28 settembre 2006

The Cutting Edge: Biting Mangos... and Bullets: from Bradford to Bangladesh -- a Tribute to my Uncle

Nafeez Mosaddeq AhmedMordere mango... e proiettili: da Bradford al Bangladesh -- un Tributo a mio Zio Durante il fine settimana ho viaggiato per unirmi ad una commissione di esperti dei media e di produttori cinematografici all'annuale Festival del Cinema di Bradford "Bite the Mango" al Museo Nazionale di Fotografia, Film e Televisione. La nostra commissione ha ospitato due seminari al festival, il primo su "La fede nel film" e l'altro su "La rappresentazione dei musulmani nei media". Sono stato invitato all'ultimo minuto da una frenetica telefonata di uno dei coordinatori del festival e sono andato venerdì con la mia famiglia affinché potessi arrivare comodamente in tempo per i seminari del sabato mattina. Tra gli argomenti che ho discusso nelle sessioni di domande e risposte vi era il confronto del Segretario agli Interni John Reid con il sedicente "ecclesiastico radicale" Abu Izzadeen, mentre Reid si è preso l'incarico di avvisare i genitori musulmani di fare attenzione ai "segni" che indicano che i loro figli si stanno trasformando in dei pericolosi estremisti. La fastidiosa diatriba di Izzadeen in risposta è stata seguita da altra diatriba fastidiosa da parte di Anjem Choudray. Reid ha indicato la condotta di questi due imbecilli come prova della sua ragione. In realtà, proprio il fatto che Izzadeen e Choudray siano liberi di andare in giro ad interrompere continuamente un ministro britannico è precisamente la prova che confuta il tentativo islamofobico di Reid di appuntare sui genitori musulmani la responsabilità dell'estremismo terrorista. Entrambe questi individui sono dei famigerati estremisti affiliati alla proscritta rete al-Muhajiroun collegata ad al Qaeda e presieduta da Omar Bakri Mohammed, una rete rinominata la Setta dei Salvati e poi Al-Ghurabaa. Nonostante l'apparente bando, i membri chiave e le attività del gruppo operano intatti, del tutto non ostacolati. Sinora, il governo si rifiuta di arrestare e perseguire questi individui nonostante le loro ripetute violazioni della legge britannica, compresi l'incitamento alla violenza, l'odio razziale ed il terrorismo e, in particolare, nonostante la loro aperta ammissione di essere impegnati nell'addestramento di terroristi con l'intenzione confessata di prendere di mira la Gran Bretagna. Considerate la dichiarazione di Izzadeen una settimana dopo l'11/9, citata a pag. 77 del mio libro "The London Bombings": "Vi è un considerevole numero di musulmani nel Regno Unito sottoposti all'addestramento militare... Se l'America decide di bombardare l'Afghanistan, allora ci metteremo all'erta. Se attaccheranno l'Afghanistan, quale è allora il mio dovere? Sarà un nuovo capitolo". Il giorno dopo, il suo collega Zahir Khan ad una riunione di al-Muhajiroun a Birmingham disse che "Se la Gran Bretagna aiutasse ad attaccare l'Afghanistan, per i musulmani sarebbe lecito attaccare obiettivi militari in Gran Bretagna". Considerate la dichiarazione di Izzadeen una settimana dopo l'11/9, citata a pag. 77 del mio libro "The London Bombings": "Vi è un considerevole numero di musulmani nel Regno Unito sottoposti all'addestramento militare... Se l'America decide di bombardare l'Afghanistan, allora ci metteremo all'erta. Se attaccheranno l'Afghanistan, quale è allora il mio dovere? Sarà un nuovo capitolo". Il giorno dopo, il suo collega Zahir Khan ad una riunione di al-Muhajiroun a Birmingham disse che "Se la Gran Bretagna aiutasse ad attaccare l'Afghanistan, per i musulmani sarebbe lecito attaccare obiettivi militari in Gran Bretagna". Una inchiesta del Sunday Times registrò la dichiarazione di Izzadeen ad un gruppo di ragazzini il 2 luglio 2005, che per i musulmani era imperativo "instillare il terrore nei cuori degli infedeli" e che proprio "Sono un terrorista. Come musulmano naturalmente sono un terrorista". Affermando di essere stato impegnato nell'addestramento militare in Pakistan, ha detto di non volere andare da Allah mentre dorme nel suo letto "come una vecchietta". Invece, "Voglio saltare in aria in pezzi con le mani in un posto ed i piedi in un altro". Questo è stato cinque giorni prima delle atrocità del 7/7. Sei mesi prima degli attentati terroristici di Londra, Omar Bakri, il mentore di Izzadeen, ha trasmesso su Internet una fatwa che sprona i musulmani britannici ad unirsi alla jihad globale di al Qaeda. Ha descritto esplicitamente la Gran Bretagna come un bersaglio legittimo, ha condonato l'uccisione di civili ed ha condannato l'emanazione da parte del governo britannico della legislazione antiterrorismo -- che era stata utilizzata non molto tempo prima per arrestare Abu Hamza, il fedele socio di Bakri, il cui processo era in programma per il 7 luglio 2005. Ma il governo britannico non era interessato ad indagare su Bakri. Invece, gli hanno permesso di andare in Libano, subito dopo gli hanno vietato di ritornare nel Regno Unito e si sono così assicurati che sia permanentemente fuori della giurisdizione britannica. Nel frattempo, lo stesso Bakri -- che continua ad indottrinare e guidare un piccolo circolo di intrallazzatori estremisti nel Regno Unito -- si vanta di venire regolarmente chiamato dai libanesi per discutere di questioni relative al terrorismo per conto del governo britannico -- una faccenda sulla quale il Foreign Office oppone il "no comment". E, naturalmente, Reid non vorrebbe che considerassimo il ruolo del MI6 nell'utilizzare attivamente a metà degli anni '90 Omar Bakri, Abu Hamza e della sospetta mente del 7/7 Haroon Rashid Aswat nel reclutare musulmani britannici perché andassero a combattere in Kosovo, come riferito da fonti multiple dell'intelligence americana e francese citate nel New Criminologist ed altrove. La riluttanza di Reid ad intraprendere una seria e significativa azione legale contro i ragazzi di Bakri, come Izzadeen e Choudray non si concilia con l'entusiasmo con il quale incolpa i genitori musulmani dello stesso fallimento. E' stata questa la stoccata delle mie osservazioni su questa debacle televisiva al festival del film. Domenica sera tornammo da Bradford. Avevo dimenticato a casa il mio cellulare e trovai un cumulo di messaggi arretrati, uno da mio papà, così lo richiamai. Aveva delle notizie molto brutte. Sabato mattina, mentre stavo parlando alla mia commissione di Bradford, avevano sparato a mio zio in Bangladesh. Professore di scienze politiche all'Università di Dhaka rispettato a livello nazionale, il Dr. Aftab Ahmed era stato attaccato nella sua abitazione nei locali dell'università da banditi non identificati, che si erano fatti strada nell'appartamento e gli avevano sparato quattro volte a distanza ravvicinata nella parte superiore del corpo, alla presenza di sua moglie (mia zia) e della figlia disabile di 9 anni (mia cugina). Questa sera, attorno alle 20, mio papà mi ha chiamato per farmi sapere che mio zio era deceduto questa mattina presto. Recentemente era stato retrocesso da un posto a nomina governativa come Vice Cancelliere all'Università Nazionale del Bangladesh. In quella posizione aveva affrontato problemi radicati di corruzione politica e di corruzione, eredità del precedente governo della Lega Allawi, quando centinaia di componenti del personale universitario erano stati sistematicamente reclutati solamente per il loro sostegno politico al governo al contrario che per meriti come docenti. Con una mossa politicamente esplosiva ed impopolare, aveva licenziato tutto il personale reclutato sulla base della corruzione e si era mosso per rivitalizzare gli standard accademici nel reclutamento universitario. Non era la prima volta che mio zio si era fatto dei nemici. Era ben noto come dissidente marxista ed era stato spesso imprigionato dai precedenti governi per la sua forte opposizione e la partecipazione a manifestazioni e scioperi. Nel 1995 era stato coautore di una vigorosa critica della mancanza di assunzione di responsabilità da parte delle supposte istituzioni democratiche del Bangladesh, avvertendo "dell'atteggiamento intransigente della burocrazia" ed evidenziando "la mancanza di volontà e di capacità dei parlamentari di investigare seriamente nelle politiche e nelle operazioni del governo". In un altro noto episodio, mio zio aveva fatto alla televisione qualche disinvolta osservazione suggerendo che l'inno nazionale del Bangladesh dovesse essere migliorato per una nuova era e dare un nuovo slancio al popolo. Fu duramente criticato dai nazionalisti intransigenti in una campagna concertata che quasi perse il suo impiego. Ma simili cose non lo hanno mai infastidito. Mio zio era un accademico coraggioso che restava fedele ai suoi principi e diceva ciò che credeva. Per fare fedelmente quello che era convinto fosse giusto, è stato ucciso in un brutale assassinio, senza precedenti nella storia del Bangladesh. Mentre il mondo gira ed i media ciarlano, prego per l'anima dello zio e spero che la sua eredità di attivismo politico a favore della libertà e, sempre, contro l'oppressione e la corruzione verrà portato avanti in Bangladesh, questa assillata icona della devastazione del Terzo Mondo dalla quale ho avuto origine. Per coloro lì fuori che credono, per favore pregate con me. Fonte: The Cutting Edge: Biting Mangos... and Bullets: from Bradford to Bangladesh -- a Tribute to my Uncle Traduzione: freebooter.da.ru

27 settembre 2006

11 settembre: il film che vedremo.

Il portale italiano del cinema indipendente e d'autoreIntervista con Franco Fracassi di Alessandro Rizzo - Megachip Parla uno dei principali autori del film documentario in produzione sui fatti dell'11 settembre a cui partecipa il gruppo di lavoro di Megachip: un film che si propone di ricercare la verità, nascosta, spesso sottaciuta, deformata dalla comunicazione massiva mediatica, gettando un bastone nell'ingranaggio asfittico ed eterodiretto dell'informazione internazionale, gran parte"embedded", imbavagliata dal potere, strumentalizzabile. Perchè e da dove nasce l'idea di fare un film documentario, oggi, sui fatti dell'11 settembre? Quali obiettivi e finalità vi siete posti? Il documentario si sta realizzando oggi perché solo adesso si sta diffondendo una coscienza comune sul fatto che la storia che ci hanno raccontato le autorità statunitensi sull'11 settembre fa acqua da tutte le parti. Due giorni di indagine e l'Fbi già aveva i colpevoli, dopo solo un mese ha dichiarato risolto il caso. Credo che la polizia indaghi più a lungo su un portafogli smarrito in un parco di quanto abbiano fatto gli investigatori di Washington. L'obiettivo massimo del film è far sì che l'opinione pubblica mondiale prenda coscienza e faccia pressione sulla Casa Bianca , o quanto meno sui rispettivi governi, perché si riaprano le indagini. Opinione pubblica mondiale è esattamente quello che ho detto, perché il film uscirà in tutto il mondo. Il cinema, quindi, può diventare anche strumento di divulgazione e di ricerca della verità? Il cinema è strumento di comunicazione. E come tutti gli strumenti di comunicazione serve anche alla divulgazione. Per quanto riguarda la ricerca della verità, credo non ci sia mezzo mediatico che non possa essere utilizzato per questo fine. La distribuzione è, nell'ambito del cinema indipendente e autonomo, tanto più considerata la portata del documentario e del tema su cui verte, sempre uno scoglio per gli operatori, i registi che vogliono uscire dal coro commerciale e omologante della sottocutlura oggi esistente. Quali saranno i canali attraverso i quali il film verrà veicolato? Per il momento il film è una vera opera indipendente. Non esiste produttore. Nel senso che non c'è nessuna persona fisica o società che ne sarà proprietario. La società proprietaria del film è il film stesso. Sarò più chiaro. Chiunque può diventare coproduttore investendo il proprio denaro nel film. Ci sono decine di coproduttori, oltre a centinaia di sottoscrittori. Per quanto riguarda la distribuzione, il film finirà in un primo momento a cinema (non solo in Italia, ma in tutta Europa), e solo in un secondo tempo verrà prima commercializzato in dvd e poi raggiungerà l'approdo finale televisivo. Le potenzialità per un successo di pubblico ci sono tutte, anche grazie ai grandi nomi di attori e di intellettuali che partecipano alla sua realizzazione. Proprio per questo siamo tutti molto fiduciosi. Si può definire questo film un'opera propedeutica ed educativa, o solo di denuncia sociale e di approfondimento di un argomento che è stato mediaticamente liquidato con dolo in modo affrettato e superficiale? Si può definire in tanti modi. E' sicuramente un'opera educativa, ma anche di denuncia sociale, e perché no di intrattenimento. Da tempo esiste in Italia un mondo parallelo di produzione e di distribuzione di opere indipendenti e non commerciabili: questo mondo, secondo te può essere concorrente a quello ufficiale e di massa, della grande produzione cinematografica? Alternativo sì, concorrente non credo proprio. Per essere concorrenziali bisogna poter usufruire degli stessi canali distributivi. Cosa credo che non avverrà mai. Precedenti produzioni hanno rilevato come sia possibile portare a termine la realizzazione di un film con un canale di finanziamento ad "azionariato popolare" e "diffuso": anche voi avete seguito questa strada? E' stata confermata la tendenza della cittadinanza a essere disponibile in buon parte di divenire azionista, possiamo dire, di pacchetti di capitale utile alla realizzazione del film documentario? Il film documentario viene realizzato secondo quali tecniche cinematografiche di produzione: è un filmato in digitale, secondo una nuova impostazione tecnologica? Il film è girato in alta definizione. Anche questa è una novità, almeno per l'Italia. L'alta definizione permette di realizzare immagini con una fotografia anche migliore di quella registrata sulla pellicola. Sono state costose e dove sono state reperite le location? Il film è stato girato negli Stati Uniti, in Italia e in Inghilterra. Siamo andati a scovare testimoni ed esperti ovunque essi fossero. Anche per questo il documentario è stato costoso. In più in Italia stiamo per girare in un teatro di posa. E sì, perché una parte del documentario si svolgerà su un palco teatrale. Si può parlare di un ritorno al cinema come canale di denuncia sociale e di informazione alternativa, come lo è stato quello degli anni 60 e 70? Credo che il cinema di denuncia non abbia mai cessato di esistere. E' solo che in alcuni periodi la gente è stata più ricettiva e in altri meno. Quale futuro secondo te ha il cinema documentaristico? Il cinema documentario ha un grande futuro. E spero che se ne accorgano anche in Italia. Gli spettatori vanno a vedere gli spettacoli per cui sono stati educati. Se la tv manda in onda solo reality o ogni tanto documentari di animali gli italiani difficilmente andranno a cinema per vedere un documentario sociale o storico, cosa che invece avviene all'estero. In altri Paesi hanno capito la potenza del documentario, in Italia no. Parliamo spesso di "borghesia illuminata", ossia una parte del ceto sociale produttivo che è interessata a porre in essere un proprio impegno industriale e aziendale a cause di natura sociale e di responsabilità comunitaria: in Italia avete avuto espresso l'interesse di alcune realtà inerenti a questo ceto sociale, se così si può dire, nonostante viviamo in un'epoca dove ancora l'imprenditoria italiana è affetta da provincialismo? L'imprenditoria italiana è affetta da provincialismo, senza dubbio. Quante volte siamo venuti a sapere di ricconi che hanno sperperato il proprio denaro per imprese inutili o addirittura ridicole. E poi quando si va con il cappello in mano a chiedere fondi per cause nobili ci si sente chiedere la necessità di dare più garanzie di quante ne pretenda una banca. E anche in questo caso ricevere delle donazioni è quasi una chimera. Le prime uscite del film documentario sono state già individuate: festival, rassegne, oppure servizi di approfondimento e di promozione mediatici, informativi? Il film se tutto andrà bene sarà completato verso la fine di novembre. Ci stiamo muovendo per farlo accettare al Sundance Film Festival e al Festival di Berlino. Nel frattempo stiamo girando l’Italia per promuovere il progetto. Il 24 settembre, ad esempio, siamo stati al Milano Film Festival.11 settembre Abbiamo mostrato un lungo trailer e alcune interviste girate negli Usa. Alessandro Rizzo Fonte: www.cinemaindipendente.it

21 settembre 2006

The Cutting Edge: Interrogating 9/11

Interrogarsi sull' 11 settembre. Questa è una versione lievemente modificata di un articolo pubblicato sul settimanale italiano a grande diffusione “LEFT” sull'anniversario del 9/11. Dopo cinque anni essere scettico non significa automaticamente essere un visionario... Anche se potrebbe essere Cinque anni dopo gli attacchi terroristici a New York, Washington e Pennsylvania che hanno scosso il mondo, lo scetticismo sul resoconto di quanto è accaduto da parte dell'amministrazione Bush, come pure sulla "guerra al terrore" in generale, è aumentato esponenzialmente. Ciò ha favorito l'emergere di ogni genere di teorie su cos'è accaduto, alcune di loro davvero bizzarre, altre intriganti ma vuote e forse alcune basate su fatti convincenti. Per chi non fosse esperto di queste teorie, è difficile sapere da dove, e perchè, cominciare. E particolari varianti della "verità" sul 9/11, come la teoria "no planes" secondo cui l'intero evento non era che una mera chimera audiovisiva in technicolor improvvisata sui nostri schermi TV, non aiutano. Ma sono tutte soltanto un mucchio di sciocchezze? Se solo fosse davvero così, dormirei molto meglio la notte. Purtroppo, sotto la montagna di teorie e speculazioni, rimangono delle preoccupanti e persistenti anomalie che devono ancora essere risolte. A tale riguardo, l'approccio dei grandi media alle critiche alla versione ufficiale del 9/11 ha voluto, al limite, mettere a fuoco gran parte delle bizzarre teorie e speculazioni più marginali, suggerire che chi nutre dubbi sulla storia ufficiale deve essere uno che delira, uno sciocco o entrambe le cose. Se soltanto la vita fosse così semplice. Cinque anni dopo il 9/11, la descrizione ufficiale è zeppa di contraddizioni che ogni indagine ufficiale si è data un gran daffare per ignorare. Per chi ha familiarità con le stranezze e le assurdità della versione ufficiale dei fatti del 7/7 qui nel Regno Unito, non dovrebbe essere una gran sorpresa. Ma ciò indica che la versione dei governi occidentali sul terrorismo internazionale è profondamente sbagliata. Fra quelli scettici sul resoconto governativo degli attacchi del 9/11, per esempio, ci sono le famiglie delle vittime del 9/11. "Abbiamo sperato che le nostre migliaia di domande senza risposta fossero ascoltate e ottenessero risposta" Ha detto Lauri van Auken, il cui marito Kenneth è morto negli attacchi, nel suo discorso d'apertura ad una giornata di udienza congressuale il 22 luglio 2005 promossa dall'On. Rep. Cynthia McKinney e dall'On. Rep. Raul Grijalva, dove ho avuto l'onore di testimoniare accanto ad una miriade di ex funzionari dell'intelligence, studiosi e giornalisti. "Tuttavia, incredibilmente, abbiamo scoperto che la relazione finale della Commissione ha effettivamente prodotto più domande che risposte", ha continuato van Auken a nome del 9/11 Families Steering Committee [comitato di coordinamento delle famiglie del 9/11 n.d.t.]. Ha accusato il rapporto della Commissione sull' 11 Settembre di essere semplicemente "delle dichiarazioni che hanno veramente insultato l'intelligenza della gente americana, violato la memoria dei nostri amati e potrebbero finire per danneggiarci in un giorno non troppo lontano". La sua descrizione del rapporto della Commissione è stata la condanna più sfavorevole che il comitato di coordinamento delle famiglie del 9/11 abbia mai fatto sul metodo dell'inchiesta ufficiale. Tuttavia si è scontrata con un clamoroso silenzio da parte dei media americani, che in generale si sono rifiutati di parlare dell'udienza ed hanno ignorato la testimonianza accorata della van Auken a nome delle famiglie del 9/11. La collusione con il Nemico. Infatti, prove schiaccianti confermano che la rete di Al-Qaeda in Medio Oriente, Asia centrale, Balcani, Caucaso e Asia sudorientale, sono state penetrate e manipolate dai servizi di intelligence occidentali. Cospirazionismo? Magari fosse davvero così. Come affermo nel mio terzo libro, "La guerra sulla verità: 9/11. Disinformazione e l'anatomia del terrorismo" (2005), la prova di ciò è estremamente ben documentata, provenendo da numerose e credibili fonti dell'intelligence. Ma perchè? In gran parte per destabilizzare situazioni regionali per aprire la strada alle nuove politiche di "sicurezza" che servono a proteggere non la gente, ma gli investitori stranieri che assumono la guida dei mercati regionali - in particolare i mercati con significativi giacimenti di idrocarburi. Anche se è ampiamente riconosciuto che i nostri governi hanno usato Al-Qaeda per respingere l'invasione sovietica dell'Afghanistan, dopo la guerra fredda i nostri collegamenti geostrategici con Al-Qaeda non si sono conclusi. In effetti hanno proliferato in modo sorprendente e preoccupante. Infatti, un analista della CIA ha descritto in semplici parole questa strategia segreta al giornalista TV svizzero Richard Labeviere, attualmente redattore capo di Radio France International: "La politica di guidare lo sviluppo dell'Islam e di aiutarli contro i nostri avversari ha funzionato meravigliosamente bene nell'Afghanistan contro l'Armata Rossa. Le stesse teorie possono essere ancora utilizzate per destabilizzare ciò che rimane della potenza russa e soprattutto per contrastare l'influenza cinese in Asia centrale". Le zone nel mondo dove il potere occidentale continua ad incrociarsi sia direttamente che indirettamente con le reti di Al-Qaeda includono Algeria, Pakistan, Arabia Saudita, Turchia, Fillipine, Kosovo e Macedonia. Quindi stiamo parlando delle regioni del Nord Africa, dell'Asia centrale, del Medio Oriente, del sud-est Asiatico e dei Balcani. Questi sono solo alcuni esempi provenienti da documenti pubblici e le prove documentali sono disponibili in gran dettaglio in "Guerra alla Verità". Gli operativi senior di Al-Qaeda come Ayman Al-Zawahiri, il braccio destro di bin Laden, sono stati reclutati dalla CIA. Secondo quanto riferito da Yousef Bodansky, ex direttore della Task Force del Congresso per il Terrorismo, in "Defense & Foreign Affairs: Strategic Policy", il capo in carica di Al-Qaeda fu avvicinato da un emissario della CIA nel novembre 1997, che gli offrì 50 milioni di dollari per proteggere gli interessi degli Stati Uniti nei Balcani, un affare che apparentemente ha accettato. Ayman e suo fratello, Muhammed, dopo questo punto hanno personalmente supervisionato l'istituzione di campi di addestramento di Al-Qaeda in Kosovo e Macedonia, secondo fonti di intelligence iugoslave, macedoni, bosniache, albanesi, americane ed europee, per addestrare la stessa gente - il KLA (che ora agisce come NLA) - che riceve armi avanzate e addestramento militare dalla CIA e dalla NATO. L'implicazione è terribile, ma è sostenuta da altri accademici tra cui il professor Michel Chossudovsky dell'Università di Ottawa e Peter Dale Scott professore dell'Università della California (Berkeley): Al-Qaeda ha continuato a operare in molti modi durante il periodo post-guerra fredda come strumento delle diplomazie occidentali, uno strumento per operazioni segrete. L'arco geostrategico di questa politica attraverso l'Asia centrale, i Balcani e l'Africa del nord è studiato più in dettaglio nel terzo finale del mio ultimo libro, "Gli attentati di Londra: un'inchiesta indipendente" (2006), che aggiorna alcune delle mie ricerche iniziate in "Guerra alla Verità" e le espande in direzioni più rilevanti per capire il contesto del 7/7. La tesi che le potenze occidentali continuino ad avere collegamenti con Al-Qaeda nell'inseguimento di interessi strategici ed economici nelle regioni chiave accennate, si scontra con tutto quello che ci hanno costretto ad ingoiare nella versione ufficiale promossa dai governi e dai mass-media. Ma consideriamo il fatto che la mia ricerca in "Guerra alla Verità" è stata sostenuta da gente del calibro di Robert D. Steele, in congedo dalla fanteria del Corpo dei Marines e veterano dello spionaggio che ha lavorato come ufficiale operativo in tutti e quattro i Direttorati della CIA. Oltre a tutto ciò, Steele era responsabile della fondazione e dell'allestimento della più recente struttura del servizio segreto USA, il centro di spionaggio del Corpo dei Marines. Ha descritto "Guerra alla Verità" come "coerente sia con i miei anni di esperienza come funzionario in casi di clandestinità, sia con la mia vasta conoscenza di disavventure della sicurezza nazionale... Trovo che l'ipotesi dell'autore che USA, Regno Unito e Francia, fra gli altri, stiano attivamente usando terroristi, allevando terroristi, come componente di una strategia geopolitica ed economica... sia completamente credibile." Chi è stato? "Er, Ehm, non chiedete, non siamo ancora sicuri" Quindi, cosa dire del 9/11 in specifico? Dopo cinque anni, persino elementi centrali della versione ufficiale dati per certi dal rapporto della Commissione 9/11, rimangono assurdamente insoluti. Ad oggi, ad esempio, le reali identità della maggior parte dei presunti dirottatori sono sconosciute. Nel volume di quest'anno della rivista scientifica "Ricerca nell'economia politica", pubblicata dal professore di economia Paul Zarembka della New York State University, Jay Kolar riesamina dei rapporti attendibili di BBC, CNN ed altre fonti mainstream mondiali, confermando che "almeno dieci di quelli menzionati sulla seconda e definitiva lista di 19 dell'FBI, sono saltati fuori e si è verificato che erano vivi, con prove certe che almeno un altro "dirottatore", Ziad Jarrah, aveva trovato duplicata la sua identità, per cui fabbricata." Kolar sostiene che, poiché molti dei presunti dirottatori sono vivi adesso, devono avere avuto "doppioni" che usavano le loro identità come pseudonimi. Così chi erano queste persone? Secondo Daniel Hopsicker, un ex produttore di PBS e reporter investigativo di NBC, le fonti militari USA confermano che i presunti dirottatori si erano addestrati in installazioni militari USA negli anni 90 ed avevano perfino avuto collegamenti con la CIA e la DEA. Dozzine di testimoni oculari hanno detto a giornali americani locali che riconoscevano alcuni di questi individui dalle loro foto dell'FBI - avevano mostrato un comportamento manifestamente non-Islamico sotto forma di bere alcool, sniffare cocaina e spassarsela con donne nei club di lap-dance e a feste abusive, comportamenti inadeguati per dei normali musulmani praticanti, tanto meno per dei fanatici islamici di Al-Qaeda prossimi a guidare la più spettacolare operazione suicida nella storia. Così di nuovo: chi erano queste persone che, simultaneamente, apparentemente collegate ai gradi più alti di Al-Qaeda, addestrati con i militari USA, sono stati reclutati dalla CIA e si sono dedicati a tutte le specie di piaceri illeciti proibiti a dalle norme dell'Islam? È una domanda che la Commissione 9/11 non si è mai posta. E Come Lo hanno fatto? "Er, Ehm, No comment" Ancora peggio, in un'altra bizzarra anomalia che i membri della commissione sul 9/11 hanno semplicemente ignorato, la maggior parte di questi individui erano notoriamente incapaci di volare correttamente secondo i loro istruttori di volo. Mohammed Atta, Khalid al-Mihdhar, Marwan al-Shehhi e Hani Hanjour, erano descritti dai loro addestratori come assolutamente incompetenti. L'istruttore di Hanjour ha detto al New York Times incredibilmente: "il suo inglese era tremendo e le sue abilità meccaniche erano ancora più scarse. Era come se non avesse mai guidato nemmeno un'automobile. Sono ancora oggi stupito che possa aver volato fin dentro il Pentagono. Non poteva proprio volare". Ma il volo di Hanjour nel Pentagono, come è ben noto, è stato descritto da piloti come una delle operazioni di volo più sofisticate che avessero mai visto. "E' impossibile che uno salti in cabina di pilotaggio e voli come un asso dell'aviazione - c'è una probabilità su migliaia" ha detto l'ex-pilota dell'aeronautica militare e commerciale USA Russ Wittenberg. Infatti, con quattro voli dirottati che volavano sullo spazio aereo più vigilato degli Stati Uniti per circa un'ora e mezza, perchè FAA e NORAD non sono riusciti a rispondere immediatamente? Come ha detto il Luogotenente (in pensione) Robert Bowman direttore del programma Star Wars sotto i presidenti Ford e Carter, le procedure operative standard erano sistematicamente violate. Molti esperti di intelligence e militari in tutti i continenti - fra cui Stan Goff, Sergente Maggiore (in pensione) delle forze speciali dell'esercito degli Stati Uniti; Andreas von Bulow, ex-Segretario di Stato nel Ministero federale della Difesa tedesco (1976-1980) e Ministro della Ricerca e Tecnologia (1980-1982); il Generale Anatoli Kornukov, comandante in Capo dell'aeronautica russa; tra gli altri - rimangono perplessi su questo punto e non soddisfatti dalle inadeguate spiegazioni del rapporto della Commissione 9/11 su questo fiasco monumentale, le cui schiaccianti implicazioni sono state messe in evidenza da John Pilger in "New Statesman". Qui ci sono argomenti collegati alla sicurezza pubblica. Ad esempio, erano disponibili delle tecnologie per guidare a distanza i velivoli dirottati per evitare che si sviluppasse il terribile scenario. "La maggior parte dei velivoli moderni ha dei tipi di pilota automatico che potrebbero essere riprogrammati per ignorare gli ordini di un dirottatore e per prendere invece la guida da terra," ha detto Jeff Gosling dell'Istituto di studi sui trasporti della Berkeley University of California al "New Scientist" il giorno dopo l'11 settembre. Perchè queste tecnologie non sono state usate per salvare i velivoli? Perchè la Commissione 9/11 non si è preoccupata di fare la stessa domanda? L'anomalia del crollo del WTC Anche il resoconto ufficiale del crollo dei palazzi del World Trade Center è messo sempre più in discussione da alcuni scienziati americani. In un contributo tecnico al nuovo libro "Il 9/11 e l'impero americano" (Olive Branch, New York), Steve Jones, professore di fisica alla Brigham Young University (BYU), puntualizza sui ritrovamenti largamente descritti di metallo fuso nei seminterrati delle due torri del WTC che furono colpite dagli aerei, così come nel terzo palazzo, il WTC 7 - un palazzo che è crollato simmetricamente nonostante non fosse stato colpito da un aereo. In tutti i casi, il resoconto ufficiale incolpa i violenti incendi, resi più caldi a causa del combustibile del jet (o gasolio nel caso del WTC 7). Ma tutte le indagini scientifiche del NIST, del FEMA e di esperti indipendenti stabiliscono che gli incendi hanno bruciato ben sotto ai 2800° Fahrenheit, il punto di fusione di acciaio. In altre parole, tutti concordano che gli incendi non erano mai abbastanza caldi per fondere le colonne d'acciaio. Se l'acciaio sia stato o no abbastanza caldo per piegarsi, il resoconto ufficiale non riesce a spiegare i depositi di metallo fuso trovati dopo i crolli. Se non sono stati gli incendi, cosa avrebbe potuto indurre l'acciaio a fondersi? Jones sostiene che i ritrovamenti costituiscono "la prova diretta per l'uso di esplosivi a temperatura elevata, come la termite, che crea acciaio fuso come prodotto finale". Forse ci sono altre spiegazioni, forse no. Ma i dati stessi rappresentano un problema per il resoconto ufficiale. Cospirazionismo sciocco ed assurdo? No davvero. Quella è una via d'uscita facile. La validità scientifica della linea d'indagine di Jones è stata sostenuta da parecchi altri esperti, tra cui Judy Wood, professore d'ingegneria meccanica alla Clemson University; e Charles N. Pegelow, un ingegnere strutturale con 30 anni d'esperienza. Infatti, molto prima che questo dissenso scientifico emergesse - solo 3 mesi dopo il 9/11 - l'inadeguatezza della versione ufficiale era stata messa in evidenza dagli ingegneri esperti in protezione contro gli incendi. Il redattore Bill Manning ha scritto in "Fire Engineering": "Fire Engineering ha buone ragioni per credere che 'l'indagine ufficiale' con la benedizione del FEMA... è una farsa mal congegnata che può già essere stata estorta da forze politiche i cui interessi primari, per metterla giù leggera, sono molto lontani dall'essere completamente scoperti... Membri rispettabili della comunità degli ingegneri esperti in protezione contro gli incendi cominciano ad alzare bandierine rosse ed emerge un risultato rimbombante: I danni strutturali provocati dagli aerei e l'accensione esplosiva del carburante dei jet in sé non erano sufficienti per abbattere le torri...." Il professor Jones non ha scritto per sostenere un programma ideologico-conspirazionista aprioristico - ha scritto per precisare che ad oggi le spiegazioni scientifiche convenzionali dei crolli del WTC restano dubbie ed inadeguate. I depositi fusi trovati a Ground Zero e il fatto che la descrizione ufficiale eviti di menzionarli, rappresentano un'anomalia che dovrebbe essere studiata in modo imparziale, non essere allontanata per ragioni di convenienza politica - o standard arbitrari dei confini della salute mentale. Dopo cinque anni, è difficile evitare la conclusione che ancora non sappiamo cosa sia realmente accaduto il 9/11. E questo misero, patetico stato delle cose non dovrebbe continuare. Le famiglie del 9/11 e con loro il pubblico più vasto, hanno un diritto elementare a risposte complete su queste questioni basilari. E non sto per offrire a voi lettori, una teoria alternativa omniesplicativa, o una bella risposta pronta su un piatto d'argento. Non ne ho. Vi offro solo dei dati grezzi per iniziare un salutare processo di dissonanza cognitiva, con cui potrete fare quello che preferite. Ma vi dirò che c'è una cosa che sappiamo: che gran parte della versione ufficiale è indifendibile, in modo sorprendente e preoccupante. Poichè i nostri capi continuano a spingere il Medio Oriente verso sull'orlo di una guerra nucleare, mentre schiacciano le libertà civili e criminalizzano il dissenso in casa, non potrebbe essere più evidente che è il momento di un'inchiesta pubblica davvero indipendente sul fenomeno del terrorismo. postato da Nafeez Mosaddeq Ahmed sul suo blog nafeez.blogspot.com: The Cutting Edge: Interrogating 9/11

15 settembre 2006

9/11: Press for Truth.

5 anni fà: Un nuovo video sugli attacchi dell'11 settembre 2001. Completo e credibile - Questo video eclissa tutti gli altri. Potreste pensare di aver visto tutto quello che c'è da vedere sugli attacchi dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Ma se non avete ancora visto quello nel link sottostante, sarà meglio che impiegate il vostro tempo - se non la vostra responsabilità - per prendervi un'ora e 24 minuti in modo da guardare 9/11 Press For Truth. Questo potrebbe essere il migliore e più credibile studio in circolazione sull'11 settembre 2001. Il libro Complete 9/11 Timeline di Paul Thompson fornisce il lavoro di ricerca per questo documentario. 9/11 Press For Truth Paul Thompson Fonte: www.axisoflogic.com Condividi questo film con chiunque conosci. Questo è il miglior film disponibile che mostra come l'11 settembre sia un'operazione coperta. Anche Tuo nonno Repubblicano del Texas avrà dubbi circa l'11 settembre quando lo vedrà! http://www.911pressfortruth.com Nota - Questo film è stato caricato su Video Google perchè così possa essere visto da migliaia di persone. Ma questo film non sarebbe stato possibile produrlo senza i molti soldi investiti. Se puoi, sostiene questi ragazzi ed ordina un DVD per Te. Loro hanno fatto un grandioso servizio per il nostro paese.

14 settembre 2006

Dario Fo attore nel film del Gruppo di Lavoro sul 9-11.

Un film italiano fa luce sui misteri dell'11 settembre - IL GIORNO DI DIONISO in anteprima al Milano Film Festival Si potevano fermare i terroristi? Si, i servizi segreti sapevano molto più di quanto non ammettano. Le telefonate dei passeggeri del volo United 93? Tecnicamente improbabili. Le Torri Gemelle? I primi due grattacieli al mondo a crollare per un incendio. Sono alcune delle verità che emergono in "Il giorno di Dioniso" (titolo provvisorio), docufilm in corso di realizzazione frutto della collaborazione tra "Megachip – Democrazia nella Comunicazione", l'associazione dell'europarlamentare e giornalista Giulietto Chiesa, e da Telemaco, una casa di produzione indipendente romana, con la partecipazione di Dario Fo. 54 interviste, 2 anni di preparazione, ricostruzioni in 3D ma anche cartoni animati per raccontare cosa è realmente accaduto l'11 settembre 2001 al World Trade Center. Aspetti inediti, raccontati in 10 capitoli, introdotti dai monologhi del premio Nobel per la letteratura Dario Fo che avranno la regia teatrale di Davide Marengo, premio alla regia come miglior opera prima al Festival di Venezia. Alcune sequenze di "Il giorno di Dioniso", la cui uscita è prevista per questo inverno, verranno proiettate in anteprima al Milano Film Festival. Supportato da una rigorosa documentazione il film fa risaltare le incongruenze delle ricostruzioni ufficiali degli attentati che 5 anni fa sconvolsero il mondo. Spiega Franco Fracassi, reporter romano co-autore con Giulietto Chiesa del film: "Nessun video o informazione tratto da internet ma solo materiale originale. Pur non avendo i mezzi dei grandi network con noi hanno parlato per la prima volta davanti ad una telecamera personaggi come Louie Cacchioli, uno dei pompieri che hanno soccorso le persone intrappolate nella seconda torre, scampato miracolosamente al crollo, e Brian Clarke, l'unico sopravvissuto tra coloro i quali si trovavano nei piani superiori al punto dell'impatto dell'aereo con la seconda torre. Ma anche esperti come Steven Jones, fisico di fama mondiale, e Annie Machon dell'MI5 i servizi segreti britannici". Tante le tappe negli States della troupe romana: a New York per intervistare Philip Berg, l'avvocato dei sopravissuti e di tanti familiari delle vittime, che sta tentando di dimostrare la catastrofe ambientale e le centinaia di morti provocati dalla nuvola tossica di detriti del WTC; ad Arlington in Virginia per visitare la zona del Pentagono (dove le riprese dimostrano le difficoltà delle manovre che sarebbero state necessarie per centrarlo a quella velocità). A Shanksville, Pennsylvania, la località dove sarebbe caduto il volo United 93 mai mostrato in foto, per raccogliere le testimonianze dei residenti. Diventa produttore, all'asta su e-bay compra una quota del film. "Essendo un film totalmente autoprodotto, abbiamo deciso di dividere una parte del budget in piccole quote - spiega Thomas Torelli, co-produttore del film e proprietario della Xtend, la società che si occuperà della post produzione - aperte all'acquisto di tutti coloro che vorranno diventare proprietari di una percentuale del film.. Stiamo pensando di mettere su e-bay 15 quote all'asta." Acquistando una quota si diventa coproprietario del film e si ha diritto alla corrispettiva percentuale sugli incassi lordi (al netto della distribuzione) di cinema, tv e home video in tutto il mondo. Si può sostenere il film anche con un'offerta libera su www.megachip.info cliccando sull'icona "dossier 9/11" e presto su www.tpftelemaco.it. Per i versamenti superiori a 25 euro verrà inviato al momento della pubblicazione copia del DVD. Sottoscrittori e azionisti riceveranno via email settimanalmente il diario di lavorazione del film. La Telemaco e Megachip possono contare sul sostegno di un nutrito gruppo di intellettuali, che hanno firmato un manifesto pubblicato on-line sul sito www.megachip.info (e ripreso dal Blog di Beppe Grillo), dal titolo "Rompere il muro del silenzio". Tra i tanti nomi figurano anche Oliviero Beha, Sigfrido Ranucci, Roberto Morrione, Gianni Minà, Lidia Ravera, Franco Cardini. Gli ispiratori dell'iniziativa, Giulietto Chiesa e Franco Fracassi, hanno inoltre partecipato alle due puntate di Matrix che Enrico Mentana ha dedicato all'argomento prima dell'estate. Per info: stampatelemaco@yahoo.it Fonte: www.megachip.info

11 settembre 2006

Le Monde Diplomatique - edizione Norvegese

Le Monde Diplomatique - 1° Luglio 2006 L'11 Settembre è stato un autoattentato? Sono sempre di più le persone convinte che le Autorità Statunitensi stiano nascondendo il loro coinvolgimento nella tragedia dell'11 Settembre. Dichiarazioni di testimoni, secretate per anni, indicano ora che potrebbero esserci state delle demolizioni controllate. Il Governo Statunitense aveva anticipato da molto un simile evento - come indica il documento Repubblicano del 2000 "Ricostruire la Difesa Americana". L'organizzazione 911Truth.org crede che gli Stati Uniti probabilmente abbiano orchestrato un avvenimento di questo tipo per giustificare l'invasione di Afghanistan ed Iraq, cosi come la riduzione delle libertà personali dei propri cittadini attraverso l'introduzione del Patriot Act. E' ora emerso che alcuni tra i maggiori esperti militari americani approntarono nel 1962 un piano per un attacco premeditato sugli Americani, che avrebbe incluso l'abbattimento di un aereo passeggeri, così che la colpa sarebbe potuta ricadere su Cuba. Allora perché dovremmo escluderlo oggi? Molti credono anche che l'intelligence Pakistana abbia collaborato con la Cia ed Al-Qaeda a causa delle significanti somme di denaro trasferite al dirottatore Mohammed Atta nei giorni immediatamente precedenti l'11 Settembre. Tennero anche Bin Laden sotto sorveglianza durante la sua cura in un ospedale militare di Peshawar, in Pakistan, nei giorni che precedettero [gli attentati del]l'undici settembre. La maggior parte di noi sarebbe portata a credere che sia normale che l'impatto di un aereo passeggeri possa essere stato sufficiente a causare il crollo di un grattacielo. Infatti non furono in molti a dubitare su cosa potesse aver buttato giù le Twin Towers o le identità dei perpetratori. Tuttavia, negli anni successivi, molti individui e gruppi, sia in Nord America che in Europa, hanno iniziato a dubitare che questo sia necessariamente corretto. Per loro, c'è una mole di circostanze contraddittorie negli attacchi che non corrisponde alle spiegazioni offerte dalle Autorità Statunitensi e dalla Commissione 11-9 designata dal Parlamento. Una ragione di fondo per questo dubbio potrebbe essere quella che ci sono testimoni e sopravvissuti agli eventi che descrivono fatti che non collimano con la narrazione della versione ufficiale. Un esempio è offerto dagli spettatori che hanno visto o udito quelle che credevano essere esplosioni nelle Twin Towers prima che fossero colpite dagli aerei. Poliziotti dissero che sembrò come una “implosione programmata.” Il pompiere Richard Banaciski: "C'è stata un'esplosione. Sembrava come alla televisione, [quando] fanno saltare gli edifici. Sembrava che si muovesse tutto intorno come una cintura, tutte quelle esplosioni.” L'assistente del Capo dei Pompieri, Stephen Gregory, ha dichiarato: “Pensavo... prima... che la n°2 crollasse, di aver visto dei lampi nella parte inferiore ... Ho... visto come un flash, flash, flash ... in corrispondenza dei livelli bassi dell'edificio. Avete presente come quando demoliscono un palazzo?” Un altra controversa testimonianza è quella di un addetto alla manutenzione, William Rodriguez, che stava lavorando nella Torre Nord l'11 Settembre. In una intervista al New York Magazine disse di aver udito una grande esplosione mentre si trovava in uno dei sotterranei del grattacielo, e di aver visto coi propri occhi delle vittime che provenivano dal pozzo dell'ascensore con la pelle delle braccia bruciata e penzolante. Dopo l'esplosione nei sotterranei ne sentì un'altra provenire dall'alto. Era un Boeing 767. William è stata l'ultima persona ad essere sopravvissuta dalle macerie delle Torri Gemelle. Fu accolto come un eroe ed invitato in visita da George Bush ed alla Casa Bianca. In seguito, quando iniziò a parlare pubblicamente della sua testimonianza dell'esplosione nei sotterranei, fu ostracizzato dalle Autorità Americane. Ha ora denunciato quelle stesse autorità secondo lo statuto RICO, una legge creata originariamente per perseguire le famiglie mafiose. Oltre alle dichiarazioni dei testimoni che descrivono una demolizione controllata con esplosivi delle Torri Gemelle, i critici dell'Amministrazione credono che ci siano molte altre circostanze a riguardo dell'11 Settembre che forniscono buone ragioni per sospettare che la storia ufficiale non sia corretta. E' un fatto che nessuno dei quattro aerei dirottati siano stati intercettati da caccia. Che questo non sia successo, insieme al fatto che una parte significativa della difesa aerea fosse occupata in esercitazioni militari, ha dato peso al sospetto che la difesa aerea statunitense abbia dato l'ordine di “rimanere a terra” cosi che gli attacchi terroristici poterono continuare indisturbati. Un altro fatto sospetto è che il WTC7 – conosciuto anche come Edificio 7 – un grattacielo di 47 piani, sia crollato senza essere stato colpito da nessun aereo. Al contrario, gli edifici che gli stavano attorno sono ancora intatti. Per quanto riguarda la conoscenza anticipata degli attacchi, hanno creato interesse le dichiarazioni a proposito della NSA che tenne sotto controllo nell'agosto del 2001 conversazioni tra Mohammed Atta e Khalid Sheikh Mohammed, tradotte in tempo reale. In una delle conversazioni, si dice che Atta diede a Mohammed il via libera per gli attacchi; la NSA dunque sarebbe dovuta esserne al corrente. L'agente dell'FBI Coleen Rowley sostiene che i dirigenti dell'FBI ostruirono intenzionalmente la sua investigazione di Zacarias Moussauoi. In relazione all'investigazione che avrebbe potuto portare alla conoscenza dei dirottatori, l'agente Rowley sostiene che i dirigenti dell'FBI ostruirono deliberatamente la sua investigazione di Zacarias Moussaoui – al tempo in cui egli stava frequentando una scuola di volo a Minneapolis. Lo fecero nonostante aver ricevuto avvertimenti dall'intelligence francese. Rowley crede che, se l'FBI avesse permesso l'investigazione, si sarebbero potuti scoprire i piani di Moussauoi cosi come quelli di molti altri dirottatori iscritti alle scuole di volo. Che l'intelligence Pakistana (ISI) trasferì significative somme di denaro a Mohammed Atta nei giorni che precedettero l'11 Settembre, alcuni credono, è la prova della cooperazione tra l'ISI, la Cia ed Al-Qaeda. Potrebbe inoltre sembrare sospetto che George Bush ha ammesso che le Autorità Americane hanno interrotto la caccia ad Osama Bin Laden, il principale indiziato degli attacchi. Il Generale Richard Myers ha anche dichiarato che la guerra in Afghanistan non riguardava la ricerca di Bin Laden. Un ex agente della CIA, Gary Berntsen, ha inoltre affermato che l'Amministrazione Bush ha fatto scappare Bin Laden quando era accerchiato in un angolo delle montagne di Tora Bora nel 2001 in Afghanistan. E' anche stato riportato che l'intelligence americana sapeva di Bin Laden nel Luglio del 2001 quando fu ricoverato in un ospedale Americano a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, per problemi renali. Alcuni mesi dopo, a Settembre, ricevette assistenza medica in ospedale americano di Peshawar, in Pakistan, sotto la sorveglianza dell'intelligence Pakistana. L'ESISTENZA DI FATTI e testimonianze che contraddicono gli aspetti della storia ufficiale ha portato alcuni individui e gruppi a ricercare spiegazioni alternative per cosa sia accaduto l'11 Settembre 2001. Di conseguenza, è emersa un'autentica giungla di teorie su cosa possa essere accaduto veramente negli Stati Uniti cinque anni fa. Le versioni si snodano in molte direzioni interconnesse. Una comparazione di opinioni differenti è presentata nel libro “La nuova Pearl Harbor: domande inquietanti sull'11 Settembre e l'Amministrazione Bush (2004),” scritto da David Ray Griffin, Professore di Teologia alla Claremont School of Theology in California. Una premessa chiave che egli presenta nel suo libro è che la responsabilità degli attacchi dell'11 Settembre può essere attribuita, in larga parte, ad ex membri del think-tank neoconservatore “Project For a New American Century (PNAC),” che sono ora membri chiave dell'Amministrazione Bush. Nel documento intitolato “ricostruire le Difese dell'America: strategie, forze e risorse per un Nuovo Secolo Americano(2000),” scritto dai firmatari del PNAC, viene affermato che: “Il processo di trasformazione[della difesa americana, auspicato dal documento stesso], anche se porterà ad un cambiamento rivoluzionario, sarà verosimilmente un processo lungo, a meno di un un qualche evento catastrofico e catalizzatore, come una nuova Pearl Harbor. “ Il titolo del libro di Griffin si riferisce alla dichiarazione del PNAC che indicava la necessità di “una nuova Pearl Harbor” per trasformare l'esercito Statunitense. Griffin vede questa citazione alla luce del principio legale del movente, o “qui bono” e conclude che l'11 Settembre è stato esattamente il catalizzatore desiderato dall'Amministrazione Bush. Per Griffin, è dunque probabile che gli Stati Uniti abbiano architettato una tragedia di questo genere per giustificare l'invasione di Iraq ed Afghanistan, e per la riduzione delle libertà civili in America attraverso l'introduzione del Patriot Act. Egli considera la scelta di aver invaso paesi Mediorientali come continuazione delle politiche che gli Usa hanno portato avanti con le elite Saudite, l'intelligence Pakistana (ISI), il regime dei Talebani e regimi in Asia Centrale. E per Griffin, l'agenda per il Medio Oriente e l'Asia Centrale è piuttosto chiara: è relativa alla produzione ed al trasporto del petrolio attraverso oleodotti e autocisterne. Griffin non indica nessuna figura in particolare come responsabile di aver pianificato gli attacchi dell'11 Settembre. Si limita a notare che ci sono opinioni differenti sulla questione. Per esempio, la speculazione sull'identità dei responsabili tocca le agenzie di intelligence come la NSA, l'FBI e la CIA. Altri credono che sia stata la Casa Bianca. Una terza ipotesi è portata da quelli che credono che siano state singole figure quali Dick Cheney, Paul Wolfovitz, Jeb Bush, George Tenet e Donald Rumsfeld ad essere stati i veri architetti degli attacchi. Alternativamente, altre possibili combinazioni di perpetratori ed organizzazioni potrebbero aver collaborato. Nel suo articolo, “qual'è il tuo livello HOP [Happen On Purpose, sarà chiaro nelle prossime righe, NdT] Nicholas Levis categorizza le opinioni sugli attacchi suddividendole in quattro filoni principali: a) La storia ufficiale: che è stato responsabile Osama Bin Laden, che gli aerei sono stati dirottati da 19 musulmani fondamentalisti e che la Casa Bianca non ha ricevuto alcun avvertimento. b) La teoria dell'incompetenza: accetta la storia ufficiale ma accusa la Casa Bianca, l'FBI, la CIA, la NSA ed altri per non aver dato peso a molti avvertimenti. Questa è la linea seguita, con forti dosi di insabbiamenti e propaganda, dal rapporto della Commissione 9/11. c) LIHOP - Lo hanno lasciato succedere di proposito (“Letting It Happen on Purpose”): Questo filone si divide in un certo numero di variazioni. E' principalmente basato sul come i vari gruppi interni Statunitensi e del settore privato fossero stati al corrente del piano dei dirottatori ma non fecero niente per fermarli, dato che l'11 Settembre era in linea con gli obiettivi politici. d) MIHOP - Lo hanno fatto succedere di proposito (“Making It Happen On Purpose”): le Autorità Statunitensi o forze private hanno pianificato e messo a punto gli attacchi. Per gli scettici, il denominatore comune è la loro convinzione che almeno uno degli elementi della presentazione ufficiale dell'11 Settembre non sia corretto. Per quelli che condividono la radicale ipotesi MIHOP, una premessa chiave è che le Torri Gemelle – incluso l'edificio 7 – siano crollati come risultato di demolizione controllata con esplosivi: che è stata un'operazione interna. L'aspetto tecnico di questa affermazione è stato tuttavia direttamente rigettato da un rapporto di circa 10.000 pagine scritto dall'Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia (NIST), che afferma che sarebbe stato il carburante degli aerei passeggeri a danneggiare la struttura delle torri e a portarle successivamente al crollo. Il NIST non è stato finora in grado di offrire una soddisfacente spiegazione sul perché sia crollato il terzo edificio, che lo ha fatto senza essere stato colpito da nessun aereo. Un Professore di Fisica della Brigham Young University dello Utah, Steven E. Jones, rigetta le conclusioni del NIST a proposito delle Torri Gemelle (si veda anche a questo proposito l'articolo di Greig.) Egli tratta, ad esempio, di come testimoni abbiano verificato la presenza di acciaio fuso nelle macerie di tutti e tre gli edifici, (in alcuni casi, l'acciaio fu trovato ancora incandescente tre settimane dopo gli attacchi) e che era alterato in un modo che può essere spiegato solamente dall'utilizzo di “cariche di taglio” pre-posizionate. Secondo Jones, si trattò di thermate, HMX o RDX, esplosivi usati nelle demolizioni controllate. Un altro importante punto a favore di Jones è che gli incendi negli edifici ed il carburante dagli aerei, (la massima temperatura che può raggiungere il kerosene è 1000 gradi Celsius) non produsse sufficiente calore per fondere l'acciaio – cosa che richiederebbe temperature tra i 1550 ed i 1990 gradi Celsius – e questo nel giro dell'ora e mezza che impiegarono le Torri Gemelle a cedere. Le affermazioni di Jones sono supportate dal matematico Jim Hoffman. Dopo un'analisi basata sui video e sulle foto degli eventi, Hoffman conclude che tutti e tre gli edifici sono crollati quasi simmetricamente, in un tempo vicino a quello di caduta libera e direttamente sulle proprie fondamenta. Quindi secondo Hoffman, la velocità del crollo, la polverizzazione del cemento in polvere finissima e la presenza di sbuffi orizzontali osservati sul fianco del WTC7 sono collegati all'uso di esplosivi pre-posizionati negli edifici. MOLTI NON CREDONO PIU' alla spiegazione ufficiale, ma sono convinti che il crollo delle Torri sia stata un'autoattentato – che le Autorità lo abbiano “lasciato succedere” o “fatto succedere.” Molti di quelli che ripongono la loro fiducia nelle spiegazioni alternative, hanno unito le forze sotto l'ombrello dell'organizzazione 9/11 Truth – un'associazione fondata ad hoc, con lo scopo di restare in vita fino a quando non sarà fornita una risposta a tutte le domande irrisolte. 9/11 Truth ha messo assieme uno spaccato trasversale della società; membri con differenti idee politiche fanno parte delle stesse associazioni e gruppi di pressione. Questa cooperazione è concentrata soprattutto sui meetings, sulle dimostrazioni, sulla produzione di documentari, sui forum in rete, sulle pubblicazioni online e conferenze. In Inghilterra, è nata da una costola di 9/11 Truth l'organizzazione JulySeventhTruth, cosi chiamata perché cerca di ricostruire cosa è accaduto durante gli attacchi terroristici a Londra il 7 Luglio del 2005. 9/11 Truth chiede perché nessun caccia è riuscito ad intercettare i quattro voli dirottati. 9/11 Truth cerca la risposta alla domanda se l'Amministrazione Bush abbia o meno mentito quando sostenne di non aver avuto alcuna conoscenza anticipata degli attacchi. E se le agenzie di intelligence come FBI, CIA e NSA fallirono intenzionalmente nell'investigare le piste e scartando prove che avrebbero potuto portare ad identificare i dirottatori prima dell'11 Settembre. 9/11 Truth ha organizzato una importante conferenza intitolata “9/11 rivelare la Verità / reclamare il nostro futuro” a Chicago dal 2 al 4 Giugno. Ogni giorno, il portavoce della sezione NewYorkese di 9/11 Truth, Jes Jamieson si trova nella parte Sud di Manhattan, dove tutte le domeniche aiuta ad organizzare dimostrazioni a Ground Zero o seminari nella Chiesa di St. Mark, messa a disposizione dal prete, Frank Morales. Jamieson ha fornito le seguenti risposte alle domande poste da Le Monde Diplomatique: - L'11 Settembre rappresenta una nuova giustificazione per dichiarare guerra? - No. E' successo in precedenza in Germania quando il Reichstag fu dato alle fiamme. I responsabili vestirono tedeschi cosi da farli apparire Comunisti e fecero sembrare invece che furono dei Russi ad appiccare il fuoco al palazzo del Parlamento Tedesco. I tedeschi fecero lo stesso con la Polonia. Vestirono prigionieri cosi da farli sembrare soldati tedeschi e li uccisero. In questo modo, fecero sembrare che soldati Polacchi stavano sparando a dei Tedeschi – cosa che venne utilizzata come scusa per invadere la Polonia. Ed è recentemente emerso che, qui negli USA, le Autorità pianificarono di inscenare una simile operazione, chiamata Operazione Northwoods: un piano pensato nel 1962 dal piu' alto leader militare Statunitense. Il piano consisteva nell'improvvisare un attacco terroristico in casa, sulle cose della Florida dove sarebbero stati uccisi Americani, abbattuto un aereo passeggeri, affondata una nave – e tutta la colpa sarebbe ricaduta sui Cubani. Dunque non c'e' niente di nuovo, sono tutte cose già fatte in passato. - Quanto può diventare cinico un governo? - Anche la guerra del Vietnam venne scatenata grazie ad una bugia – gli eventi nel Golfo del Tonchino. Venne riportato che navi da guerra vietnamiti attaccarono navi americane nel Golfo del Tonchino. Tuttavia quei rapporti erano inventati. Il Presidente Lyndon B. Johnson ed il ministro degli esteri Robert McNamara sfruttarono quei rapporti per passare la Risoluzione del Golfo del Tonchino al Congresso – che era in realtà una dichiarazione di guerra. Morirono 50.000 Americani, centinaia di migliaia ne restarono tragicamente segnati. Venne utilizzato l'erbicida Agente Arancio per avvelenare fattorie e terre. Questo è quello che accade quando i governi e le elite al comando orchestrano le guerre. C'è davvero un apice di malvagità, un odio verso l'umanità. Lo dimostra Henry Kissinger che una volta dichiarò a proposito della guerra tra Iran ed Iraq: “Spero che si uccidano l'un l'altro,” o: “Il petrolio è un bene troppo importante per essere lasciato nelle mani degli arabi.” - E' allo stesso modo possibile suggerire che ci possa essere stato un gruppo segreto collegato al Governo, uno “stato dentro lo stato,” che ha pianificato e causato gli attacchi dell'11 Settembre? - Si. Non dimentichiamo che si sono gruppi privati di agenti, eserciti privati che orbitano al di fuori del campo visivo del Congresso. Essi mettono a punto operazioni segrete molto addentro la CIA, ed hanno tagliato tutti i contatti con il Governo Americano, che a sua volta non ha idea di cosa succeda. Questo accade dagli anni 50. Quando Dwight Eisenhower lasciò la sua presidenza disse che si sarebbe dovuto vigilare sull'espansione del Complesso Militare-Industriale. Ad oggi, abbiamo ancora un governo ombra, un governo invisibile e crediamo che questo collabori con elementi di agenzie di intelligence, il MI5, il MI6 e forse il Mossad. Il Mi5 e la CIA lavorano certamente insieme per interpretare l'agenda per le elite internazionali al comando. - Non ha paura di essere etichettato un teorico della cospirazione? - L'espressione “Teoria della Cospirazione” deve anche essere compresa come una strategia dei mass media e degli individui che fanno parte delle elite al potere per piantare i semi del dubbio su questo tipo di informazioni. Per esempio, l'affare Iran-Contras fu il risultato di un'enorme cospirazione che permise la vendita di droghe per acquistare armi per i Contras. Poi abbiamo lo scandalo della BCCI nel 1991 – un gigantesco scandalo bancario. C'è anche il voto in Florida nel 2000 e in Ohio nel 2004. Se uno studia queste faccende, scopre delle cospirazioni grosse quanto mammut. E cosa dire delle bugie che hanno portato all'invasione dell'Iraq? Ci era stato raccontato che esistevano certamente armi di distruzione di massa e che Saddam provò a comprare uranio dalla Nigeria. Erano solo bugie basate sull'inganno. Questo genere di eventi necessitano di cospirazioni! La versione ufficiale del Governo Statunitense su cosa accadde l'11 Settembre è una scandalosa teoria della cospirazione: è da non credere! Nella nostra organizzazione ci sono detectives ed investigatori. Cerchiamo di assemblare una teoria e siamo realmente estremamente rigorosi nell'elaborare le migliori analisi possibili. La Versione ufficiale del Governo su cosa accadde l'11 Settembre è una scandalosa teoria della cospirazione: da non credere! Les Jamieson JAMIESON NON E' L'UNICO ad approvare tali teorie. L'attivismo di molte comunità di persone e di collaboratori collegati a 9/11 Truth ha generato un'ondata di ricerche ed articoli. Un gruppo chiamato Studiosi per la Verità sull'11 Settembre si descrive come una “... associazione non-partigiana di facoltà, studenti, ed accademici, nei campi piu' svariati come la storia, la scienza, le cose militari, la psicologia e la filosofia, e dedicata ad esporre le falsità ed a rivelare le verità dietro l'11 Settembre.” E' stata fondata dal Professore di filosofia James Fetzer e dal Professore di Fisica Steven E. Jones – il principale esperto del movimento sul crollo delle Torri Gemelle. Il suo ultimo lavoro verrà pubblicato a Settembre, un contributo alla antologia “9/11 e l'Impero Americano: intellettuali vengono allo scoperto (2006).” Nel libro, curato da David Ray Griffin e Peter Dale Scott, c'è anche un'introduzione di Ola Tunander, Professore al PRIO – L'istituto Internazionale per la Pace di Oslo – all'articolo “La guerra al Terrore e la pax americana.” Nafeez Mosaddeq Ahmed scrisse uno dei primi libri pubblicati a mettere in discussione la narrativa ufficiale dell'11 Settembre – “Guerra alla Libertà: perchè e come l'America è stata attaccata l'11 Settembre del 2001 (2002).” Esso esprime una critica profonda della politica estera Americana, sia precedente che successiva all'11 Settembre. Paul Thompson, membro degli Studiosi per la Verità sull'11 Settembre, è l'autore di “The Terror Timeline, A Comprehensive Chronicle of the Road to 9/11 and America’s Response.” Questa è una collezione completa degli articoli di giornale riguardanti gli attacchi terroristici dell'11 Settembre. Thompson lavora al Center for Cooperative Research. Un altro membro degli Studiosi per la Verità sull'11 Settembre di cui si parla molto è David Ray Griffin. Oltre a libri su argomenti come la teologia, la religione e la filosofia, ha scritto “La nuova Pearl Harbor” (2004) e “Rapporto della Commissione 11-9: omissioni e distorsioni” (2005). Nell'ultimo, Griffin sottolinea 115 punti dove il Rapporto della Commissione 11-9 ha fallito nel valutare dati rilevanti o abbia dedotto conclusioni fondamentalmente errate dai dati a disposizione. Griffin è anche una mente dinamica dietro l'organizzazione MUJCA.net – un forum di discussione per Cristiani, Ebrei, Musulmani ed altri credenti che sono scettici della spiegazione ufficiale dell'11 Settembre. Il Direttore dell'organizzazione è l'intellettuale, dottore ed imam Faiz Khan, che lavora presso un ospedale ebraico di New York. Nello scritto “The Paralysis of Discourse; The Incompetence of Academia, and The Need for an Accurate Diagnosis” argomenta che l'11 Settembre ha precipitato una semplificazione nel linguaggio e nei concetti di cosa voglia dire essere Musulmano e Arabo – specialmente quando i Musulmani del mondo intero vengono considerati responsabili delle azioni che avrebbero messo a punto una piccola minoranza di terroristi. Khan crede che i dirottatori fossero probabilmente “finti” Musulmani, cioè che non credevano veramente nell'Islam nel modo in cui la politica estera americana è americana. Il fatto che la colpa per gli attacchi terroristici venga attribuita a qualcosa di cosi indefinito come un “network militante islamico”, egli crede che equivalga ad una abdicazione di responsabilità da parte degli Stati Uniti,Le Monde Diplomatique - 1° Luglio 2006 dato che questi ultimi lavorarono assieme all'ISI (l'intelligence Pakistana) ed all'Arabia Saudita per mettere in piedi quegli stessi network. Fonte: www.diplo.no 1 Luglio 2006 dall'inglese www.gnn.tv Traduzione dall'inglese di Roberto Toso

Il movimento per la verità sull'11/9.

Nel movimento vi sono molte personalità. Tra i parlamentari, Earl Hilliard e Cynthia McKinney (democratici) e Bob Barr (repubblicano), che la macchina elettorale dei rispettivi partiti ha poi boicottato per aver avanzato domande e fatto richieste importanti in relazione alla versione ufficiale dei fatti. Tra i giornalisti troviamo: Ian Woods, tra i maggiori animatori del movimento, nonché direttore della rivista e sito web Global Outlook, www.globaloutlook.ca); Michael C. Ruppert (ex-investigatore della polizia di Los Angeles e fondatore della pubblicazione web From the Wilderness, nonché autore di un fondamentale libro sul 9/11: «Crossing the Rubicon. The Decline of American Empire at the End of the Age of Oil», 2004); Webster Tarpley, autore di «9/11: Synthetic Terror. Made in Usa» (giunto alla terza edizione); Paul Thompson (Center for Cooperative Research), autore della più completa ricostruzione temporale (letteralmente minuto per minuto) degli eventi relativi all'11 settembre. Tra gli studiosi e scienziati: David Ray Griffin (autore di una critica serrata e documentatissima della verità ufficiale: «The 9/11 Commission Report. Omissions and Distorsions», 2004), il fisico Steven E. Jones (fondatore con il prof. James Fetzer del gruppo Scholars for 9/11 Truth (Accademici per la verità sull'11 Settembre), www.st911.org, che include una nutrita serie di ingegneri strutturali e aeronautici, nonché fisici, matematici e docenti di computer science. Tra i non pochi ex-militari troviamo in particolare Robert M. Bowman (tra i massimi esperti di sicurezza nazionale, ingegnere aeronautico e nucleare, tenente colonnello pilota della Us Air Force e, sotto le presidenze Ford e Carter, capo del progetto segreto che diverrà noto sotto Reagan come «Star Wars» o Strategic Defense Initiative), decorato dei più alti riconoscimenti militari e civili quali la Eisenhower Medal, la President's Medal of Veterans' for Peace, la Engineers Gold Medal e il George F. Kennan Peace Prize. Infine, e ancora esemplificativamente perché molti altri meriterebbero di essere citati, un tecnico, Kevin Ryan, che ha pagato un alto prezzo personale per la sua volontà di verità e la cui conferenza a Chicago sulle caratteristiche tecniche del crollo delle torri del Wtc è stata ripresa da Karen Harvey della snowshoefilms.com ed è disponibile su www.911blogger.com (si veda anche «9/11 & American Empire: Intellectuals Speak Out», 2006, di cui è co-autore con Peter Dale Scott). Sergio Finardi Fonte: www.ilmanifesto.it