15 novembre 2009 - 18.52
"Diffida su diffida viene su la grande rete,
che paura... che paura che ci fa!"
Qualcuno ricorderà l'inchiesta di cui si è occupato
Enzo Di Frenna, pubblicata su questo blog nel post
Le verità della Rete su Juan Ruiz Naupari. Puntuale come un orologio svizzero, anzi, come una clessidra peruviana o ancora meglio come un calendario maya, è arrivata
la diffida con richiesta di rimozione immediata di tutto il materiale pubblicato -
clicca qui per scaricarla.
Byoblu.Com è un
habituè, avendo ricevuto già
una prima diffida con richiesta di rimozione e rettifica ed un'
ingiunzione di sequestro preventivo.
Intendiamoci: basta con i luoghi comuni. Una diffida è uno strumento legale perfettamente lecito. Se io scrivo qualcosa di lesivo per la dignità o la professionalità di qualcuno, è giusto che questo signor qualcuno abbia a disposizione uno strumento per tutelarsi. Questo vale sicuramente per la diffamazione perpetrata a mezzo stampa oppure con mezzi di radiodiffusione come la radio e la televisione: se Minzolini o Fede dicessero una balla al TG1 e al TG4 -
si parla ovviamente per assurdo - e se questa balla dovesse ledere la mia reputazione, non avendo io una
televisione ad personam -
sempre per assurdo: chi volete che abbia una televisione tutta sua? - sarei costretto a diffidarlo dal reiterare la diffamazione e a chiedere una smentita ufficiale, una rettifica che nessun altro potrebbe trasmettere se non lo stesso Minzolini o lo stesso Fede -
ai quali nessuno peraltro chiederebbe mai di rimuovere un servizio che è già andato in onda, come non si potrebbe rimuovere da tutte le copie stampate di un giornale un articolo lesivo di chicchessia.
Per la rete il discorso è diverso. La rete non è un media gerarchico o piramidale. Qui da noi,
tutti possono avere la propria
televisione ad personam, e dunque tutti possono
replicare contestando la veridicità delle affermazioni contenute in un blog.
Semmai, la partita si gioca sulla
visibilità del blog. Il blog più letto in Italia è
quello di Beppe Grillo.
Se Grillo diffama il signor Pinco Pallino, sarà difficile che i lettori
di Grillo possano leggere la replica pubblicata sul blog del signor
Pallino. A questo si potrebbe facilmente ovviare imponendo per legge un
meccanismo automatico che metta in correlazione i due articoli. Il
meccanismo c'è già e
si chiama trackback. Visto che una legge bisogna farla -
e tentano di fare quella sbagliata -
tanto vale stabilire che ogni blog deve mettere a disposizione un
sistema di trackback con le caratteristiche necessarie ad agganciare le
repliche, magari sviluppando un protocollo per identificare le
rettifiche degli interessati ed evidenziarle con un apposito simbolo.
Complicato? Ma va... per niente. La difficoltà non è tecnica: serve
solo la
volontà politica.
Dopo il mio post
"Il Diritto di Rettifica nel Web 2.0: trackback e blog reactions",
qualcuno ha avanzato poi una seconda perplessità: non tutti sono capaci
di aprire e scrivere su un blog. Vero. Come è vero che non tutti sono
capaci di scrivere una lettera dai contenuti legali: è per questo che
esistono gli avvocati. Per meno, molto meno dell'importo che serve per
pagare un avvocato, ci si potrebbe rivolgere ad una figura
professionale apposita (creando nuovi posti di lavoro) che potrebbe
facilmente e rapidamente creare un blog -
a costo zero - e pubblicare la nostra comunicazione di rettifica. Il tutto ad una
frazione del costo
di un consulente legale (non serve una laurea per aprire un blog,
scrivere un post e correlarlo ad un altro post impostando un
trackback). Ci sono decine di internet point in ogni città che
sarebbero felici di offrire questo servizio.
Non si può applicare la
legge sulla stampa,
pensata nel 1948, alla rete. Sarebbe come applicare i codici in voga ai
tempi della Santa Inquisizione alla ricerca scientifica del XXI secolo.
Me chi lo spiega ad un governo che spende miliardi di euro per un
ponte, ne incamera ancor di più con una legge pensata per legittimitare
i capitali mafiosi, e poi non trova
800 milioni per sviluppare la banda larga, condannando un intero paese e tutti i suoi cittadini al
medioevo delle comunicazioni?
www.byoblu.com
Ricevo e pubblico la risposta di Enzo Di Frenna alla lettera di diffida di
Lorenzo Profeti, legale rappresentante di
Inkarri.
Inkarri e Juan Ruiz: il bavaglio a Enzodifrennablog.it
In merito alla mia video-inchiesta “Le verità della Rete su Juan Ruiz
Naupari” mi scrive l’avvocato Angelo Averni, a difesa dell’Associazione
Inkarri Italia e per conto del sig. Lorenzo Profeti, che mi risulta
esserne presidente, ma non ha mai fornito copia dello Statuto e Atto
Costitutivo che più volte gli ho richiesto attraverso lo studio del suo
commercialista, né ha mai risposto alle mie mail e telefonate per
chiarimenti.
L’avvocato Averni mi chiede di rimuovere ogni post e video inerenti a
Inkarri e al sig.Juan Ruiz Figueroa. Le dico subito, caro avvocato, che
i video rimarranno dove sono ed anche i post. Le ricordo che ai sensi
della Legge sulla Stampa n° 47 del 1948 (che include il diritto di
cronaca e il diritto di critica) e ai sensi della Legge n° 69 del 1963
che regola l’Ordine dei Giornalisti, rientra nelle mie funzioni porre
domande e cercare notizie. Dunque la sua lettera è un tentativo di
limitare la libertà d’informazione e di espressione, attraverso il
mezzo Internet, che respingo con fermezza e decisione al mittente. Se
un giornale, ad esempio, pubblicasse qualcosa di inesatto, si può
mandare una lettera di rettifica con elementi circostanziati, oppure
sporgere querela. Ma certamente non si chiede – con una lettera
generica - di distruggere le pagine degli articoli di tutte le copie
pubblicate. Dunque, finche un giudice non provi un eventuale reato di
diffamazione – e la invito a procedere se vuole - tutto rimane dov’è.
Nella sua lettera usa frasi generiche e non circostanziate, e non
smonta nulla che non sia ampiamente documenato nella mia inchiesta. In
un’eventuale sede di tribunale sarò dunque ben lieto di fornire i molti
elementi in mio possesso, tra cui foto, video, testimonianze raccolte
tra gli ex ederenti Inkarri e nei mesi in cui mi sono infiltrato come
giornalista, e molto altro ancora.
Lei scrive che avrei diffamato il sig. Figueroa e Inkarri, che
l’Ayahuasca non è illegale, che nel processo di Perugia gli imputanti
sono stati assolti, e mi diffida dal pubblicare altro materiale con
qualunque mezzo d’informazione. La lettera completa è comunque sul mio
blog.
Da come è scritta questa lettera mi sono detto: è un avvocato giovane
e sicuramente svolge la professione da poco. Infatti dall’Albo degli
avvocati – pubblico e disponibile su Internet – vedo che lei è nato nel
1967, ha dunque 42 anni, ed è iscritto all’Albo dal 2001: dunque opera,
tutto sommato, da pochi anni.
Le dico, avvocato Averni, che non ha letto bene il mio blog, il cui indirizzo non è
enzodifrenna.it come lei scrive –ecco vede – ma
enzodifrennablog.it, come è indicato qui.
In corsivo poi cita la legge 49 del 2009 e sbaglia pure anno, perché è
la 49 del 2006, detta Fini Giovannardi, che abbatte la distinzione tra
droghe leggere e pesanti. Dunque ne desumo che forse non visto bene i
miei video.
L’Ayahuasca è una miscela di due piante che – decotte e trasformate
in bevanda liquida – contengono DMT, cioè dimetiltriptamina. La pianta
che contine DMT in dosi elevate è la Psichotria Viridis, responsabile
dell’effetto allucinatorio. La DMT è inserita nella TABELLA 1 della
legge 49/2006 – eccola qua – e dunque lei scrive un’ulteriore
imprecisione, poiché – come conferma anche la Direzione Centrale
Antidroga – se si viene colti nell’uso di tale sostanza dove risulti
che la DMT sia massicciamente presente come principio attivo, si
rischia l’arresto e il carcere dai 6 ai 20 anni, con ammende che vanno
dai 26 mila a 260 mila euro.
In un mio recente post – del 3 novembre 2009 - ho pubblicato notizie
su come viene venduta e distribuita l’Ayahuasca in Europa, già pronta
in formato liquido. I corrieri di una qualunque organizzazione - quasi
sempre europei perché passano inosservati - comprano bottiglie ad alto
concentrato di Ayahuasca – che chiamano “la madre” - dove il principio
attivo DMT è ben superiore alla soglia prevista dalla legge. La madre,
conservata in frigo, viene poi diluita e distribuita. Dunque le
confermo ciò che ho detto: se un qualunque aderente di una qualunque
associazione venisse sorpreso con una bottiglia di “sostanza madre” c’è
il rischio reale di arresto e carcere. Di indagini sull’uso di
Ayahuasca, chiamata anche Yagè, ce ne sono molte nel mondo. Il caso più
recente in Spagna, a gennaio 2009, ha portato all’arresto dei membri di
un’associazione che la vendeva a caro prezzo. Ecco il comunicato
ufficiale della Polizia Spagnola, egregio avvocato.
E veniamo ad altri punti. Lei dice di parlare in nome del sig.
Profeti, ma prende le difese del sig. Juan Ruiz Figueroa, rivelando tra
l’altro – per la prima volta ufficialmente – che il suo cognome non è
Naupari come si presenta in Internet – ecco, vede? - ma Figueroa, come
avevo rivelato nel mio primo video su You Tube.
Dunque a che titolo lei difende questo peruviano che guadagna somme
sorprendenti? Se lei avesse visto bene i miei post e i miei video,
riferisco che Figueora è esperto di Ayahuasca è questo dato è
incontestabile: ci sono siti e blog di suoi allievi che ne parlano, c’è
una pagina su Inkarri.es – cioè Espagna - dove si presentava un
congresso sull’Ayahuasca Vision da lui organizzato – poi fatta sparire
dopo pochi giorni dalla pubblicazione della mia video-inchiesta – ecco
vede, ora non c’è più, e poi c’è un filmato – in mio possesso – dove
Ruiz Figueroa tiene una video conferenza in Internet su Justin Tv dove
gli utenti in chat, mentre interagiscono col maestro, fanno riferimento
a cerimonie e Ayahuasca. Forse farebbe bene ad avvicinarsi allo schermo
la prossima volta, così non le sfuggono alcuni dettagli.
E’ dunque un reato essere esperto di una pianta? Mi può citare cortesemente un articolo del Codice Penale o Civile?
A questo punto, però, lei mi fornisce lo spunto per qualche domanda:
come mai, caro avvocato, lei prende la difesa degli imputati nel
processo di Perugia arrestati per detezione di Ayahuasca liquida?
Perché ci tiene a dire che non è illegale l’uso di Ayahuasca in Italia?
Sta forse ammettendo che i membri di Inkarri ne fanno uso? Mi faccia
sapere, per favore. Anzi, le faccio domande pubbliche: gli aderenti di
Inkarri hanno mai usato o distribuito Ayahuasca liquida durante le
cerimonie con il signor Juan Ruiz Figueroa? E l’hanno mai pagata? E il
sig. Figueora che dice? Anzi, guardi: glielo chiedo in spagnolo:
"
Los miembros de Inkarri han usado o distribuido alguna vez
Ayahuasca líquida durante las ceremonias con el peruano Juan Ruiz
Figueroa? ¿Han pagado alguna vez por ella? ¿Y usted, Señor Figueroa?,
le hablo a usted, ¿me oye? Usted que es un maestro de verdad diga la
verdad, ahora, delante de sus usuarios en Internet: ¿ha usado alguna
vez Ayahuasca en sus ceremonias por todo el mundo? Son preguntas
simples. ¿O quizás, tiene miedo de las preguntas, Señor Figueroa? Le he
escrito muchas veces y espero con ilusión una respuesta suya."
In italiano: "
Gli aderenti di Inkarri hanno mai usato o
distribuito Ayahuasca liquida durante le cerimonie con il peruviano
Juan Ruiz Figueroa? L’hanno mai pagata? E lei sig. Figueroa, dico a
lei, mi sente? Lei che è un maestro di verità dicxa la verità, ora,
davanti ai suoi utenti in Internet: ha mai usato Ayahuasca nelle sue
cerimonie in giro per il mondo? Sono semplici domande. O forse ha paura
paure delle domande, signor Juan Ruiz? Le ho scritto tante volte e
aspetto volentieri una sua risposta."
Come vede, avvocato. sono semplici domande, che ho posto
continuamente ai dirigenti e membri Inkarri, senza mai ricevere
risposta. Tra l’altro, i membri di Inkarri usano continuamente parole
come “verità”, “luce”, “onestà”, “etica espiritual”, e così via.
Se avesse guardato attentamente il mio secondo video su You Tube,
avrebbe sentito che ho ampiamente citato l’archiviazione del caso di
Perugia: “Il procedimento fu poi archiviato perché, come descrive una
documentata tesi universitaria, le percentuali di DMT nell’Ayahusca
liquida sequestrata andavano dallo 0,02 allo 0,05”.
Dunque c’è completezza d’informazione. E dico anche che la sentenza
si rifà alla vecchia legge 300 del 1990, mentre nel 2006 – anno di
archiviazione – è arrivata la legge 49/2006, ben più dura. Oggi, per
intenderci, si può essere arrestati anche per una semplice piantina di
canapa.
Come poi forse saprà, il Santo Daime è una chiesa di natura religiosa
sudamericana e sono stati scagionati anche perché è emerso che non
c’era business sull’uso dell’Ayahuasca.
Ora le fornisco un dato interessante: ascolti bene.
Gli stessi dirigenti e membri di Inkarri Italia hanno dato vita
all’Università Pneuma – con sede a Tuenno, in provincia di Trento, in
via 4 ville 12, gestita – come risulta da Internet - dai signori Renzo
Menapace e Carmen Pizzolli, coadiuvati da Lorenzo Profeti e Francesca
Crognale. Sul sito universidadpneuma.org c’era un calendario fitto di
appuntamenti del sig. Figueroa, con corsi, seminari e viaggi… incluse
cerimonie ben pagate. Dopo appena qualche giorno dalla pubblicazione
della mia video-inchiesta, il sito è sparito. Come mai? Che c’era da
nascondere?
Allora vediamo. Il Ministero della Pubblica Istruzione mi ha
comunicato ufficialmente che nessun soggetto privato può aprire una
università o usare tale termine in Italia, e indica i riferimenti
normativi che le allegherò volentieri alla mia risposta scritta.
Ed ora veniamo allo scoop: la Direzione Università del Ministero
dell’Istruzione mi comunica – ufficialmente - che nessuna Università
Pneuma è registrata ai sensi di legge. Ecco. Vede? Ma vediamo adesso
una cosa curiosa: in questo filmato che risale ad agosto 2009 si vede
che sul sito Inkarri.it, cliccando alla voce “Pneuma” appare questo
testo. Oggi, cliccando nel profilo dello sciamano Juan Ruiz – come per
magia – il testo è sparito, ed esce una pagina che si affretta a dire
che la Università Pneuma non è riconosciuta in Italia.
Allora di che parliamo, caro avvocato?
MI pare che il sig, Lorenzo Profeti abbia avuto a disposizione oltre due mesi per rispondere alle mie domande.
Si tenga aggiornato seguendo il mio blog attentamente.
A breve arriverà il quarto video…
Enzo Di Frenna
http://www.enzodifrennablog.it/
I VOSTRI COMMENTI AL POST
Onestamente non so come una manifestazione, anche in altre nazioni, possa rimediare la problematica italiana...
Ci sono stati 300 mila persone in piazza la volta scorsa, ma i media hanno detto 50 mila e la gente davanti alla tv lo crede e, peggio ancora, crede che Berlusconi sia un martire...
Magari si pensa che lo sguardo e la critica internazionale potrebbe esser importante per rinforzare il movimento, ma il Parlamento Europeo sembra di non essistere e comunque le leggi nascono nella notte!!
Comunque, é una buona cosa alzare la voce, ma una voce sola. Ci sono persone e movimenti Anti-Berlusconi che si scontrano e creano una pluralitá di voci stonate ... questo é propio quello che non porterá nessun risoltato... "divide e vincerai".
Grazie Claudio per la luciditá delle tue parole e, suppratutto, per il coraggio di dire tutto cosí com'e´.
Saluti e benedizioni.
Nune