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Paul Craig Roberts – Cosa c’è veramente in gioco in queste elezioni
Un amarissimo articolo di Paul Craig Roberts sulle elezioni americane di medio termine ci presenta una situazione devastante in cui il presidente Trump appare completamente sopraffatto sul piano della politica internazionale dall’establishment contro cui ha fatto campagna elettorale e contro cui ha vinto le elezioni presidenziali. Ora la questione è se i “deplorabili” che l’hanno votato suggelleranno in maniera definitiva la vittoria dell’establishment – complice il lavaggio di cervello realizzato dai media – o se sosterranno Trump imponendo, forse, una sterzata a questa deriva.
Paul Craig Roberts, 6 novembre 2018
Non finisco mai di stupirmi della spensieratezza degli americani. I lettori mi mandano email in cui mi domandano perché mai sostengo Trump, che è il candidato dell’establishment. Se Trump fosse il candidato dell’establishment, perché l’establishment avrebbe passato due anni a cercare di distruggerlo?
Non riuscire a fare due più due è una cosa davvero straordinaria. Trump ha dichiarato guerra all’establishment durante tutta la campagna presidenziale e nel suo discorso inaugurale.
Come scrissi all’epoca, Trump ha grandemente sovrastimato il potere del presidente. Si aspettava che l’establishment, e i suoi dipendenti, si piegassero alla sua volontà, ma non conosceva Washington, né sapeva chi nominare per sostenere i suoi obiettivi. È stato totalmente sconfitto nella sua intenzione di normalizzare i rapporti con la Russia. Invece, ci troviamo di fronte alla Russia e alla Cina che si preparano alla guerra.
In altre parole, lo stesso risultato che avrebbe ottenuto Hillary.
Trump è stato così tormentato dall’establishment che ha problemi a pensare chiaramente. È stato il primo candidato non-establishment eletto dai cosiddetti “deplorabili”, da chissà quanto tempo. Bisogna tornare parecchio indietro nella storia per trovarne uno. Forse Andrew Jackson. Jimmy Carter e Ronald Reagan non rispecchiavano la scelta delle istituzioni democratiche e repubblicane, e l’establishment dominante si mosse rapidamente per bloccare entrambe le presidenze. L’establishment democratico incastrò e rimosse sia il responsabile del bilancio di Carter che il capo dello staff, privando Carter di quelle competenze di cui aveva bisogno per il suo programma. L’establishment repubblicano riuscì a piazzare nei posti di potere dell’amministrazione Reagan persone fedeli a Bush, smussando così il suo programma economico riformista e la sua determinazione a porre fine alla guerra fredda. Ho combattuto entrambe le battaglie per Reagan, e ne porto ancora i lividi.
Trump è un outsider eletto dai “deplorabili”, quella classe media i cui posti di lavoro sono stati delocalizzati dalle multinazionali americane, a beneficio esclusivo dei dirigenti e dei grandi azionisti. Alcuni personaggi hanno svenduto la classe media americana, che sta scomparendo.
Nel resto del mondo, i veri alleati di Trump sono i presidenti di Venezuela, Bolivia, Nicaragua, l’ex presidente dell’Ecuador, e l’ex presidente dell’Honduras, che è stato rovesciato dal “primo presidente nero americano”, e la cui conseguenza è la carovana che si sta spostando verso il confine degli Stati Uniti. L’establishment è riuscito a confondere Trump in modo tale da fargli dichiarare la guerra dell’establishment contro i leader non-establishment in America Latina.
Ma allora, che importanza hanno le elezioni americane di medio termine?
Ci diranno se “i deplorabili” sono stati sottoposti al lavaggio del cervello dalle prostitute dei media dell’establishment e quindi non sosterranno Trump nelle elezioni della Camera e del Senato. Se i democratici, la cui politica è la Politica dell’Identità, conquistano la Camera e / o il Senato, Trump sarà reso completamente impotente. L’establishment spera di lanciare un chiaro segnale a tutti i futuri candidati presidenziali perché non facciano mai più appello al popolo contro gli interessi acquisiti dell’establishment.
In America la democrazia è una truffa. È l’oligarchia a governare, e il popolo, indipendentemente da come e quanto soffra sotto il dominio dell’oligarchia, deve sottomettersi e subire. Non più candidati alla presidenza, per favore, che rappresentino il popolo. Questa è la lezione che l’establishment spera di impartire alla marmaglia popolare nelle elezioni di medio termine.
Se l’America avesse dei media indipendenti, l’elezione dovrebbe riguardare la pericolosa situazione creata da Washington e che ha portato due paesi potenti militarmente a prepararsi alla guerra con gli Stati Uniti. Questo è l’avvenimento più serio della mia vita. Tutto ciò per cui il presidente Reagan ha lavorato è stato rovesciato per gli interessi materiali del potere e per il profitto del complesso militare e della sicurezza.
Se l’America avesse dei media indipendenti, le elezioni riguarderebbero lo stato di polizia americano che – basato sulle menzogne sull’11 settembre, sulle armi di distruzione di massa, sull’uso delle armi chimiche, sulle bombe nucleari iraniane, sull’invasione russa dell’Ucraina – è stato accettato dagli ignavi americani. I responsabili di queste menzogne, che hanno causato pesantissimi crimini di guerra, per i quali le amministrazioni statunitensi dovrebbero essere incriminate, sono ricchi e prestigiosi. Il resto di noi ha sperimentato la perdita delle libertà civili e della privacy. Siamo tutti sottomessi allo stato di polizia.
Se l’America avesse dei media indipendenti, l’elezione riguarderebbe la deindustrializzazione degli Stati Uniti. Oggi, come chiarisce questo articolo, la delocalizzazione della produzione e dell’industria americana ha ridotto l’esercito americano a essere dipendente dai fornitori cinesi.
E l’amministrazione Trump crea problemi con la Cina!
Se l’America avesse dei media indipendenti, le elezioni riguarderebbero i 20 anni di crimini di guerra USA e NATO / UE contro Serbia, Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia, Pakistan, Siria e Yemen, e il sostegno degli Stati Uniti e della NATO ai crimini di guerra di Israele contro quel che resta del popolo palestinese, e il sostegno USA e NATO / UE al regime neonazista stabilito dal regime di Obama in Ucraina che commette crimini di guerra contro le province separatiste russe, le cui popolazioni si rifiutano di accettare il rovesciamento da parte di Washington del governo ucraino democraticamente eletto e l’instaurazione di un regime neo-nazista da parte del “primo presidente nero americano”.
Se l’America avesse dei media indipendenti, le elezioni riguarderebbero la demonizzazione orchestrata dell’Iran. Quello stupido totale nominato da Trump a Segretario di Stato ha appena dichiarato (l’idiota non dovrebbe essere autorizzato ad aprir bocca) che Washington porterà alla rovina l’Iran a meno che il governo non accetti di comportarsi come uno stato normale.
Cosa intende dire Pompeo con “uno stato normale”? Vuol dire uno stato che prende ordini da Washington. L’Iran non ha invaso alcun paese. Il governo al potere è la continuazione del governo che rovesciò lo scià, un dittatore imposto all’Iran da Washington quando Washington e Londra rovesciarono il governo democraticamente eletto dell’Iran.
Ciò che l’infame Pompeo sta dicendo è che l’Iran deve sparire, perché l’Iran, come la Siria, sta ostacolando l’espansione di Israele nel sud del Libano, perché Iran e Siria riforniscono la milizia di Hezbollah, che per due volte ha respinto le invasioni israeliane del Libano meridionale. Il tanto decantato esercito israeliano è buono solo per uccidere donne e bambini nel ghetto disarmato di Gaza.
Se l’America avesse dei media indipendenti, qualcuno chiederebbe a Pompeo che cosa esattamente sta facendo l’Iran che giustifichi il recesso unilaterale di Washington dall’Accordo nucleare iraniano, in opposizione alle firme europee, russe e cinesi, e l’imposizione di sanzioni che nessun altro paese del pianeta, tranne Israele, sostiene?
Ma, naturalmente, l’America non ha media indipendenti. Ha una collezione di puttane conosciute come NPR, Washington Post, New York Times, CNN, MSCBS, Fox News, ecc.
Senza un’informazione onesta e indipendente, non c’è responsabilità di governo. L’America non ha media onesti e indipendenti. Pertanto, in America non c’è responsabilità di governo.
“I deplorabili” si trovano di fronte a un dilemma. Il presidente che hanno eletto è stato sorpassato dall’establishment e non può rappresentarli. Invece, Trump consegna ai suoi sostenitori il guerrafondaio John Bolton come consigliere per la sicurezza nazionale e il guerrafondaio Pompeo come Segretario di Stato USA. Avrebbe anche potuto nominare Adolf Hitler. In effetti, Hitler era una persona più ragionevole.
Quindi, di nuovo, in America si sta svolgendo un’elezione in cui non si discute di nessuna delle cose importanti.
A meno che il popolo americano non si sollevi in una ribellione armata, come popolo libero è finito, e, naturalmente, non potrà insorgere. Non tanto perché la polizia e tutte le agenzie del governo sono state militarizzate, quanto perché il Marxismo Culturale ebraico e la Politica dell’Identità del Partito Democratico hanno disorganizzato il popolo americano, e tutti si scontrano gli uni con gli altri. Il Marxismo Culturale e la Politica dell’Identità hanno diviso la popolazione americana in vittime e carnefici. I veri carnefici e le vere vittime non fanno parte del quadro, una costruzione utile a un’agenda ideologica. Non è l’oligarchia il carnefice, ma il maschio bianco che vota Trump. Non sono i multi-miliardari la fonte dell’oppressione, ma la forza lavoro manifatturiera e industriale marginalizzata. Questa ex forza lavoro è bianca e nera, ma la Politica dell’Identità del Partito Democratico mette neri e bianchi gli uni contro gli altri.
La mia conclusione è che l’America è condannata. Le persone, con poche eccezioni, non sono abbastanza intelligenti per continuare ad esistere. Forse l’esito delle elezioni di oggi cambierà la mia opinione. Se il voto va all’establishment, tutto è perduto.
Fonte:
vocidallestero.it
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