1 aprile 2010 - 17.34
L'asse
Vaticano-Padania si manifesta in tutto il suo splendore, a dimostrazione del fatto che le tonache siano più interessate a benedire le
maggioranze di governo che i sudditi fedeli.
Le recenti dichiarazioni di
Roberto Cota, neo-eletto Presidente alla Regione Piemonte, illuminano a giorno gli antri segreti, polverosi e oscuri ove erano confinate le dichiarazioni del cardinal
Bagnasco, a pochi giorni dal voto, che invitava gli elettori a
difendere la vita nello scelta dei loro rappresentanti. Ovvio era il riferimento, che più esplicito non poteva essere, a sabotare
Emma Bonino a vantaggio di
Renata Polverini nel Lazio, quest'ultima portatrice di un programma elettorale che metteva invece al primo posto la rivalutazione e la diffusione dei
karaoke in tutte le piazze e in tutti gli uffici pubblici (
storica, ormai entrata negli annali, la sua campagna elòettorale a base di Lucio Battisti, per esempio qui, ma anche qui). Più velato, ma finalmente ormai manifesto, il riferimento al Piemonte, dove correva la Lega, quella stessa
Lega Nord che, per bocca del suo stesso pontefice, il leader maximo, l'unno invasore, il barbaro conquistatore, il
Tolkien dei poveri che inventa un'immaginifica
terra di mezzo -
la Padania - in un posto come tanti altri, suddiviso in regioni, comuni e province,
nel 1997 diceva:
« i preti non si mettano al carro del colonialismo romano, non predichino la politica! »
e apprezzava pubblicamente e smodatamente papa
Giovanni XXIII che predicava la neutralità del Vaticano, pestando giù duro su
Karol Wojtyla, reo di
avere investito nel potere temporale, nello Ior e nei Marcinkus.