21 settembre 2009

Videocracy - 1 di 8

Film documentario di Erik Gandini, distribuito da Fandango. Ci sono voluti trentanni di fanciulle scosciate e giovanotti palestrati, di casa linghe disperate e quiz milionari, di reality irreali, di gossip e volgarità eretti a sistema. Un la voro lungo e paziente, che alla fine però ha fatto centro: la tv in Italia ha preso il posto della democrazia. L'intera playlist: http://www.youtube.com/view_play_list?p=00F878837B0E80AF

20 settembre 2009

Jane Burgermeister: OMS, Vaccino e Suina - Intervista di Project Camelot - Sub Ita 1/6

Bill Ryan di Project Camelot intervista Jane Burgermeister, la giornalista austriaca che ha presentato accuse penali contro l'OMS, la Baxter e diversi personaggi legati alla propagazione volontaria dell'influenza suina, con scopo di lucro e di depopolamento mondiale. I 194 paesi aderenti all'OMS dovranno conformarsi ai Regolamenti di Sanità Internazionale del 2005 che POTRANNO forzare la vaccinazione di massa! http://www.projectcamelot.org Info e documentazione qui: http://www.theflucase.com http://www.birdflu666.wordpress.com http://www.youtube.com/user/91177info

Byoblu.Com - Pecorella Go Home

19 settembre 2009 - 12.58

Pecorella Go Home


 Ringrazio Alessandro Gilioli, di Piovono Rane, per avere pubblicato sul numero de L'Espresso del 17 settembre 2009, a pag.139, la notizia dell'ordinanza di sequestro occorsa a Byoblu.Com.

 C'è un Italia che ha ingranato una marcia superiore e fila via a tutta birra verso la modernità. C'è un'altra Italia che non ha ancora la più pallida idea di cosa sia la rete né di come funzioni, e crede che una legge pensata per la stampa e promulgata nel 1948 possa essere applicata alle autostrade di bit che scorrono sotto ai social network, nelle viscere dei portali di video streaming e nella circolazione arteriosa dei blog.
 Il DDL Pecorella Costa, nuova spada di damocle appesa sulla libertà di informazione in Italia proprio mentre in Germania esce il Manifesto del Giornalismo Web, è presentato per l'appunto dagli onorevoli Costa e Pecorella. Che a quest'ultimo la rete non piacesse era già più che evidente.
 Il blog ne parlerà la settimana prossima con Guido Scorza, esperto di diritto, politica dell'innovazione e società dell'informazione, che ha scoperto e denunciato i pericoli che deriverebbero da un'eventuale approvazione del Disegno di Legge.

 Pecorella Go Home.
 

 

Diffondere, Divulgare, Diramare

Le Tre D che salveranno il mondo!

18 settembre 2009

Le novità di MicroMega.net - 17 settembre 2009

        Newsletter
        17 settembre 2009

Lo sconcertante rinvio della manifestazione di sabato 19
Il cordoglio e l’umana pietà per i militari
morti a Kabul sono incompatibili
con la difesa della libertà di stampa?

di Paolo Flores d'Arcais

SCANZI Noi "farabutti" che sogniamo ancora un'Italia democratica
OVADIA
Senza libertà di stampa non c’è democrazia (AUDIO)
COLOMBO Rilanciare la battaglia contro il conflitto d’interessi (AUDIO)
VATTIMO Situazione drammatica, intervenga l’Europa (AUDIO)
MARAINI Da Berlusconi un attentato alla libertà di stampa (AUDIO)

ROBECCHI
Vespa e papi fanno flop
MARTELLI Silvio come il Duce
GIULIETTI In piazza contro il bavaglio alla democrazia
PEZZOPANE Porta a Porta, propaganda indecente. In Abruzzo migliaia ancora senza casa

"Il criminoso" di Andrea Scanzi
Il Comandante Garkos, Silvio Il Magnifico e la chitarra di Capezzone
Silvio Berlusconi ha scritto da Bruno Vespa irrinunciabili e mirabili pagine di storia. Un’altra lezione di democrazia, di strategia: di vita. Il suo intervento a Porta a Porta andrebbe insegnato nelle scuole, assieme alla pubblicità della Cedrata Tassoni e ai dialoghi di Giorgio Mastrota nelle televendite.

Allegria! (di naufragi) di Valerio Magrelli
I Funerali di Stato decretati in onore di Mike Bongiorno sono una pura e semplice ignominia. Rappresentano la capitolazione intellettuale e morale delle istituzioni italiane e un'autentica Cernobyl culturale

I ministri dell'Astio e l'assalto alla cultura 
di Francesco Merlo
Ogni giorno c'è un ministro che vomita trivialità ora su uno ora su un altro pezzo d'Italia: i cineasti sono parassiti, la borghesia marcia, i professori ignoranti, gli statali fannulloni, gli studenti stupidi, gli economisti sconclusionati...
DI MODICA La cultura in pasto ai bruti 

La politica della devastazione di Angelo d'Orsi
Come e più di un castigo biblico il governo Berlusconi opera indefesso a smontare quanto in sessant'anni pazientemente, con difficoltà ed errori, si era costruito per dare una parvenza di Stato alla società italiana.

Come ti nego i diritti di cittadinanza di Domenico Gallo
Non solo gli immigrati (regolari o irregolari) nel mirino del "pacchetto sicurezza". Tra le nuove norme, passata quasi inosservata, ve n'è una fortemente discriminatoria verso Rom, senza casa e poveri in genere.

Lo Stato è Cosa Nostra di Ferdinando Imposimato
Il filo rosso che lega pezzi dello Stato, servizi e mafie, oggi viene alla luce destando clamore con le rivelazioni di Ciancimino, ma parte da lontano. Imposimato, un protagonista di quegli anni della storia italiana, ripercorre le tappe del patto scellerato.
BARBACETTO
Indagini su mafia e stragi, partita finale per Berlusconi

Lo shock di Videocracy e il "fascismo estetico" di Andrea Inglese
La visione del film di Erik Gandini è un’esperienza profondamente sgradevole. Interroga la nostra coscienza civile sulla mutazione antropologico-televisiva che ha radicalmente cambiato la società italiana negli ultimi trent'anni.
FORUM Dì la tua su Videocracy

Democrazia feudale di Loretta Napoleoni
Fiumi di inchiostro sugli anniversari del crollo delle torri e di quello della Lehman Brothers. Ma chi ha guadagnato da queste tragedie? Un’oligarchia di privilegiati che detengono il potere economico-finanziario e controllano l’informazione.

Non avrai altro mattone all’infuori di Caltagirone di Silvia Cristofori
Roma, Alemanno contro il diritto alla casa. Da qualche settimana è in corso nella capitale un violento attacco politico e mediatico ai movimenti di lotta per la casa, culminato nel tentativo di sgombero dell’occupazione della ex scuola “8 marzo”.

Attributi da Cavaliere di Marco Travaglio
I processi contro 'la Repubblica' e 'l'Unità', denunciate da Silvio Berlusconi per 1 e 2 milioni di euro di danni, si annunciano avvincenti e spettacolari quant'altri mai. Da mettersi in fila e pagare il biglietto.
RAME Quando Feltri era quasi comunista
PELLIZZETTI Il machismo berlusconiano

Impastato, il sindaco leghista cancella la targa di Giuseppe Giulietti e Nello Trocchia
A Ponteranica, in provincia di Bergamo, rimossa dalla biblioteca la targa dedicata alla memoria di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978. Giovanni Impastato: "Una scelta indegna".

Berlusconi, io ti ripudio di Paolo Farinella
"Io, Paolo Farinella, prete, ripudio lei, presidente pro tempore del consiglio e tutto quello che rappresenta insieme a coloro che l'adulano, lo ingannano, lo manipolano e lo sorreggono. La ripudio in nome della politica, dell'etica e della fede cattolica. E prego Dio che liberi l'Italia dal flagello nefasto della sua presenza".

Libia, la "soluzione finale" di Furio Colombo
Nelle immagini e nelle testimonianze dell'inchiesta di "Presadiretta" (Raitre) sui respingimenti, la spaventosa vergogna dell'accordo Italia-Libia, approvato dal Parlamento con voto bipartisan.

www.micromega.net


17 settembre 2009

Byoblu.Com - Il parto della madre nera

16 settembre 2009 - 04.42

Il parto della madre nera


 Gli avvoltoi roteano alti nel cielo. Sentono il puzzo di carogna  spandersi tutto intorno. Sono eccitati, inquieti, e nella frenesia del rito famelico abbandonano la loro abituale codardia venendo allo scoperto, planando sulla radura in gruppetti sempre più folti. Così Vespa, Sansonetti ed affini iniziano a volteggiare intorno a Berlusconi. Qualcuno si avvicina e prova a dare una beccata. Il pachiderma allo stremo reagisce debolmente, incespica, prova a fare paura, ma la sua fine è segnata. 
 Sono le regole della savana. Gli uccelli spazzini non cacciano, non ne sono capaci. Attendono che altri lo facciano per loro. Così, il giornalista saprofago, consapevole di infierire su un corpo inerte, decide di affondare sul conflitto di interessi, senza vergogna, senza pudore, come se il sovrano deposto l'avesse finito lui, dopo una lunga, estenuante e valorosa battaglia. Il suo sguardo compiaciuto scintilla di una malvagità primordiale. Non conosce lealtà nè riconoscenza. Dileggia lo sconfitto, vantando meriti di guerra sui quali non ha alcun titolo, avendo assistito all'epico scontro nascosto dietro a montagne di letame, oscurandosi alla vista dei prodi combattenti per non essere chiamato alle armi, nutrendosi di avanzi in putrefazione, mimetizzato nel guano. Ora che la bestia è morente, ora che può vederne il sangue scorrere in rivoli sempre più insistenti, ora che il drago è in ginocchio, solo ora può uscire allo scoperto e prepararsi a salire sul cavallo del vincitore.

LEGGI TUTTO...


 

Diffondere, Divulgare, Diramare

Le Tre D che salveranno il mondo!

15 settembre 2009

Superquark

"Superquark": le dieci strategie per ingannare il pubblico: censurato più volte da Youtube sù pressioni della rai http://www.tanker-enemy.tv/Superquark.htm

14 settembre 2009

News da Minà e da Latinoamerica


Aggiornamento sito:

 

 

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Su Chávez la disinformazione italiana     

di Gianni Minà    

da "Il Manifesto" del 10 settembre 2009

 

 La riflessione più evidente che nasce dalla lettura dei media italiani dopo il trionfale passaggio a Venezia del presidente venezuelano Ugo Chavez, per la prima del film-documentario South of the Border a lui dedicato da Oliver Stone, è che da noi proprio non ne vogliono sapere di dire la verità su quello che sta accadendo nel mondo e perchè.

La nostra informazione, pateticamente impantanata nel suo stupido gioco di gossip, insulti e contro insulti locali, sembra ormai malata di autismo nelle sue certezze, anche quando queste certezze sono smentite dai fatti, come è accaduto nel recente crollo del muro del capitalismo.

Questa informazione è, infatti, così abituata ad essere bugiarda, superficiale, ridicola nel raccontare le persone e riferire i fatti che non sente nemmeno più il bisogno di chiedersi, per esempio, perchè il regista Oliver Stone, quello di Salvador, Platoon, JFK, Wall Street, cioè un regista aduso a dire la verità fuori dai denti e a riflettere sul mondo che lo circonda, abbia sentito il bisogno  di raccontare l’America latina oggi, usando il meccanismo del documentario, incontrando i presidenti del continente a sud del Texas, da Ugo Chavez, appunto, al brasiliano Lula da Silva, all’argerntina Cristina Kirchner con suo marito Nestor (che l’ha preceduta nella presidenza), all’ecuadoriano Rafael Correa, al paraguaiano Fernando Lugo, al cubano Raul Castro, tutti in qualche modo protagonisti del vento di attenzione sociale e civile che sta cambiando e rendendo più giusta quella parte del mondo. Un vento che, secondo tutti gli indicatori internazionali, sta spingendo l’America latina verso un riscatto, storicamente atteso dal tempo delle conquiste coloniali di Spagna e Portogallo, e non gradito agli interessi delle nazioni del nord del mondo.

Oliver Stone compie questa traversata di un continente che sta recuperando diritti democratici, mentre in Europa si perdono ogni giorno brandelli di conquiste civili e sociali, inframezzando le incursioni nella vita di questi leaders a frammenti di telegiornali nordamericani che hanno il merito di sbriciolare la fama usurpata della tante volte esaltata capacità giornalistica dei media d’oltreoceano.

Non a caso proprio a Venezia, nella cena organizzata dalla produzione, dove c’era anche Chavez, Stone mi ha ribadito “Molti dei paesi latinoamericani che hanno recentemente conquistato un’indipendenza reale sono scorrettamente indicati da settori del nostro governo e da parte della stampa miserevolmente asservita come “non democratici”, perchè le loro nuove scelte economiche e politiche nuociono ai nostri interessi. Tutto questo è insopportabile e bisogna avere la froza di denunciarlo”.

Insomma, il regista di Nato il quattro luglio e di Assassini nati fa il lavoro che una volta facevano i giornalisti, i saggisti, e che, da qualche tempo, fanno i registi come lui, come Sean Penn, George Clooney, perfino come Soderbergh (nella rigorosa ricostruzione della vita e dell’epopea di Che Guevara, che smentisce tutte le invenzioni montate contro lui e contro Cuba), o come Michael Moore, l’iniziatore di questo genere, premiato da un pubblico che evidentemente vuole sfuggire le mistificazioni e le menzogne della televisione.

Non è quindi sorprendente che, salvo Il manifesto, i media italiani non abbiano sentito il bisogno di raccontare ai propri lettori il contenuto di South of the Border (A sud del confine), che sarebbe stato doveroso per aiutare il pubblico a capire, ma abbiano sguinzagliato, invece, presunti cronisti d’assalto alla ricerca del pettegolezzo, della battuta, insomma del niente.

Ero a Venezia, nel mio ruolo di giornalista e documentarista, eppure ne sono stato sfiorato io stesso.

In caso contrario questi cacciatori di panzane avrebbero dovuto ricordare, per esempio, che i leaders progressisti latino americani, protagonisti del film di Stone e che sono sembrati tutti dialetticamente più preparati dei nostri saccenti politici, hanno potuto affermarsi democraticamente solo dall’inizio del nuovo secolo, in particolare dopo l’11 settembre 2001, quando gli Stati Uniti, distratti da due guerre inventante in Oriente, hanno perso di vista il  “cortile di casa”. Prima avrebbero potuto far solo la fine di quei leaders democratici del continete, dal guatemalteco Arbenz al cileno Allende, eletti dal popolo e deposti da criminali giunte militari sostenute dai governi degli Stati Uniti.

Ma il nostro attuale giornalismo parolaio ha paura di confrontarsi con la storia e con la verità.

Così sceglie sempre la via del cabaret o della plateale mistificazione.

Il Giornale di Berlusconi aveva per esempio un sommario, nell’articolo di Michele Anselmi, che recitava:”Il feroce caudillo venezuelano, ospite del regista Oliver Stone, che lo celebra in un film e dimentica la ferocia del regime”. Una simile dizione che richiamava personaggi inquietanti sostenuti dall’occidente, come Bokassa o Idi Amin, o il dittatore haitiano Duvalier o i componenti della giunta militare argentina o cilena, responsabili, con l’appoggio degli Stati Uniti, della tragedia dei desaparecidos, è, infatti, fondata sul niente. Purtroppo per il giornalismo italiano, se fosse stato chiesto a chi ha costruito quella pagina se fosse in grado di enumerare anche solo un atto di ferocia del presidente venezuelano, non avrebbe saputo rispondere, perchè, oltretutto, Chavez , come sa chi fa un giornalismo onesto, è il protagonista di un percorso politico che lo ha visto prevalere dodici volte in altrettante consultazioni elettorali o referendarie negli ultimi undici anni. E’ un dato, questo, che per chiarezza dovrebbe tenere in conto anche una parte della sinistra italiana, prevenuta sulla politica del presidente venezuelano, malgrado i successi sociali che gli organismi internazionali gli riconoscono. Una volta Gad Lerner ha detto in tv “Chavez non ci piace”. Giudizio legittimo, che però suggerisce una domanda:  il voto è forse uno strumento che vale solo quando vince il candidato che ci piace?

A controllare, recentemente, le elezioni in Venezuela c’era pure l’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter con la sua Fondazione per i diritti umani. Non ebbe dubbi sulla correttezza della consultazione in corso.

A parte della nostra sinistra non piacciono nemmeno le frequentazioni di Chavez. A Venezia, per esempio, veniva, dopo un giro in Iran, in Siria e in Libia e l’indomani sarebbe andato in Bielorussia e Russia. “Faccio il presidente di un paese che è il quarto produttore modiale di petrolio- ha spiegato a me e a Tariq Ali, sceneggiatore di  South of the Border, nella cena della produzione- Che faccio, ignoro questa realtà o tengo vive, periodicamente, le relazioni con le nazioni produttrici di petrolio e riunite nell’OPEC, che non a caso ha ripreso vitalità da quando il segretario generale è stato un venezuelano? Insomma, devo fare gli interessi del mio paese o quelli delle multinazionali degli Stati Uniti?”.

Non mi azzardo a chiedere che i giornalisti, ignari di quello che succede nel mondo, si addentrino su questi argomenti quando incrociano Chavez, ma mi aspetterei più correttezza almeno quando si affrontano problemi come quello dell’informazione in Venezuela.

Quando, nell’aprile del 2002, con l’appoggio del governo Bush e della Spagna di Aznar, l’oligarchia locale e perfino parte della Chiesa tentò il colpo di stato contro il suo governo democraticamente eletto, nelle ore drammatiche di quell’accadimento, le TV, per il 95% in mano all’imprenditoria privata, ostile a Chavez, incitavano all’eversione o, nel migliore dei casi,  con nessun rispetto per i cittadini, trasmettevano cartoni animati.

Poi, nel tempo, le licenze di molte emittenti televisive e radiofoniche sono scadute e, come sarebbe successo negli Stati Uniti e ovunque, a quelle che incitavano all’eversione e all’assassinio del presidente, il permesso non è stato rinnovato.

Più recentemente è stata fatta una nuova legge che favorisce cooperative, gruppi di base e sociali. Essendo cittadino di un paese come l’Italia, sono prevenuto su ogni legge sulla televisione. So però una cosa: il 90% delle emittenti è rimasto, in Venezuela, in mano all’opposizione.

Non penso possa essere una legge più liberticida della nostra.

 

 

 

Aggiornamenti  Sito:

 

                                                                             

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DIRITTI CIVILI: IN URUGUAY È LEGGE L’ADOZIONE PER LE COPPIE OMOSESSUALI

Gennaro Carotenuto

(11 settembre 2009)

 

Sulla riva orientale del Río de la Plata si avanza ancora sul piano dei diritti civili e l’Uruguay è il primo paese latinoamericano ad approvare una legge che sancisce il diritto delle coppie omosessuali all’adozione. È stato approvato infatti il nuovo “Codice dell’infanzia e dell’adolescenza” che permette a qualunque coppia, unione civile o convivenza, con almeno quattro anni di durata, il pieno diritto all’adozione…

http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=268

 

 

 

TRE ONOREFICENZE A TRE GRANDI PERSONAGGI

Alessandra Riccio

(04 settembre 2009)

 

Miguel D’Escoto è un uomo che non perde tempo: eletto Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, non c’è giorno che non lavori per ridare credibilità all’ONU come riunione di volontà di tutti i paesi del mondo per lavorare a favore dell’uguaglianza delle nazioni, della loro pari condizione di stati sovrani, ma anche di paesi portatori di voci della differenza in grado di arricchire il ventaglio delle aspirazioni umane, invece di ridurle a coro unanime…

http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaTaccuino.php?idtaccuino=57

 

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