23 luglio 2020

Gruppo Marcucci / Dal Sangue Infetto Al Plasma Iperimmune, Storia Di Una Dinasty


I Signori del Sangue”, ossia i fratelli Andrea, Paolo Marilina Marcucci, oggi proprietari del colosso per la lavorazione e distribuzione di emoderivati, Kedrion, cercano in tutti i modi di colpire la libertà d’informazione, di seppellire quel poco che resta del giornalismo controcorrente, d’inchiesta, teso a svelare le connection fra politica & affari.
Soprattutto se giocati sulla pelle dei cittadini e speculando sulla salute di tutti.

Da sinistra Paolo e Andrea Marcucci
Tanto più grave, il fresco attacco al giornalismo investigativo della Voce, in un momento drammatico come questo, ed il Paese alle prese con la tragedia del Covid 19 ed una crisi economica senza confronti.
Un momento in cui, ad esempio, c’è da affrontare la questione di terapie & cure per fronteggiare il coronavirus. E una delle strade da battere, secondo parecchi scienziati, è quella del “plasma iperimmune”.
Una terapia – come hanno fanno sapere i ricercatori – ben poco costosa, con una sacca di plasma iperimmune da appena 80 euro.



IL NUOVO BUSINESS DEL PLASMA IPERMMUNE
Ma c’è chi vuole fare affari anche con il plasma iperimmune, “industrializzandolo”, facendone salire il costo e quindi il prezzo a livello esponenziale. Un business sulla pelle della gente, dei pazienti: tanto più insopportabile, quindi.
Chi è che cerca di rendere il plasma iperimmune un gigantesco business da miliardi?
Il colosso Kedrion dei fratelli Marcucci.
E’ risultato evidente, quasi una sceneggiata tutta in famiglia, nel corso dell’audizione che si è tenuta circa un mese fa a palazzo Madama. Quando uno dei padroni di casa, il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, ha fatto partecipare il pur non invitato fratello, Paolo Marcucci, amministratore delegato di Kedrion, alla strategica audizione. Nel corso della quale il timoniere della corazzata sul fronte degli emoderivati ha potuto illustrare ampiamente il “progetto” di famiglia, con tanto di “conto lavorazione” per il plasma iperimmune da presentare agli italiani.
Attenzione: gli italiani finiranno per non pagarlo “direttamente”, quel plasma dorato, ma indirettamente sì! Dal momento che a sganciare i danari che potranno affluire nelle casse dei Marcucci sarà lo Stato, quindi gli stessi cittadini. Cornuti e mazziati!

Uno stabilimento Kedrion
Una vicenda che più vergognosa non si può, illustrata per filo e per segno da un Paolo Marcucci ricevuto in pompa magna a palazzo Madama: una faccia che più di bronzo non si può.
Della vicenda si è parlato poco sui media. Un articolo de il Fatto e, per fortuna, un paio di puntate delle “Iene” che hanno ben delineato i contorni della farsa sulla pelle – e sul sangue, visto che parliamo di plasma – degli ignari cittadini, come è stato documentato nelle numerose interviste ai donatori guariti dal coronavirus.

Nel poker di articoli querelati ce n’è uno proprio sul plasma iperimmune.
I Marcucci si sono sentiti “oltraggiati”, lesi nelle loro maestà quasi di origine quasi divina, dall’aver rammentato ai lettori, negli altri articoli e inchieste querelate, le importazioni di sangue che la Voce denunciò la bellezza di 43 anni fa, sulle colonne dell’antica “Voce della Campania” diretta da Michele Santoro.
Quando in un reportage del 1977 facevamo, appunto, riferimento ai centri di raccolta del sangue impiantati in Congo Belga non da Kedrion (che è stato costituita nel 2000) ma dalle precedenti sigle di casa Marcucci (Sclavo, Biagini, Farmabiagini etc.) guidate da padre-patriarca Guelfo Marcucci. In basso potete leggere quell’inchiesta del 1977.
Circostanze ribadite nel volume “Sua Sanità”, uscito nel 1993 e dedicato alle acrobatiche imprese dell’ex ministro Francesco De Lorenzo, ottimo amico di Guelfo e di Andrea Marcucci, candidato per il Pli alle elezioni del 1992.

LE CONFUSIONI “AD ARTE” E I “NUMERI”
Nella loro querela i legali dei rampolli di casa Marcucci creano più volte “ad arte” una confusione continua tra Kedrion e le vecchie società. Tanto per seminare fumo e sperare che le responsabilità – facendo di tutta erba un fascio – non saltino mai fuori.
Come è successo per il processo del “sangue infetto”, durato esattamente tre anni davanti alla sesta sezione penale del tribunale di Napoli e conclusosi con un clamoroso “il fatto non sussiste”. Ossia nessuna responsabilità per dirigenti e funzionari delle vecchie sigle di casa Marcucci e per il Re Mida della Sanità, Duilio Poggiolini, che invece venne condannato, con l’amico e sodale Francesco De LorenzoSua Sanità, nella altrettanto clamorosa “Farmatruffa”.

Nei nostri articoli – anche in quelli appena querelati – non abbiamo mai tirato in ballo Kedrion per la “sangue infetto story”; ma sempre le antiche aziende di casa. Né mai gli stessi rampolli, per evidenti motivi anagrafici.

Duilio Poggiolini e Francesco De Lorenzo
E altra confusione ad arte, seminano i legali Carlo Cacciapuoti e Carla Manduchi, sul fronte dei numeri, delle cifre. La Voce ha sempre distinto tra il processo per il sangue infetto, che ha visto la presenza in aula di appena 9 parti civili (poi ridottesi a 8 per la morte di una nel corso del processo); e la “strage del sangue infetto”, popolata da oltre 5 mila “anime morte”, una gran parte delle quali non avrà mai uno straccio di giustizia né il becco di un risarcimento (per i familiari).
Per questo la Voce, da oltre trent’anni, sta lottando per far sì che uno spiraglio di giustizia torni a poter far capolino in un buio senza fine. E soprattutto di “memoria”, per quanto può contribuire a fare, con i pochissimi mezzi a disposizione ma una passione civile senza confini, un mensile cartaceo prima (la Voce della Campania-la Voce delle Voci) e un sito di contro-informazione come il nostro oggi.
Eppure, secondo i Marcucci, le nostre sono “sedicenti inchieste”, “eresie”, articoli “senza professionalità” e senza neanche “una redazione”; noi siamo animati solo da un “odio biblico” nei confronti dei divini nocchieri di Kedrion! Tanto per cercare di delegittimarci, di gettar fango su coloro i quali invece – carte e documenti alla mano, verbali e pezze d’appoggio – dettagliano i loro affari nell’arco dei decenni.
Ed anche negli ultimi mesi, come testimonia la querela calda come una sfogliatella. In cui, però, non compare uno degli articoli più “forti” scritti nelle ultime settimane, peraltro oggetto di una risentita lettera inviata, per conto dei Marcucci, dall’avvocato Manduchi.
Al centro dell’affaire, stavolta, i rapporti “scientifici” fra Kedrion e un grosso centro di ricerca localizzato a Wuhan, in Cina.

LA “COLLABORAZIONE” TRA KEDRION E IL CENTRO DI WUHAN
Apriti cielo! All’indomani dell’uscita dell’articolo sul sito della Voce ci arriva l’infuocata email di Manduchi, proprio come mesi prima ci era arrivata la missiva al vetriolo di Cacciapuoti per l’articolo “Teflon & emoderivati”.

Manduchi contesta l’accostamento tra Kedrion e il centro di Wuhan: come se noi avessimo accusato i Marcucci di aver causato la pandemia!!

Il tribunale di Napoli
Abbiamo replicato, a stretto giro (pubblicando sulla Voce, come già in precedenza, la lettera del legale dei Marcucci e la nostra risposta) che era stato addirittura Paolo Marcucci a rilasciare, qualche giorno prima, un’intervista al Corriere della Sera in cui pomposamente ragguagliava gli italiani sui prestigi internazionali di Kedrion e gonfiava il petto proprio a proposito della collaborazione con il centro di Wuhan!
Noi, quindi, accusati di aver semplicemente riportato le frasi del comandante maximo di Kedrion!
Ai confini della realtà.
Ma attenzione. Sia l’inchiesta su Kedrion-Wuhan (non querelata, strano ma vero) che i quattro articoli invece querelati, sono sparito letteralmente dal nostro sito. Volatilizzati, come abbiamo spiegato nell’inchiesta del 6 luglio.
Lo abbiamo denunciato al comando di polizia di Napoli-Pianura, lo abbiamo dettagliato anche nella memoria che abbiamo inviato il 7 luglio al pubblico ministero della procura di Napoli, Maria De Mauro, incaricata di svolgere indagini in merito alla querela presentata dai Marcucci contro la Voce e il suo direttore responsabile, nonché autore delle inchieste, Andrea Cinquegrani.
A breve vi ragguaglieremo sugli sviluppi.

L’INCHIESTA DELLA VOCE DI GENNAIO 1977










22 luglio 2020

Q-Anon, il dovere della serietà: fake news e indizi attendibili

Dan Scavino Siamo in guerra! Una guerra diversa da quelle a cui siamo stati abituati fino ad oggi, una guerra tra due modi di vedere il mondo, una guerra tra un sistema tiranno che cerca di dare gli ultimi colpi di coda per avere il totale controllo del pianeta e dei suoi abitanti contro un sistema più conservatore che combatte la perversione di questo “drago feroce”. Sappiamo bene che il controllo della popolazione passa da un presupposto fondamentale: Il controllo dell’informazione. Abbiamo parlato più volte di come i 5 gruppi più grossi che controllano il 90% dell’informazione siano stati furbescamente infiltrati, acquisiti nelle loro quote di maggioranza, pilotati e resi funzionali e dipendenti dal “Drago”. Da questo fondamentale presupposto nasce Q. Nell’ottica di questa nuova tipologia di guerra, combattuta a colpi di disinformazione e condizionamento, diventa essenziale un nuovo tipo di esercito, un esercito digitale che sia in grado di veicolare e diffondere le vere notizie, un esercito che diventi megafono delle istanze del popolo ma anche divulgatore del marcio che piano piano viene a galla grazie ai suggerimenti di Q. Per questo nascono i “Q Anon”.
Q è un’operazione di intelligence militare, la prima nel suo genere, il cui obiettivo è quello di fornire al pubblico informazioni segrete. Molti seguaci di Q pensano che il team Q sia stato fondato dall’ammiraglio Michael Rogers, ex direttore della National Security Agency ed ex comandante del Cyber ​​Command degli Stati Uniti. E’ possibile che Dan Scavino, direttore dei social media della Casa Bianca, faccia parte del team, perché l’alta qualità della scrittura di Q è senza ombra di dubbio quella di un esperto di comunicazione. Q è una nuova arma nel gioco della guerra delle informazioni, che evita i media ostili e il governo corrotto per comunicare direttamente con il pubblico. Mentre Trump comunica senza mezzi termini e direttamente, Q è criptico, scaltro e sottile, offrendo solo indizi che richiedono contesto e connessione. La prima fase di The Great Awakening è accrescere la consapevolezza sull’esistenza del Deep State – le entità governative interconnesse che operano al di fuori della legge per espandere il proprio potere. Le elezioni e l’opinione popolare non incidono sulla capacità del Deep State di rispettare la sua agenda.
La seconda fase di The Great Awakening indaga sull’alleanza del Deep State con altri potenti settori: media, Hollywood, enti di beneficenza e non profit, scuole pubbliche e università, organizzazioni religiose, istituzioni mediche, scientifiche e finanziarie e società multinazionali. Questa fase può essere dolorosa, poiché scopri che “quelli di cui ti fidi di più” (nella frase di Q) ti stanno ingannando. Celebrità amate, leader religiosi, dottori, educatori, innovatori e do-gooder sono tutti nella menzogna. La terza fase di The Great Awakening è forse la più dolorosa di tutte. Le persone che ci governano non sono semplicemente creature amorali che ci vedono come danni collaterali nel loro desiderio di denaro e potere. È più spaventoso di così. I potenti che serviamo stanno attivamente cercando di farci del male. Questo è il loro obiettivo. Siamo sotto attacco coordinato. Tutto quello Q-Anonche si richiede ai Q Anon è di diffondere notizie vere partendo dalle indicazioni dei Drop rilasciati da Q a questo indirizzo. Sulla base di questi drop il compito di un Q Anon è quello di cercare notizie riguardanti quel drop specifico e di indagare il più possibile quell’argomento per far venire a galla il marciume del “Drago”.
Purtroppo in queste ultime settimane il movimento è stato evidentemente infiltrato dal sistema. La tecnica è sempre la solita: inondare di assurdità le pagine e i siti dei Q Anon, oltre che crearne di nuovi che ad un primo sguardo sembrano provenire da veri Anon. Mischiare argomenti seri ed importanti, elementi essenziali per indagare il marcio con assurdità che mai e poi mai saranno rintracciabili nei drop di Q, rendendo di fatto quello dei Q Anon un argomento relegabile al becero “complottismo”. C’è da dire che un limite del progetto Q è proprio questo: tutti diventiamo possibili divulgatori di notizie, anche chi non ha un background culturale e scolastico solido. Così diventano tanti gli Anon che fanno il gioco del sistema, mettendo in ridicolo tutto il movimento, rischiando di farci perdere questa guerra. E ci riferiamo a tutte quelle finite notizie (Fake News) su arresti ed esecuzioni già avvenute, come l’elenco apparso in un sito greco di disinformazione in cui si può leggere che il Papa e tutti i cardinali sono stati giustiziati e sostituiti con dei cloni, o dell’esecuzione di George Soros con tanto di fotomontaggio mentre sta andando al patibolo, e così via.
La macchina del Deep State sta reagendo inondando il web di notizie false costruite a tavolino e condivise da agenti disinformatori e persone ingenue e credulone che in buona fede credono a tutto e sostengono le loro tesi con grinta ed arroganza. Q non ha mai parlato di esecuzioni già avvenute… tutt’altro, ha sempre dichiarato che le cose si devono fare nella Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwelltrasparenza e legalità e nel rispetto del diritto, e che la Tempesta in atto serve a mostrare alla gente cosa veramente sia il Deep State, perché le parole non basterebbero. Q aggiunge inoltre che le informazioni e i drop che vengono trasmessi sono molto importanti, da maneggiare con cura (Handle with care) facendo capire di non scadere nel sensazionalismo o nella paranoia, come spesso abbiamo visto attraverso “bollettini” di futuri black-out durante i quali si sarebbe fermata ogni cosa sul Pianeta per facilitare gli arresti, cosa che non è mai accaduta, ma divulgata dai soliti ingenui ottenendo un effetto boomerang su tutto il Movimento Q.
«Ognuno di noi sa che i processi legati al Pizzagate o il famigerato caso Epstein sono tutt’ora in corso e colpiranno tutti i frequentatori dell’isola dei pedofili, come è stata rinominata la sede dei suddetti incontri, e che quindi tutti i frequentatori, divi di Hollywood e politici di tutto il mondo nonché finanzieri e finti filantropi oggi famosi per strategie vaccinali da imporre al mondo, arriveranno a processo e saranno giudicati per le loro colpe; ma tutto, come dice Q, avverrà attraverso tribunali civili e militari, e il mondo finalmente potrà capire la trama di quello che stiamo tutti vivendo ormai da anni. Il progetto del Nwo è alle sue ultime battute dopo secoli di colpi di Stato, manipolazioni e controllo della finanza mondiale e della comunicazione… non lasciamoci travolgere dai suoi ultimi colpi di coda».
(Davide Donateo e The Q Italian Patriot, “Q-Anon, il dovere della serietà”, da “Database Italia” del 7 luglio 2020).

21 luglio 2020

Ghislaine Maxwell avrebbe "una scorta segreta di sex tape" e "copie di tutto quello che aveva" Jeffrey Epstein

Un ex amico della coppia sostiene che tali registrazioni coinvolgerebbero persone potenti e che se l'accusata cade "porterà tutti con sé"
Ghislaine Maxwell, l'ex partner di Jeffrey Epstein, avrebbe "una scorta segreta" dei sex tape del defunto miliardario americano e userebbe il materiale se dovesse negoziare la sua uscita di prigione, ha detto al Daily Mail un anonimo ex amico.
I nastri avrebbero coinvolto personaggi noti e la celebrità britannica li avrebbe conservati perché "è sempre stata molto astuta" e non avrebbe passato così tanto tempo con Epstein senza avere una certezza: "se Ghislaine va giù, porterà tutti con sé", ha detto l'amico di lunga data della sospetta.

Epstein "non solo amava registrarsi con i minori", ma voleva "assicurarsi di avere materiale su uomini ricchi e potenti che approfittavano della sua malata generosità" e Maxwell "era sempre furba come loro", quindi non sarebbe rimasta con il magnate "tutti quegli anni senza avere alcuna assicurazione".

Maxwell è stata arrestata negli Stati Uniti il 2 luglio, rimane in custodia cautelare senza cauzione, ed è accusata di sei reati federali, tra cui spergiuro e cospirazione per incitare i minori a viaggiare per atti sessuali illegali o per trasportarli con l'intento di compiere attività sessuali criminali.

Un giorno dopo la morte di Jeffrey Epstein, il New York Times ha pubblicato la storia di un giornalista che lo aveva intervistato nel 2018, quando il magnate sosteneva di conoscere molte cose potenzialmente dannose o imbarazzanti su persone ricche, famose e potenti e suggeriva di avere delle foto per dimostrare tale affermazione.

Spencer Kuvin, avvocato di diverse vittime del predatore sessuale, ha avvertito la settimana scorsa che Ghislaine Maxwell potrebbe incontrare lo stesso destino di Epstein perché "sa troppo" e certe persone potenti vorrebbero "metterla a tacere".
Negli ultimi anni, Maxwell è stata fotografata con celebrità come il Principe Andrea d'Inghilterra o il Presidente degli Stati Uniti e sua moglie, Donald e Melania Trump; mentre nel 2010 ha partecipato al matrimonio di Chelsea Clinton, figlia dell'ex inquilino della Casa Bianca ed ex Segretario di Stato americano, Bill e Hillary Clinton.

20 luglio 2020

Gruppo Marcucci / Attaccano Le Inchieste Della Voce. Che Spariscono…


Spariti, volatilizzati dal sito della “Voce” gli ultimi articoli e inchieste dedicati alle imprese del gruppo Marcucci, quei “Signori del sangue” che dagli anni ’70 hanno l’oligopolio della lavorazione e distribuzione di emoderivati, un autentico pozzo di San Patrizio. E oggi vogliono dettar legge nel super mercato del post Covid a botte di “sangue iperimmune”, come hanno di recente proposto in Senato.
Un autentico “mistero”, un vero giallo che abbiamo provveduto a denunciare, il 6 luglio, alle forze di Polizia, con un dettagliato esposto.
Ecco cosa è successo.

HACKERAGGIO O CHE?
Nei giorni scorsi abbiamo potuto leggere il testo di una fresca querela presentata dai tre rampolli di casa Marcucci, ossia Paolo, socio e amministratore della corazzata di famiglia KedrionMarilina e Andrea Marcucci, entrambi soci di Kedrion e quest’ultimo pezzo da novanta del PD, in qualità di capogruppo al Senato.
I tre contestano il contenuto di quattro articoli scritti dalla Voce negli ultimi 4 mesi, da febbraio a maggio.

Andrea Marcucci
Il primo, del 29 febbraio 2020, si intitola “Teflon e emoderivati / Usa e Italia uniti nelle stragi” e prende spunto dal film americano “Acque sporche” (“Dirty Waters”) uscito nelle sale prima della chiusura per Covid.
Il secondo, del 29 febbraio, è titolato “Strage del sangue infetto / Un attacco frontale di Andrea Marcucci & C. alla Voce”, quando abbiamo pubblicato la lettera stizzita dei Marcucci contro l’inchiesta della Voce della settimana precedente e la nostra replica, punto per punto.

Il terzo articolo è comparso esattamente un mese dopo, il 29 marzo 2020, titolato “Gruppo Marcucci / Vola la corazzata Kedrion”, e si riferisce semplicemente al forte rialzo in Borsa del titolo Kedrion. Tutto qui.
Il quarto articolo, poi, è uscito il 5 aprile 2020, titolo “Andrea Marcucci / Primo firmatario dell’emendamento killer”. Riguarda la vicenda del plasma iperimmune, l’argomento del giorno, soprattutto perché oggetto di una contestatissima audizione in Senato, dove si sono presentati il capogruppo del PD, Andrea Marcucci e – pur non convocato – suo fratello Paolo, che illustra il progetto di “famiglia” per poter controllare il business del plasma iperimmune.
Al tema bollente dedicano un’accesa puntata “Le Iene”.
I legali di casa Marcucci, Carlo Cacciapuoti Carla Manduchi, querelano il 7 maggio la Voce. Che ne viene a conoscenza il 15 giugno, e può leggere il testo della stessa querela il primo luglio.
Ci mettiamo in moto, per rispondere, anche questa volta, punto per punto, alle contestazioni, redigendo una corposa memoria che il 7 luglio viene inviata per pec al pubblico ministero della procura di Napoli incaricato del caso, Maria De Mauro.

La foto che era inserita in apertura dell’articolo sparito su Teflon & emoderivati
Nella giornata del 5 luglio stiamo completando la memoria e raccogliendo tutti gli allegati, utili come documentazione per suffragare quanto da noi scritto.
Ma ecco la sorpresa. Quando cerchiamo gli ultimi quattro articoli contestati, non li troviamo sul nostro stesso sito!
Spariti, volatilizzati, scomparsi!
Facciamo un salto sulla sedia. Cosa può essere mai successo? Come mai non riusciamo a reperire articoli molto recenti, quei quattro usciti appunto tra febbraio e maggio, non vecchi di 10 o 20 anni?
A questo punto prepariamo un “esposto-denuncia” che presentiamo al commissariato di pubblica sicurezza di Pianura-Napoli, il 6 mattina. Scrivendo, tra l’altro, che “tali articoli risultano scomparsi dal sito senza che il sottoscritto (Andrea Cinquegrani, direttore della Voce, ndr), unico legittimato ad operare sul portale, li abbia mai rimossi”. “Si ipotizza che una operazione di hackeraggio abbia potuto cancellare arbitrariamente tali articoli”.

IL GIALLO NEL GIALLO, “WUHAN”
Nella stessa denuncia facciamo riferimento al fatto che eravamo in procinto di allegare gli articoli nella nostra memoria difensiva dopo la querela dei Marcucci, i quali, nella stessa querela, avevano avanzato una richiesta di “urgente sequestro preventivo” degli articoli in oggetto, dei quali si richiedeva l’immediato “oscuramento o deindicizzazione”.
A questo punto, i Marcucci in qualche modo hanno “ottenuto” il loro scopo: “oscurare” quegli articoli, farli sparire dal nostro sito, far sì che ora i lettori non possano più leggere dalla Voce notizie sull’emendamento killer circa il plasma iperimmune oppure del giallo di Wuhan.
Sì perché c’è una quinta inchiesta che abbiamo pubblicato e per la quale abbiamo ricevuto una lettera dell’avvocato Manduchi, il legale che ha co-firmato la querela. La quinta inchiesta riguarda i rapporti tra Kedrion e un importante centro di ricerca di Wuhan, del quale forniamo i dettagli.

Paolo Marcucci
La Voce viene accusata di aver osato accostare il nome dei Marcucci, della prestigiosa Kedrion, al cuore della pandemia! Peccato sia stato Paolo Marcucci in persona a dettagliare tutti i particolari dell’intesa tra Kedrion e il centro di Wuhan nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, non al settimanale di Canicattì!
Strano, però, che la vicenda di Wuhan, pur contestata per lettera, non abbia trovato spazio nella querela presentata dai Marucci contro la Voce. Un passo indietro su quel fronte, o che?

Comunque, abbiamo provveduto a pubblicare sulla Voce anche quella lettera sul caso Wuhan, con una nostra risposta: come di consueto, punto per punto.

QUANDO SUA SANITA’ DE LORENZO “RUBAVA LE BOZZE”
Torniamo a bomba. Ossia all’hackeraggio subito dalla Voce, all’oscuramento dei 4 articolo querelati. Anzi dei 5, visto che il “giallo di Wuhan” risulta anch’esso sparito dal nostro sito, pur essendo stato contestato ma non querelato.
E torniamo indietro nel tempo di quasi trent’anni. Per la precisione ad inizio del 1992, quando stava per uscire nelle librerie italiane il volume “Sua Sanità”, coedito dalla Voce e dalla Publiprint di Trento, e dedicato alle allora molto fortunate imprese del ministro della Sanità Francesco De Lorenzo.
Un volume che ha avuto un decollo molto inusuale.
Prima ancora infatti che le copie potessero entrare nel complesso circuito della distribuzione e quindi, dopo giorni, nelle librerie, gli avvocati di “Sua Sanità” era già in possesso delle bozze del libro.
Tanto da poterne chiedere pubblicamente il sequestro, sventolando il relativo atto giudiziario in occasione della presentazione in anteprima del libro, durante la kermess editoriale “Galassia Gutemberg” a febbraio 1992. Alla presentazione, tra gli altri, aveva preso parte anche il “futuro” sindaco di Napoli, Antonio Bassolino.
Seduta stante – e concretamente il giorno seguente – annunciamo di voler presentare una denuncia di ricettazione a carico di De Lorenzo, il quale non poteva essere entrato in possesso delle bozze, con largo anticipo rispetto alla stampa del libro, se non per via illegale e fraudolenta.
Ne scaturisce un putiferio. La notizia rimbalza per tutta la stampa nazionale, tanto che – per fare un solo esempio – il Resto del Carlino titolò: “Adesso De Lorenzo ruba anche le bozze di un libro”.
Anni duri per Sua Sanità. Che verrà processato e condannato per la “Farmatruffa” con il suo amico e sodale Diulio Poggiolini, il Re Mida della sanità e direttore generale al ministero. I due, infatti, vengono condannati sia sotto il profilo penale che amministrativo, dovendo risarcire 5 miliardi di lire a testa per aver infangato, con il loro comportamento, l’immagine dell’Italia.

LE DUE DINASTY PARALLELE
Nel libro “Sua Sanità” – per diverse settimane in testa alla hit della saggistica – un capitolo viene dedicato alla dinasty dei Marcucci. Con la quale un’altra dinasty, quella dei De Lorenzo, ha stretto un vero e proprio patto politico e d’affari.
Proprio nel 1991, infatti, per via degli ottimi rapporti tra Sua Sanità e il patriarca della famiglia MarcucciGuelfo, viene candidato con successo alla Camera il rampollo Andrea, che risulterà il più giovane parlamentare mai eletto nel nostro paese. Collegio prescelto, of course, quello della natia Toscana.
Guarda caso, negli stessi mesi fa il suo ingresso nel consiglio d’amministrazione di “Scalvo” – una delle perle di casa Marucci – Renato De Lorenzo, fratello di Sua Sanità.
Come dire, un affare tira l’altro, dalla politica alle imprese.
Ma cosa fanno i Marcucci nella loro querela contro la Voce? Negano ogni rapporto con Sua Sanità De Lorenzo, si sentono oltraggiati – ovviamente in primis il capo Pd al Senato Andrea Marcucci – e lesi nelle loro maestà. Negano tutto. Così come i rapporti con il Re Mida Poggiolini.
Facce di bronzo.
Lo documentiamo domani con un’altra inchiesta.

19 luglio 2020

POTERE E PEDOFILIA: LE TRAME OSCURE ESCONO DAL DARK WEB



Sono circa un milione i bambini che scompaiono ogni anno in Europa. Solo una piccola percentuale viene ritrovata. Molti finiscono nella tratta dei minori e nelle reti dei pedofili. In questi giorni in tutta Europa sono in corso operazioni di polizia contro diversi gruppi criminali. Su #Byoblu24 interviene don Fortunato di Noto, Presidente dell'associazione Meter che afferma con forza: "Non possiamo più rimanere in silenzio". Byoblu ha poi sentito il criminologo e psichiatra Alessandro Meluzzi, secondo il quale i recenti fatti di cronaca potrebbero anche nascondere l'ombra delle élite e dei poteri forti.

18 luglio 2020

Gli Usa fuori dall’Oms: Trump sfida la mafia del coronavirus

Tedros Adhanom Ghebreyesus Se qualcuno non l’avesse ancora capito, siamo in guerra: lo chiarisce nel modo più drastico Donald Trump, che ha ritirato formalmente gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In primavera, il gelo era sceso con il primo annuncio statunitense: stop alla contribuzione annuale da parte degli Usa, mezzo miliardo di dollari nel 2019. Poi le critiche sempre più accese alla gestione dell’organismo Onu, accusato di colpevole negligenza durante lo scoppio dell’epidemia di coronavirus in Cina. Infine, il 6 luglio, la decisione ufficiale comunicata al Congresso e alle Nazioni Unite: gli Usa sono ufficialmente fuori dall’Oms. La mossa di Donald Trump accende inevitabilmente i riflettori su quelli che ora sono i primi finanziatori dell’organizzazione: la Cina, poco trasparente al momento dell’esplosione pandemica, e un privato come il miliardario Bill Gates, patron della Microsoft e oggi trasformatosi nel maggior propagandista mondiale dell’obbligo vaccinale. Il figlio di Bob Kennedy, l’avvocato Robert Kennedy Jr., gli rivolge accuse terribili: Bill Gates foraggia l’Oms ma in cambio intasca molto più denaro, grazie ai vaccini che fanno capo alla sua holding, prescritti in vari paesi dai programmi vaccinali raccomandati dalla stessa Oms (recentemente espulsa dall’India con l’accusa di aver rovinato quasi mezzo milione di bambini, attraverso vaccini pericolosi per la salute).
Ombre cinesi si allungano da tempo sullo stesso direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, che deve a Pechino buona parte della sua carriera politica in un paese come l’Etiopia, strategica porta d’ingresso della Cina verso il continente africano. «Nel mese di maggio – ricorda il “Giornale” – l’Oms era stata accusata dalla stampa Usa e da testate come il “Wall Street Journal” di essere asservita all’influenza di Pechino, che fece sentire il proprio peso geopolitico nell’elezione dello stesso Ghebreyesus nel maggio 2017». Secondo il “Financial Times”, l’Oms è «un’istituzione compromessa», proprio perché «manca di indipendenza dai suoi paesi membri, e “non solo dalla Cina». Le sfide per la salute globale, infatti, «richiedono che l’Oms superi tali interessi parrocchiali», perché «un’istituzione internazionale indipendente e obiettiva» può servire al meglio «anche gli interessi nazionali». Il problema non sono solo i ritardi e la malagestione del Covid-19 ma anche, per esempio, nel 2009, la sua gestione “opaca” dell’epidemia di H1N1, comunemente nota come influenza suina. Il vero problema è che, attualmente, l’80% del bilancio dell’Oms proviene da contributi volontari.
Come lo stesso Trump ha più volte sottolineato nelle scorse settimane, l’organizzazione ha sbagliato «ripetutamente» difendendo Pechino dalle accuse di scarsa trasparenza all’inizio della diffusione del Covid. «Quegli errori reiterati – sottolinea Trump – sono stati estremamente gravosi per il mondo». Secondo il presidente Usa, «molte vite avrebbero potuto essere salvate» se l’attuale direttore «avesse seguito l’esempio» di uno dei suoi predecessori alla guida dell’Oms, la norvegese Harlem Brundtland, che nel 2003 riuscì a bloccare la diffusione della Sars. Quello che Trump non può dire apertamente, ma che invece da più parti si sospetta, è che l’attuale gestione dell’Oms – di concerto con la Cina – abbia deliberamente lasciato esplodere il problema Covid, per paralizzare l’Occidente e mettere Trump in difficoltà alla vigilia delle presidenziali americane. Una sorta di rappresaglia, dopo la decisione di Trump di frenare l’egemonia economica cinese, imponendo dazi sulle esportazioni di Pechino. Quello che l’Italia ha già pagato, sulla sua pelle, è intanto l’imposizione del “modello Wuhan” Donald Trumpraccomandato proprio dall’Oms: un blocco severissimo ma tardivo, che ha provocato un vero e proprio disastro economico. Ad aggravare la situazione, la decisione italiana di attenersi alle erronee disposizioni – sempre dell’Oms – per contenere il contagio e curare i pazienti.
Ora gli italiani fanno i conti con il lockdown “cinese” consigliato dall’Oms: il 50% della popolazione, secondo Bankitalia, è alle prese con difficoltà economiche. Nel frattempo, medici e magistrati denunciano il governo per aver ignorato cure salva-vita, insistendo nell’imporre terapie addirittura deleterie, come l’ossigenazione forzata: quelle, e non il virus, avrebbero provocato migliaia di vittime. Sullo sfondo, si delinea uno scontro geopolitico paragonabile a una nuova guerra fredda. La sfida di Trump ha per bersaglio un’organizzazione, l’Oms, che è stata usata come “arma letale” dall’oligarchia internazionale, anche occidentale e statunitense, che ha permesso alla Cina di realizzare il suo boom economico (con regole truccate) per far trionfare un modello da esportare poi in un Occidente non più democratico. In altre parole: colpendo l’Oms, Trump si scaglia contro il potere apolide, neoliberista, che ha permesso alla Cina di fare concorrenza sleale ai lavoratori e alle imprese occidentali, con prodotti a basso costo grazie a condizioni di lavoro prive di tutele, in un sistema senza democrazia e senza leggi a salvaguardia dell’ambiente. Ecco perché oggi Trump si sfila dall’Oms “cinese”, che probabilmente ha manipolato la stessa pandemia, trasformando il coronavirus in un’arma contro la libertà e la democrazia.