L’opera ai piedi del Serpentone al quartiere Corviale. Pietro Orlandi: “Mai smesso di cercare verità”.
Un murale per gli scomparsi, per ricordare tutte quelle persone che, in un giorno qualunque, non hanno più fatto ritorno a casa. Sparite nel nulla, avvolte nel mistero.
Sono i volti di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, entrambe scomparse nel 1983, a rappresentarli tutti su un muro di Corviale. Lunghi capelli ricci per Mirella, quando scomparve aveva appena 15 anni. Nel pomeriggio del 7 maggio uscì di casa e non vi fece più ritorno. Risale a poco dopo la scomparsa di Emanuela, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, che svanì nel nulla. Anche lei aveva solo 15 anni.
Nel murale che la ritrae l’inconfondibile fascetta tra i capelli lunghi e lisci, lo stesso sorriso di quei manifesti che per anni ne hanno denunciato la sparizione. Due storie per certi versi simili, avvolte nel mistero, ancora senza spiegazioni o verità. Oggi Mirella ed Emanuela, nate rispettivamente il 7 ottobre del 1967 e il 14 gennaio 1968, avrebbero 50 anni ed è per il loro “non compleanno” che familiari, amici e tanti cittadini comuni si sono ritrovati nel territorio dell’undicesimo municipio al Serpentone, all’inaugurazione del murale che le ricorda. Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, visibilmente commossa dice «Ora su questa parete sono legate per sempre». “Un ‘non compleanno’ che pesa particolarmente per chi non ha mai smesso di cercare la verità” – ha scritto Pietro, il fratello di Emanuela, in un post sulla sua pagina.
A realizzare l’opera lo street artist Antonino Perrotta e i PAT, i Pittori Anonimi del Trullo. Sulle scale che costeggiano il murale l’artista ha scritto:
“Quando scompare qualcuno puoi anche cercare di tenerti occupato tanto da non averetempo per pensarci ma poi basta che ti fermi un attimo e lo senti subito quel vuoto, perché solo le persone possono riempirti il cuore.
A tutte le persone scomparse, a chi per sua scelta, a chi contro la sua volontà“.
Nel giorno del 50esimo compleanno di Emanuela, Maria Pezzano Orlandi, mamma della giovane vittima, rivive con amarezza e sconforto quanto accaduto, lancia un nuovo appello ai rapitori e le augura di passare un compleanno speciale. Il tempo non cancella tutte le ferite, una figlia scomparsa nel nulla senza un perchè e un come, non si cancella facilmente, ma la speranza è che un giorno la verità venga a galla.
“Figlia mia, oggi compi cinquant’anni. Dovrei immaginarti con i capelli striati di bianco e qualche ruga in viso, ma non ci riesco. Ti rivedo sempre ragazzina, che mi corri incontro per darmi un abbraccio e un bacio dicendomi «ti voglio bene». Lo aspetto ancora il tuo abbraccio, così come aspetto sempre da un momento all’altro di sentire le prime note del «Notturno» di Chopin che suonavi così tanto bene e che mille volte hai provato a insegnare a Pietro senza troppo successo. Lui non è riuscito ad andare avanti nell’apprenderlo così come noi non siamo riusciti ad andare avanti nelle nostre vite da quando t’hanno strappata via da noi.
Ricordo ancora quando nel 1993 tuo padre, Pietro e io, dopo una segnalazione, partimmo per il Lussemburgo con il cuore in gola, certi di venirti a prendere in un monastero di clausura. Quando vidi quella ragazza, che per nulla ti assomigliava, fu per me come se ti avessero rapito una seconda volta: in un solo attimo sono passata dalla gioia più grande al dolore più profondo. Ti avevano strappato a me di nuovo dopo avermi nutrito della speranza di ritrovarti. Volli lo stesso incontrare quella ragazza, tramortita dal mio abbraccio disperato, che nulla sapeva di te e della nostra angoscia senza fine.
Ti abbiamo cercato per tutti questi anni e continueremo a cercarti. Non smetteremo mai. Non ci arrenderemo mai. Finché avremo forza, finché avremo fiato, finché avremo vita, tu sarai sempre il nostro primo pensiero. La mia speranza, mai sopita, è che chi sa cosa ti ha portato via dalla tua casa possa avere un rigurgito di coscienza e indicarci come ritrovarti. Auguri Lellè, buon compleanno figlia mia”.
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