21 febbraio 2008

Intervista a Maurizio Decollanz

Telegiornaliste anno IV N. 5 (130) del 11 febbraio 2008

Maurizio Decollanz, la conoscenza come esigenza comune di Valeria Scotti Giornalista professionista dal 1999, Maurizio Decollanz si avvicina giovanissimo al mondo del giornalismo. Dopo aver lavorato per alcuni quotidiani nazionali, a Sei Milano tv e a Telereporter tv, approda a Odeon dove oggi cura e conduce Rebus, questioni di conoscenza. "Capire e conoscere la verità, qualunque essa sia" è il filo conduttore del tuo programma. Un bilancio delle prime due edizioni di Rebus, questioni di conoscenza? «Un bilancio positivo e certamente lusinghiero. Rebus è stata accostata a molte trasmissioni a cui assomiglierebbe ma, in poco tempo, credo sia riuscita a trovare una propria spiccata personalità. La scelta delle tematiche e, soprattutto, il modo di affrontarle, ne ha fatto un punto di riferimento dell’informazione senza bavaglio. Dalle teorie complottiste sugli attentati dell’11 settembre 2001 al rapimento Moro, dai cerchi nel grano al caso Zanfretta, dalle scie chimiche alle verità storiche su Gesù, non ci siamo mai fermati alle apparenze o alle verità convenzionali. Anzi, abbiamo voluto dare ampio spazio a tutto quello che l’informazione ordinaria non dice». In principio c’era Piero Angela. Poi si è ingrandito l’interesse verso la scienza, verso gli enigmi del mondo. Pura curiosità o un tentativo di tenere sotto controllo ciò che ci circonda? «Concordo nel considerare Piero Angela il padre morale di molti giornalisti, me compreso, e di molte trasmissioni televisive. Grazie a lui, la sete di conoscenza è diventata un’esigenza comune. Rebus, questioni di conoscenza risponde proprio al bisogno di trovare risposte, di ampliare la consapevolezza che abbiamo di noi e di ciò che ci circonda. L’informazione è, secondo me, il più grande baluardo difensivo della democrazia. Essere informati significa far parte integrante di questo baluardo». Rebus ti ha portato anche fuori dallo studio televisivo. Hai lavorato, infatti, ad alcuni reportage in giro per il mondo. Qual è stata l’esperienza che ripeteresti? «Quella dei reportage, come è facile intuire, è la parte più elettrizzante del mio lavoro. In Italia come all’estero, poter toccare con mano la realtà che stai studiando è magnifico. Interrogarsi sulle tecniche costruttive che hanno portato all’edificazione della piramide di Cheope in Egitto mentre ti trovi dentro di essa, investigare sull’ossessione dei Maya per i numeri mentre ti trovi al confine tra Honduras e Guatemala, in piedi davanti alla scalinata geroglifica di Copàn, è indescrivibile. Potendo, ripeterei tutte queste esperienze». Tra i vari misteri che hai trattato, c’è una storia in particolare che, secondo te, non raggiungerà mai sufficiente chiarezza perché le verità sono state celate bene o dimenticate? «Credo di no. Sono convinto che la verità non possa essere tenuta nascosta all’infinito. E’ solo questione di tempo e caparbia. Niente può resiste ad un’ostinata e onesta ricerca». Rebus ha visto la presenza anche di Massimo Polidoro con il suo spazio L’inspiegabile spiegato. Come è nata la collaborazione tra il programma e il CICAP? «E’ nata dalla grande stima che ho per Massimo. Non sempre condivido il suo approccio. Specie su certi argomenti. Ma la sua onestà e la sua dedizione alla ricerca della verità ne fanno una grande persona e un validissimo aiuto per Rebus». C'è la premessa - e la promessa - di una terza edizione di Rebus, questioni di conoscenza? «Non spetta a me deciderlo, ma al direttore dei Programmi di Odeon, Riccardo Pasini. E’ grazie a lui che Rebus è nata. Non temo di sbilanciarmi molto, però, dicendo che prevedo una terza edizione. Intanto, vi ringrazio per questa intervista. Vi seguo e vi stimo molto da sempre».

Telegiornaliste - www.telegiornaliste.com Maurizio Decollanz nasce a Bari il 6 giugno 1973, milanese d’adozione, sposato con due (splendidi) figli, Maurizio Decollanz a 12 anni scrive già per il giornalino della sua scuola, Le Api nuove. Aveva già deciso che il giornalismo sarebbe stato la sua vita. Qualche anno dopo, scopre nella libreria di suo padre L’affaire Moro di Leonardo Sciascia. Il libro gli cambia la vita e decide che il vero senso della sua passione e cercare la verità. Qualunque essa sia. Al rapimento e all’uccisione dello statista Aldo Moro, infatti, dedicherà una delle meglio riuscite puntate di Rebus, questioni di conoscenza, la trasmissione che cura e conduce su Odeon e Odeon SAT. Pubblicista dal 1992, Professionista dal 1999, prima di approdare ad Odeon ha lavorato per alcuni quotidiani nazionali, a Sei Milano tv e a Telereporter tv.
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17 febbraio 2008

Z-DAY 15 marzo 2008 - Zeitgeist

www.zeitgeistmovie.com/zday.htm

La farsa abbia inizio

A morte i sei arabi accusato di aver progettato e realizzato gli attacchi dell’undice settembre. E’ quanto chiede la commissione miliare del Pentagono per Khalid Sheikh Mohammed, la mente, Mohammed al-Qahtani, il presunto ventesimo dirottatore, Ramzi Binalshibh, Ali Abd al-Aziz Ali, il “braccio” dell’operazione, Mustafa Ahmed al-Hawsawi e Walid bin Attash, l’addestratore di alcuni dirottatori (che, lo ricordiamo, non sapevano guidare nemmeno un aeroplanino). La Cia si è occupata delle indagini preliminari torturando Mohammed. I militari si occuperanno della difesa degli imputati decidendo quali fonti di prova ammettere, il capo di imputazione. Sarà il processo più farsesco di tutta la storia della democrazia occidentale. La quale morirà definitivamente con esso. E non lo diciamo solo noi. Persino Vittorio Zucconi, su Repubblica, mai tenero con chi solleva dubbi sulla versione ufficiale sui fatti dell’11 settembre, sostiene le stesse cose. Il portavoce del Pentagono Bryan Whitman ha detto: “Il Pentagono ha lavorato con grande impegno per completare il fascicolo di accuse contro individui coinvolti in uno dei più orribili atti di violenza e di terrorismo mai commessi contro gli Stati Uniti e i loro alleati; il team legale ora è pronto a passare alla prossima fase per il processo”. Processo che serve sostanzialmente a Bush come canto del cigno e perverso aiuto alla causa repubblicana prima delle elezioni. Il Gruppo Zero

13 febbraio 2008

Roma, 17 Febbraio - Proiezione di Zero

17 Febbraio ore 20:30 con Giulietto Chiesa Teatro Vascello - Via Carini Giacinto, 78 Roma

09 febbraio 2008

26 febbraio 2008 - "Zero" al Parlamento Europeo

Bruxelles Proiezione del film "Zero - Inchiesta sull'11 settembre" al Parlamento Europeo ore 19. Con Giulietto Chiesa e altri autori del film, seguirà dibattito con: Andreas von Bulow, Yukihisa Fujita, Claudio Fracassi, David Ray Griffin, Moni Ovadia.

31 gennaio 2008

Proiezione del documentario "Zero - Inchiesta sull'11 settembre"

Visualizzazione ingrandita della mappa VIALE AGOSTA 36 Giulietto Chiesa presenta il documentario "Zero - Inchiesta sull'11 settembre" giovedì, 14 febbraio 2008, 18:30 Presentazione del libro “ZERO, perchè la versione ufficiale sull' 11/09 è un falso”, incontro con Giulietto Chiesa e con gli autori del documentario dell'inchiesta . Ore 21:30 proiezione del documentario “Zero”. Ingresso libero

28 gennaio 2008

Resoconto settimanale Zero (24-26 gennaio)

ZERO - inchiesta sull'11 settembreSettimana intensa per il Gruppo Zero, impegnato a diffondere gli interrogativi dell’inchiesta Zero su tutto il territorio nazionale. Si parte giovedì mattina a Mestre con la proiezione del film presso il Liceo Scientifico Statale G.Bruno. Giulietto Chiesa ha incontrato gli studenti degli Istituti Superiori di Mestre e Venezia: presenti trecento ragazzi in età compresa tra i 15 e i 18 anni, e trenta insegnanti. Il dibattito di un’ora ha registrato domande acute e non scontate, con particolare attenzione alle contraddizioni della versione ufficiale e alle risposte “possibili”. In serata presso la Casa del Popolo - Circolo ricreativo di Antella (Fi) ha avuto luogo un’altra proiezione del film alla presenza dell’infaticabile Giulietto Chiesa. Diversi gli interventi e le richieste di approfondimento, con specifici apprezzamenti per le indagini compiute su Al Qaeda. Molto interessante il discorso che si è sviluppato sul ruolo dei media, a partire dalla constatazione critica delle manipolazioni mediatiche e dell’assenza di una informazione democratica (vedi il precipuo capitolo di Claudio Fracassi “La Waterloo dell’informazione”). La giornata successiva ci ha visti invece a Campobasso (presso la Biblioteca P.Albino), dove è stato proiettato il film alla presenza di Paolo Jormi Bianchi, che ha collaborato alla sceneggiatura e curato l’inchiesta giornalistica. In serata si è registrato un successo straordinario a Scarperia (Fi), ospiti del Cinema Garibaldi. Più di duecento persone sono accorse per assistere al film, segnando un momento di confronto acceso e incoraggiante. Al termine della proiezione Giulietto Chiesa ha replicato alle curiosità di un pubblico assetato di risposte e spiegazioni plausibili. Col vostro aiuto, l’auspicio naturalmente è di replicare con altri appuntamenti analoghi. Il tour settimanale di Zero si conclude sabato pomeriggio a Roma nei locali della Libreria Rinascita di Via Prospero Alpino, con la presentazione dell’antologia Zero, perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso, alla presenza di Giulietto Chiesa. Presenti nello spazio dibattiti poco più di sessanta persone. Svariate le domande e i momenti di confronto ravvicinato con l’autore, che ha approfittato per toccare anche aspetti di politica estera e del ruolo dei media. Ricordiamo il futuro appuntamento romano alla libreria Rinascita di Centocelle (Viale Agosta 36) dove il 14 febbraio si terrà la proiezione integrale di Zero, con Giulietto Chiesa e gli altri autori. Stefano Petti