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10 maggio 2017
Femminicidio: inaugurato a Roma il Muro delle Bambole
Inaugurazione del Muro delle Bambole a Roma alla presenza di numerosi personaggi dello spettacolo, della cultura, della magistratura e della scuola, tra il Vaticano, il Palazzo di giustizia, e Castel Sant’Angelo.
E’ stato inaugurato a Roma il Muro delle Bambole, una iniziativa che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza contro le donne, “servirà per far riflettere le migliaia di persone che passeranno qui“, in via degli Acquasparta a pochi passi dalla Corte di Cassazione. Ha detto il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, inaugurando l’installazione sul muro del Teatro di Tor di Quinto, dove ogni bambola rappresenta una donna vittima di violenza.
Michele Baldi, capogruppo della lista Civica Nicola Zingaretti, afferma che “questo muro diventerà un simbolo di Roma per dire a tutti quanti che amare una donna non significa violenza: chi la usa è solamente un vigliacco, un bastardo“.
La Regione Lazio, d’altronde, è da tempo impegnata nel finanziare progetti di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, per promuovere la cultura del rispetto e delle differenze tra uomo e donna, contrastare la violenza di genere, assistere e tutelare le vittime: “Ci siamo dotati di una legge regionale all’avanguardia – ha continuato il presidente – perché se è vero che esiste una responsabilità individuale o di gruppo di chi fa violenza e che va repressa, è altrettanto vero che c’è una responsabilità civile ed etica delle persone, delle istituzioni di non lasciar sole le persone che hanno subito violenza”. Il presidente ha voluto posizionare una bambola sul Muro delle Bambole – sovrastato da un murales contro il femminicidio di Maupal, alias Mauro Pallotta, tra gli street artist italiani più famoso al mondo – alla presenza di personaggi dello spettacolo, della cultura, della magistratura e della scuola.Ad appendere una bambola anche Pietro Orlandi, per oltre metà della sua vita impegnato nella ricerca di sua sorella Emanuela, scomparsa il 22 giugno 1983 non vittima di femminicidio ma, come spiega Pietro: “ci sono tantissimi tipi di violenza“, anche “quando la verità viene nascosta, perché forse non la si vuole far emergere“.
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