Inviato da mariorossi.net tramite Google Reader:
Segreto dopo segreto, se si scorrono le vicende delle indagini antimafia alla fine si arriva sempre a un boss e a un agente segreto sfigurato
E' in galera dal 2001. Per otto anni aveva fatto impazzire la Dda di Palermo, che lo riteneva al centro di un traffico di droga costruito sull'asse Stati Uniti – clan dei Vernengo in Sicilia – Nord Italia. Ma per otto anni si era come volatilizzato. Scomparso. E oggi sarebbe probabilmente su una spiaggia a godersi il sole, se non si fosse fatto beccare a Chiavari per il tentato omicidio di un'ottantaduenne in cambio di 250 milioni di lire. Una storiaccia di raggiri ai danni di ricchi anziani, convinti a firmare testamenti a favore di una banda di magliari. Una storiaccia dove nessuno pensava mai che potesse finirci dentro uno del suo calibro.
Si chiama Gaetano Scotto (nella foto a sinistra, ndr), boss dell'Arenella, ed è tra i condannati per la morte di Paolo Borsellino e della sua scorta. Sembra il grottesco epilogo di un killer di Cosa Nostra caduto in disgrazia. E forse è così. Forse. Di certo alla Procura di Caltanissetta stanno riscrivendo ciò che accadde nelle stragi del '92, in una trama molto complessa: parte dal lontano fallito attentato all'Addaura a Giovanni Falcone nell'89, affronta presunte trattative tra lo Stato e la mafia, depistaggi, e personaggi che nemmeno ad uno scafato scrittore di thriller verrebbero in mente.