21 dicembre 2009

23 dicembre 2009, tutti in silenzio e sdraiati a terra

23 dicembre 2009, tutti in silenzio e sdraiati a terra in piazza del Popolo (Roma)

dalle ore 17 alle 19 -
organizzato da Diritto alla Rete e Istituto per le Politiche dell'Innovazione
aderiscono e partecipano: il popolo Viola del No B Day, centinaia di blogger e associazioni

Libera Rete in libero Stato

Internet è una piazza libera. Una sterminata piazza in cui milioni di persone si parlano, si confrontano e crescono. Internet è libertà: luogo aperto del futuro, della comunicazione orizzontale, della biodiversità culturale e dell’innovazione economica. Noi non accettiamo che gli spazi di pluralismo e di libertà in Italia siano ristretti anziché allargati. Non lo accettiamo perché crediamo che in una società libera l’apertura agli altri e alle opinioni di tutti sia un valore assoluto. Non lo accettiamo perché siamo disposti a pagare per questo valore assoluto anche il prezzo delle opinioni più ripugnanti. Non lo accettiamo perché un Paese governato da un tycoon della televisione ha più bisogno degli altri di una Rete libera e forte. Non lo accettiamo perché Internet è un diritto umano. Libera Rete in libero Stato.

dirittoallarete.ning.com

ENGLISH
Free Internet in a free Country Free Internet in a free Italy The internet is a free space. It is an endless place in which millions communicate, exchange ideas and grow. The internet is freedom: it is the open space of the future, of horizontal communication, cultural diversity and economic innovation. We cannot accept that pluralism and freedom in Italy be limited instead of broadened. We cannot accept it because we believe that, in a free society, openess to others and to their ideas is a value of absolute importance. We cannot accept it and are prepared to listen to the most repugnant of views. We cannot accept it because Italy, a country ruled by a television tycoon, needs more than other nations the counterweight of a free and strong Network. We cannot accept it because the internet is a human right. Free Internet in a free Country Free Internet in a free Italy

17 dicembre 2009

Proiezione di Zero Film presso EUTELIA

LAVORATORI DI EUTELIA IN OCCUPAZIONE,

IN COLLABORAZIONE CON LA RETE ANTICRISI ROMANA,

ORGANIZZANO UNA SERATA SU POTERE E INFORMAZIONE.

ORE 19.30: PROIEZIONE DEL FILM “ZERO - INCHIESTA SULL’11 SETTEMBRE”

ORE 21 CENA E DIBATTITO.

INTERVERRA’ GIULIETTO CHIESA

Venerdì 18 dicembre presso Eutelia,

Via Giulio Vincenzo Bona, 67

Roma

15 dicembre 2009

"Mistero" - Puntata 5 su H.A.A.R.P. e scie chimiche: il video

Il giorno 11 dicembre 2009 il canale Italia Uno ha mandato in onda la quinta puntata di "Mistero", il programma condotto da Enrico Ruggeri. Nel corso della trasmissione, è stato proposto un servizio che ha tratteggiato il controverso e spinoso tema di H.A.A.R.P. in correlazione alle scie chimiche. Sebbene non siano stati considerati i vari addentellati della questione, sono stati evidenziati gli aspetti salienti in modo chiaro e corretto, intervistando scienziati e ricercatori come Jerry Smith. E' stato privilegiato l'argomento delle manipolazioni climatiche, accennando, però, anche alle implicazioni strategiche, economiche ed al controllo mentale. Qui il link per il download del file in versione mpeg4 (64 megabites).
www.tankerenemy.com

11 dicembre 2009

Byoblu.Com - Sabotaggio a Giampaolo Giuliani

10 dicembre 2009 - 21.13
 

Sabotaggio a Giampaolo Giuliani

Sabotaggio Giampaolo Giuliani

 Due domeniche fa, il 29 novembre, Giampaolo Giuliani teneva la conferenza di presentazione del suo libro a L'Aquila. Nello stesso momento, approfittando dell'assenza del ricercatore e dei suoi assistenti, qualcuno si intrufolava nella sua stazione di rilevamento, collocata all'interno del laboratorio del Gran Sasso, e portava a compimento una vera e propria azione di sabotaggio, sottrando due schede hardware di fondamentale importanza e difficilmente reperibili.
 
 Il sabotaggio si è verificato tra le 16.10 e le 16.20. Dieci minuti di tempo durante i quali qualcuno privo di scrupoli ha sfilato dal loro alloggiamento, collocato all'interno del PM2, una circuiteria fondamentale per il funzionamento della stazione e per l'elaborazione dei dati forniti dal rivelatore di gas radon. L'individuazione dell'orario corretto è stata resa possibile grazie al fatto che il computer dove i dati vengono memorizzati non è stato toccato, ed è stato proprio in quella finestra temporale che il flusso di informazioni si è interrotto.

 La stazione di rilevamento è collocata all'interno di un'area ad accesso riservato, entro la quale può circolare liberamente soltanto il personale dell'INFN, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. I carabinieri, che hanno chiesto di mantenere il massimo riserbo durante l'avvio delle indagini per evitare l'inquinamento delle prove, dovrebbero avere acquisito le registrazioni delle telecamere a circuito interno.

 Giuliani conduce una ricerca per molti versi controversa e largamente osteggiata nell'establishment scientifico, ma che almeno in un caso documentato ha consentito a molte persone di mettersi in salvo. Chi ha portato a termine questo ignobile e vile atto ha dimostrato di avere in spregio la sicurezza dei cittadini abruzzesi come di quelli appartenenti alle regioni limitrofe, che ripongono nelle ricerche di Giuliani le uniche speranze  al momento disponibili di riuscire a mettere in salvo se stessi e i loro cari. Un vero e proprio attentato, vergognosamente perpetrato ai danni della ricerca e del diritto di ogni cittadino ad entrare in possesso di tutti gli elementi utili per salvaguardare la loro vita.

 La circuiteria hardware sottratta era stata realizzata diverso tempo addietro, appositamente per il PM2, un macchinario ideato da Giampaolo per filtrare e reindirizzare i dati provenienti dal cubo del rivelatore radon. Non è attualmente in commercio e non si sa quando potrà essere sostituita.

La stazione del Gran Sasso, dal 29 novembre, è inutilizzabile.


www.byoblu.com


 

I VOSTRI COMMENTI AL POST

Se i magistrati parlano solo attraverso le sentenze

 La logica che predomina in questa nostra fascio-mafio-democretineria parlamentare è quella del divide et impera. Da qui, l'esortazione e la minaccia vagamemente (mica poi tanto vaga!) terroristica: ognuna ha l'obbligo di parlare secondo i termini attinenti alla sua professione.

 Sarebbe veramente esilarante, se si trattasse di una gag. Ne risulterrebbe un'Italia divisa per compartimenti stagni (altro che divisione tra nord e sud prospettata dalla Lega). Ogni categoria non dovrebbe così mai più occuparsi di ciò di cui si occupa un'altra. Mentre il nostro presidente del consiglio (ormai del coniglio, vista la sua fuga perpetua), attacca a manca e a destra tutte le categorie che gli sono ostili (vede rosso dappertutto!): magistrati e magistratura, giornali e giornalisti... Non si risparmia a invadere il campo e le categorie altrui.

LEGGI IL RESTO DEL COMMENTO

Teleabuso

Diffondere, Divulgare, Diramare

Le Tre D che salveranno il mondo!

05 dicembre 2009

5 dicembre 2009 - No Berlusconi Day

Roma, 5 dicembre 2009 - San Giovanni in Laterano No Berlusconi Day

Speciale Elezioni in Bolivia: Evo Morales, dal governo all'e

Speciale Elezioni in Bolivia: Evo Morales, dal governo all’egemonia?

Alvaro García Linera e evo moralesDomenica Evo Morales (nella foto con il vicepresidente Álvaro García Linera) sarà rieletto trionfalmente presidente della Bolivia. Anche i sondaggi più striminziti lo danno al 55%, comunque al di sopra del 53.7% del 2005, mentre quelli amichevoli lo collocano addirittura alle soglie del 70%. Dopo due secoli di instabilità politica, dittature e minoranze creole al governo la Bolivia così si avvia al secondo governo delle maggioranze, o dei movimenti sociali, come ama dire Evo.

Di Gennaro Carotenuto

Sarà uno straordinario successo, Morales sarà il primo presidente della storia ad essere rieletto democraticamente, sul quale la grande stampa glisserà, o irriderà e continuerà senza alcuna riflessione a demonizzare. Nella base militante intanto vi sono dubbi su una politica di alleanze considerata troppo spregiudicata. Sapremo domenica se per il partito del Presidente Morales, il MAS, il “Movimento al Socialismo”, sarà valsa la pena il sacrificare un po’ di coesione per riuscire a conseguire i due terzi dei seggi in parlamento.

Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.

Leggi anche: Speciale Bolivia 1: appunti per un bilancio sul governo (riformista) dei movimenti sociali

Giornalismo partecipativo - www.gennarocarotenuto.it


30 novembre 2009

[gc] Uruguay, America latina: Pepe Mujica presidente, “il mondo a

Uruguay, America latina: Pepe Mujica presidente, “il mondo alla rovescia”

pepe Pepe Mujica, l’ex guerrigliero Tupamaro, per 13 anni prigioniero della dittatura fondomonetarista, per nove anni rinchiuso in un pozzo e torturato continuamente, è il nuovo presidente della Repubblica in Uruguay. Ha ottenuto il 51,9% dei voti, superando il 50.4% con il quale Tabaré Vázquez era stato eletto cinque anni fa. Il suo rivale, Luís Alberto “Cuqui” Lacalle, del Partito Nazionale, si è fermato al 42.9% dei voti.

Più tardi online il pezzo sull’Honduras scritto in esclusiva per Latinoamerica.

E’ uno scarto di nove punti, superiore a tutte le aspettative e, con un’affluenza alle urne superiore al 90% in uno dei paesi dal più alto senso civico al mondo, conferma che quella del presunto rifiuto per la figura popolana e popolare e dal passato guerrigliero di Mujica era una menzogna cucinata e venduta a basso costo dal complesso disinformativo-industriale di massa.

di Gennaro Carotenuto

Il trionfo di Mujica (nella foto incredibilmente in giacca, ma senza cravatta) è espressione di quello che negli anni del Concilio Vaticano II si sarebbe definito “segno dei tempi”. Come ha detto lo stesso dirigente politico tupamaro, emozionatissimo nel suo primo discorso sotto la pioggia battente a decine di migliaia di orientali che hanno festeggiato con i colori del Frente Amplio, quello che lo porta alla presidenza è proprio “un mondo alla rovescia”.

Un mondo nuovo i contorni del quale non sono ancora del tutto visibili nella prudenza dei grandi dirigenti politici che rappresentano il fiorire dei movimenti sociali, indigeni, popolari del Continente ma che si tratteggia in due grandi temi di fondo: uguaglianza tra i cittadini e unità latinoamericana.

Mujica è stato chiarissimo: il primo valore della sua presidenza sarà il mettere l’uguaglianza tra i cittadini al primo posto e il primo ringraziamento è andato oltre che al popolo orientale "ai fratelli latinoamericani, ai dirigenti politici che li stanno rappresentando e che rappresentano le speranze finora frustrate di un continente che tenta di unirsi con tutte le sue forze”.

Proprio il trionfo di Mujica, la quarta figura che viene dal basso, plebea se preferite, e non espressione delle classi dirigenti, illuminate o meno, a divenire presidente in appena un decennio, testimonia che l’America latina sta riscrivendo la grammatica politica della rappresentanza democratica in questo inizio di XXI secolo in una misura perfino insospettabile e incomprensibile in Europa.

Mujica, nonostante la militanza politica di più di mezzo secolo, è un venditore di fiori recisi nei mercati rionali. E’ uno che quando è diventato deputato per la prima volta e fino a che non ha avuto responsabilità di governo ha accettato dallo Stato solo il salario minimo di un operaio e, siccome questo non è sufficiente per vivere, ha continuato a vendere fiori nei mercati rionali. Per campare. Indecoroso per un parlamentare, ma solo così, solo dal basso, oggi Mujica può permettersi a testa alta di rappresentare il popolo e proporre a questo “un governo onesto”.

Non è un medico, come Tabaré Vázquez o Salvador Allende o Ernesto Guevara, né ha un dottorato in Belgio come l’ecuadoriano Rafael Correa. Non ha studiato dai gesuiti come Fidel Castro né proviene dalla classe dirigente illuminata come Michelle Bachelet in Cile o i coniugi Kirchner in Argentina. Non è, soprattutto, un pollo di batteria, allevato per star bene in società come tanti burocratini dei partiti politici della sinistra europea, che infatti passa di sconfitta in sconfitta e di frammentazione in frammentazione mentre invece in America l’unità delle sinistre è un fatto.

Pepe il venditore di fiori recisi nei mercatini rionali è un uomo del popolo come l’operaio Lula in Brasile, come il militare di umili origini Hugo Chávez in Venezuela e come il sindacalista indigeno Evo Morales in Bolivia. Non a caso sono tre uomini politici che hanno mantenuto un rapporto privilegiato con la loro classe di provenienza, che non hanno tradito e che sono ricompensati con alcuni tra i più alti indici di popolarità al mondo, nonostante siano costantemente vittime di campagne ben orchestrate di diffamazione da parte dei complessi mediatici nazionali e internazionali.

Non è un caso che da questi dirigenti politici venga posto sul piatto dell’agenda politica lo scandaloso problema dell’uguaglianza che trent’anni di retorica neoliberale avevano umiliato, vilipeso e cancellato e che invece è più che mai l’unico motore dell’unico futuro possibile non solo in America latina.

L’America latina integrazionista, dove diventa presidente un ex-guerrigliero venditore di fiori recisi nei mercatini dei quartieri popolari di Montevideo, è davvero “il mondo alla rovescia”, ma è anche la speranza di un “mondo nuovo”, di un nuovo inizio e un futuro migliore in pace e in democrazia. Questa speranza non poteva che venire dal Sud del mondo, da quella “Patria grande latinoamericana” che sta riscrivendo la Storia.

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