01 aprile 2017

Appello a Papa Francesco di Pietro Orlandi

Per il diritto alla Verità su Emanuela ORLANDI.
Papa Francesco,
sono Pietro Orlandi e dopo tanti anni sono ancora qui a chiedere la Verità sul rapimento di mia sorella Emanuela, cittadina vaticana, avvenuto il 22 giugno 1983.
Una ragazzina innocente di 15 anni alla quale è stato impedito di scegliere della propria vita, negandole, ancora oggi, ogni forma di Giustizia, dimenticandosi che la vita di ogni essere umano è sacra e non può essere considerata  un pezzo di carta sul quale apporre il timbro " archiviata".
Una vicenda che nel corso degli anni è stata caratterizzata da depistaggi, insabbiamenti, omertà e soprattutto mancanza di collaborazione da parte della Santa Sede.
Lei disse: "Chi tace è complice". E' vero.  In Vaticano c'è chi sa e da tanti anni tace, diventando complice di quanti hanno avuto responsabilità in questa vicenda.
A tal riguardo, in Vaticano, ci sono carte secretate, a conoscenza di alcune autorità della Santa Sede, che contengono passi importanti di questa disumana vicenda e che potrebbero permetterci di riabbracciare Emanuela o darle una degna sepoltura.
Il dossier "Rapporto Emanuela Orlandi" a disposizione, nel 2012,  della Segreteria Particolare di Papa Benedetto XVI, contenente  informazioni e nomi che potevano condurci alla Verità, stava per essere consegnato ad un magistrato italiano, ma in Vaticano vennero meno alla parola data e il fascicolo rimase occultato.
Dopo 33 anni mi chiedo perché si continua a negare ad una famiglia la possibilità di dare Luce e Pace alla propria figlia, alla propria sorella.
Abbiamo il diritto di conoscere la Verità contenuta in quei documenti e se sulla scomparsa di Emanuela fu posto il Segreto Pontificio, La prego di sciogliere i sigilli a tale imposizione che osteggia il raggiungimento della Verità e della Giustizia.
Non possono esistere segreti in uno Stato che si erge a centro della Cristianità perché è contrario alle parole e agli insegnamenti di Gesù:
"Non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato e di segreto che non debba essere manifestato".
Papa Francesco Lei ha indicato agli uomini la via giusta "Costruire ponti e non alzare muri invalicabili" ed io lo stesso chiedo a Lei, per Emanuela.
La Verità, la Giustizia  non possono essere un'utopia, un sogno irraggiungibile  ma i principi fondamentali, per ogni Stato che si reputa civile.
Principi fondamentali che in questa vicenda sono stati vergognosamente calpestati per oltre 33 anni.
La mia è una voce tenace, priva di rassegnazione, che mi guiderà, in questa vita ed oltre,  a cercare  Verità e Giustizia, affinché questo grido  appartenga a tutte le vittime innocenti ed  alle persone private della  Libertà.
Non ci lasceremo mai rubare la speranza.
Pietro Orlandi
28 marzo 2017
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30 marzo 2017

Byoblu.com: Una bellissima intervista da finanziare, solo per le prossime ore


Scardovelli: debellare il Virus del Neoliberismo

"Il neoliberismo arriva da lontano: la sua neolingua è stata concepita appositamente per conseguire un nuovo modello sociale disumano e spersonalizzante, ed è poi stata instillata nella politica, nella scuola, nella cultura e perfino nel lavoro, nel linguaggio medico, nell'affettività, affinché diventasse normale raccontare ogni aspetto della vita attraverso le unità di misura del mercato, dei capitali, dell'economia. Siamo stati trasformati in denaro e indotti a pensare l'altro come una risorsa da sfruttare o come uno scarto da eliminare. Ma l'egoismo e la competizione non sono la vera cifra dell'essere umano, come si vorrebbe che tutti credessero al solo fine di destrutturare la società in un insieme di atomi isolati e amorfi, privi di legami. È necessario liberarsi dalla follia di questi tempi ricostruendo i rapporti tra le persone, recuperando i nostri valori fondanti e riconsegnando ogni cosa alla sua giusta prospettiva. Solo così potremo costruire nuove classi dirigenti che, a partire dalla magistratura, possano restituire l'autentico spirito della Costituzione ai suoi cittadini. Una volta riconosciuto che la legittimazione di una bugia passa soprattutto attraverso l'utilizzo rassegnato dei suoi simboli, il castello di menzogne crolla ed è possibile tornare a chiamare ogni cosa con il suo nome originario. Oggi siamo pronti per farlo. È venuto il momento di debellare il Virus del Neoliberismo, togliersi il codice a barre e tornare ad essere uomini e donne."

Lo sapevi che puoi contribuire alla realizzazione di questa intervista a Mauro Scardovelli, che uscirà entro la fine di questa settimana e verrà vista de decine di migliaia di persone? Puoi anche firmarla o inserire un tuo messaggio, se vuoi, che resterà per sempre nel video.

Se ti va, ricordati che puoi farlo solo per poche ore, perché poi l'intervista sarà chiusa e il montaggio definitivo andrà online.

Segui queste semplici istruzioni: http://www.byoblu.com/regala-unintervista#scardovelli

Ciao,
Claudio!

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29 marzo 2017

Premio Roberto Morrione: Le mani sul fiume: l'inchiesta nasce da una zolletta di zucchero


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Le mani sul fiume: come nasce la video inchiesta da una zolletta di zucchero

Le mani sul fiume: come nasce la video inchiesta da una zolletta di zucchero

Il diario di Giulia Paltrineri, finalista della sesta edizione del Premio Morrione, ci racconta come sta nascendo la video inchiesta "Le mani sul fiume".
"Buongiorno, ecco, secondo me lei sta sbagliando proprio tutto". Bene, cominciamo bene. Ho iniziato a mettere mano all'inchiesta da pochi giorni, non so quale strada imboccare per prima, mi sono fatta dieci diversi programmi di lavoro, finiti tutti puntualmente nel cestino della carta. E ora sono seduta al tavolino di un bar con una professoressa universitaria di …
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Legge Bacchelli per Riccardo Orioles: vittoria della campagna #MandiamoinpensioneOrioles

Legge Bacchelli per Riccardo Orioles: vittoria della campagna #MandiamoinpensioneOrioles

Il 21 marzo don Luigi Ciotti a Locri, durante la manifestazione per la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ha annunciato la buona notizia della concessione dei benefici della Legge Bacchelli al giornalista Riccardo Orioles. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la campagna "Mandiamo in pensione Riccardo Orioles" alla quale abbiamo aderito nei …
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28 marzo 2017

[Reseau Voltaire] Révélations: le jihad de Lafarge-Holcim 24 marzo 2017



Réseau Voltaire
Révélations : le jihad de Lafarge-Holcim
par Thierry Meyssan
À l'occasion de la sortie du livre de Thierry Meyssan, « Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump », nous publions une série d'articles développant quelques-unes des très nombreuses informations qu'il contient.
Suite à l'intervention de Jean-Luc Mélenchon lors du débat de l'élection présidentielle française, nous commençons avec la véritable histoire de Lafarge-Holcim en Syrie.
Réseau Voltaire | Damas (Syrie) | 24 mars 2017
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Le 2 mars 2017, la société Lafarge-Holcim a reconnu que sa filiale syrienne « a remis des fonds à des tierces parties afin de trouver des arrangements avec un certain nombre de groupes armés, dont des tiers visés par des sanctions, en vue de maintenir l'activité et d'assurer un passage sûr des employés et des approvisionnements vers, et depuis l'usine » [1].
D'ores et déjà, le cimentier fait l'objet de deux enquêtes. La première a été initiée par les associations Sherpa et ECCHR, le 15 novembre 2016, tandis que la seconde a été lancée par le ministère français de l'Économie. Toutes deux réagissaient aux prétendues révélations du Monde, selon qui Lafarge a versé de l'argent à Daesh, en violation des résolution de l'Onu.
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Il importe d'observer que les articles parus le 2 mars dans Intelligence Online (lettre confidentielle appartenant au Monde) et dans Le Monde lui-même du 22 juin ont été rédigés par une journaliste extérieure à ces publications, Dorothy Myriam Kellou. Cette jeune femme a étudié à l'université de Georgetown, connue pour ses liens avec la CIA, et a été officier de presse au consulat français de Jérusalem. Ces publications ont été confirmées par un livre de Jacob Waerness, Risikosjef i Syra, dans lequel cet ancien employé décrit la grave situation sécuritaire du personnel de Lafarge en Syrie. L'auteur a poursuivi sa collaboration avec le cimentier après la publication de son livre.
Les pseudos révélations du Monde ont été organisées de mèche avec Lafarge-Holcim pour détourner les regards de l'opinion publique et des juges vers un point de détail : fallait-il ou non accepter de se faire rançonner par Daesh.
La vérité est autrement plus grave.

La préparation de la guerre contre la Syrie

En juin 2008, l'Otan organisait la réunion annuelle du Groupe de Bilderberg [2] à Chantilly (États-Unis) au cours de laquelle Hillary Clinton et Barack Obama se présentèrent aux participants.
Parmi les 120 présents se trouvaient Basma Kodmani (la future porte-parole de la Coalition nationale syrienne) et Volker Perthes (le futur assistant de Jeffrey Feltman à l'Onu pour la Syrie). Lors d'un débat sur la permanence de la politique étrangère états-unienne, ils intervinrent pour présenter l'importance des Frères musulmans et le rôle qu'ils pourraient jouer dans la «  démocratisation  » du monde arabe.
Jean-Pierre Jouyet (le futur secrétaire général de l'Élysée), Manuel Valls (le futur Premier ministre) et Bertrand Collomb (le patron de Lafarge) étaient présents aux côtés de Henry R. Kravis (le futur coordinateur financier de Daech).

Lafarge en Syrie

Lafarge est le leader mondial des cimentiers. L'Otan lui confie la construction des bunkers des jihadistes en Syrie et la reconstruction de la partie sunnite de l'Irak. En échange, Lafarge laisse l'Alliance gérer ses installations dans ces deux pays, notamment l'usine de Jalabiyeh (à la frontière turque, au nord d'Alep). Durant deux ans, la multinationale fournit les matériaux de construction pour de gigantesques fortifications souterraines qui permettent aux jihadistes de défier l'armée arabe syrienne.
Lafarge est désormais dirigé par l'États-unien Eric Olsen qui a intégré dans la compagnie les usines des Frères Sawiris et de Firas Tlass. Ce dernier est le fils du général Moustapha Tlass, ancien ministre de la Défense du président Hafez el-Assad. Il est le frère du général Manaf Tlass dont la France avait songé faire le prochain président syrien. Il est également le frère de Nahed Tlass-Ojjeh, la veuve du négociant en armes saoudien Akram Ojjeh, laquelle travaille avec le journaliste Franz-Olivier Giesbert.
Les liens entre Lafarge et les Forces spéciales françaises sont facilités par l'amitié qui lie Bertrand Collomb (devenu président d'honneur de la multinationale) et le général Benoît Puga (chef d'état-major des présidents Sarkozy et Hollande).

Le mensonge du Monde

Dans un premier temps, le journal en ligne des mercenaires anti-syriens, Zaman Al-Wasl, publie des e-mails montrant que Lafarge verse de l'argent à Daech. Dans un second temps, Le Monde publie ses articles et les documents de Zaman Al-Wasl sont retirés de son site Internet (vous les trouverez cependant ici, sur notre site).
Selon Le Monde, la multinationale se fournissait en pétrole pour faire tourner son usine. Ce qui est faux car cette installation fonctionne principalement au charbon, qui continuait à lui être livré depuis la Turquie. Sans se rendre compte de l'énormité de son aveu, le quotidien admet que Lafarge produisait 2,6 millions de tonnes de ciment annuellement, destinées aux «  zones rebelles  ».
Or, durant cette terrible guerre, rien ne pouvait être construit par des civils dans ces zones.
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Soldats de Daesh à l'usine de Lafarge-Holcim de Jalabiyeh (Syrie)

La construction des bunkers des jihadistes

2,6 millions de tonnes durant plus de deux ans, cela fait au moins 6 millions de tonnes produites pour les « rebelles ». Je place le mot « rebelles » entre guillemets puisque ces combattants ne sont pas des Syriens, mais viennent de tout le monde musulman et même d'Europe.
Cette quantité de ciment est comparable à celle utilisée par le Reich allemand, en 1916-17, pour construire la Ligne Siegfried. Depuis juillet 2012, l'Otan —dont la France— organisait une guerre de position conformément à la stratégie décrite par Abou Moussab «  Le Syrien  » dans son livre de 2004, La Gestion de la barbarie.
On imagine le nombre d'ingénieurs militaires du Génie de l'Otan —dont des Français— qui furent nécessaires pour construire cet ensemble d'ouvrages.

Lafarge, les Clinton et la CIA

Au cours des années 1980, Lafarge fut défendue durant son procès pour pollution dans l'Alabama par une célèbre avocate, Hillary Rodham-Clinton. Elle parvint à réduire l'amende imposée par l'Agence de Protection de l'Environnement à seulement 1,8 million de dollars.
Durant le mandat de George Bush Sr, Lafarge rendit service à la CIA en transportant illégalement en Irak les armes qui devaient servir ultérieurement à la rébellion lorsque l'Irak envahirait le Koweït et que la Coalition internationale viendrait le libérer.
Durant la même période, Hillary Rodham-Clinton devint administratrice de la multinationale, fonction qu'elle quitta lorsque son mari fut élu à la Maison-Blanche. Le Président Bill Clinton réduisit alors à 600 000 dollars l'amende que son épouse n'avait pu éviter à Lafarge. Les bonnes relations continuent puisque la compagnie a versé 100 000 dollars à la Fondation Clinton en 2015 et que son nouveau PDG, Eric Olsen, n'hésite pas à se faire photographier avec Hillary Clinton.

L'intervention militaire russe

Retranchés dans leurs bunkers, les jihadistes ne craignaient pas l'armée arabe syrienne et n'avaient aucune difficulté à tenir leurs positions. Durant deux ans, le pays se trouva coupé en deux, le gouvernement choisissant de protéger la population et donc d'abandonner le terrain.
Lorsque la Russie intervient militairement à la demande du gouvernement syrien, sa mission était de détruire avec des bombes pénétrantes les bunkers des jihadistes. L'opération devait durer trois mois, de septembre 2015 à la Noël orthodoxe (6 janvier 2016). Cependant, l'étendue des constructions de Lafarge-Holcim s'avéra si importante que l'armée russe eut besoin de six mois pour les anéantir.

Conclusion

Lorsque la transnationale Lafarge-Holcim termina sa mission au service du génie militaire de l'Otan, elle ferma son usine et la prêta à l'Alliance. L'usine de Jalabiyeh fut transformée en quartier général des Forces spéciales des États-Unis, de la France, de la Norvège et du Royaume-Uni qui occupaient illégalement le Nord de la Syrie.
Contrairement à l'écran de fumée du Monde, il ne s'agit donc pas de la triste histoire d'une entreprise de construction qui négocia avec des jihadistes pour sauver son personnel. La responsabilité de Lafarge-Holcim, c'est son rôle central dans une vaste opération militaire de destruction de la Syrie ; une guerre secrète qui a coûté la vie à des centaines de milliers de personnes.
Thierry Meyssan
Pour en savoir plus sur la guerre secrète contre le Moyen-Orient élargi : lire Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump
[1] « Communiqué de Lafarge-Holcim sur ses activités en Syrie », Réseau Voltaire, 2 mars 2017.
[2] « Ce que vous ignorez sur le Groupe de Bilderberg », par Thierry Meyssan, Komsomolskaïa Pravda (Russie) , Réseau Voltaire, 9 avril 2011.
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26 marzo 2017

Rete Voltaire: Rivelazioni: il jihad di Lafarge-Holcim 24 marzo 2017


Rete Voltaire
Rivelazioni: il jihad di Lafarge-Holcim
di Thierry Meyssan
In occasione dell'uscita del libro di Thierry Meyssan, «Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump» ("Sotto i nostri occhi. Dall'11 settembre a Donald Trump"), pubblichiamo una serie di articoli che sviluppano alcune tra le numerosissime informazioni in esso contenute.
Dopo l'intervento di Jean-Luc Mélenchon in occasione del dibattito delle elezioni presidenziali francesi, cominciamo con la vera storia del caso Holcim-Lafarge in Siria.
Rete Voltaire | Damasco (Siria) | 24 marzo 2017
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Il 2 marzo 2017, la società Lafarge-Holcim ha riconosciuto che la sua filiale siriana «ha rimesso dei fondi a terzi al fine di trovare accordi con un certo numero di gruppi armati, inclusi dei terzi fatti oggetto di sanzioni, al fine di mantenere l'attività e per garantire il passaggio sicuro dei dipendenti e delle forniture da e per la fabbrica». [1]
Già ora, questa industria cementizia costituisce l'oggetto di due indagini. La prima è stata avviata dalle associazioni Sherpa e ECCHR, il 15 novembre 2016, mentre la seconda è stata lanciata dal Ministero francese dell'Economia. Entrambe reagiscono a presunte rivelazioni di Le Monde, secondo cui Lafarge ha versato denaro a Daesh, in violazione delle risoluzioni dell'Onu.
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È importante notare che gli articoli pubblicati il 2 marzo su Intelligence Online (lettera confidenziale appartenente a Le Monde) e dallo stesso Le Monde, il 22 giugno, sono stati redatti da una giornalista esterna a queste pubblicazioni, Dorothy Myriam Kellou. Questa giovane donna ha studiato presso la Georgetown University, e nota per i suoi legami con la CIA, ha ricoperto l'incarico di addetto stampa presso il consolato francese a Gerusalemme. Queste pubblicazioni sono state confermate da un libro di Jacob Waerness, Risikosjef i Syra, nel quale questo ex dipendente descrive la grave situazione della sicurezza del personale della Lafarge in Siria. L'autore ha continuato a lavorare con l'azienda cementizia dopo la pubblicazione del suo libro.
Le pseudo-rivelazioni di Le Monde sono state organizzate in combutta con Lafarge-Holcim per deviare l'attenzione dell'opinione pubblica e dei giudici rispetto a un punto particolare: accettare o non accettare di pagare un riscatto a Daesh.
La verità è molto più grave.

La preparazione della guerra contro la Siria

Nel giugno 2008, la NATO organizzò la riunione annuale del gruppo Bilderberg [2] a Chantilly (Stati Uniti), nel corso della quale Hillary Clinton e Barack Obama si presentarono ai partecipanti.
Tra i 120 presenti si trovavano Basma Kodmani (futuro portavoce della Coalizione Nazionale siriana) e Volker Perthes (futuro assistente di Jeffrey Feltman all'ONU per la Siria). Nel corso di un dibattito sulla permanenza della politica estera statunitense, essi intervennero per presentare l'importanza dei Fratelli Musulmani e il ruolo che avrebbero potuto svolgere nella "democratizzazione" del mondo arabo.
Jean-Pierre Jouyet (futuro segretario generale dell'Eliseo), Manuel Valls (futuro primo ministro) e Bertrand Collomb (il padrone della Lafarge) erano presenti al fianco di Henry R. Kravis (futuro coordinatore finanziario di Daesh).

Lafarge in Siria

Lafarge è leader mondiale dell'industria del cemento. La NATO gli ha affidato la costruzione di bunker jihadisti in Siria e la ricostruzione della parte sunnita dell'Iraq. In cambio, Lafarge lascia che l'Alleanza gestisca i suoi impianti in entrambi i paesi, specie gli impianti di Jalabiyeh (al confine con la Turchia, a nord di Aleppo). Per due anni, la multinazionale ha fornito i materiali da costruzione per le gigantesche fortificazioni sotterranee che permettono ai jihadisti di sfidare l'esercito arabo siriano.
Lafarge è ora guidata dallo statunitense Eric Olsen, che ha integrato nell'azienda le fabbriche dei fratelli Sawiris e di Firas Tlass. Quest'ultimo è il figlio del generale Mustafa Tlass, ex ministro della Difesa del presidente Hafez al-Assad. È il fratello del generale Manas Tlass, che nei sogni della Francia sarebbe stato il prossimo presidente siriano. È anche il fratello di Nahed Tlass-Ojjeh, vedova del mercante d'armi saudita Akram Ojjeh, che lavora con il giornalista Franz-Olivier Giesbert.
I legami tra Lafarge e le forze speciali francesi sono facilitati dall'amicizia tra Bertrand Collomb (diventato presidente onorario della multinazionale) e il generale Benoît Puga (Capo di Stato Maggiore dei presidenti Sarkozy e Hollande).

La menzogna di Le Monde

Inizialmente, la rivista online dei mercenari anti-siriani, Zaman Al-Wasl, pubblica delle e-mail che dimostrano che la Lafarge versa denaro a Daesh. In un secondo momento, Le Monde pubblica i suoi articoli e i documenti di Zaman Al-Wasl vengono rimossi dal proprio sito web (li troverete comunque qui, sul nostro sito).
Secondo Le Monde, la multinazionale si riforniva di petrolio per far funzionare il suo impianto. Il che è falso, poiché questa installazione funziona principalmente a carbone, che ha continuato a essere spedito dalla Turchia. Senza rendersi conto dell'enormità della sua ammissione, il quotidiano in pratica confessa che Lafarge stava producendo 2,6 milioni di tonnellate di cemento all'anno, destinate alle "aree ribelli".
Ora, durante questa terribile guerra, niente avrebbe potuto essere costruito da civili in quelle zone.
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Soldati di Daesh presso la fabbrica di Lafarge-Holcim a Jalabiyeh (Siria)

La costruzione dei bunker dei jihadisti

2,6 milioni di tonnellate l'anno in due anni, questo fa almeno 6 milioni di tonnellate prodotte per i "ribelli". Metto la parola "ribelli" tra virgolette perché questi combattenti non sono dei siriani, ma provengono da tutto il mondo musulmano e anche dall'Europa.
Questa quantità di cemento è paragonabile a quella utilizzata dal Reich tedesco, nel 1916-17, per costruire la linea Sigfrido. Dal luglio 2012, la NATO — compresa la Francia — ha organizzato una guerra di posizione in accordo con la strategia descritta da Abu Musab "Il Siriano" nel suo libro del 2004, The Management of Savagery.
Si può immaginare quale sia il numero di ingegneri militari del Genio della NATO — inclusi i francesi — che ci è voluto per costruire questo insieme di opere.

Lafarge, i Clinton e la CIA

Nel corso degli anni '80, la Lafarge fu difesa al suo processo per l'inquinamento in Alabama da un famoso avvocato, Hillary Rodham-Clinton. Ella riuscì a ridurre l'ammenda inflitta dall'Agenzia di Protezione Ambientale ad appena 1,8 milioni di dollari.
Durante il mandato di George Bush padre, Lafarge ha reso dei servizi alla CIA trasportando illegalmente in Iraq le armi che dovevano successivamente servire alla ribellione quando l'Iraq avrebbe invaso il Kuwait e la Coalizione internazionale lo avrebbe liberato.
Nello stesso periodo, Hillary Rodham-Clinton divenne amministratrice della multinazionale, una posizione che ha lasciato quando il marito è stato eletto alla Casa Bianca. Il presidente Bill Clinton ridusse allora a 600 mila dollari la multa che la moglie non aveva potuto evitare a Lafarge. I buoni rapporti sono continuati, poiché la società ha versato 100 mila dollari alla Fondazione Clinton nel 2015 e il suo nuovo Amministratore Delegato, Eric Olsen, non esita a farsi fotografare con Hillary Clinton.

L'intervento militare russo

Trincerati nei loro bunker, i jihadisti non temevano l'esercito arabo siriano e non avevano alcuna difficoltà a mantenere le proprie posizioni. Per due anni, il paese si è trovato diviso in due, visto che il governo sceglieva di proteggere la popolazione e, quindi, di abbandonare il campo.
Quando la Russia è intervenuta militarmente su richiesta del governo siriano, la sua missione era quella di distruggere con le bombe a penetrazione i bunker jihadisti. L'operazione è durata tre mesi, dal settembre 2015 al Natale ortodosso (6 gennaio 2016). Tuttavia, l'ampiezza delle costruzioni di Lafarge-Holcim si è dimostrata così importante che l'esercito russo ha avuto bisogno di sei mesi per annientarle.

Conclusione

Quando la transnazionale Lafarge-Holcim ha concluso la sua missione al servizio del genio militare della NATO, ha chiuso il suo impianto e lo ha prestato all'Alleanza. La fabbrica di Jalabiyeh è stata trasformata in quartier generale delle forze speciali degli Stati Uniti, della Francia, della Norvegia e del Regno Unito che occupavano illegalmente il nord della Siria.
A differenza della cortina di fumo di Le Monde, non si tratta quindi della triste storia di un'impresa di costruzioni che ha negoziato con i jihadisti per salvare il suo personale. La responsabilità di Lafarge-Holcim risiede nel suo ruolo centrale in una grande operazione militare volta a distruggere la Siria: una guerra segreta che è costata la vita a centinaia di migliaia di persone.
Thierry Meyssan
Traduzione
Matzu Yagi
Per saperne di più sulla guerre segreta contro il Medio oriente allargato: si legga Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump.
[1] « Communiqué de Lafarge-Holcim sur ses activités en Syrie », Réseau Voltaire, 2 March 2017.
[2] "Quel che non sapete del Gruppo Bilderberg", di Thierry Meyssan, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 10 aprile 2011.
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25 marzo 2017

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 22 03 2017

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En bref

 
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Les droits voisins s'appliqueront-ils sur Internet en Europe ?
 
Controverses
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Communiqué de Lafarge-Holcim sur ses activités en Syrie
 

 
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