del Covid-19, anche dopo che gli era stato dato un vantaggio di due mesi dalla Cina e dopo che aveva avuto il tempo di studiare le diverse strategie di successo applicate in tutta l’Asia.
Non ci sono segreti nel successo del modello sudcoreano.
La Corea del Sud produceva i kit di test già all’inizio di gennaio e, a marzo, testava 100.000 persone al giorno, dopo aver stabilito un rigoroso controllo su tutta la popolazione, nonostante le grida occidentali di “nessuna protezione della vita privata.” Questo accadeva prima che l’Occidente si mettesse in modalità Planet Lockdown.
La Corea del Sud si è concentrata su test precoci, frequenti e sicuri, insieme ad una rapida e completa tracciabilità dei contatti, isolamento e sorveglianza.
I portatori di Covid-19 vengono monitorati con l’ausilio delle telecamere di videosorveglianza, degli acquisti con le carte di credito, con il tracciamento degli smartphone. In più vengono inviati SMS collettivi quando viene rilevato un nuovo caso vicino a loro o al loro luogo di lavoro. Coloro che si auto isolano devono scaricare un’app per essere monitorati in continuazione; la non conformità comporta un’ammenda pari a 2,800 dollari.
Una demolizione controllata in atto
All’inizio di marzo, il Chinese Journal of Infectious Diseases, l’organo della Shanghai Medical Association, aveva pre-pubblicato un consenso di esperti sul trattamento completo del coronavirus a Shanghai. Le raccomandazioni terapeutiche includevano “alte dosi di vitamina C… iniettate per via endovenosa al dosaggio di 100-200 mg/kg al giorno. La somministrazione continua serve a migliorare significativamente la percentuale di saturazione dell’ossigeno.”
Questo è il motivo per cui, all’inizio di febbraio, 50 tonnellate di vitamina C erano state spedite nella provincia di Hubei. È un chiaro esempio di una semplice soluzione di “mitigazione,” in grado di ridurre al minimo la catastrofe economica.
Al contrario, sembra proprio che il brutale contrattacco della “guerra popolare” cinese contro il Covid-19 abbia colto Washington completamente di sorpresa. Sempre più informazioni sul web cinese fanno capire che Pechino ha già analizzato tutti gli indizi plausibili sull’origine del virus Sars-Cov-2, informazioni vitali che saranno sicuramente utilizzate come arma, in stile Sun Tzu, al momento opportuno.
Allo stato attuale delle cose, la sostenibilità del complesso progetto di integrazione eurasiatica non sembra sostanzialmente compromessa. Mentre l’UE dava a tutto il pianeta la prova evidente della sua incapacità ed impotenza, il partenariato strategico russo-cinese si rafforzava ogni giorno di più, investendo nel soft power e promuovendo un dialogo pan-Eurasiatico che comprende, soprattutto, assistenza medica.
Di fronte a questo processo, un importante diplomatico dell’UE, Joseph Borrell, sembra davvero impotente: “E’ in corso una battaglia globale di narrative, in cui il tempismo è un fattore cruciale. […] La Cina ha portato la percentuale delle nuove infezioni locali a cifra singola, ed ora sta inviando attrezzature e medici in Europa, come fanno anche altri. La Cina sta spingendo in modo aggressivo il messaggio che, a differenza degli Stati Uniti, è un partner responsabile ed affidabile. Nello scontro di narrative abbiamo anche assistito a tentativi di screditare l’UE (…). Dobbiamo essere consapevoli che esiste una componente geo-politica che include una lotta per l’influenza attraverso la manipolazione e la ‘politica della generosità.’ Armati di fatti, dobbiamo difendere l’Europa dai suoi detrattori.”
Questo ci porta in un territorio davvero esplosivo. Una critica alla strategia del Planet Lockdown solleva inevitabilmente una serie di ipotesi, che punterebbero verso una demolizione controllata dell’economia globale. Ad essere già pienamente operative sono le innumerevoli varianti della legge marziale, il bavaglio poliziesco sui social media in modalità Ministero della Verità e il ritorno di severi controlli alle frontiere.
Questi sono segni inequivocabili di un massiccio progetto di reingegnerizzazione sociale, completo di monitoraggio, controllo della popolazione e distanziamento sociale promossi come la nuova normalità.
Questo sarebbe portare al limite l’affermazione, pubblica, del Segretario di Stato Mike “mentiamo, imbrogliamo, rubiamo” Pompeo, secondo cui il Covid-19 sarebbe una vera  e propria esercitazione militare: “Questa faccenda sta andando avanti, ci stiamo esercitando per risolverla nel migliore dei modi. ”
Tutti osannano BlackRock
Quindi, mentre affrontiamo una nuova Grande Depressione, i passi che ci portano verso un Brave New World sono già riconoscibili. Si va ben oltre una semplice Bretton Woods 2.0, ce lo fa capire il modo con cui Pam e Russ Martens hanno superbamente smontato il recente stimolo da 2 trilioni di dollari all’economia degli Stati Uniti approvato da Capitol Hill.
Fondamentalmente, la Fed “userà la propria leva per portare il fondo nero di salvataggio di 454 milioni di dollari a 4,5 trilioni.” E non sono ammesse domande su chi otterrà i soldi, perché il disegno di legge annulla semplicemente il Freedom of Information Act (FOIA) per la Fed.
L’appaltatore privato privilegiato per il fondo nero non è altro che BlackRock. Ecco la versione corta dell’intero, sorprendente schema, magistralmente dettagliata qui.
Wall Street ha trasformato la Fed in un hedge fund. La Fed sarà proprietaria di almeno i due terzi di tutti i buoni del tesoro statunitensi che arriveranno sul mercato prima della fine dell’anno.
Il Tesoro degli Stati Uniti acquisterà tutti i titoli e i prestiti esistenti, mentre la Fed farà da banchiere, finanziando l’intero sistema.
Quindi, in sostanza, si tratta di una fusione Fed/Tesoro. Un colosso che distribuirà enormi quantitativi di helicopter money, con BlackRock indiscusso vincitore.
BlackRock è da tutti conosciuto come il più grande agente finanziario del pianeta. I suoi tentacoli sono ovunque. Possiede il 5% di Apple, il 5% di Exxon Mobil, il 6% di Google, è il secondo maggiore azionista di AT&T (Turner, HBO, CNN, Warner Brothers), questi sono solo alcuni esempi.
Comprerà tutti questi titoli e gestirà quei dubbi veicoli a scopo speciale (SPV) per conto del Tesoro.
BlackRock non è solo il principale investitore in Goldman Sachs. Meglio ancora: Blackrock è più grande di Goldman Sachs, JP Morgan e Deutsche Bank messi insieme. BlackRock è un importante sponsor di Trump. Ora, per tutti gli scopi pratici, sarà il sistema operativo, Chrome, Firefox, Safari, della Fed/Tesoro.
Questo è la fusione finale tra Fed e Wall Street, senza alcuna prova che possa portare ad un miglioramento delle condizioni di vita dell’Americano medio.
I media mainstream occidentali, in massa, hanno praticamente ignorato la miriade di devastanti conseguenze economiche del Planet Lockdown. La copertura mediatica menziona a malapena il sorprendente disastro economico umano già in atto, specialmente per quelle masse che, finora, sono a malapena sopravvissute nell’economia sommersa.
A tutti gli effetti pratici, la Guerra Globale al Terrorismo (GWOT) è stata sostituita dalla Guerra Globale al Virus (GWOV).
Ma quella che non viene seriamente analizzata è la Tempesta Tossica Perfetta: un’economia completamente distrutta; la madre di tutti i crolli finanziari, a malapena mascherata dai trilioni di dollari dell’helicopter money della Fed e della BCE; le decine di milioni di disoccupati generati dalla Nuova Grande Depressione; i milioni di piccole imprese che semplicemente spariranno; una globale e diffusa crisi di salute mentale. Per non parlare delle masse di anziani, in particolare negli Stati Uniti, che riceveranno la comunicazione non scritta di morte imminente.
Al di là di ogni retorica sul “disaccoppiamento,” l’economia globale è già, di fatto, spaccata in due. Da un lato, abbiamo l’Eurasia, l’Africa e alcune aree dell’America Latina, quelle che la Cina meticolosamente collegherà e ricollegherà tramite le Nuove Vie della Seta. Dall’altro, abbiamo il Nord America e una selezione di vassalli occidentali. Una perplessa Europa si trova nel mezzo.
Un’economia globale artificialmente congelata facilita sicuramente un riavvio. Il trumpismo è il nuovo eccezionalismo e questo implica un MAGA isolazionista alla massima potenza. Al contrario, la Cina farà scrupolosamente ripartire la sua base di mercato lungo le Nuove Vie della Seta, Africa e America Latina comprese, per sostituire quel 20% di scambi/esportazioni persi con gli Stati Uniti.
I magri assegni da 1.200 dollati promessi agli Americani sono, di fatto, precursori del tanto acclamato Universal Basic Income (UBI). Potranno diventare permanenti, visto che decine di milioni di persone si troveranno disoccupate in permanenza. Ciò faciliterà la transizione verso un’economia totalmente automatizzata, attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gestita dall’intelligenza artificiale, di qui l’importanza del 5G.
Ed è qui che entra in gioco ID2020.
IA e ID2020
La Commissione Europea è coinvolta in un progetto cruciale ma praticamente sconosciuto, il CREMA (Cloud Based Rapid Elastic Manufacturing) che mira a facilitare la più ampia implementazione possibile dell’IA in concomitanza con l’avvento di un sistema mondiale senza contanti.
La fine del denaro contante implica necessariamente un unico governo mondiale in grado di erogare (e controllare) l’UBI; di fatto la traduzione in realtà degli studi di Foucault sulla biopolitica. Chiunque può essere cancellato dal sistema se un algoritmo identifica questo individuo come dissidente.
Diventa ancora più sexy quando il controllo sociale assoluto viene mascherato da innocuo vaccino.
ID2020 si auto-definisce una benigna alleanza di “partner pubblici e privati.” In sostanza, si tratta di una piattaforma di identificazione elettronica basata sulla vaccinazione di massa. E inizia dalla nascita; ai neonati verrà fornita una “identità digitale portatile e persistente collegata ai dati biometrici.
GAVI, la Global Alliance for Vaccines and Immunization, si impegna a “proteggere la salute delle persone” e a fornire “immunità per tutti.” I migliori partner e sponsor, oltre all’OMS, comprendono, prevedibilmente, Big Pharma.
Al vertice ID2020 Alliance dello scorso settembre a New York era stato deciso che il programma “Rising to the Good ID Challenge” [raccogliere la sfida per un buon sistema di identificazione personale] sarebbe stato lanciato nel 2020. Questo era stato anche confermato al World Economic Forum (WEF) a Davos, lo scorso gennaio. L’identità digitale sarà messa alla prova dal governo del Bangladesh.
Questo comporta una domanda importante: ID2020 è stato programmato per coincidere con quello che uno sponsor cruciale come l’OMS ha qualificato come pandemia? O una pandemia era assolutamente necessaria per giustificare il lancio di ID2020?
Mentre vanno avanti queste grandi prove generali, nulla, ovviamente, batte Event 201, che aveva avuto luogo meno di un mese dopo ID2020.
Il Johns Hopkins Center for Health Security in collaborazione con, ancora una volta, il WEF, così come la Bill and Melinda Gates Foundation, ha descritto Event 201 come “un esercizio di pandemia di alto livello.” La simulazione “ha messo in evidenza le aree in cui sarà necessario un partenariato pubblico/privato durante la risposta ad una grave pandemia, al fine di ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala.”
Con il Covid-19 considerato a tutti gli effetti una pandemia, la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health è stata costretta a rilasciare una dichiarazione, dicendo in pratica che avevano semplicemente “modellato una pandemia immaginaria di coronavirus, puntualizzando esplicitamente che non si trattava di una una previsione.”
Non c’è dubbio, “una grave pandemia che si trasformi in ‘Event 201’ richiederebbe una cooperazione affidabile tra diversi settori, governi nazionali ed importanti istituzioni internazionali,” come affermano gli sponsor. Il Covid-19 sta suscitando esattamente questo tipo di “cooperazione.” Che poi sia anche “affidabile” potremmo discuterne all’infinito.
Il fatto è che, in tutto il Planet Lockdown, una fetta sempre più consistente dell’opinione pubblica tende a considerare l’attuale stato di cose come una psyop mondiale: un deliberato crollo globale, la Nuova Grande Depressione, imposta di proposito ad ignari cittadini.
I poteri forti, prendendo spunto dal comprovato e pluridecennale copione della CIA, gridano ovviamente alla “teoria della cospirazione.” Tuttavia, quello che vaste aree dell’opinione pubblica globale vedono è un (pericoloso) virus utilizzato come copertura per l’avvento di un nuovo sistema finanziario digitale, comprensivo di vaccino obbligatorio fornito di nanochip, in grado di creare un’identità digitale completa ed individuale.
Lo scenario più plausibile per il nostro prossimo futuro si presenta come gruppi di città intelligenti collegate tra loro dall’intelligenza artificiale, con le persone monitorate a tempo pieno e debitamente microcippate, che utilizzano per le loro necessità una moneta digitale unificata, sul modello (a grande scala) del panottico di Bentham e di Foucault.
Quindi, se questo è davvero il nostro futuro, l’attuale sistema mondiale deve sparire. Questo è un test, questo è solo un test.
Pepe Escobar
Fonte: www.strategic-culture.org
02.04.2020

20 aprile 2020

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 19 apr 2020




Rete Voltaire
Focus




In breve

 
Gli Emirati sostengono la Siria contro la Turchia
 

 
L'OPAC riformata accusa il presidente al-Assad di utilizzare armi chimiche
 

 
La gerontocrazia saudita alla prova del COVID-19
 

 
Annullata la condanna del cardinale Pell
 

 
L'OMS respinge l'uso delle mascherine chirurgiche da parte della popolazione
 

 
Henry Kissinger annuncia il dopo-COVID-19
 

 
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