Drammatiche le previsioni elaborate dai ricercatori di tre università statunitensi circa gli effetti prodotti dal lockdown sui cittadini.
Un numero su tutti: nei prossimi due decenni negli Stati Uniti ci potrà essere una vera ecatombe, oltre 1 milione di morti, non per il Covid 19, ma per il lockdown.
Gli studiosi di Harvard, della Duke e della Johns Hopkins hanno raccolto una impressionante mole di dati, interviste, documenti dai quali emerge un quadro a dir poco allucinante, se non verranno presi i provvedimenti necessari.
Il reporter Steve Watson ha cercato di sintetizzare i risultati delle tre ricerche. Ecco cosa emerge.
LA “CURA” CHE UCCIDE
“Un documento di lavoro intitolato ‘The Long-Term Impact of the Covid-19 Unemployment Shock on life Expectancy an Mortality Rates’ ipotizza che per la popolazione complessiva, l’aumento del tasso di mortalità in seguito alla pandemia implica uno sconcertante 0,89 e 1,3 milioni di morti in più nei prossimi 15-20 anni. Il documento è stato scritto da Francesco Bianchi, economista della Duke University, Giada Bianchi, medico della Divisione di Ematologia, Dipartimento di Medicina, Brigham and Women’s Hospital Harvard Medical School, e Dongho Song, economista della Carey Business School della Johns Hopkins University”.
Dongho Song
Continua Watson nella sua disamina: “Lo studio su come la disoccupazione influenzi la mortalità e l’aspettativa di vita è stato incentrato su 67 anni di dati del Bureau of Labor Statistics e dei Centers for Desease Control and Prevention relativi alla disoccupazione, all’aspettativa di vita e ai tassi di mortalità”.
“Il documento suggerisce che i decessi causati dal declino economico e sociale come risultato del lockdown possono ‘superare di gran lunga quelli direttamente collegati alla malattia critica acuta Covid-19’. ‘La recessione causata dalla pandemia può mettere in pericolo la salute della popolazione per i prossimi due decenni’”.
Gli autori sottolineano che “sulla base dei dati emergenti, è probabile che l’accesso limitato all’assistenza sanitaria durante il lockdown, la sospensione temporanea degli interventi di assistenza preventiva, la perdita massiccia della copertura assicurativa sanitaria fornita dai datori di lavoro, nonché la costante preoccupazione della popolazione nel cercare cure mediche per non contrarre Covid 19, avranno un impatto ancor più grave sul tasso di mortalità e sull’aspettativa di vita”.
Ancora: “Noi interpretiamo questi risultati come una chiara indicazione per i responsabili politici a considerare le gravi implicazioni a lungo termine di tale recessione economica sulla vita delle persone quando deliberano sulle misure di ripresa e di contenimento del Covid-19”.
La cura, in sostanza, è peggiore del male.
Il lockdown ammazza più del Covid.
Lo sostengono – e documentano – i ricercatori dei tre prestigiosi atenei a stelle e strisce. E lo suffragano decine e decine di altri studi e testimonianze. Steve Watson ne offre ai lettori una rapida, drammatica carrellata.