30 agosto 2010

Guai, a non considerare Vittorio Mangano "un eroe"

 
 

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tramite Legittima difesa di Gioacchino Genchi il 29/06/10


Guai, a non considerare Vittorio Mangano "un eroe"
di Gioacchino Genchi
da Il Fattoquotidiano.it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/29/guai-a-non-considerare-vittorio-mangano-un-eroe/33963/

I rinnovati richiami all'eroismo di Vittorio Mangano del sen. Marcello Dell'Utri e dei suoi amici nell'ambito dei festeggiamenti per la condanna a soli 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, mi impongono di anticipare alcuni passi delle giustificazioni che ho prodotto, nel procedimento disciplinare per la "destituzione dal servizio", promosso nei miei confronti dal Capo della Polizia a seguito dell'intervento pronunciato (mentre ero già sospeso dal servizio, Sic!) al congresso nazionale dell'Italia dei Valori del 6 febbraio 2010.
Sembra un assurdo, ma sono stato pure costretto a difendermi per avere osato criticare le affermazioni del Presidente del Consiglio che, come il sen. Marcello Dell'Utri, considera Vittorio Mangano "un eroe".
Censurare una affermazione di tal guisa, con l'intento di "screditare il Capo del Governo" è stato ritenuto nella contestazione disciplinare "un comportamento eticamente scorretto e non ammissibile per un Funzionario dello Stato" e per questo io dovrei essere destituto dalla Polizia di Stato.

27 agosto 2010

L’ASSASSINIO DI OSHO. PERCHE’ SI UCCIDE UN LEADER SPIRITUALE

DI PAOLO FRANCESCHETTI
paolofranceschetti.blogspot.com

Osho fu assassinato dalla CIA mediante avvelenamento da tallio e morì il 19 gennaio 1990, all'età di 60 anni. Che fu assassinato non lo dice un complottista come me; lo dice lui stesso, lo dicono i suoi allievi, e la storia del suo assassinio è narrata nel libro "Operazione Socrate", che spiegano anche le ragioni per cui venne avvelenato. Ritengo però che le cose non siano andate esattamente come le raccontano i suoi allievi, e qui spiegherò il perché.

Negli anni della mia adolescenza e successivamente, fino alla laurea, non avevo molta simpatia per Osho. I media infatti lo presentavano come un guru spirituale che viaggiava in Rolls Royce, e i cui seguaci facevano orge e fumavano hascisch.
Mi infastidiva poi la quantità di libri in circolazione che portavano il suo nome. Sono usciti infatti circa 400 titoli a suo nome, che trattano tutti i temi della vita; la religione, la vita, la morte, l'amore, il denaro, la depressione, la felicità, la politica, l'etica.

24 agosto 2010

Kirghizistan, un perno geopolitico

Kirghizistan, un perno geopolitico

Nel profondo dell'Asia centrale, il Kirghizistan è quello che lo stratega inglese Halford Mackinder avrebbe chiamato un perno geopolitico, un territorio che, in virtù delle sue caratteristiche geografiche, occupa una posizione centrale nelle rivalità delle superpotenze. Oggi questo piccolo paese lontano è stato scosso da ciò che può apparire come una sommossa popolare, molto ben organizzata, per destabilizzare il presidente atlantista Kurmanbek Bakiyev. Nelle loro prime interpretazioni, alcuni analisti ipotizzavano che Mosca avrebbe trovato più di un interesse passeggero per sostenere un cambiamento di regime in Kirghizistan. Gli eventi che si svolgono sarebbero dovuti al fatto che il Cremlino avrebbe messo in scena una propria versione, in negativo, delle "rivoluzioni colorate" istigate da Washington: la rivoluzione delle rose in Georgia nel 2003, la rivoluzione arancione ucraina nel 2004, e la rivoluzione dei tulipani nel 2005, che ha messo al potere, in Kirghizistan, il Presidente pro-USA Bakiyev. Eppure, nel contesto del cambiamento di potere in Kirghizistan che si svolge, capire chi fa che cosa e nel cui interesse, è tutt'altro che facile. In ogni caso, sappiamo che ciò che vi si svolge ha implicazioni enormi per la sicurezza militare per tutta la zona centrale (isola del mondo) del continente eurasiatico, dalla Cina alla Russia, e anche oltre. Infatti, tale situazione pregiudica la futura presenza degli Stati Uniti in Afghanistan e, per estensione, in tutta l'Eurasia.

23 agosto 2010

I "gate-keepers", ossia i falsi ricercatori indipendenti

Sul numero 24 del settimanale "Oggi", giugno 2010, è apparso un articolo a firma di Gaia Passerini, intitolato "Il mistero delle scie chimiche". All'interno dell'inchiesta, un evasivo box sul Morgellons è stato curato da Edoardo Rosati. Il testo, piuttosto scarno, si può considerare passabile, perché, almeno non dà spazio alla disinformazione ed alle sue mistificazioni. Tuttavia, nella didascalia di una foto che ritrae un aereo chimico (pag. 119), si menziona il sito sciechimiche.org come portale nato dal dibattito sulle chemtrails. Non sappiamo se la citazione di quel sito sia la conseguenza di ingenuità o piuttosto un espediente per dirottare i lettori verso un covo di ciarlatani, per sterilizzare così la denuncia contro le chemtrails.

20 agosto 2010

L’ascesa della Turchia nello scacchiere vicino orientale

 
 

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tramite eurasia-rivista.org di Ospite_1 il 02/07/10

L'ascesa della Turchia nello scacchiere vicino orientale

Sono due gli avvenimenti storici che hanno contrassegnato il passaggio dall'Impero ottomano alla Repubblica turca che tutt'oggi incidono profondamente sul modus operandi dei governi turchi: da un lato, lo smembramento dell'Impero da parte delle grandi potenze occidentali, e dall'altro la storia caratterizzata da persecuzioni e massacri di minoranze etniche e religiose. L'odierna Turchia è fortemente condizionata da questi eventi che hanno favorito la creazione di un'eredità  che condiziona  il rapporto con l'occidente, e il cammino del paese verso le riforme democratiche.

Dopo la seconda guerra mondiale la Turchia è entrata a far parte a pieno titolo del "campo" occidentale, e grazie alla guerra fredda ha mantenuto invariata la propria struttura autoritaria. Da quando è nata, nell'ottobre del 1923, la Repubblica Turca, è rimasta sempre sotto il controllo di una burocrazia civile e militare. Ogni tentativo di democratizzazione del paese è stato soffocato dalla burocrazia militare, sostenuta dall'occidente.

17 agosto 2010

«Via libera» dell’ONU ad un attacco preventivo contro l'Iran?

« Via libera » dell'ONU ad un attacco preventivo americano-israeliano contro l'Iran?

Il 9 giugno il Consiglio di Sicurezza ha votato l'imposizione di una quarta serie di amplissime sanzioni contro la Repubblica Islamica d'Iran, che comprendono un embargo sulle armi e dei « più severi controlli finanziari ».

Per un'amara ironia, questa risoluzione è stata adottata nei giorni seguenti il categorico rifiuto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di sostenere una mozione che condanni Israele per il suo attacco alla Flottiglia della Libertà per Gaza nelle acque internazionali.

Essa ha anche seguito l'impronta di una conferenza sul trattato di non proliferazione nucleare (TNP) tenutasi a Washington sotto gli auspici dell'ONU che, nella sua risoluzione finale, fa appello alla creazione di un Medio Oriente senza nucleare, così come allo smantellamento dell'arsenale nucleare d'Israele. Israele è considerato la sesta potenza nucleare al mondo avendo, secondo Jane Defence, tra le 100 e le 300 ogive nucleari. (Analysts: Israel viewed as world's 6th nuclear power, Israel News, Ynetnews, 10 aprile 2010). In compenso, l'Iran non ha riconosciute capacità in materia di armi nucleari.

La Risoluzione 1929 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU è basata su di una fondamentale menzogna. Essa difende l'idea  secondo la quale l'Iran sia una potenza nucleare a venire ed una minaccia per la sicurezza mondiale. Dà anche il via libera all'alleanza militare Stati Uniti-NATO-Israele per minacciare l'Iran con un attacco nucleare preventivo punitivo, approvata dal sigillo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Il Consiglio di Sicurezza esercita due pesi e due misure nell'applicazione delle sanzioni: considerando che l'Iran è l'obiettivo di minacce punitive, il considerevole arsenale nucleare di Israele viene o ignorato o tacitamente accettato dalla « comunità internazionale ». Per Washington, la bombe nucleari di Israele sono uno strumento di pace in Medio Oriente.

Inoltre, quando tutti gli indici sono puntati verso l'Iran che non possiede armi nucleari, cinque Stati europei cosiddetti « non nucleari » – il Belgio, l'Olanda, la Germania, l'Italia e la Turchia – non solo possiedono armi nucleari strategiche sotto comando nazionale, ma esso sono anche spiegate e rivolte verso l'Iran.

10 agosto 2010

Le Rivoluzioni Occulte degli Illuminati

 di G. Cosco

"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa produrre gli avvenimenti; un gruppo un pò più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto". Così si espresse Nicholas Murray Butler.

Giova ricordare chi era questo personaggio. Il Dr. Nicholas Murray Butler è stato presidente dell'Università di Columbia, presidente della Carnegie Endwment for International Peace, membro fondatore, presidente della Pilgrims Society e membro del Council on Foreign Relations (CFR) e capo del British Israel.