29 novembre 2015

Archiviata l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori



Archiviata l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori from Mario Rossi Network on Vimeo.

Roma 20/10/2015 - Il gip Giovanni Giorgianni ha accolto la richiesta del procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e dei pm Simona Maisto e Ilaria Calò firmando oggi il provvedimento di archiviazione dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi il 22 giugno 1983 e quella di Mirella Gregori il 7 maggio dello stesso anno. Erano sei le persone indagate per concorso in omicidio e sequestro di persona: monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare, Sergio Virtù, già autista di Enrico De Pedis, Angelo Cassani, detto "Ciletto", Gianfranco Cerboni, detto "Giggetto", Sabrina Minardi e Marco Accetti. "Hanno purtroppo ceduto alla volontà di chi da 32 anni sta cercando di far dimenticare questa storia", è stato il primo amaro commento a "Chi l'ha visto?" di Pietro Orlandi, che aveva raccolto decine di migliaia di adesioni alla petizione per dire no all'archiviazione. Il fratello di Emanuela ha rinnovato il suo appello a Papa Francesco, chiedendo il suo aiuto per arrivare alla verità.

Nelle motivazioni della sua decisione il gip Giorgianni scrive: “Gli accertamenti probatori acquisiti nel corso delle indagini preliminari sono, allo stato, non provvisti della consistenza, neppure indiziaria, necessaria a sostenere l'accusa in giudizio e a giustificare un vaglio dibattimentale, né paiono utilmente esperibili ulteriori indagini con la finalità di valorizzare quegli elementi dotati di una più significativa, ancorché incongruente, pregnanza investigativa”. “Tutte le segnalazioni – continua il gip – anche quelle fondate su meri sospetti, sono state accuratamente verificate. E molte di esse si sono rivelate il tentativo da parte di chi ha cercato di trarre un vantaggio dall'interesse sulla vicenda”. “L'enorme sforzo investigativo degli organi inquirenti - ritiene il gip - ha fatto confluire all'interno del procedimento un materiale imponente che si è stratificato nel tempo e che, tuttavia, pur incrementandosi, non ha mai acquistato un sufficiente grado di coerenza, di precisione e di concordanza”. Una insufficienza tale da rendere inutili ulteriori approfondimenti per il magistrato. A proposito di Marco Accetti, che resta indagato in un altro procedimento per calunnia ed autocalunnia, Giorgianni definisce la sua la personalità come ”caratterizzata da smania di protagonismo e da pubblicizzazione della propria immagine, con una spasmodica ricerca di accesso ai media e della loro costante attenzione”, "portato a inventarsi storie e situazioni". Quindi inattendibile. Per quanto riguarda le dichiarazioni di Sabrina Minardi, il gip scrive che "l'esito negativo, al di là delle ulteriori versioni offerte dalla teste circa le modalità con le quali i rapitori si erano disfatti del cadavere della Orlandi, è dipeso dall'incapacità della Minardi di fornire informazioni precise ai fini dell'individuazione del luogo in cui il riferito disfacimento del cadavere fosse avvenuto”.
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27 novembre 2015

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 24 novembre 2015


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12 novembre 2015

Nostro figlio ucciso dal fuoco amico - Nassirija



Durante la trasmissione di ” Eroi senza medaglie”, l’inchiesta di Sigfrido Ranucci (curata da Maurizio Torrealta) , sui motivi del mancato assegnamento delle medaglie d'oro ai caduti di Nassirija e sulla reale dinamica della strage, è stato mostrato un video inedito nel quale si udiva l’ esplosione di un deposito di munizioni italiane proprio dopo l’esplosione dell’ autobomba. Dopo aver visto questa inchiesta in televisione, i genitori di uno dei militari uccisi, hanno contattato la redazione di rainews24 perché si sono resi conto che il loro figlio era stato ucciso dall’ esplosione di quel deposito di munizioni collocato proprio all’ entrata della base e non dalla autobomba.

Maria Ferraro, la madre del Caporale maggiore Emanuele, parla dopo un silenzio durato più di due anni , consumato nell’attesa di informazioni ufficiali sulla morte del figlio . Informazioni mai arrivate. La signora Ferraro, mettendo insieme i frammenti di notizie ricevute dai commilitoni del figlio, arriva alla conclusione che Emanuele è stato ucciso dalle pallottole italiane depositate nella cosiddetta “riservetta”.

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