20 giugno 2024

SAVONA; i due Papi pedofili; la Rete L’ABUSO e una panchina viola.



La storia di Savona, piccola città ligure del nord Italia, dalla seconda metà del 1400 al centro tuttavia di curiosi casi, alcuni riconducibili ancora oggi alle crociate tra cui la leggenda di don Bertolotti. Una serie di coincidenze, compreso il fatto che nasca proprio a Savona nel 2010 – oltre alla Rete L'ABUSO – il primo focolaio italiano di sopravvissuti che riuscirà a dare a tante vittime in tutta Italia, il coraggio di uscire allo scoperto.

Una serie di situazioni che negli anni ha portato tanti cattolici a pensare che in qualche modo l'associazione, fosse la mano della volontà divina contro il dramma della pedofilia nella chiesa. Questo per una serie fortuita di fattori indubbiamente rilevanti, che hanno popolato la storia di questa piccola città.

Ma partiamo dalla fine… la panchina viola contro gli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili impiantata a Savona il 24 febbraio 2024 in piazza Giulio II.

13 giugno 2024

L'aristocrazia nera - dialogo con Riccardo Tristano Tuis BN PODCAST



Collegamento con Riccardo Tristano Tuis, Scrittore, compositore, ricercatore indipendente e autore del metodo Zenix e della Neurosonic Programming. Da oltre venticinque anni l'autore segue un percorso di ricerca che lo ha portato a studiare e praticare diversi indirizzi che spaziano dalle scuole di sviluppo umano alla meccanica quantistica e alle neuroscienze, dallo Zen alla psicologia del profondo con indirizzo transpersonale, fino agli studi sulla coscienza e sul paradigma olografico. Autore del volume "L'aristocrazia nera" - La storia occulta dell'èlite che da secoli controlla la guerra, il culto, la cultura e l'economia". 12 giu 2016

www.youtube.com/watch?v=4cX-JNmHLmo

11 giugno 2024

Rete Voltaire I principali titoli della settimana 11 giu 2024



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10 giugno 2024

Pennetta, il commissario irpino che scoprì la verità su Matteotti



L'arresto dei colpevoli e la pista del petrolio

C'è un superpoliziotto da romanzo nella tragica storia del delitto Matteotti, di cui avrebbe scoperto anche il mandante politico se non fosse stato fermato a un passo dalla verità dagli "ordini superiori" impartiti proprio da quest'ultimo, il Capo del Governo, e dittatore in pectore, Benito Mussolini.

"Epifanio Pennetta, colui che dopo l'assassinio di Matteotti aveva fatto catturare pressochè tutta la banda in 48 ore", lo definisce in uno dei suoi libri sul Fascismo lo storico francese Luc Nemeth. Dopo due mesi di misteri, polemiche e depistaggi, che avevano portato finanche alle clamorose dimissioni da Capo della Polizia di uno dei gerarchi più in vista del regime, il quadrumviro della Marcia su Roma Emilio De Bono, l'inchiesta condotta dal commissario Pennetta aveva portato al ritrovamento del cadavere del deputato socialista, il 16 agosto 1924, nel bosco della Quartarella, e prima ancora all'arresto degli esecutori materiali del rapimento, avvenuto il 10 giugno a Roma sul Lungotevere Arnaldo da Brescia: Amerigo Dumini, il capo della banda dei sequestratori, fermato dalla Polizia la sera del 12 giugno alla Stazione Termini, gli altri tre picchiatori fascisti e i complici "eccellenti" Filippo Naldi e Filippo Filippelli, quest'ultimo direttore del "Corriere italiano", che aveva fornito la sua automobile, la Lancia Kappa, per il rapimento del deputato socialista.