25 settembre 2018

Ponte Morandi, da Teramo nuovo esposto: «il video è stato manomesso, ecco perchè»

Lo annuncia  il “Dipartimento Europeo Sicurezza Informazioni” (D.E.S.I.)






TERAMO. Anomalie ben visibili nel video mostrato del Ponte Morandi. Le illustra Luciano Consorti in qualità di Presidente e Direttore Editoriale della testata giornalistica  “Dipartimento Europeo Sicurezza Informazioni (D.E.S.I.)” che condensa le sue considerazioni anche in un esposto alla procura di Teramo depositato oggi 6 settembre.

Consorti spiega che, insieme al suo funzionario esperto in videosorveglianza,  osservando attentamente l’unico video pubblico della videocamera del ponte Morandi registrato della Polizia di Stato ha desunto «verosimilmente una palese Manomissione del Video ed evidenzia  con i cerchi in rosso le anomalie, nel video rallentato vedrete una autocisterna di colore bianco davanti al camion verde di Basko, se osservate attentamente l’autocisterna davanti a Basko sparisce nel nulla, mentre nella corsia opposta si vede un Tir bianco che trasporta un Container di colore rosso  che compare improvvisamente nella carreggiata nel lato sinistro del video, inoltre sul bordo del lato sinistro sotto il logo della polizia, si vede un’anomalia di una pianta che cambia aspetto, il che fa pensare ad una sovrapposizione di immagini».

Come riportato dalle varie agenzie di stampa il 1 settembre 2018,  dopo le indagini della squadra mobile di Genova, si è concluso che il presente video non è stato “manomesso” ma la registrazione si è interrotta  per un black out elettrico senza registrare nessun crollo del ponte.
«Come è possibile che la procura di Genova o perlopiu’ la squadra mobile di Genova che ha fatto le indagini proprio sul quel video, viene a raccontarci che non è stato manomesso alcunchè?», sostiene Consorti, «sembrerebbe un film di fantascienza, dove tutti credono a qualsiasi cosa, visto che il video è chiaro e trasparente per questa ragione abbiamo chiesto alla Procura di Teramo  che vengano fatte ulteriori indagini sul Video per portare alla luce la verità e per riscattare e non far morire in vano tutte quelle 43 vittime del ponte Morandi. Per noi è un puro depistaggio dell’indagine, per conto di chi? E per quale motivo?»

SVELATO L’ARCANO
Dopo alcuni giorni dall'esposto si è potuto appurare che la Squadra mobile di Genova ha fornito una versione ai media non integrale per cui il video trasmesso presenta tagli realizzati a posteriori dall’ufficio
della questura che ovviamente non sono presenti nella versione integrale del video.

Tutto chiarito?
Nient’affatto perchè lo stesso firmatario dell’esposto ha aggiunto: «con questa dichiarazione ipotizziamo che qualcuno voglia depistare le indagini per nascondere ulteriori dettagli su una eventuale o possibile esplosione come supportato dalla tesi del prof.Enzo Siviero docente Universitario»

24 settembre 2018

Gli eurocrati sono Ancien Régime. Ecco perché sono scemi.

Un breve recupero dei fatti della settimana per rilevare fino a che punto l’euro-oligarchia ha assunto i modi, costumi, le arroganze e soprattutto la stolidità dell’antica nobiltà di sangue – quella che per lo più sotto la ghigliottina perse la testa: testa della quale non aveva mai fatto uso, per secoli non avendone avuto bisogno per comandare.
Il primo caso plateale è ovviamente quello del ministro lussemburghese Asselborn a Vienna. Siccome lui ha detto che l’Europa ha bisogno di immigrati perché invecchia, per lui questa è le verità definitiva. Non si aspettava nessuna contraddizione. Sicchè la pacata osservazione di Salvini – “Ho una prospettiva completamente diversa. Io penso di essere al governo per aiutare i nostri giovani a tornare a fare quei figli che facevano qualche anno fa e non per espiantare il meglio dei giovani africani per rimpiazzare i giovani europei che per motivi economici oggi non fanno più figli” – lo ha fatto soffocare di rabbia. L’ha sentita come un insulto personalmente a lui, il barone Asselborn da Steinfort: dove andiamo a finire, se i subalterni cominciano a risponderti? Se un discendente di un servo italiano si permette di contraddirti? Soprattutto mostrandosi più ragionevole di te? E’ un affronto scandaloso.
Infatti l’antica aristocrazia reazionaria, i Polignac, i Courvoisier magistralmente descritti da Proust, hanno sempre ritenuto qualunque manifestazione, anche minima, di intelligenza, qualcosa di sconveniente; una cosa da contabili o da scrittori, da sensali o da scienziati – insomma da borghesi da non invitare nei salotti. Come disse la duchessa Madame de Guermantes del conte Breuté-Consalvi detto Babal: “Babal uno snob? Ma è tutto il contrario, caro amico! Detesta le persone brillanti!”
Infatti quando la duchessa Oriane (progresista) invitava musicisti, pittori, grandi medici, “Babal” si rifiutava di andare al ricevimento: questi borghesucci, con le loro chiacchiere e nozioni, disturbavano la conversazione fra i nobili, che verte incessantemente su un unico argomento: chi di noi è parente di chi. Una continua, estasiata rivisitazione degli alberi genealogici reciproci, e il loro intrecciarsi.
L’osservazione di Salvini non è che fosse brillante. Semplice buonsenso. Ma il ministro del Lussemburgo ha sentito l’urgenza di lavare l’offesa fatta al suo rango, in un modo rivelatore: “Io sono il ministro del Lussemburgo e controllo le mie finanze e voi in Italia dovete occuparvi dei vostri soldi per aiutare a dare da mangiare ai vostri figli” – frase sconnessa e idiota, che sottintende l’altra: non osate ribattere, voi straccioni pieni di debiti, a me che sono ricco di famiglia mentre voi siete poveri, “merde alors”. Si è intuito che è stato sul punto di chiamare i suoi servi in polpe e livrea per far buttare giù dalla scalea questo discendente di immigrati italiani che osava mancargli di rispetto, esibendo quella facoltà indecorosa che è il pensiero.
Prudono le mani a lorsignori, per la comparsa di questi bassi sediziosi nella scena elettorale. Guy Verhofstadt, a proposito di Orban, che “ha deviato troppo dai valori europei”, ha promesso: “faremo abbassare la testa a chiunque mira a distruggere il progetto europeo”.
L’espressione che usa, “face down”, è quella che adottano i poliziotti verso il delinquente: “Faccia a terra!”, “Non osare alzare gli occhi verso di noi, inferiore!”. Gli eurocrati vogliono fare “abbassare la cresta” a tutti i capi plebei che danno segni di non voler obbedire al loro ordine.
Pierre Moscovici: “L’Italia è un problema nella zona euro”, ci stanno nascendo dei piccoli Mussolini (cui faremo abbassare la cresta). La saggista francese Coralie Delaume gli ha twittato: “L’Italia è un problema per la zona euro. La Grecia è un problema per la zona euro, l’Ungheria è un problema per l’Unione Europea, la Polonia è un problema per l’Unione Europea… Guardi in faccia la realtà: gli europei sono un problema per l’Europa”.
Visto su: luogocomune.net

23 settembre 2018

[Reseau Voltaire] Les principaux titres de la semaine 22 9 2018


Réseau Voltaire
Focus




En bref

 
L'émir Tamim offre un palace volant au sultan Erdoğan
 

 
Israël utilise un avion militaire russe comme bouclier
 

 
La bataille d'Idleb est repoussée
 

 
La Russie dément les conclusions de la Commission internationale sur le MH-17
 

 
La Turquie a enlevé Ayten Öztürk au Liban
 

 
L'Allemagne se positionne contre la directive Feltman
 

 
Démission de l'amiral McRaven, ex assassin-en-chef du Pentagone
 

 
La Turquie déclare avoir enlevé un des terroristes de Reyhanlı
 

 
Iran : Esfandiar Rahim Mashaei condamné à 6 ans et demi de prison
 

 
Riyad achète un Dôme de fer israélien
 

 
Londres vient de commencer une opération sous faux drapeau à Idleb
 

 
La Maison-Blanche entre en guerre contre la Cour pénale internationale
 

 
La Guerre mondiale, une option US en Syrie (WSJ)
 

 
L'Allemagne se prépare à attaquer la Syrie
 

 
YouTube censure les chaînes du gouvernement syrien
 

 
L'Iraq à la croisée des chemins
 

 
Le spectaculaire retournement de cheikh Hassan Rohani
 

 
La Syrie devrait attendre le 6 novembre pour libérer Idleb
 
Controverses
Fil diplomatique

 
Déclaration de principes du Petit Groupe pour la Syrie
 

 
Mémorandum de stabilisation de la situation dans la zone de désescalade d'Idleb
 

 
Déclaration d'Emmanuel Macron sur la mort de Maurice Audin
 

 

« Horizons et débats », n°21, 17 septembre 2018
La Ceinture et la Route
Partenaires, 17 septembre 2018
 Discours de Jean-Claude Juncker sur l'état de l'Union européenne en 2018
par Jean-Claude Juncker, Réseau Voltaire, 12 septembre 2018
abonnement    Réclamations


Magaldi: i gialloverdi scelgano, Tria (e Draghi) o gli italiani

«Il massone Giovanni Tria scelga chi servire: il popolo italiano o l'élite neoliberista incarnata dal pessimo Mario Draghi, il demolitore dell'Italia, che ora si complimenta con lui». Non usa mezzi termini, Gioele Magaldi, nel sollecitare il governo gialloverde a diffidare dall'atteggiamento "frenante" del ministro dell'economia: «I gialloverdi avevano promesso agli elettori reddito di cittadinanza, meno tasse e pensioni dignitose. Se non manterranno la parola data saranno loro a pagare, non certo Tria e le altre figure tecniche dell'esecutivo». Dove trovare le coperture? Semplice: occorre sfondare il famoso tetto di spesa del 3%, stabilito da Maastricht in modo ideologico, senza alcun fondamento economico-scientifico: più deficit significa far volare il Pil e creare lavoro. «Si tratta di smascherare Bruxelles e ingaggiare una dura battaglia, in Europa: solo l'Italia può farlo. E se Tria "frena", preferendo ascoltare Draghi, Visco e Mattarella, allora è meglio che Salvini e Di Maio lo licenzino, perché a pagare il conto alla fine saranno loro, per la gioia del redivivo Renzi, che infatti già accusa il governo gialloverde di parlare molto e combinare poco». La ricetta di Magaldi? «Non temere il ricatto dello spread e sfoderare con l'Unione Europea, per il bilancio 2019, la stessa fierezza mostrata da Salvini nel denunciare l'ipocrisia dell'Ue che lascia ricadere solo sull'Italia il problema degli sbarchi di migranti».
Durerà 5 anni anni, l'esecutivo gialloverde? Gli italiani innanzitutto si augurano che faccia le cose che ha promesso, in nome delle quali è stato legittimato, e che abbia anche una coerenza tra teoria e pratica, tra ragionamento e immaginazione, con Gioele Magaldicapacità di concretizzare gli obiettivi. In tanti ricorderanno il recente exploit di Matteo Renzi, che fino a qualche anno fa sembrava l'enfant prodige della politica italiana, fino a ottenere un grande risultato alle europee portando il Pd al 40%. Io credo di esser stato tra i pochissimi, allora, a indicare la fumosità e il carattere del tutto aleatorio e inconsistente della traiettoria renziana. Molti, poi, a partire dal referendum del 2016 sono diventati antirenziani, quasi con la bava alla bocca: persone che avevano creduto in quella grande stagione annunciata da Renzi. Oggi quel consenso si è dissolto, e il Pd è ridotto al lumicino. Resto un sostenitore del governo gialloverde, perché ritengo che abbia iniziato un percorso di transizione verso la Terza Repubblica e perché credo che il centrodestra e il centrosinistra, così come li abbiamo conosciuti, sono definitivamente tramontati – ed è bene che siano tramontati, perché sono i responsabili di questi ultimi 25 anni di decadenza italiana. Ma, anziché porsi il problema della durata del governo Conte, sarebbe ora di chiedersi cosa farà davvero, perché finora si è limitato quasi solo alle chiacchiere.
Uno potrebbe dire: diamogli tempo, c'è una tempistica anche tecnica. Ma il problema è che da quello che viene configurato dal dicastero più importante (quello dell'economia) queste novità per le quali il popolo aveva premiato Lega e 5 Stelle ancora non si vedono, all'orizzonte. Si vede invece un traccheggiare, un tirare al ribasso. E si vede purtroppo una subalternità ai soliti diktat di Bruxelles, anziché la giusta fierezza che c'è stata nell'affrontare un aspetto del tema immigrazione (un aspetto, perché – a parte lo stop agli sbarchi indiscriminati – ancora il governo non ha spiegato che piano ha per il Mediterraneo e per il Medio Oriente). Al di là della fierezza con la quale Salvini ha comunque posto il problema all'Europa – gestire collegialmente il tema migranti: una questione tuttora aperta e controversa – sul versante economico ci sono solo timidi balbettii. E sembra che alla fine ci si inchini ai paradigmi imperanti a Bruxelles e a Francoforte. E lo spauracchio dello spread non viene affrontato e smascherato per quello che è: cioè un vile ricatto, una sorta di vessazione sovranazionale organizzata. Perché allo spread si può mettere fine semplicemente, puntando politicamente sulla confezione di Eurobond o con altre modalità. Insomma, rispetto a Draghi e Triaquesto, il governo mi sembra deficitario e balbettante, balbuziente. Di questo dovremo tenere conto, perché 5 anni di balbuzie non risolveranno i problemi italiani.
Giovanni Tria? E' un massone, certo: uno dei tanti massoni presenti nella compagine di governo. Questa è una maggioranza "strana": da un lato, nel..

To see the article visit www.libreidee.org

22 settembre 2018

Rete Voltaire: I principali titoli della settimana 22 set 2018


Rete Voltaire
Focus




In breve

 
L'emiro Tamim regala un palazzo volante al sultano Erdoğan
 

 
Israele utilizza un aereo militare russo come scudo
 

 
La battaglia d'Idlib è rinviata
 

 
La Russia smentisce le conclusioni della Commissione olandese sull'MH-17
 

 
La Turchia ha sequestrato Ayten Öztürk in Libano
 

 
La Germania prende posizione contro la direttiva Feltman
 

 
Dimissioni dell'ammiraglio McRaven, ex assassino in capo del Pentagono
 

 
La Turchia dichiara di aver sequestrato uno dei terroristi di Reyhanlı
 

 
Iran: Esfandiar Rahim Mashaei condannato a 6 anni e mezzo di prigione
 

 
Riad compera una Cupola di Ferro da Israele
 

 
Londra ha dato inizio a un'operazione sotto falsa bandiera a Idlib
 

 
La Casa Bianca dichiara guerra alla Corte Penale Internazionale
 

 
Guerra mondiale, opzione USA in Siria (WSJ)
 

 
La Germania si prepara ad attaccare la Siria
 

 
YouTube censura i canali del governo siriano
 

 
L'Iraq a un crocevia
 

 
Lo spettacolare dietro-front dello sceicco Hassan Rohani
 

 
La Siria dovrebbe aspettare il 6 novembre per liberare Idlib
 
Controversie

 
abbonamento    Reclami