Prime inchieste flop sul fronte di grandi affari & corruzioni targate ‘Alta Velocità’, la gran torta miliardaria anni ’90 e 2000 da spartirsi tra politici, imprese di riferimento, faccendieri e ‘mafiosi’ (quindi anche camorristi e ‘ndranghetisti).
Insabbiamenti, depistaggi, sdoppiamenti di inchieste, filoni ‘impazziti’ da una procura d’Italia all’altra. Di tutto e di più, affinchè non venisse fuori il vero, autentico ‘marcio’ dell’Italia targata (sic) seconda repubblica, e fresca reduce dalla ‘sbornia’ di Mani Pulite, dalla Tangentopoli che avrebbe dovuto finalmente ripulire e ri-moralizzare il Belpaese.
Tutto fumo negli occhi che ha sostituito i vecchi partiti con accozzaglie di predoni ancor più famelici e scatenati, e neanche più tenuti a freno dalle maglie ‘ideologiche’, un toccasana del quale ci siamo sbarazzati in fretta e furia, per gettarci fra le braccia del turbocapitalismo globalizzato stile yankee. Tant’è vero che – è ormai storia che solo i ciechi o i tanti in malafede non vogliono vedere – l’Operazione Mani Pulite è stata eterodiretta dagli Stati Uniti, dalla CIA: una storia che abbiamo raccontato più volte e nell’inchiesta di ieri appena rammentato.
Il Moralizzatore d’Italia, infatti, l’ex poliziotto Antonio Di Pietro, era un grande ‘amico’ della CIA, frequentava i suoi 007 e nei mesi che hanno preceduto lo scoppio di Mani Pulite (tutta la seconda metà del 1991, guarda caso a poche settimane dalle stragi di Capaci e via D’Amelio) don Tonino era solito frequentare la sede del consolato americano a Milano. Solo per qualche aperitivo con il simpatico console Peter Semler?
Lo stesso copione a base di CIA, del resto, era andato in scena, anni prima, con l’assassinio di Aldo Moro, rapito e ammazzato dalle Brigate Rosse, sotto l’attenta regia dei Servizi segreti a stelle e strisce, il cui ‘inviato speciale’, Steve Pieczenick, ha poi ‘vuotato il sacco’ e raccontato il vero caso Moro a Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato, per il loro “Doveva Morire”. Che tradotto in soldoni politici, voleva dire: “quel compromesso storico tra Dc e Pci non s’ha da fare”, costi quel che costi, anche la pelle del grande numero uno dello scudocrociato.
Del resto, la Voce ha pubblicato delle inchieste, una in particolare, uscita ad ottobre 2010 e titolata “Brigate Rossonere”, in cui i legami ‘organici’ tra i Servizidi casa nostra e alcuni ex brigatisti venivano alla luce in modo clamoroso, addirittura imbarazzante: ad una rivista promossa dal Sisde, e titolata ‘Theorema’, infatti, ha addirittura collaborato il Br Valerio Morucci, il ‘telefonista’ nel corso della ‘trattativa’ per la liberazione del leader DC...
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