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Focus
Le e-mail di Hillary Clinton e la Fratellanza
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
L'indagine dell'FBI sulle e-mail private di Hillary Clinton non verte su una negligenza in merito alle norme di sicurezza, ma su un complotto mirante a distrarre ogni traccia delle sue corrispondenze che avrebbero dovuto essere memorizzate sui server dello Stato federale. Potrebbe includere scambi su finanziamenti illeciti o su casi di corruzione, e altro sui collegamenti dei coniugi Clinton con i Fratelli Musulmani e i jihadisti.
Gli Stati Uniti si riformeranno o si lacereranno?
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
Nell'osservare la campagna elettorale presidenziale statunitense, Thierry Meyssan analizza il risorgere di un vecchio e pesante conflitto di civiltà. Hillary Clinton ha appena dichiarato che queste elezioni non si giocano sui programmi, ma sulla domanda «Chi sono gli americani?». Non è in merito a questioni politiche che gli alti papaveri repubblicani hanno ritirato il loro sostegno al loro candidato, Donald Trump, ma in merito alla sua condotta personale. Secondo il nostro autore, finora, gli statunitensi erano migranti di diversa provenienza che accettavano di sottomettersi all'ideologia di una comunità particolare. È questo modello ad essere in fase di rottura, con il rischio di rompere il paese stesso.
Giornale del cambiamento dell'ordine mondiale # 12
Alla ricerca di un capro espiatorio
di
Thierry Meyssan
Damasco (Siria) |
A Berlino, la Germania, la Francia, la Russia e l'Ucraina hanno cercato di sbloccare i conflitti ucraino e siriano. Tuttavia, da un punto di vista russo, questi blocchi esistono solo perché l'obiettivo degli Stati Uniti non è la difesa della democrazia, di cui si avvantaggiano, ma impedire lo sviluppo della Russia e della Cina attraverso l'interruzione delle vie della seta. Disponendo della superiorità convenzionale, Mosca ha dunque fatto di tutto per collegare il Medio Oriente e l'Europa orientale. Cosa a cui è pervenuta scambiando l'estensione della tregua in Siria contro lo stop del blocco degli accordi Minsk. Da parte sua, Washington è sempre alla ricerca del modo di scaricare la sua colpevolezza su uno dei suoi alleati. Dopo aver fallito in Turchia, la CIA si rivolge all'Arabia (...)
In breve
Il Regno Unito riprende l'addestramento degli jihadisti in Siria
Soldati francesi vengono formati per inquadrare Daesh
L'Iraq vieta l'alcol
Il dipartimento di Stato equipara Resistenza all'imperialismo a terrorismo
Gli Occidentali fanno nascere nuovi separatismi in Iraq e in Siria
Controversie
«L'arte della guerra»
Come votare No alle armi nucleari
di Manlio Dinucci
Roma (Italia) |
«Grazie, presidente Obama. L'Italia proseguirà con grande determinazione l'impegno per la sicurezza nucleare»: così scriveva il premier Renzi in uno storico messaggio twitter. Sei mesi dopo, alle Nazioni Unite, Renzi ha votato Sì alle armi nucleari. Accodandosi agli Usa, il governo italiano si è schierato contro la Risoluzione, approvata a grande maggioranza nel primo comitato dell'Assemblea generale, che chiede la convocazione nel 2017 di una conferenza delle Nazioni Unite al fine di «negoziare uno (...)
I BRICS resistono alla guerra finanziaria degli Stati Uniti
di
Ariel Noyola Rodríguez
Città del Messico (Messico) |
Per affrontare la guerra finanziaria degli Stati Uniti è urgente che i Paesi BRICS rafforzino la cooperazione nell'economia e nella finanza. La Nuova banca di sviluppo dei Paesi BRICS dovrebbe aumentare il volume dei prestiti, ed anche l'Accordo sul contingente di riserva. Inoltre, i Paesi BRICS dovrebbero avviare al più presto possibile la propria agenzia di rating. Per intensificare la coesione economica e realizzare un'area di libero scambio si dovranno abbattere le barriere tariffarie ed aumentare notevolmente il commercio. In breve, se non vengono prese al più presto le misure del caso, i Paesi BRICS rischiano il naufragio nel prossimo uragano finanziario.
«L'arte della guerra»
Patti chiari, sudditanza lunga
di Manlio Dinucci
Roma (Italia) |
Dopo aver chiamato gli italiani a votare Sì al referendum, ingerendosi nella nostra politica nazionale col complice silenzio dell'opposizione parlamentare, il presidente Obama ha confermato al «buon amico Matteo» che con l'Italia gli Usa hanno «patti chiari, amicizia lunga».
Non c'è dubbio che i patti siano chiari, anzitutto il Patto atlantico che sottomette l'Italia agli Usa. Il Comandante supremo alleato in Europa viene sempre nominato dal Presidente degli Stati uniti d'America e sono in mano agli (...)
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